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Autore: Dark Magic    21/08/2010    7 recensioni
Undicesima one-shot. Sui pensieri di Edward, quando Bella bacia Jacob.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Eclipse
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti'
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Sii felice



«Vuoi che provi a vedere se riesco a riportarlo qui, per fartici parlare? Abbiamo ancora un po’ di tempo» Queste parole mi uscirono dalla bocca come un veleno che, lentamente, stava corrodendo tutto il mio essere.

Credevo che avrei spezzato questo triangolo amoroso una volta per tutte, facendo capire a Jacob che lei aveva già scelto l’uomo della sua vita.

E non era lui.

Tutto il mio piano mi si era rivoltato contro e, adesso, rischiavo seriamente di perderla.

Come avevo potuto essere così sciocco?

Avevo fatto lo stesso gioco di Jacob, non avevo giocato lealmente adesso. Tutto pur di tenerla con me. Come aveva fatto lui. Ma, ancora una volta, il suo dolore aveva colpito profondamente Bella e le mie certezze erano andate in frantumi.

Credevo di aver messo fine al loro legame che mi aveva distrutto in questi mesi. Ora, era il nostro legame ad essere in bilico. Come in una bilancia: in questo momento, era a favore del mio rivale.

Avevo rovinato tutto…

Ma avevo promesso che, se lei non mi avrebbe voluto più al suo fianco, l’avrei lasciata andare, vegliandola da lontano. L’avrei lasciata a lui. Il mio egoismo doveva finire qui, per la sua vera felicità.

Incapace di parlare, annuì con il capo. Perdonami, ma era l’unico modo per farti scegliere.

«Non allontanarti dalla tenda, torno presto» e corsi via. Lontano da lei. Non avrei retto di più.

Ora, la mia faccia trasmetteva tutta la disperazione che avevo taciuto; tutta la paura di perderla, era diventata reale.

Trovarlo non era mai risultato così facile come in questo momento. Il suo dolore rimbombava nella fitta vegetazione. Ero felice che finalmente lui soffriva, quasi quanto me. Perché il dolore che provavo, era ancor più grande del suo, e spettava a me spingerlo tra le braccia della mia Bella.

«Jacob?» la mia voce era atona. Troppo dolore per lasciare spazio alla gelosia o ad altri sentimenti.

«Non ti è bastato il gioco perverso di poco fa? Il dolore che provo non è abbastanza per te?» disse con risentimento. Ora era umano; se fosse rimasto lupo, gli altri avrebbero sentito e, in questo momento, la solitudine era la miglior medicina. Ed io lo sapevo bene.

«Mi dispiace, era giusto che sapessi. Ti avevo avvertito che non avrei combattuto in maniera leale, ma lei non è convinta fino in fondo di questa scelta. Ora l’ho capito. Vai da lei, mi farò da parte se sceglierà te. Sarà lei a scegliere definitivamente, ma questa situazione deve cessare. Stiamo soffrendo tutti e tre» questa frase rispecchiava il mio stato attuale. Una lotta per ottenere il suo cuore.

Forse avevo vinto, forse avevo perso. Sarebbe stata lei a decretare il risultato.

«Va bene, andiamo» così, con il cuore a brandelli, mi preparai a tornare da lei con il mio rivale, che nutriva una flebile speranza di riuscire a farle cambiare idea. Volevo avere anch’io quella flebile speranza ma non avevo più certezze. Appena ci avvicinammo al luogo della tenda, Seth ringhiò.

«Siamo noi, Seth» dice Jacob.

Quando uscii dalla vegetazione, il dolore ed il tormento erano sepolti nel fondo del mio cuore. La calma regnava sul mio volto. Una calma apparente…

Mentre avanzavo, Seth si avvicinò, mettendosi in contatto con Sam che era insieme ad Alice. I Volturi sarebbero arrivati dopo lo scontro, e noi dovevamo tornare.

Annuii a Seth, leggermente preoccupato. Anche se Alice non aveva visto scontri con loro, non significava che il futuro restasse tale.

«Si, è ciò che ci serve… immagino che non ci sia da sorprendersi. Ma la tempistica deve essere molto serrata. Per favore, dì a Sam se può chiedere ad Alice di precisare meglio la scaletta» lui chinò il capo e tornai a guardare Bella.

Avrei voluto che il tempo si fermasse in questo istante.

Non sapevo cosa sarebbe successo dopo, ma sarei stato sempre con te, anche se non potrò farlo da vicino.

