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Autore: zero2757    21/08/2010    4 recensioni
«Ricorda Yuuki, per vedere meglio le cose, a volte, bisogna rimanere in perfetto silenzio»
«E tu come lo sai?»
«Perché è più facile vedere quando non ci sono parole, ecco perché lo so»
«Che scemo!»

Se perdete la speranza di vivere cosa può ridarvela?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tears Drops

Quelle stesse ore che gentile lavoro sfoggiarono l'amabile
aspetto su chi ogni occhio s'indugia,
inesorabili saranno verso esso e spoglieranno di bellezza
ciò che ora per bellezza eccelle.






Le fronde si agitano, il piano suona una melodia melanconica. Il sole si abbassa, colori pastello disegnano il cielo. Se potessi tornare indietro, allora, tutto sarebbe più semplice da affrontare.
La solitudine, l'amarezza, la depressione, la derisione e l'incomprensione.
Mi sembra tutto così assurdo; il lago infrange sulla riva le piccole onde causate dal vento, la sdraio è un pò bagnata ma è comunque un posto comodo. Il legno scricchiola, copioso è il lento discendere delle tenebre in terra; ho paura.
Il sole brucia i miei occhi, troppo delicati per esser sfiorati con tale brutalità; io non voglio rinunciare al mio io umano. Gli uccelli intonano la loro ultima canzone, l'umida aria mi ricorda che la notte incombe, ed il gelo che tutto muta mi fa sentire sola.
In passato non ero così, quando ero piccola il Direttore mi portava in giro per il mondo, l'ultima volta andai in Messico. Il Direttore lo conosceva da tempo immemore, un architetto di origine Maya. La prima volta che lo vidi mi sorprese, un ragazzo così giovane; appena diciassettenne già architetto.
Comunque, fu lui ha raccontarmi di tutte le loro leggende, prima di ritornare in Giappone mi disse una frase che mi ha aiutato ad andare avanti. Piansi lacrime amare, da stupida bambina di dieci anni, tra le sue braccia forti, eppure... avevo la certezza che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei rivisto.
Ancora oggi piango, perché tale gioia non l'ho più vissuta da allora; da quell'ultimo bacio a fior di labbra come tradizione, da quella volta che nuotai nei loro fiumi assieme a lui.
Quando tornai alla vita reale, anzi, quando tornai dal sogno tutto gravò sulle mie giovani spalle. La morte del Direttore avvenne pochi giorni dopo il nostro rientro, così fui promessa ad un uomo che non amavo e che aveva il doppio dei miei anni. Com'è strana la vita, nonostante sia il ventunesimo secolo questa tradizione assurda non viene smentita, ed ora eccomi qua.
Seduta sulla riva di un laghetto, a guardare le tenebre diffondersi per tutto il cielo e piangere.
Avrei voluto essere libera almeno una volta nella mia vita, ma non mi è stato concesso e, adesso, sono qui a piangere sul ricordo di quell'architetto che, con il suo sorriso dolce, mi sapeva scaldare il cuore.
Il vento incalza, tutto è assurdo. Vorrei ritrovarmi ancora tra le braccia di... ma questo non è possibile, perché io sono la signora Kuran.
Distinta, presuntuosa e acida.
Con il tempo sono cambiata e si può notare dal mio carattere, poco mi importa dei giornali scandalistici, poco mi importa dei tea party indetti dalle mogli dei politici; che vorrebbero arrufianrmi e poco mi importa dei tradimenti di mio 'marito'.
La vita ha perso sapore da quel giorni di quindici anni fà, mi alzo e il legno scricchiola in modo netto ancora vento. Mi porto una mano nei capelli per cercare di tenerli ordinati, mi ricordo ancora le parole che mi disse Zero prima di partire.
Un sorriso sorge mentre il sole muore e, con passo affaticato, mi dirigo verso la baita , nonostante la mia malattia sia ad uno stato avanzato, nonostante i dottori si raccomandino che io non esca... non posso non ammirare il sole morente, il crepuscolo.
Ci siamo pochi metri e sarò alla porta, pronta a rincominciare la mia messa in scena della moglie crudele e spietata.
Sono di fronte alla porta, tiro la maniglia e, adesso, che si dia inizio allo show.



«Ricorda Yuuki, per vedere meglio le cose, a volte, bisogna rimanere in perfetto silenzio»
«E tu come lo sai?»
«Perché è più facile vedere quando non ci sono parole, ecco perché lo so»
«Che scemo!»




Una bara luccica sotto al sole, Yuuki Kuran deceduta all'interno di essa; una sola persona ad assistere al funerale. Il suo architetto.





Fine



   
 
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