Sii
felice
«Vuoi che provi a vedere se riesco a riportarlo qui, per fartici parlare?
Abbiamo ancora un po’ di tempo» Queste parole mi uscirono dalla bocca come un
veleno che, lentamente, stava corrodendo tutto il mio essere.
Credevo che avrei spezzato questo triangolo amoroso una volta per tutte,
facendo capire a Jacob che lei aveva già scelto l’uomo della sua vita.
E non era lui.
Tutto il mio piano mi si era rivoltato contro e, adesso, rischiavo
seriamente di perderla.
Come avevo potuto essere così sciocco?
Avevo fatto lo stesso gioco di Jacob, non avevo giocato lealmente adesso. Tutto
pur di tenerla con me. Come aveva fatto lui. Ma, ancora una
volta, il suo dolore aveva colpito profondamente Bella e le mie certezze erano andate
in frantumi.
Credevo di aver messo fine al loro legame che mi aveva distrutto in questi
mesi. Ora, era il nostro legame ad essere in bilico. Come
in una bilancia: in questo momento, era a favore del mio rivale.
Avevo rovinato tutto…
Ma avevo promesso che, se lei non mi avrebbe voluto più al suo fianco, l’avrei
lasciata andare, vegliandola da lontano. L’avrei lasciata a lui. Il
mio egoismo doveva finire qui, per la sua vera felicità.
Incapace di parlare, annuì con il capo. Perdonami, ma
era l’unico modo per farti scegliere.
«Non allontanarti dalla tenda, torno presto» e corsi via. Lontano da lei. Non
avrei retto di più.
Ora, la mia faccia trasmetteva tutta la disperazione che avevo taciuto; tutta
la paura di perderla, era diventata reale.
Trovarlo non era mai risultato così facile come in questo momento. Il suo
dolore rimbombava nella fitta vegetazione. Ero felice che
finalmente lui soffriva, quasi quanto me. Perché il dolore
che provavo, era ancor più grande del suo, e spettava a me spingerlo tra le
braccia della mia Bella.
«Jacob?» la mia voce era atona. Troppo dolore per lasciare spazio alla gelosia
o ad altri sentimenti.
«Non ti è bastato il gioco perverso di poco fa? Il dolore che provo non è
abbastanza per te?» disse con risentimento. Ora era umano; se fosse rimasto
lupo, gli altri avrebbero sentito e, in questo momento, la solitudine era la
miglior medicina. Ed io lo sapevo bene.
«Mi dispiace, era giusto che sapessi. Ti avevo avvertito che non avrei
combattuto in maniera leale, ma lei non è convinta fino in fondo di questa
scelta. Ora l’ho capito. Vai da lei, mi farò da parte se sceglierà te. Sarà lei
a scegliere definitivamente, ma questa situazione deve cessare. Stiamo
soffrendo tutti e tre» questa frase rispecchiava il mio stato attuale. Una
lotta per ottenere il suo cuore.
Forse avevo vinto, forse avevo perso. Sarebbe stata lei a decretare il
risultato.
«Va bene, andiamo» così, con il cuore a brandelli, mi preparai a tornare da lei
con il mio rivale, che nutriva una flebile speranza di riuscire a farle
cambiare idea. Volevo avere anch’io quella flebile speranza ma
non avevo più certezze. Appena ci avvicinammo al luogo della
tenda, Seth ringhiò.
«Siamo noi, Seth» dice Jacob.
Quando uscii dalla vegetazione, il dolore ed il tormento erano sepolti nel
fondo del mio cuore. La calma regnava sul mio volto. Una calma
apparente…
Mentre avanzavo, Seth si avvicinò, mettendosi in contatto con Sam che era
insieme ad Alice. I Volturi sarebbero arrivati dopo lo scontro, e noi dovevamo
tornare.
Annuii a Seth, leggermente preoccupato. Anche se Alice non aveva visto scontri
con loro, non significava che il futuro restasse tale.
«Si, è ciò che ci serve… immagino che non ci sia da sorprendersi. Ma la
tempistica deve essere molto serrata. Per favore, dì a Sam se può chiedere ad
Alice di precisare meglio la scaletta» lui chinò il capo e tornai a guardare
Bella.
Avrei voluto che il tempo si fermasse in questo istante.
Non sapevo cosa sarebbe successo dopo, ma sarei stato sempre con te, anche
se non potrò farlo da vicino.
