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Autore: Per_Aspera_Ad_Astra    22/08/2010    3 recensioni
Sentivo le labbra bruciarmi, mi sentivo un quindicenne..mi tremava la mano destra con cui tenevo il bicchiere, sentivo il tintinnio del ghiaccio sbattere sul vetro freddo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STUPENDA FINZIONE

Ecco un'altra FF su Jared Leto e Colin Farrel...Buon divertimento.

P.S: Grazie a tutti quelli che hanno commentato la mia precedente FF..."se vedrete una parte in grassetto si parla del passato"

 

Troppo tempo sono qui su questo stupido paese. Fa troppo caldo, non riesco più a muovermi che grondo di sudore, alla faccia che dicono che l’Africa è un posto stupendo, tutti ti guardano male perché sei bianco e americano. Che palle pazzesche.

Sono già tre volte che mi rigiro nel letto e non riesco a trovare la posizione.

Che rottura!

E se mi metto cosi fa caldo, se mi metto cosi mi arriva l’aria condizionata in faccia…in quest’altro modo casco dal letto. Non c’è la faccio più sul serio…e pensare che le riprese sono cominciate da poco, voglio morire…

Mi alzo dal letto per andare giù al bar dell’albergo per prendermi qualcosa di fresco, almeno mi sarebbe venuto sonno dopo che avrei bevuto qualcosa, o almeno ci speravo.

Aprì la porta e quello che mi si presentava era il buio pesto del corridoio di quell’ “albergo a cinque stelle”, sarei inciampato a qualsiasi gradino mi sarei trovato davanti..e non c’era nessuna cameriera,

Fottuta Africa! Fottuti alberghi pseudo - cinque stelle!

Ok, ok…adesso sarei razzista, e uno come me non può essere razzista.

Che palle essere uno come me! Che palle essere Jared Leto, che palle essere quel fottuto Efestione!

Sapevo che non avrei dovuto accettare quella parte, ma che ci posso fare dopo aver visto il nome di Stone sul copione..mi sono innamorato subito del personaggio che dovevo fare. E non solo per Stone… Fottuti pensieri!

Presi il Nokia dalla tasca della mia tuta nera, e cercai di fare luce con il display…sembravo di essere in un film d’orrore, con la lucetta blu del cellulare che si muoveva nel buio, anche se avevo un po’ di paura, ma non sarei morto per le scale.

Oh luce!

Avrei gridato come un credente che vede per la prima volta il Signore, ma non potevo farlo ci stava troppo personale, e non solo. La Hall era praticamente un super- bar, cosi lussuoso che potevi mangiare anche per terra. Era completamente dipinto di rosso il muro circostante a me, il pavimento era di parquet chiaro che scricchiolava per la cera ad ogni passo; davanti a me c’era il mega bancone di legno scuro con una mega biondina che serviva a un tedesco ubriaco fradicio che ci provava con lei. Ovvio se sei bella sei bella, o ti fai suora o non servi in un bar con le tette al vento!

Ok, Jared solo io posso fare questi pensieri..tu continua ad essere il caro e dolce Efestione!  Bene adesso ho anche le vocine in testa…sono davvero andato!

Mi avvicino al bancone e mi siedo a uno sgabello il più lontano dal quel tedesco, non voglio che ci provi con me solo perché ho i capelli lunghi e gli occhi azzurri, sono pure un uomo io!

- Cosa posso servirti?-

Un bel sonnifero, con dei bei cuscini e un gran bel letto!

- Qualcosa di forte, molto forte-

-Le Gocce Imperiali?-

Annuì piano con la testa, mi faceva un male cane, non sopportavo più davvero quell’aria troppo calda, troppo afosa…e volevo solo tornare a casa da mio fratello e tagliarmi questi capelli. Presi un elastico che mi legava il polso, e attorcigliai i miei capelli in una lunga coda, almeno li avrei tolti per un po’ dalla nuca.

