Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Fenandinha    21/08/2010    2 recensioni
Patty e Antonella amano Matias. Ma Matias è innamorato di un'altra persona... Patty fin da piccola, ha sempre pensato che avrebbe sposato Matias, il suo migliore amico, che conosce da tutta una vita. Ma con l'adolescenza le cose cambiano: scuola nuova, amici nuovi sembrano trasformare Matias in una persona che Patty non riconosce più. Perchè lui preferisce passare tutto il tempo con il suo nuovo amico Paulo? E perchè durante il gioco della bottiglia Matias sceglie di dare il suo primo bacio alla bella e sofisticata Antonella invece che a lei?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                               QUARTO CAPITOLO.




Laura ci ha accompagnato in Lark Drive, ribollendo letteralmente di eccitazione.
-Guarda, mamma, non è una cosa così importante. Ti comporti come se avessimo appuntameno con le figlie di Bob Geldof. E' solo una festicciola, rilassati!-
Matias aveva un'aria decisamente disinvolta, nei suoi blue jeans e maglietta bianca, assolutamente tranquillo e imperturbabile, ma muoveva continuamente la gamba su e giù, come gli sucedeva sempre quando era teso. Ho provato un'ondata d'affetto per lui, perchè veniva da Antonella per fare un piacere a me. Gli ho stretto la mano in segno di gratitudine. Avevamo tutti e due le mani sudaticce.
Perfino Laura sembrava nervosa, svoltando in Lark Drive. Era un viale ben illuminato da lampioni, tutti una perfetta riproduzione di quelli vittoriani. Le case erano arretrate rispetto alla strada e circondate da giardini. Alcune avevano l'aspetto di ville in mattoni rossi con tetti spioventi, torri e torrette.
-Perdindirindina!- ha detto Laura scherzosamente. -Questa sera festeggiate con l'aristocrazia-.
-Non può essere che Antonella viva qui!- ho esclamato.
Il cuore si è messo a battermi forte. Forse mi aveva fatto uno scherzo. Ma certo. Non aveva nessuna intenzione di invitarmi alla sua festa e di conoscere il mio ragazzo. Voleva semplicemente prendermi in giro, fingendo di abitare in una di quelle case di favola. In quel momento preciso probabilmente si stava rotolando dalle risate, immaginandomi mentre percorrevo il viale in lungo e in largo alla ricerca di un party inesistente.
-Mi sono sbagliata, Laura- ho detto, praticamente in lacrime. -Torniamo a casa-.
Matias mi si è fatto più vicino. -Ehi, va tutto bene. Non preoccuparti, ci sono io, qui con te-.
-No, adesso ho capito che Antonella mi ha voluto fare uno scherzo. Scommetto che non c'è nemmeno un nmero 94. Che cretina che sono- ho piagnuccolato.
-Qua in fondo alla strada le case non sono poi così pretenziose- ha osservato Laura, mentre passavamo accanto a una serie di case squadrate con colonne in finto stile Regency. -C'è un bel miscuglio di stili! Ecco il 90, il 92... oh, guardate! E' la casa bianca proprio in fondo!-
Non era in stile vittoriano, non era nuova, non imitava nessuno stile, era assolutamente diversa dalle altre case del viale, un'ampia casa bianca degli anni Venti con un tetto piatto e vetri a piombo alle finestre. Era leggermente illuminata, e risplendeva come una grande luna.
-Accidenti, vetrate Art Déco!- ha esclamato Matias.
-E' tutta Art Déco!- ha esclamato Laura. -E' davvero splendida. Sono sicura di averla vista in una di quelle riviste patinate di case d'epoca e arredamento. E' possibile che la tua Antonella viva qui?-
-Impossibile. Vi ho fatti venire tutti qui per niente. Mi dispiace-.
-Bussiamo alla porta e stiamo a vedere- ha proposto Matias.
-No!- ho detto recisamente. E poi: -Vabbè, ma scommetto che non l'hanno mai neanche sentita nominare-.
Io e Matias siamo scesi dall'auto, e anche Laura, che con le dita si è pettinata i voluminosi capelli dietro le orecchie. Ha cercato di grattarsi via una macchina di colore dai pantaloni, sospirando.
-Oh, bè, fate finta che io sia semplicemente l'autista, ragazzi-.