«Bella… c’è una piccola complicazione… ho bisogno che Seth venga con me, per
risolverla. Non mi allontanerò troppo, ma non resterò neanche in ascolto. So
che non ti va di avere un pubblico, qualunque sia la tua decisione»
Non ce l’avevo fatta; il dolore era troppo e le ultime parole sono state una
pugnalata. Dovevo andarmene, altrimenti rischiavo d’impazzire e non volevo che
vedesse cosa mi stava facendo; stavo morendo di dolore.
«Torna in fretta» gli detti un bacio, consapevole che, forse, sarebbe stato
l’ultimo e mi voltai, cominciando a correre con Seth al mio fianco.
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Vuoto, enorme vuoto.
Poi, ad un tratto, nella mente di Seth, si affacciarono delle immagini che
furono capaci di frantumare ancor di più il mio cuore.
Jacob aveva fatto leva, di nuovo, su i suoi sensi di colpa per farsi baciare da
lei.
Vigliacco! Ancora una volta, aveva giocato sporco.Ed io che credevo di
essermi comportato male…
Lui non si meritava un essere puro come lei.Così
ingenua da cascare nella sua trappola.Adesso poteva essere da sola perché
lui era tornato lupo.
Cominciai a correre e, in poco tempo, arrivai nel luogo della tenda. La aprii e
la vidi distesa a faccia in giù.Che stesse male?
«Stai bene?» la mia voce era ansiosa. Mi faceva male vederla
soffrire.
«No. Voglio morire» mai! Non lo avrei mai permesso, a costo di rimetterci la
vita io stesso.
«Non accadrà. Non lo permetterò»
«Potresti cambiare idea» no, ne ero sicuro. Qualunque cosa tu
avessi fatto, sarei stato sempre con te.
«Dov’è Jacob?» come se non lo sapessi.
«È andato a combattere» già, si era sacrificato! Gli aveva fatto credere che
sarebbe morto.
«Ah» quel “cane” era molto furbo e vigliacco.
Ancora una volta la scena del bacio mi riecheggiò nella mente grazie a Seth. Il
mio potere, alle volte, era molesto ed inopportuno.
Era meglio metterla al corrente dell’inganno di Jacob.
Non gli permetterò di prenderla in giro così.
«E dire che pensavo di essere stato io a giocare sporco… a confronto, sono il
santo patrono degli onesti» a conti fatti, era così. Lui aveva usato sempre
l’inganno; io, solo per proteggerla. Sfiorai la sua guancia.
«Non ce l’ho con te, amore. Jacob è più scaltro di quanto pensassi. Certo,
avrei preferito che non fossi tu a chiederglielo» forse mi sarei potuto
sfogare, dato che non potevo combattere. Mi sarei sentito meglio.
«Edward… io… io… sono…» no, non era colpa tua. Solo mia.
«Sssh… non è ciò che intendevo. È soltanto che, in un modo o nell’altro, ti
avrebbe baciata anche senza ingannarti, e per come è andata non ho una scusa
valida per spaccargli la faccia. Peccato, penso che mi sarei proprio divertito»
forse, anche troppo; era meglio non dirlo questo.
«Si, ci ho creduto» non ce la feci a trattenere una risata.
«Sei così incapace di mentire, che credi a chiunque ci sappia appena fare» tanta
ingenuità, solo in Bella è presente.
«Perché non ce l’hai con me? Perché non ti arrabbi? Forse non hai ancora
sentito la storia completa?» invece pensavo di averla vista tutta, anche i
particolari, grazie Jacob!
«Credo di averle dato un’occhiata piuttosto ampia… Jacob crea immagini mentali
molto vivaci. Quando le vedo provo lo stesso fastidio del branco. Il povero
Seth aveva la nausea. Ma adesso Sam sta aiutando Jacob a concentrarsi»
Ero io ad aver creato questo con la mia fuga, a settembre.
«Sei soltanto un essere umano» avevo visto come lo baciavi; io non potevo
baciarti così.
«È la giustificazione più stupida che abbia mai sentito»
No, non era stupida. Eravamo razze diverse, tu ed io; tu e lui
eravate uguali.
«Ma sei umana, Bella. E malgrado i miei desideri, lo è anche lui… nella tua
vita ci sono buchi che non so riempire, me ne rendo conto» era inutile girarci
attorno: invidiavo la sua umanità.
«Ma non è vero. Ecco perché mi sento così orribile. Non ci sono buchi» ti
sbagliavi ed in più…
«Lo ami» dovevi ammetterlo davanti a me, adesso…
«Amo di più te» grazie, amore mio.
«Si, lo so. Ma… quando ti ho lasciata ho aperto una ferita. Jacob l’ha curata.
