A Sasuke
A Miku
ed alla Giorgia.
Ancora non riusciva a credere di essere in
un posto del genere, com’è che si chiamava? Syberia
forse, ma non aveva molta importanza.
Cercando di ignorare la musica a stecca e le persone che mentre
ballavano si strusciavano contro il primo soggetto scopabile raggiunse
il bancone del bar, ordinando un martini. Lasciò
che lo sguardo vagasse per l’intero locale, distogliendolo
quando una vistosa Drag queen gli fece un
occhiolino malizioso.
Un locale per gay…com’era riuscito suo fratello a
portarlo lì non lo sapeva. Ricordò vagamente la
discussione dove Itachi aveva espresso perplessità sul su
orientamento sessuale e dei minimi approcci che aveva col sesso.
Dal canto suo, Sasuke aveva ben evidenziato che non portare ragazze a
casa non era sinonimo di gay e che il sesso non era nelle sue
priorità nonostante i suoi diciannove anni; non che fosse un
verginello spaurito, ma riusciva a tenere a freno di ormoni anche da
solo. Tutto ciò che era avvenuto dopo era soltanto qualcosa
di confuso, fino al suo arrivo al Syberia almeno. Lanciò
un’occhiata distratta a suo fratello, che parlava, come
riuscisse a farsi capire in quel trambusto lo sapeva solo lui, con un
avvenente ragazzo.
Si portò il martini alle labbra,
sperando che quella tortura finisse presto.
Sentì una mano chiamarlo, battendogli le dita sulla spalla;
roteò gli occhi, scocciato, osservando il solare ragazzo che
sorridendo non intendeva lasciargli la camicia.
«Ehi ciao! Tu sei?».
«Fuori dalla tua portata». La sua risposta secca
sembrò lasciare perplesso, non offeso, il biondino che per
un secondo rimase immobile a fissarlo.
«Ehi Ehi, calma amico, non volevo provarci!».
«E quindi cosa sei venuto a fare? Una partitina a
carte?» ribatté ironico Sasuke finendo il suo
drink.
«Ahahah, no! Ho solo visto che eri nuovo».
«Si nota così tanto che sono nuovo?»
ribeccò alzando il sopracciglio.
«Beh, sei un tipo che si nota, o che almeno,che io avrei
notato visto che sono sempre qui».
Lo osservò un attimo, senza un perché preciso. Le
luci da discoteca, che cambiavano colore e angolazione
confondevano, ma li vedeva chiaramente gli occhi azzurri apparentemente
innocenti che lo fissavano ridenti.
«Vuoi dire che esiste gente che abitualmente viene in questo
posto?».
«Certo, per esempio tipi come Deidara»
esclamò indicandogli un biondino truccato e con lunghi
capelli biondi «Se vuoi qualcosa di facile e veloce, fa degli
ottimi lavori di bocca. Poi ci sono tipo come Orochimaru»
continuò indicando un tizio con appiccicati molti, come
dire, ragazzini «se vuoi salvarti il culo, letteralmente,
quando lo vedi allontanati più che puoi senza che
se ne accorga…».
Lasciò vagare i suoi occhi distrattamente intorno mentre
l’altro continuava la sua lista, notando una ragazza che, a
giudicare dall’abbigliamento e dall’espressione,
non sembrava molto frequentatrice di luoghi così, come lui
del resto.
«E lei?» fece indicandola.
Il ragazzo lo guardò basito per qualche istante.
«Amico, sei in un locale per gay e lesbiche, non penso che
lei sia qui per te sai? Comunque lei è Sakuchan,
probabilmente è qui perché ha litigato con
Ino…»
«Naruto non dovresti sputtanare gli affari degli altri a
tutti sai?!». Il ragazzo si girò di scatto verso
il bancone, dove una donna con un seno troppo grosso per non essere
notato, lo guardava sorridendo, come se gli avesse appena fatto un
complimento.
«Tsunade obachan! Non stavo spettegolando è
che…».
«Nuova conquista? » lo interruppe di nuovo
indicando Sasuke ammiccando, porgendogli una birra.
Sasuke, a quelle parole, si voltò di scatto verso Naruto,
lanciandogli un’occhiataccia che pareva dire ‘Attento
a ciò che rispondi’. Come prevedibile
sentì un ‘No ovviamente’ da parte di
Naruto, ma la canzone troppo alta non gli permise di sentire il
‘Non ancora’ biascicato dal
biondino prima di bere la sua birra.
Sasuke lo osservò con un nuovo bicchiere alle labbra.
«Io e ballare non stiamo nella stessa frase da molto
tempo». Naruto non replicò neppure,
alzò le spalle e si diresse con evidente interesse verso un
moretto che ancheggiava a ritmo. «Se cambi idea vedi di
concedermi almeno un ballo novellino».
Sasuke roteò gli occhi, un altro pazzo da aggiungere alla
lista…cosa diavolo aveva fatto per meritarsi quello? Cosa?
Lasciò scivolare distrattamente le sue mani sui fianchi,
tastando qualcosa di incredibilmente seghettato; le chiavi della
macchina. Come le aveva avute lui non gli importava, quelle erano le
chiavi della libertà. Gli occhi brillarono per un istante,
solo uno, a poi tutto svanì di fronte all’immagine
mentale di suo fratello.