Abbiamo oltrepassato il cancello bianco e ci siamo inoltrati sul vialetto lastricato in pietra di York, alzando reverenti gli occhi sulla casa come se si trattasse di una cattedrale. Matias fissava le vetrate colorate, paralizzato davanti a quei fiori rosa, quelle farfalle azzurrine e quel sole sfolgorante coi suoi raggi.
Laura ha suonato timidamente il campanello. -Funziona? Avete sentito suonare?-
Siamo rimasti in attesa. Non è successo niente. Laura ha riprovato, premendo questa volta più forte. Il campanello ha squillato subito, facendoci sobbalzare. Poi la porta si è aperta, e sulla soglia c'era Antonella in persona.
-Salve- ha detto con naturalezza.
Il suo abbigliamento, invece, era molto studiato. Indossava una camicetta di pizzo nero a maniche lunghe, una gonna attillata e i suoi stivaletti a punta. Attorno al collo aveva un nastro di velluto nero, pesante trucco nero agli occhi e un rossetto rosso scuro sulle labbra.
-Salve- ho detto con voce non molto ferma. -Mmm, questo è Matias e lei è Laura, sua madre. Mmm, c'è sempre la festa?-
-Certo- ha risposto Antonella. -Venite tutti dentro, accomodatevi.
-Bè, io li ho solo accompagnati- ha detto Laura.
-E' sicura di non volersi fermare nemmeno per un drink?- ha chiesto Antonella.
-No, no grazie- ha detto Laura. -Quando posso venire a riprendere Patty e Matias?-
Antonella si è stretta nelle spalle. -Quando vuole-.
-Facciamo... verso le undici?- ha proposto incerta Laura.
-Bene- ha detto Antonella. -Anche più tardi-.
Abbiamo fatto un cenno di saluto a Laura e abbiamo seguito Antonella dentro casa. Per essere precisi, io ho seguito Antonella. Matias era rimasto ad osservare incantato le vetrate da vicino, seguendo con molta delicatezza il piombo che le legava e carezzando il lucido vetro.
-Matias!- ho sibilato.
Antonella si è fermata, la testa piegata da un lato, e ha fissato attentamente Matias. -Ti piacciono queste vetrate? Vieni a vedere quelle della serra-.
Abbiamo attraversato l'ingresso, e poi una cucina dal pavimento di ardesia con una credenza piena di porcellane assortite con un motivo a fiori d'arancio stilizzati, e siamo entrati in una serra piena di palme e di felci, con grandi orchidee rosse e rosa sparse ovunque. Tutt'intorno alla serra correva un fregio di vetro colorato, fantastici fiori e piante rosso cupo, giallo cromo e verde giada. Di vetro era anche la porta-finestra, in ogni riquadro un uccello: canarini, uccelli azzurri orientali, fringuelli, gazze, pappagalli.
Matias stava in punta di piedi, quasi stesse per trasformarsi in uccello anche lui e spiccare il volo. Avevo paura che avesse l'aria un pò troppo incantata. Non volevo che Antonella lo considerasse totalmente strambo. Invece era tutto ok, Antonella gli stava sorridendo.
-Belle, vero?-
-I fiori sono anni Venti originali- ha osservato Matias. -Ma gli uccelli?-
-Sono nuovi, in stile. Anche i riquadri della porta-finestra avevano motivi floreali, ma c'è stato un piccolo incidente. Gli sono finita addosso. Guidavo il mio go-kart e, sai com'è, non avevo ben capito come fare a sterzare. E così, mentre sprizzavo sangue da tutte le parti come una fontana rossa, mia madre se ne stava lì a disperarsi: 'Oddio, le mie povere vetrate!'
-Non aveva tutti i torti- ha detto Matias. -E' molto più facile riparare te che una bella vetrata originale-.
Antonella è scoppiata a ridere. -Già, E così mentre mia madre si apprestava a rimpiazzare con grande spesa i vetri della porta e io a ripagarlo con le mie paghette per il resto della vita, proprio allora ha visto questi uccelli moderni nell'atelier di questo tizio e se ne è innamorata. Doveva averli a tutti i costi: a costo di spendere ancora di più-.
-Che ordine di cifra?- ha domandato Matias. Sapevo che stava pensando al Capanno di Vetro.
-Migliaia di sterline- ha risposto Antonella.