È logico che ciò abbia lasciato un segno su entrambi. Non sono certo che i
punti della cucitura svaniranno da soli. Non posso incolpare te né lui di
qualcosa che io ho scatenato. Magari mi guadagnerò il perdono, ma ciò non
potrà negarmi le conseguenze» il braccialetto di Jacob resterà sempre
davanti ai miei occhi, per ricordarmi che lui aveva fatto parte della sua vita.
«Ecco, sapevo che in un modo o nell’altro avresti trovati il modo di sentirti
in colpa. Per piacere, smettila. Sei insopportabile»
«Cosa vuoi che dica?» faceva parte del mio carattere incolparmi di tutto, lo
sapevi.
«Voglio che mi rivolga ogni insulto che conosci, in tutte le lingue che parli.
Voglio che mi dica che disgustato e che vuoi lasciarmi, che mi costringa a
implorarti in ginocchio, disperata, di restare con me»
«Mi dispiace… non posso» ti amavo troppo per rinunciare a te
spontaneamente.
«Perlomeno smettila di cercare di consolarmi. Fammi soffrire. Me lo merito»
«No» non potrei mai farti soffrire, perché farei del male anche a me stesso.
«Hai ragione. Insisti pure a essere troppo comprensivo. Probabilmente è peggio»
Ti sbagliavi, amore mio; non ero comprensivo. Ero
così innamorato di te, da volere solo il meglio e credevo che lui lo fosse.
Poi la foresta tacque. La battaglia stava per cominciare.
«Sta arrivando»
«Si, manca ancora qualche minuto. Il tempo che basta per aggiungere una cosa
sola…» io non ero come lui, e tu… dovevi saperlo.
«Io so essere cavalleresco, Bella. Non intendo costringerti a scegliere tra me
e lui. Sii felice, e potrai avere di me quanto vuoi: una parte, o niente, se
preferisci. Non lasciarti influenzare di debiti che senti di avere con me» non
volevo che tu stessi con me perché costretta da obblighi inesistenti. Dovevi
stare con me perché eri sicura di me e del tuo amore per me.
«Dannazione, smettila!» mi urlò.
«No, non capisci. Non sto cercando di confortarti, Bella, dico sul serio» dissi
sorpreso dalla sua reazione. Non mi credeva.
«Lo so che dici sul serio… che ne è del tuo istinto battagliero? Non
ricominciare con la storia del nobile sacrificio di se stessi! Combatti!»
Io non la capivo: cosa voleva che facessi?
«E come?» il mio sguardo doveva essere triste. Io non sapevo come comportarmi; volevo
solo che fosse felice, con o senza di me.
Mi gettò le braccia al collo.
«Non m’importa se fa freddo. Non m’importa se puzzo di cane. Fammi dimenticare
quanto sono disgustosa. Aiutami a dimenticarlo fammi dimenticare come mi
chiamo. Reagisci!» neanche il tempo di parlare che premette le sue labbra calde
sulle mie.
«Attenta, amore» il suo attacco mi stava mettendo in seria difficoltà.
«No» riuscii lo stesso ad allontanarla, anche contro la sua volontà. Non volevo
farlo per dimenticarci di Jacob; volevo farlo perché ci amavamo, non per
dimenticare i nostri problemi di coppia.
«Non hai niente da dimostrarmi» conoscevo il suo amore per me.
«Non sto cercando di dimostrare nulla. Hai detto che posso avere la parte di te
che preferisco. Voglio questa. Le voglio tutte» gli permisi di baciarmi perché
lo volevo anch’io, ma non mi sarei spinto oltre. Non oggi.
«Forse non è il momento migliore» decisamente, non lo era.
«Perché no?» si era arresa, fortunatamente. Il mio autocontrollo vacillava
sempre di più.
«Prima di tutto perché fa davvero freddo» e la coprii con il sacco a pelo. Non
volevo che congelasse ancora.
«Sbagliato… primo, perché malgrado tu sia un vampiro hai una morale un po’
bizzarra» si, era vero. Ero all’antica, ma mi sembrava normale per un uomo del
mio tempo.
«D’accordo. Te lo concedo. Il freddo viene per secondo. E terzo… be’, è vero
che puzzi, amore» con la sua puzza, di certo non avrei perso la
mia virtù; avrei sempre avuto sempre il suo ricordo nella
mente.
«Quarto… ci proveremo, Bella. Manterrò la promessa. Ma gradirei che non fosse
per reazione a Jacob Black» questo era assodato: durante quel momento, lui non
doveva esistere.
«Quinto…»
«Che lista lunga» mi scappò una leggera risata.
«Sì, ma vuoi davvero restare ad ascoltare la battaglia?» e, a quel punto, Seth
ululò.
La battaglia stava per cominciare.