-Tenga, questo è il suo alcolico, le ho aggiunto il limone-

-Grazie-

Presi quei due dollari dalla tasca, tutto quello che ordini dopo le due di notte si pagava, poco ma si pagava.

-Due dollari vero?-

- No, grazie signore…quell’uomo ha pagato per lei-

Girai il mio sguardo verso il dito della donna che aveva indicato quell’uomo..ed eccolo li, lo sapevo. Feci un cenno di ringraziamento, e cominciai a guastarmi quel sapore aspro del limone e forte dell’alcol puro

 

-Non sapevo tenessi cosi tanto l’alcol Leto –

La sua voce mi fece venire i brividi dietro la schiena, vidi i suoi occhi puntati su quei due bicchieri di Gocce Imperiali completamente vuoti, solo il ghiaccio ormai si era sciolto, formano una folta patina gialla, per colpa del limone.

- I grandi segreti della vita…- risposi più freddamente che potevo per non arrossirgli in faccia. I suoi grandi occhi neri mi riuscivano a scavare cosi profondamente che sentivo stranamente freddo.

-Posso sedermi accanto a te? Almeno potremmo gustarci questo alcolico insieme, le cose insieme sono più buone o mi sbaglio?-

-Non devi chiedermi a me se ti puoi sedere su uno sgabello vuoto…non sono mica io il proprietario-

-Si, lo so..ma sei il mio Efestione – L’ultima parola la sussurrò nel mio orecchio sinistro mentre si sedeva  -Altri due per favore, ah, faccia tutto un conto unico-

Sentivo le labbra bruciarmi, mi sentivo un quindicenne..mi tremava la mano destra con cui tenevo il bicchiere, sentivo il tintinnio del ghiaccio sbattere sul vetro freddo.

-Grazie, ma adesso ho davvero molto sonno…penso di andare a dormire-

Mi alzai dallo sgabello cercando di guardandolo il meno possibile in faccia, ma era troppo difficile per me…riusciva a catturare il mio sguardo come e quando voleva. Lo odiavo per questo, e io non volevo farci nulla con lui. DAVVERO NULLA.

Mentre salivo le scale, scure ancora per la tarda ora, sentì un grosso peso sul braccio cosi forte che mi fece tentennare per salire l’ultimo scalino della rampa, dovetti appoggiarmi al muro, ricoperto di carta da parate a righe bianche e rosse.

-Ma che diavolo…-

-Scusami Leto, ma volevo ancora stare con te..volevo parlare…-

Lo vidi in viso, non aveva davvero la faccia di una persona che si approfitta…mi faceva tenerezza ad essere sinceri. Come potevo dire di no a una persona, anche se non volevo ammetterlo, che mi piaceva da morire? E’ vero..ero un uomo e mi piaceva un altro uomo..a volte mi facevo schifo da solo, ma non potevo farci nulla. Non potevo tenere segreto per sempre che mi era sempre piaciuto, sin da quando avevamo fatto “Phone Booth”, ci vedevamo pochissimo in quei tempi…ma eravamo amici. Forse anche di più. Dopo quello che era successo decidemmo di non parlarci e ne sentirci più, sia io che lui avevamo una donna vicino.

-Va bene…la porta della mia camera è proprio vicino a questa-

Aprì la porta con la scheda magnetica, fortunatamente l’aria nella stanza aveva cominciato a girare…era molto più fresca di prima. Accesi la luce sul comodino e chiusi la finestra.

- Se vuoi lavarti il viso, puoi andare in  bagno- gli dissi mentre mi toglievo le scarpe nere della Nike e le mettevo all’angolo.

- Grazie…è questa porta giusto?- disse indicandomi la porta di fianco al televisore

- Si, non tengo mica corpi sgozzati..per adesso non ho uno stanzino a disposizione- cercai di svagare il discorso il più lontano possibile da quella inutile e brutale giornata.