-Oh!- ha fatto Matias.
-Quando prenderemo i diritti d'autore per fare un film tratto da libro- ho detto a bassa voce a Matias.
-Libro?- ha domandato Antonella.
-Sì. Bè, stiamo scrivendo insieme un libro- ho risposto.
Ho guardato subito Matias per vedere se era arrabbiato con me. Ul libro non era propriamente un segreto, ma nemmeno il tipo di roba che saremmo andati a sbandierare ad altre persone.
-Di cosa parla?- ha voluto sapere Antonella, incuriosita.
-E' un fantasy- ho detto restando nel vago.
-Posso leggerlo?
-Bè...-
-Assolutamente no- si è afferrato a rispondere Matias.
-Perchè, avete paura che sia roba da bambini piccoli e stupidi? Draghi e principesse e anelli magici?-
-Proprio il contrario- ha risposto Matias. -Il soggetto è così originale che non vogliamo che nessuno lo legga e ci rubi l'idea-.
Antonella ha sospirato. Ero molto colpita da come Matias le teneva testa. Antonella mi faceva sentire incredibilmente timida, mentre Matias non sembrava affatto in soggezione.
-Allora, dov'è questa festa?- ha domandato. Si è guardato in torno. -Ci siamo solo noi?-
-Aspetta e vedrai- ha detto Antonella. -Venite-.
Ci ha fatto segno col dito dall'unghia laccata di nero lucido. L'abbiamo seguita riattraversando la cucina fino all'ingresso. C'era della musica che veniva da una delle stanza illuminate sulla facciata, e io mi sono diretta da quella parte.
-No, no- ha detto Antonella. -Quello è il territorio dei miei. Noi siamo giù-. Ha  aperto un'altra porta dove c'erano dei gradini che scendevano.
-Fai la festa in cantina?- ha domandato Matias.
-Vedrai com'è divertente- ha risposto lei. -Faremo a turno ad acchiappari al buio. Anche i miei topi si divertono a questo gioco-.
Ha battuto le palpebre. Probabilmente scherzava, ma con Antonella non si poteva mai sapere.
Non si trattava affatto di una cantina, grazie al cielo. L'ambiente era stato trasformato in un piacevole rifugio, con un grande televisore, due divani e parecchi cuscini enormi, e libri che debordavano degli scaffali e affollavano ogni angolo del tappeto.
-Ecco il nostro gruppetto- ha detto Antonella. -Piccolo, ma ultraselezionato-.
C'erano tre persone sedute in fila ordinata su uno dei divani. Non frequentavano la nostra scuola. La ragazza era molto magra e diafana. I capelli lunghissimi che le scendevano fino in vita erano di un nero scurissimo, del colore del petrolio, e la sua carnagione era chiara. Alla sua sinistra stava un ragazzo di bell'aspetto, con capelli simili a quelli di Matias ma molto più chiari, anche lui portava un mezzo ciuffo. E aveva splendidi occhi castano-verdi e lunghe ciglia. Il ragazzo alla sua destra era simile a quello precedente, per i capelli. Ma più alto e con occhi catano chiaro. E aveva labbra molto carnose.
Sembrava quasi che Antonella si fosse scelta gli amici come degli ornamenti, perchè apparissero il più possibile decorativi.
-Luciana, Bruno e Guido- ha detto Antonella indicandoli. -Questi sono Patty e Matias-
Sono stata felicissima di non essere chiamata Scricciolo.
-Che cosa volete da bere?- ha chiesto Antonella, avvicinandosi a un frigo in un angolo.
Ho lanciato un rapida occhiata ai tre ragazzi seduti e mi sono sentita immensamente sollevata. Luciana aveva una bottigli d'acqua minerale gassata, e Bruno e Guido della Cola-Cola.
-Coca-Cola, grazie- ha detto Matias.
-Anch'io-.
Bruno stava guardando Matias da capo a piedi. -Frequenti il Kingsmere, vero?- gli ha chiesto. -Io sono al decimo anno-.
-Oh, bene. Interessante- ha detto Matias. Sembrava innervosito.
-Sei amico di quel ragazzo che gioca a calcio, Paulo Cannone?- ha domandato Bruno.
-Bè, sì. Più o meno- ha risposto Matias.
