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Autore: bloodingeyes    21/08/2010    1 recensioni
Perché è questo il problema: posso aprire la terza porta a destra e andare da Will che si è rotto una gamba per salvare il presidente degli Stati Uniti ma che è anche il mio ex ragazzo dal quale ho troncato anche abbastanza in malo modo perché aveva cominciato a montarsi troppo la testa, oppure fermarmi alla seconda a sinistra e andare da Warren a cui hanno sparato ad un braccio con una pistola laser perché io non sono stata abbastanza veloce nel legare tutti i criminali ma che non fa altro che urlarmi contro ad ogni fine missione perché non sono abbastanza brava per aiutarlo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia che è arrivata terza al contest "Di Hippy e Piromani"



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Ed eccomi qui, davanti a questo corridoio con un bel cesto di frutta in mano e non so dove andare. Bhe… in realtà so dove andare ma non sono ancora molto sicura della porta che devo aprire per prima e a quale persona devo consegnare la frutta. Perché è questo il problema: posso aprire la terza porta a destra e andare da Will che si è rotto una gamba per salvare il presidente degli Stati Uniti ma che è anche il mio ex ragazzo dal quale ho troncato anche abbastanza in malo modo perché aveva cominciato a montarsi troppo la testa, oppure fermarmi alla seconda a sinistra e andare da Warren a cui hanno sparato ad un braccio con una pistola laser perché io non sono stata abbastanza veloce nel legare tutti i criminali ma che non fa altro che urlarmi contro ad ogni fine missione perché non sono abbastanza brava per aiutarlo.

            Sono ancora qui davanti impalata quando arriva Magenta e mi fa prendere un accidente saltandomi addosso da dietro

            -Layla ma che stai facendo qui davanti impalata?- mi chiede sorridendo appena

            -Ecco… io… non ricordavo più in che stanza sono stati ricoverati Will e Warren- mentì

            -Warren è in quella stanza lì- mi disse indicando la porta –Will invece è là in fondo- si volta verso di me e torna molto seria –Per chi è quel cesto?- ed ecco la domanda che più temevo e alla quale non avrei voluto rispondere, soprattutto a lei. Io e Magenta siamo sempre state amiche e quando io e Will stavamo insieme non ha mai fatto nulla per ostacolarci, quando ci siamo lasciati mi è stata affianco e mi ha consolato e solo quando mi aveva vista tornare la solita Layla di sempre mi ha confessato che aveva iniziato a provare qualcosa per Will. Era stata onesta e io le avevo augurato tutto il bene del mondo perché Will non era più il mio ragazzo. Ma saperlo ferito mi aveva un po’ scombussolato, ero stata in pena per lui e avevo dei dubbi

            -È per Warren- dissi a Magenta sorridendole –vengo a salutare Will dopo, però ora vado da lui, gli avevo promesso che lo sarei venuto a torturare tutti i giorni in ospedale- risi e Magenta fece altrettanto, ci salutammo e lei proseguì fino alla camera di Will dove entrò senza bussare perché la porta era aperta. Io invece rimasi per un attimo davanti alla porta chiusa prima di bussare due volte

            -Avanti!- rispose una voce femminile. Femminile? Non è che avevo sbagliato stanza? Quando entrai vidi Warren steso sul lettino d’ospedale con la sua solita espressine incazzata in viso, i capelli erano tutti arruffati e il pigiama bianco dell’ospedale che gli donava ancora meno della calzamaglia verde fluorescente che gli avevano fatto indossare al corso di “Preparazione sul campo con un Eroe veterano”. Di fianco a lui stava una donna alta, mora e molto bella

            -Ciao, Warren, come stai?- chiesi timidamente, speravo sinceramente di non aver interrotto niente di particolare

            -Come uno a cui hanno sparato a una spalla- mi rispose lui come al solito acido più di un limone marcio!

            -Warren! Si un po’ più educato!- lo sgridò la donna –Molto piacere io sono la madre di questo testone- mi sorrise mentre arruffava i capelli al figlio che sbuffò seccato

            -Molto piacere io sono Layla- mi presentai io allungando una mano

            -Ah… Layla… - disse la donna mentre mi stringeva la mano e guardava di sottecchi il figlio che si voltò dall’altra parte –Sono molto contenta di averti conosciuto, Warren mi ha parlato di te-

            -Davvero?- chiesi io stupita

            -Come un gigantesca seccatura- sbuffò lui e sua madre lo fulminò con lo sguardo

            -Che stupido che sei… - gli disse per poi voltarsi verso di me –ora devo andate al lavoro ma se ti va puoi venire a cena da noi più avanti, sono proprio curiosa di conoscerti… - prima che potessi ribattere era già praticamente sulla porta –Ciao tesoro ci vediamo domani- salutò Warren che sbuffò per l’ennesima volta salutandola con un cenno della mano sana