Si diresse verso il bagno chiudendo la porta a chiave, in quella frazione di secondo in cui sentì il cigolio della porta chiudersi, la chiusura della porta, la maniglia che si alzava, la chiave che girava facendo quel rumore sordo…avrei voluto scattare e correre verso di lui e abbracciarlo forte, cosi forte da non ricordare nulla e da diventare pazzo…ma non l’ho fatto.

Non mi sono mosso.

Sono rimasto seduto sul letto a pensare, a pensare di quanto fossi diventato fragile in quel tempo, a quanto non fossi più li stesso Jared di un tempo quello forte, quello che pensava che la persona amata fosse il tutto e dietro loro il nulla, quello che non si faceva scalfire dai pregiudizi, quello che non gliene importava nulla ad avere due donne o due amanti. Ora lo faccio solo per non restare indietro, per non far si che la mandria scappi senza di me; cosi recito anche con me stesso, con la mia stessa vita..non sono sincero con nessuno…neanche con me, Quante volte ho cercato di non piangere mentendomi, facendo si che la mia vocina nella testa smettesse di chiamarmi bugiardo, ma non c’è la facevo; era più forte di me. E poi fingevo di nuovo, ricreando la stessa situazione di prima, poi ricadevo di nuovo e fingevo ancora e ancora…fino a quando smisi persino di piangere…ormai avevo capito che non mi potevo fidare di nessuno.

 -Ho finito, grazie-la sua voce mi fece sobbalzare, mi aveva fatto dimenticare tutto ciò che avevo pensato ora.

-Ehm, si ok-

-Qualcosa ti turba, Leto?- disse mentre si sedette sul letto accanto a me

-Cosa?-

-Ho detto se qualcosa ti da fastidio, se non ti piace qualcosa..-

Girai il capo per guardarlo intensamente negli occhi, avevo cominciato ad avere sonno..e qualcosa doveva svegliarmi…non lui. Di certo.

Mi alzai dal letto, e lo feci. Feci quello che non facevo dall’età di vent’anni; avevo smesso di fumare tantissimo tempo fa, fumavo di tutto…ma l’erba era quella che preferivo. Avevo aspirato una sola volta nella mia vita e quando lo avevo fatto era andato in ospedale; l’erba era l’unica cosa che mi faceva dimenticare. Mi pentivo di ciò che stavo per fare, ma sapevo che non l’avrei più rifatto. Arrotolai la cartuccia che avevo nel cassetto con l’erba che mi aveva dato un po’ di tempo fa un vecchio amico; avevo fatto bene a portarla, sapevo che mi sarebbe servito stando con lui. Arrotolai il tutto e presi l’accendino nella tasca della tuta, non so perché lo tenevo li visto che non fumavo…

Presi un grande respiro e tutto andò nel verso giusto, l’aria mi aveva inondato i polmoni, la mia gola bruciava al fresco profumo dell’erba.

- Che diamine stai facendo Jared?- Si alzò gridando il mio nome, si avvicinò a me e mi strinse forte i polsi, stringendomeli cosi forte da farmi uscire un gemito di dolore.

-Perché hai acceso questa roba?-

Distolsi il suo sguardo dal mio, guardandomi i piedi

- Devi rispondermi Jared, fallo!- Non mi chiamava Jared da tantissimo tempo…lo faceva solo in alcune occasioni. E io sapevo quali erano quei momenti.

- Cazzo rispondimi! Perché mi fai di nuovo questo è Jared? Non ti è bastata quella lurida giornata?-

Ecco, lo sapevo, era riuscito di nuovo a farmi pensare a quelle cose orrende che il mio corpo ogni giorno cercava di dimenticarsene, e si, proprio io mio corpo..perché la mente non se ne sarebbe mai liberata.