L'ho guardato con tanto d'occhi. Non mi aveva mai parlato di nessuno del Kingsmere, tanto meno di un calciatore. Matias odiava gli sport. (N.D. Autrice: Si lo so ù.ù ho rivoltato tutto o.O Matias ama il calcio, ma nella mia storia no xD)
-Chi è questo Paulo?- gli ho domandato.
Matias mi ha ignorato. Stava guardando Guido. -Anche tu vieni al Kingsmere?-
-No, io e Luciana andiamo al Southfield- ha detto. -La vecchia scuola di Antonella. Prima che la sbattessero fuori-.
-Sei stata espulsa, Antonella? Che cosa hai fatto?-
-E' stato piuttosto per quello che non ho fatto, tipo frequentare regolarmente, fare i compiti, indossare l'uniforme della scuola, e tutte quelle cose pallose- ha detto Antonella porgendoci le nostr bevande.
Matias si è seduto dul divano vuoto. Antonella gli si è seduta accanto. Io mi sono accoccolata con prudenza su uno dei grossi cuscini, ben felice di aver deciso di non mettermi la minigonna.
-Non definirei una cosa pallosa mettersi a correre nuda intorno alla palestra- è intervenuta Luciana.
-Peccati che non c'ero!- ha sospirao Guido.
Antonella ha preso una patatina fritta da una terrina e gliel'ha tirata. -Era solo una stupida scommessa- ha detto. -Tutto qui. Non riesco a capire perchè ha fatto tanto scalpore-.
-Giochiamo alle scommesse, dai!- ha proposto Guido.
-No, troppo noioso- ha detto Antonella. -E infanile. Guardiamoci un film, piuttosto-.
L'idea mi è piaciuta. Era molto meno stressante che cercare di pensare a qualcosa da dire. Mi chiedevo che tipo di film avrebbe scelto Antonella. Avevo paura che potesse essere un film con espliciti contenuti sessuali. E' stato un sollievo quando è risultato essere un film horror su un gruppo di adolescenti a una festa. Ragazzi come noi, che ciondolano, mangiano e bevono e si fanno scherzi. Sono convinti che i loro genitori siano di sopra, ma quando la protagonista sale per chiedere al padre dell'altra birra non riesce a trovarlo. E neanche sua madre. Poi sente un respiro affannoso proprio dietro le spalle, e allora torna di corsa in camera sua e sbatte la porta e si ritrova chiusa nella stanza con i suoi amici, mentre fuori la Cosa batte contro la porta cercando di entrare.
Se l'avessi visto da sola o anche accoccolata accanto a Matias, mi sarei spaventata, ma vederlo con Antonella era diverso. Teneva in grembo il telecomando e ogni tanto riavvolgeva il nastro nei momenti più significativi, di modo che potavamo recitare tutti insieme la parte dei vari attori, e qualche volta invece aumentava la velocità e noi dovevamo affannarci come matti a stargli dietro, e poi dovevamo fare noi gli effetti sonori all'unisono. Era particolarmente divertente riprodurre il sospiro affannoso.
-I tuoi genitori si staranno chiedendo cosa diavolo stiamo facendo, Antonella- ha detto Bruno.
-Oh, i miei genitori sono troppo occupati a farsi delle canne con i loro amichetti, su di sopra- ha risposto lei.
Non riuscivo a capire se Antonella stava scherzando oppire no. Ha fatto finta di spaventarsi quando la Cosa è passata attraverso la porta, e si è appoggiata a Matias. Aveva spento la luce, ma lo schermo mandava un lieve bagliore. Ho potuto vedere che stringeva il gomito di Matias. Appoggiava la spalla alla sua ascella, come se sperasse che lui la circondasse col braccio.



Spazio Ringraziamenti:

_Lety_ :
Ehi *--* Non ti preoccupare (: bella l'Inghilterra?? x) Cmq...Si sono molto dolciuosi xD Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento ù.ù Un Bacioooo <3

Faith95:
Tesoroooo (: grazie che recensisci sempre^^ Te ne sono grata. E grazie per quello che pensi, cioè che scrivo bene etc xD Grazie grazie, Sis. Ti voglio bene!! Alla prossima.

Inoltre, volevo ringraziare 83ginny  per avere messo la FF nelle seguite *-* Grazie Milleeee! Un Bacio. :* <3

  
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