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Autore: Nori_96    21/08/2010    3 recensioni
- Vash non piangere... Io sarò i tuoi occhi, la tua vista, io ti mostrerò i colori del mare, del cielo, dell'erba verde in primavera, del caldo fuoco che riscalda. Io da oggi sono i tuoi occhi fratello - Forse Dio aveva avuto pietà di lui, forse Dio gli aveva donato davvero quell'angelo che lo avrebbe purificato.
Genere: Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liechtenstein, Svizzera/Vash Zwingli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono i tuoi occhi La verde uniforme una volta pulita e senza macchia, in quel momento era piena di sangue, il sangue delle tante vite spezzate, stroncate da quel ragazzo dai capelli biondi che lottava per vincere.
- Ora sono inutile, un perdente, non servo a nulla... - queste furono le sue parole poco prima di svenire, cadendo a terra stremato, le mani sugli occhi che sanguinavano.

 Quando il giovane svizzero si svegliò, la battaglia era finita ed era in un ospedale, ne era certo. C'era odore di pulito nell'aria, e quell'inconfondibile "presenza" di innocenza che solo un posto dove si fa di tutto per salvare una vita può dare. Il contrario di ciò che aveva fatto sino ad ora lo svizzero in guerra.
Per cosa aveva lottato tutto quel tempo? Voleva solo vincere ed imporre la sua potenza sugli altri?
Le bende sugli occhi non gli permettevano di vedere nulla all'infuori del nero, il colore dell'oscurità, dell'oblio, il colore che aveva sempre abbinato alla morte.
Alla sconfitta.
La rabbia era tanta e incontenibile. Avrebbe voluto ingannare se stesso, ma non ci sarebbe riuscito.
Avrebbe potuto far finta di non vedere per colpa delle bende ma sapeva benissimo che se anche le avesse tolte, la situazione non sarebbe cambiata.
Era cieco.
A nessuno serve un cieco. Era diventato un peso.
Era meglio morire.
Pensò al significato della vita. O almeno ci provò.
Chi gli aveva dato il diritto di togliere la vita a tutte quelle persone?
Forse per la prima volta nella sua vita voleva piangere per i suoi peccati, sperare che qualcuno, un'anima candida e senza macchie, potesse pregare per lui.
Ma chi avrebbe pianto, chi avrebbe mai pregato per un assassino? Una persona che senza rimorsi continuava a uccidere senza mai stancarsi di quella sensazione di potere.
Tutto il coraggio che aveva dimostrato in quegli anni era svanito. Ora non aveva nemmeno il fegato di sciogliere quelle bende, cosa sarebbe successo se avesse aperto gli occhi?
- Fratello... - fece una voce dolce, vicina.
Forse la cosa che gli fece più male in quel momento fu l'immensa paura di non ricordarsi il volto della sorella. Non aveva che immagini ferme e vuote nella sua mente. Forse perché aveva dedicato la sua vita a una stupida e perenne battaglia.
Che ricordi gli erano rimasti di Liechtenstein?
Lei che sempre gli era rimasta vicina, senza abbandonarlo mai. E lui? Lui invece l'aveva sempre abbandonata in quegli anni. Abbandonata per combattere.
- Fratello... - ripeté lei.
Vash esitò. Non sapeva che dirle.
Se avesse pianto sarebbe uscito ancora sangue dai suoi occhi?
- Liechtenstein... -
Lei avvertì le sensazioni del ragazzo.
Gli appoggiò l'indice sulle labbra per zittirlo dolcemente.
- Vash non piangere... Io sarò i tuoi occhi, la tua vista, io ti mostrerò i colori del mare, del cielo, dell'erba verde in primavera, del caldo fuoco che riscalda. Io da oggi sono i tuoi occhi fratello -
Forse Dio aveva avuto pietà di lui, forse Dio gli aveva donato davvero quell'angelo che lo avrebbe purificato.
  
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