«Bella… c’è una piccola complicazione… ho bisogno che Seth venga con me, per risolverla. Non mi allontanerò troppo, ma non resterò neanche in ascolto. So che non ti va di avere un pubblico, qualunque sia la tua decisione»

Non ce l’avevo fatta; il dolore era troppo e le ultime parole sono state una pugnalata. Dovevo andarmene, altrimenti rischiavo d’impazzire e non volevo che vedesse cosa mi stava facendo; stavo morendo di dolore.

«Torna in fretta» gli detti un bacio, consapevole che, forse, sarebbe stato l’ultimo e mi voltai, cominciando a correre con Seth al mio fianco.

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Vuoto, enorme vuoto.

Poi, ad un tratto, nella mente di Seth, si affacciarono delle immagini che furono capaci di frantumare ancor di più il mio cuore.

Jacob aveva fatto leva, di nuovo, su i suoi sensi di colpa per farsi baciare da lei.

Vigliacco! Ancora una volta, aveva giocato sporco.Ed io che credevo di essermi comportato male…

Lui non si meritava un essere puro come lei.Così ingenua da cascare nella sua trappola.Adesso poteva essere da sola perché lui era tornato lupo.

Cominciai a correre e, in poco tempo, arrivai nel luogo della tenda. La aprii e la vidi distesa a faccia in giù.Che stesse male?

«Stai bene?» la mia voce era ansiosa. Mi faceva male vederla soffrire.

«No. Voglio morire» mai! Non lo avrei mai permesso, a costo di rimetterci la vita io stesso.

«Non accadrà. Non lo permetterò»

«Potresti cambiare idea» no, ne ero sicuro. Qualunque cosa tu avessi fatto, sarei stato sempre con te.

«Dov’è Jacob?» come se non lo sapessi.

«È andato a combattere» già, si era sacrificato! Gli aveva fatto credere che sarebbe morto.

«Ah» quel “cane” era molto furbo e vigliacco.

Ancora una volta la scena del bacio mi riecheggiò nella mente grazie a Seth. Il mio potere, alle volte, era molesto ed inopportuno.

Era meglio metterla al corrente dell’inganno di Jacob.

Non gli permetterò di prenderla in giro così.

«E dire che pensavo di essere stato io a giocare sporco… a confronto, sono il santo patrono degli onesti» a conti fatti, era così. Lui aveva usato sempre l’inganno; io, solo per proteggerla. Sfiorai la sua guancia.

«Non ce l’ho con te, amore. Jacob è più scaltro di quanto pensassi. Certo, avrei preferito che non fossi tu a chiederglielo» forse mi sarei potuto sfogare, dato che non potevo combattere. Mi sarei sentito meglio.

«Edward… io… io… sono…» no, non era colpa tua. Solo mia.

«Sssh… non è ciò che intendevo. È soltanto che, in un modo o nell’altro, ti avrebbe baciata anche senza ingannarti, e per come è andata non ho una scusa valida per spaccargli la faccia. Peccato, penso che mi sarei proprio divertito» forse, anche troppo; era meglio non dirlo questo.

«Si, ci ho creduto» non ce la feci a trattenere una risata.

«Sei così incapace di mentire, che credi a chiunque ci sappia appena fare» tanta ingenuitàsolo in Bella è presente.

«Perché non ce l’hai con me? Perché non ti arrabbi? Forse non hai ancora sentito la storia completa?» invece pensavo di averla vista tutta, anche i particolari, grazie Jacob!

«Credo di averle dato un’occhiata piuttosto ampia… Jacob crea immagini mentali molto vivaci. Quando le vedo provo lo stesso fastidio del branco. Il povero Seth aveva la nausea. Ma adesso Sam sta aiutando Jacob a concentrarsi»

Ero io ad aver creato questo con la mia fuga, a settembre.

«Sei soltanto un essere umano» avevo visto come lo baciavi; io non potevo baciarti così.

«È la giustificazione più stupida che abbia mai sentito»

No, non era stupida. Eravamo razze diverse, tu ed io; tu e lui eravate uguali.

«Ma sei umana, Bella. E malgrado i miei desideri, lo è anche lui… nella tua vita ci sono buchi che non so riempire, me ne rendo conto» era inutile girarci attorno: invidiavo la sua umanità.

«Ma non è vero. Ecco perché mi sento così orribile. Non ci sono buchi» ti sbagliavi ed in più…

«Lo ami» dovevi ammetterlo davanti a me, adesso…

«Amo di più te» grazie, amore mio.