Non che gli fosse venuto per un solo istante il rimorso di lasciare
lì Itachi, ma da solo non sapeva proprio come tornare a
casa, visto il suo zero senso dell’orientamento.
Si infilò le chiavi di nuovo in tasca, sospirando e, proprio
mentre stava per ordinare di nuovo da bere, così da
ritrovarsi ubriaco e sperare che suo fratello lo riportasse a casa, due
occhi gialli attirarono la sua attenzione.
Lo stava guardando, il maniaco dagli occhi gialli che Naruto aveva
chiamato Orochimaru, lo stava guardando e tutto ne leggeva, tranne che
innocenza. Cos’aveva detto di fare esattamente Naruto in quel
caso? Non che fossero molte le opzioni dopotutto: Poteva starci; poteva
tentare di fargli capire che no, lui non aveva intenzione di starci
oppure poteva scappare. Gli lanciò un ultima occhiata e
visto il modo poco rassicurante con cui quello si stava passando la
lingua sulle labbra, quasi a voler divorare la sua preda, che
malauguratamente sembrava essere lui, optò per la terza.
Si buttò nella mischia di ballerini, alla disperata ricerca
o di suo fratello o di un’uscita, ma invece l’unica
cosa che i suoi occhi riuscirono a scovare fu una chioma bionda che
ballava assieme ad un gruppo di drag queen.
«SASUKEEEEEE» gridò sopra la musica
Naruto correndo verso di lui «Mi concedi il ballo
davvero?».
Ballare? Lui? Lui non ballava mai, in nessuna circostanza, che non ci
pensasse nemmeno a…
Nessuna parola però uscì, soprattutto quando dal
nulla venne messa una melodia romantica e Naruto gli si
avvinghiò contro, intrappolandolo col suo corpo caldo.
Si irrigidì di colpo, non sapevo bene come muoversi,
nonostante avesse anche assistito ad alcuni balli di cui non era mai
stato partecipe.
«Rilassati...». Quello rise, stringendolo ancora
più forte.
Fu strano come gli ormoni esplosero a quel semplice contatto,
così inusuale; la ferocia con cui il suo corpo desiderava
stringere l’altro, per godere del calore pulsante era
sconvolgente.
«Tsk dobe io sono rilassato».
«Certo certo» replicò, facendo scorrere
l’indice lungo tutta la schiena, provocandogli brividi
sottopelle «Vediamo se così ti
rilassi…»; gli posò le labbra bollenti
sul collo, lambendo lentamente come se stesse assaporando la sua pelle.
E fu troppo per il suo corpo, immobile grazie ad uno strano stato
confusionale; fece scendere le mani per palpare il sedere del biondo,
perfettamente morbido come lo aveva immaginato. Naruto si
lasciò sfuggire un gemito di sorpresa che riuscì
soltanto a far eccitare di più Sasuke.
«Sembra che Sasuke chan si sia svegliato» gli
sussurrò all’orecchio tastando il rigonfiamento
che cominciava a risultare evidente «Non vorrai
ignorar…», ma le labbra di Sasuke non gli
permisero di finire la provocazione.
Le lingue si scontrarono ferocemente, i corpi vibrarono a quel nuovo
contatto; sarebbe stato bello non staccarsi mai, pensò
Sasuke lottando per la supremazia, ma poi l’aria si fece
indispensabile e si staccarono a scatti, confusi ed eccitati.
Naruto alzò lo sguardo, riprendendo fiato; quegli occhi
scuri lo fissavano colmi di desiderio, puro e liquido e
pensò, prima di prendere il polso di Sasuke e trascinarlo in
bagno, che era bellissimi.
Fu per un caso fortuito il trovare un bagno libero; Naruto praticamente
ce lo trascinò dentro, avvinghiandosi di nuovo a lui prima
che la porta si chiudesse. E poi fu tutto veloce, febbricitante e
dominato dalla lussuria; furono leccate e morsi, graffi e carezze,
gemiti trattenuti ed urlati, corpi sudati ed eccitati strusciarsi
l’uno contro l’altro.
«Appena ti ho visto» disse coerentemente Naruto tra
i gemiti «ti ho..Ahh…desiderato».
La lingua veloce di Sasuke lambì il collo, la schiena, la
pancia, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni; lasciò
passare una mano distratta sull’erezione del compagno ancora
coperta dalla stoffa fastidiosa, che si contorse. «Sei un
fottuto bastardo». Sasuke sorrise, armeggiando con la cintura.
Non sapeva per quale strana ragione fosse lì, ma lo era ed
aveva un bellissimo ragazzo eccitato nelle sue mani.
I pantaloni di Naruto caddero giù, insieme ai boxer ed alle
mani del biondo che cercarono la cintura di Sasuke.
«Fottimi..AH..Sas’ke!».
Divorami.
Godeva nell’essere risucchiato da quel corpo caldo, godeva
nell’ascoltare il suo nome pronunciato da una voce
così vogliosa, godeva dei baci umidi che si scambiavano ad
ogni sua spinta e mentre veniva, con ancora stretto Naruto, gli venne
da sorridere, inconsapevole che nello stesso momento suo fratello lo
stava cercando per tutto il locale alla disperata ricerca delle chiavi
della macchina per sfuggire ad un certo maniaco dagli occhi gialli che
lo guardava voglioso.