            -Questi sono per te- dissi appoggiando il cesto di frutta al tavolino lì di fianco

            -Non c’era bisogno- sbuffò lui voltandosi dall’altra parte –Non devi andare a fare compagnia a qualcun altro?-

            -No- risposi io, troppo in fretta

            -Non ti devi sentire in colpa, non è colpa tua se mi hanno sparato, puoi andare da Will tranquillamente… -

            -Non mi sento in colpa, ho fatto di tutto per aiutarti e non voglio andare da Will- gli dissi mentre sentivo che stavo arrossendo da matti –io voleva fare compagnia a te- ed ecco un altro grosso problema che mi ero accorta di avere ultimamente: mi ero presa una cotta per Warren. Solo che quando glielo avevo detto lui si era voltato dall’altra parte e mi aveva detto di andarmi a dare una controllata al cervello perché stavo impazzendo.

Insomma mi aveva rifiutata e in quel momento avevo tanto desiderato mandarlo al diavolo e non vederlo mai più. Però c’era un problema, la mia vita è piena di problemi, ed era che stavamo entrambi facendo un corso di aggiornamento per eroi e ci avevano messi in coppia (guarda te che fortuna che dovevo avere sempre) e per i prossimi quattro mesi avrei dovuto lavorare a contatto con lui e non era molto semplice farmi passare la mia cotta se tutti i giorni lo vedevo vestito il pelle che salvava i cittadini avvolto nelle sue fiamme che lo rendevano così caldo e sexy! Era come Batman, bello e tenebroso ma senza la calzamaglia e ali da pipistrello che l’avrebbero reso ridicolo! Quando era un eroe non si metteva niente di particolare, era la persona più normale del mondo, eppure diventava anche così splendido e eccitante! Per una settimana me lo ero sognata che si toglieva la giacca di pelle solo per me e mi lasciava accarezzare la sua pelle calda dal collo, sui pettorali fino agli addominali perfettamente modellati e poi si slacciava anche i jeans di pelle e… oddio ero proprio repressa sessualmente se vederlo una sola volta a petto nudo mi aveva fatto fare sogni di quel genere! Lui però non se ne accorgeva, non accettava il mio amore, diceva che ero tutta matta e che dovevo concentrarmi di più sul nostro allenamento. Ma come facevo se i miei occhi venivano perennemente calamitati dal suo fondoschiena?

Rimanemmo in silenzio per tanto tempo ma poi decisi che ero stanca di aspettarlo, non ero pazza, mi ero presa una cotta per lui e per lo meno gli avrei fatto capire che a lui ci tenevo davvero. Mi voltai verso di lui che ancora si ostinava a guardare fuori dalla finestra e mi abbassai per baciargli il collo. Subito mi bloccò

-Che diavolo fai?- mi chiese stupito, gli sorrisi e lo baciai per la prima volta sulle labbra. Era molto meglio dal vero che in sogno, le sue labbra erano così morbide e calde ma lei sue mani erano troppo calde, saltai via con un braccio mezzo bruciacchiato

-Ma sei impazzito? Mi hai fatto male!- sbottai, ora arrabbiata

-A me cosa è preso? Ma tu sei impazzita! Che diavolo ti è venuto per saltarmi addosso in quella maniera?- ringhiò lui e io arrossì violentemente. Già, cosa diavolo mi era preso? Perché avevo fatto una cosa così stupida? Non era da me, non era per nulla da me

-Scusami- sussurrai e mi sedetti sul letto di fianco a lui

-Non fa nulla- sbuffò lui duramente

-Warren… - dissi senza però guardarlo –a te piace qualcuno?-

-Ma che razza di domande sono?- rispose lui, di nuovo arrabbiato

-Ti prego rispondimi!- lo supplicai io con già le lacrime agli occhi e lui sbuffò

-Layla… - allungò una mano verso il mio viso ma poi la chiuse e la abbassò sulle mie mani –Sei confusa e io non intendo approfittarne, se fossi davvero convinta di amarmi forse… - si bloccò sbuffando e togliendosi un ciuffo di capelli che gli era finito sugli occhi per poi continuare con la sua solita sicurezza strafottente –Insomma prima devi chiarire quello che provi per Will e poi forse potrai pensare di stare con qualcun altro, ma così… - non completò la frase e io semplicemente abbassai lo sguardo, aveva ragione, come sempre

-Proverò a seguire il tuo consiglio- gli dissi per poi prendere una mela dal cesto che gli avevo portato –vuoi?- gli chiesi

-Non mi piacciono le mele- rispose lui e io sbuffai esasperata

-Allora le porterò a qualcuno che magari le apprezza- presi le uniche tre mele del cesto e uscì.

