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Autore: Blue Flower    21/08/2010    1 recensioni
Dimenticatevi per un attimo l'Edward Cullen sexy e vampiro... All'inizio di questa storia il nostro caro Edward è un ragazzo sovrappeso e poco popolare, innamorato di una delle cheerleader, Isabella. Tutto sembra avverso alla loro relazione, ma lui ha un asso nella manica: la sua voce. Quando un giudice di America's Got Talent di nome Alice, gli cambia la vita... cosa succederà? E soprattutto... cos'altro è cambiato in Edward Cullen?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jessica, Mike Newton | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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POV EDWARD

 

 

Do you know where your heart is?

Do you think you can find it?

Or did you trade it for something, somewhere

better just to have it.

[Say, All I Need- One Republic]

 

Il sole era già alto, simbolo di un’estate che non se ne era ancora andata del tutto. La sera prima mi ero addormentato con il mio prediletto ipod nelle orecchie. Era ancora carico e sentivo una canzone Indie Rock.

Sarei riuscito ad affrontare la scuola? Beh, bella domanda… Altre frecciatine di fuoco da parte delle cheerleader, risate alle mie spalle da parte degli altri ragazzi.

Io ero solo.

Certo  non sono mai stato molto sociale, e del resto nessuno è mai stato contento di avermi come compagno di laboratorio… Ma del resto chi sono io per piacere alla gente?

Solo uno stupido secchione soprappeso, con occhiali e capelli rossi.

Ma quanto avrei voluto che lei mi notasse… Lei che è così bella; lei che siede al banco delle cheerleader e non mi ha mai guardato in faccia; lei che di me conosce solo gli strati di grasso… E’ così opprimente non avere il coraggio di parlarle.

Ma un giorno mi riscuoterò, e lei cadrà ai miei piedi…

Sì sì… forse in un’altra vita!

Presi la cartella e scesi le scale con malagrazia, come sempre. Dovevo sbrigarmi perché ero già in ritardo a scuola, così salutai mia madre e mio padre frettolosamente ed imboccai la porta. I miei genitori erano molto diversi da me… Nessuno riusciva a capire da chi avessi preso il colore di capelli, e nemmeno la corporatura era dei miei genitori.

 

Arrivai a scuola poco dopo. Tutti vagavano per i corridoi della Forks High School, anche lei… Rideva con le altre cheerleader.

Ma io so che tu sei diversa, Isabella.

Appena varcai la porta dell’istituto mi sentii solo: un’altra volta. Solo e invisibile. Come se tutti gli esercizi che avevo fatto l’estate non mi fossero serviti a niente. Eppure credevo di essere migliorato così tanto! Di sicuro era solo una mia illusione…

Alla prima ora avevo letteratura… Perfetto per iniziare un anno da incubo! Il corso di letteratura, era quello che odiavo con tutto il cuore. Non che non mi piacesse la materia, ma il professore cercava in tutti i modi di mettermi un voto basso. Ma erano cose che io avevo fatto e rifatto, quindi i desideri del professore non si avveravano mai…

Mentre lui parlava di Shakespeare, io scrivevo i versi di una canzone sulla gomma da cancellare. Quella mattina mi sentivo particolarmente ispirato. Forse perché Isabella era a pochi banchi da me… Quanto ero patetico!

Se solo ci fosse stato un modo per farmi notare da lei… Di sicuro non potevo competere con i giocatori di football della scuola, ma magari avrei potuto provare a… beh no, non avevo idea di cosa avrei potuto fare…

L’ora passò tutto sommato velocemente. La mia gomma era già piena di scarabocchi e versi di canzone.

Li avevo dedicati tutti a Isabella, che quella mattina rideva e scherzava con Jessica, il capo delle cheerleader. Non riuscivo a pensare che la ragazza per cui mi ero preso una cotta, fosse uguale al capo delle cheerleader. Lei non era un’oca giuliva… Lo riuscivo a percepire. Anche se nessuno mi vuole, io sono bravo a capire le persone. Ho sempre avuto questo dono.