«Si, lo so. Ma… quando ti ho lasciata ho aperto una ferita. Jacob l’ha curata. È logico che ciò abbia lasciato un segno su entrambi. Non sono certo che i punti della cucitura svaniranno da soli. Non posso incolpare te né lui di qualcosa che io ho scatenato. Magari mi guadagnerò il perdono, ma ciò non potrà negarmi le conseguenze» il braccialetto di Jacob resterà sempre davanti ai miei occhi, per ricordarmi che lui aveva fatto parte della sua vita.

«Ecco, sapevo che in un modo o nell’altro avresti trovati il modo di sentirti in colpa. Per piacere, smettila. Sei insopportabile»

«Cosa vuoi che dica?» faceva parte del mio carattere incolparmi di tutto, lo sapevi.

«Voglio che mi rivolga ogni insulto che conosci, in tutte le lingue che parli. Voglio che mi dica che disgustato e che vuoi lasciarmi, che mi costringa a implorarti in ginocchio, disperata, di restare con me»

«Mi dispiace… non posso» ti amavo troppo per rinunciare a te spontaneamente.

«Perlomeno smettila di cercare di consolarmi. Fammi soffrire. Me lo merito»

«No» non potrei mai farti soffrire, perché farei del male anche a me stesso.

«Hai ragione. Insisti pure a essere troppo comprensivo. Probabilmente è peggio»

Ti sbagliavi, amore mio; non ero comprensivo. Ero così innamorato di te, da volere solo il meglio e credevo che lui lo fosse.

Poi la foresta tacque. La battaglia stava per cominciare.

«Sta arrivando»

«Si, manca ancora qualche minuto. Il tempo che basta per aggiungere una cosa sola…» io non ero come lui, e tu… dovevi saperlo.

«Io so essere cavalleresco, Bella. Non intendo costringerti a scegliere tra me e lui. Sii felice, e potrai avere di me quanto vuoi: una parte, o niente, se preferisci. Non lasciarti influenzare di debiti che senti di avere con me» non volevo che tu stessi con me perché costretta da obblighi inesistenti. Dovevi stare con me perché eri sicura di me e del tuo amore per me.

«Dannazione, smettila!» mi urlò.

«No, non capisci. Non sto cercando di confortarti, Bella, dico sul serio» dissi sorpreso dalla sua reazione. Non mi credeva.

«Lo so che dici sul serio… che ne è del tuo istinto battagliero? Non ricominciare con la storia del nobile sacrificio di se stessi! Combatti!»

Io non la capivo: cosa voleva che facessi?

«E come?» il mio sguardo doveva essere triste. Io non sapevo come comportarmi; volevo solo che fosse felice, con o senza di me.

Mi gettò le braccia al collo.

«Non m’importa se fa freddo. Non m’importa se puzzo di cane. Fammi dimenticare quanto sono disgustosa. Aiutami a dimenticarlo fammi dimenticare come mi chiamo. Reagisci!» neanche il tempo di parlare che premette le sue labbra calde sulle mie.

«Attenta, amore» il suo attacco mi stava mettendo in seria difficoltà.

«No» riuscii lo stesso ad allontanarla, anche contro la sua volontà. Non volevo farlo per dimenticarci di Jacob; volevo farlo perché ci amavamo, non per dimenticare i nostri problemi di coppia.

«Non hai niente da dimostrarmi» conoscevo il suo amore per me.

«Non sto cercando di dimostrare nulla. Hai detto che posso avere la parte di te che preferisco. Voglio questa. Le voglio tutte» gli permisi di baciarmi perché lo volevo anch’io, ma non mi sarei spinto oltre. Non oggi.

«Forse non è il momento migliore» decisamente, non lo era.

«Perché no?» si era arresa, fortunatamente. Il mio autocontrollo vacillava sempre di più.

«Prima di tutto perché fa davvero freddo» e la coprii con il sacco a pelo. Non volevo che congelasse ancora.

«Sbagliato… primo, perché malgrado tu sia un vampiro hai una morale un po’ bizzarra» si, era vero. Ero all’antica, ma mi sembrava normale per un uomo del mio tempo.

«D’accordo. Te lo concedo. Il freddo viene per secondo. E terzo… be’, è vero che puzzi, amore» con la sua puzza, di certo non avrei perso la mia virtù; avrei sempre avuto sempre il suo ricordo nella mente.

«Quarto… ci proveremo, Bella. Manterrò la promessa. Ma gradirei che non fosse per reazione a Jacob Black» questo era assodato: durante quel momento, lui non doveva esistere.

«Quinto…»

«Che lista lunga» mi scappò una leggera risata.

«Sì, ma vuoi davvero restare ad ascoltare la battaglia?» e, a quel punto, Seth ululò.

La battaglia stava per cominciare.

 

   
 
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