 

Dovevo ammettere che Will e Magenta facevano davvero un bella copia insieme e io mi sentivo davvero fuori luogo nella stanza insieme a loro. Si vedeva lontano un miglio che anche Will si era innamorato di lei e io non ero più fra i suoi pensieri. Io ero solo una storia passata per lui ma allora perché non poteva essere la stessa cosa per me? Forse perché mi ero innamorata prima oppure non lo so, forse perché eravamo comunque ancora amici. Non capivo se lo volevo indietro come amico oppure come amante e non capivo se desideravo Warren perché davvero ne ero innamorata o solo perché ero repressa sessualmente (si non facevo più sesso con nessuno da quando mi ero lasciata con Will e iniziavo a risentirne). Così per tutta la degenza di entrambi non andai più a fare visita a nessuno, volevo solo stare tranquilla e riflettere su quale di loro due davvero io desideravo ma quando Magenta mi avvertì che entrambi stavano per essere dimessi dall’ospedale (lo stesso giorno, che fortuna!) io ancora non avevo fatto per nulla chiarezza sui miei sentimenti.

Ci eravamo messi davanti all’entrata dell’ospedale. Io e Magenta sedute sul gradino di un aiuola mentre Zack e Ethan se ne stavano in piedi a parlare del loro ultimo progetto per migliorare non so bene quale assurdo congegno che si erano inventati. La polizia aveva recintato il perimetro dell’ospedale per non lasciare passare i giornalisti che aspettavano ansiosi di vedere Will Stronghold uscire finalmente dall’ospedale. Per giunta erano stati chiamati alcuni supereroi che potessero prevenire un eventuale attacco del supercattivo di turno.

E poi Will uscì dalla porta dell’ospedale, spavaldo e arrogante come sempre da quando aveva finito la scuola e anche adesso che si doveva appoggiare ad una stampella per non cadere per terra si continuava a credere l’uomo più potente del mondo, intoccabile. Tutti gli andarono in contro per salutarlo, Magenta lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia mentre Zack gli batteva una mano sulla spalla e tutti ridevano mentre da lontano i paparazzi lo fotografavano a raffica e mentre anche i suoi genitori scendevano in volo a salutarlo. Ma nessuno si accorse che dietro di lui stava uscendo anche Warren. Li fulminò tutti con lo sguardo ma non disse nulla, fece per andarsene senza dire una parola, senza salutare nessuno, scuro in volto. Poi i nostri occhi si incrociarono e non so neppure io cosa mi prese, sentivo soltanto l’incedibile voglia di gettarmi fra le sue braccia e di baciarlo e di vedere la sua fronte distesa, non più corrucciata come al solito e prima che potessi accorgermene mi ritrovai ad abbracciarlo e a baciarlo e lui non mi scacciò, anzi con il braccio sano mi attirò maggiormente a sé e io mi sentì la donna più felice del mondo.

Lo amavo, ora ne ero sicura, lui non era come Will, non era l’eroe perfetto, il paladino della giustizia per eccellenza, quello a cui tutti si affezionavano anche senza conoscerlo, quello che tutti lodavano. Lui era un ragazzo più normale, per quanto fosse uno dei più grandi supereroi mai esistiti. La sua fronte sempre corrucciata, i suoi modi freddi e distaccati, il modo con cui allontanava tutti da sé però lo rendevano impopolare. Eppure lui era una persona dolce e gentile, per quanto odiasse darlo a vedere, ed era pronto a sacrificarsi per gli altri in qualsiasi momento. Era questo che me lo aveva sempre fatto piacere: il suo lato tenero. Sapeva ascoltarmi anche quando ero petulante e gli parlavo di scemenze, come sbuffava facendo finta di niente quando cercavo di farlo sorridere e quando per davvero sorrideva voltandosi perché io non lo vedessi. Era questo che amavo di lui. Non mi interessava che volesse essere lasciato da solo a fare l’eroe solitario, taciturno e scontroso, non lo avrei lasciato diventare la brutta coppia di Batman, non mi interessava quello che tutti dicevano di lui, tutte le cattiverie sul fatto che suo padre fosse un supercattivo e lui sarebbe prima o poi diventato uguale, non mi interessava la notorietà che non avrei mai avuto con lui e che con Will sarebbe stata una cosa normale. Io volevo solo lui, scontroso e acido come sempre ma solo per me.

Che Zack e Ethan ci guardassero insieme a bocca aperta! Che Magenta ridesse! Che Will ci guardasse shoccato! Che i paparazzi ci fotografassero! A me non importava di nulla in quel momento. C’eravamo solo io e Warren che ci baciavamo mentre le sue fiamme mi accarezzavano la pelle senza farmi male e i fiori dell’aiuola sbocciavano per il nostro amore.

   
 
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