Nonostante tutti i pensieri, le ore passarono come un lampo… ed arrivai all’ultima ora. Quella di biologia.

“Signor Cullen, l’unico posto libero è vicino alla signorina Swan” il cuore perse un battito. Poi guardai nella sua direzione, lei storse il naso. “Non abbiamo tutta l’ora…” osservò il professore. Mi avviai vicino a Isabella. Lei si girò dall’altra parte e si rannicchiò nell’angolo più remoto della sedia. Non mi voleva, ma questo era ovvio.

Però adesso eravamo compagni di laboratorio… Mi doveva notare anche solo un po’, no? Bella aprì bocca, ma non per dire ciao o altre cose del genere. “Ti puoi fare un po’ più in là?” ubbidii come un cagnolino.

Alla fine dell’ora ero ancora più demoralizzato di prima e uscii dalla classe sconsolato. Come se non ne avessi già abbastanza, Mike Newton venne a prendere Bella e le stampò un bacio sulle labbra. NO! Impossibile, quei due si erano fidanzati… beh lui era l’attacante, lei la cheerleader. Mi sembrava giusto…

Stavo tornando a casa a piedi, sconsolato, quando un volantino mi arrivò in faccia. Pensavo che cose del genere potessero succedere solo in stupidi film adolescenziali, ma no. Il volantino di Italia’s Got Talent era proprio davanti a me. E la cosa più sconcertante era ciò che c’era scritto.

 

Italia’s Got Talent

Audizioni alla Forks High School

Lunedì 12 settembre ore 18:00

 

Era un segno del destino! E dovevo sbrigarmi o non avrei fatto in tempo. Corsi più veloce che potevo. Con quell’audizione era in gioco l’unica possibilità che avevo di farmi notare da lei…

Mi catapultai in casa, presi lo spartito della mia canzone preferita - Never Say Never di The Fray- e la mia chitarra elettrica. Uscii dicendo a mia madre: “Vado a Italia’s Got Talent!”. Non le ho dato nemmeno il tempo di ribattere: ero già in strada. La scuola distava davvero poco… e lì mi attendeva il mio destino.

 

“Il prossimo…” i giudici scartavano tutti senza pietà ed io avevo paura di essere l’ultimo di una lunga sfilza. Avevano massacrato i peggiori, messo in campo i migliori.

Toccava a me. Uscii fuori con la chitarra elettrica e i giudici trattennero le risate. Ero patetico.

Anche gli spettatori ridevano.

Poi però ho iniziato a cantare, e non contava più chi mi ascoltasse, chi ridesse… c’eravamo solo io il microfono e la chitarra.

Partì un applauso che durò per svariati minuti… Forse ce l’avevo fatta. Poi fu un giudice a parlare, si chiamava Jasper: “Hai una bellissima voce, ma non c’è la presenza scenica, sei troppo timido…” mi distusse… Poi arrivò il commento dell’altro giudice: “Non sei di certo il tipico idolo delle folle… Ti manca l’aspetto esteriore” a parlare era un giudice di nome Emmett. “Sinceramente io credo che lo possiamo migliorare… Lo prendo sotto custodia per qualche settimana e, se lui vuole, apporteremo qualche modifica dentro e fuori…” era un giudice minuto, una ragazza. Si chiamava Alice.

L’ultimo giudice - Rosalie-  espresse la sua opinione. “Secondo me è senza speranze, ma se Alice vuole prenderlo con sé e migliorarlo… sono affari suoi. Io gli darei un mese. Poi ritornerebbe a fare l’audizione. Tu, Edward, te la senti di prendere questo impegno? Migliorare al livello estetico e artistico?” io annuii.

Alice si alzò e mi prese sotto braccio. “Scusate, ma abbiamo molto lavoro da fare… E relativamente poco tempo per farlo…” così uscimmo dalla sala.

E da lì iniziò la mia avventura.

  
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