- Lasciami in pace- sussurrai le poche parole che riuscivo a dire, mentre la testa mi rimbombava di inutili frasi. Lasciò la presa, e si diresse verso la porta e si girò a guardarmi. Ed io ero come un poveraccio, seduto per terra a non pensare quello che stavo per fare.

- Leto, ci vedremo domani per le riprese, scusa se ti ho disturbato.- Mentre mi disse quelle parole non mi guardò minimamente in faccia.

Non si fanno scappare le persone che si sono amate per tutta la vita, non si fanno scappare le persone che ti amano con tutti loro stessi…gridalo al mondo che tu lo ami.

-CAZZO! NON USCIRE DA QUESTA STANZA TI PREGO!- Mi uscirono dalla gola cosi interamente quelle parole che avevo pronunciato. Mi sentivo libero dopo quello che avevo detto, e tutto quel fumo che ora avevo in gola aveva un odore nauseante.

Venne velocissimo verso di me e mi prese il viso tra le mani e mi guardo in faccia…cosi intensamente che potevo vedere ogni movimento della sula pupilla.

-Allora, spiegami il perché mi fai questo..spiegami il perché quella volto è successo quello..ti prego…spiegamelo perché io ancora non ci sono arrivato-

***

Tutto nero ormai vedevo da giorni, tutto mi faceva schifo anche la mia stessa vita..anche se molti potevano dire che tutti la invidiavano: una bella donna accanto una carriera cinematografica e artistica da far paura..soldi e casa..tutto. Ma io dov’ero? Dov’ero finito? Non lo sapevo più…avevo scombussolato la mia vita da una brutta conoscenza su un film. Era Farrel. Un uomo ricco, bello e dannatamente potente. Mi ero ritrovato nella sua stanza d’albergo due giorni fa con le gambe aperte come una puttana e lui sopra di me che ansimava come se lo avessero sgozzato. Trovai delle pillole di Ecstasy vicino al comodino, capii cosa avevo fatto e mi ero alzato con tutta la furia che avevo in me..noi due eravamo amici, e sapeva cosa provavo per lui.

- Che…diavolo..fai..?- mi aveva detto con la bocca impastata dal sonno e da tutte quelle bombe che si era fatto quella notte.

- Che faccio dici? Che faccio?- Dicevo questo con tutto la rabbia che avevo in corpo perché nessuno poteva trattarmi come voleva, anche io avevo una dignità. Accessi anche quella volta l’erba che aveva lasciato sul comodino, lui odiava vedermi fumare qualsiasi genere di cose..odiava vedermi ubriaco o altro.

- Smettila di fumarti queste cose, non sei come me..non ti rovinare la vita cosi-  mi disse alzandosi dal letto rimettendosi a posto, per non farsi vedere da me in quello stato

- Mi dici che non mi rovino la vita cosi? In questo modo? Tu lurido, mi hai rovinato la vita sbattendomi come una bambola… pensi che io non mi ricordi nulla di quello che mi hai fatto ieri? Mi hai violentato..tu che pensavo che eri un amico…-

- Jared ti prego non fare cosi, lo sai che io non farei mai una cosa simile, è successo..punto, non penso che sia stato fatto tutto di mia volontà; o anche se sia mi spiace tanto se è successo. Jared io non mi ricordo nulla davvero.-

- Colin, ascoltami bene, abbiamo tutti e due donne vicino e tu sai che io amo più della mia stessa vita la Diaz, adesso l’ho tradita con te..che sei un uomo, che eri un mio amico…io non sono come te. IO NON MI SBATTO GLI UOMINI COME TE!-

 

- Mi spiace Colin, mi spiace di averti detto quelle cose, sono io la persona più amara che sia mai esistita, ho torto io in tutta questa storia, e non volevo dirle davvero quelle parole che ho detto quella stupida giornata- Sputai il mio amore verso di lui… non so se davvero quello che provavo era vero, ma volevo lo volevo vivere..volevo vivere quella stupenda finzione.

Invece di rispondermi avvicinò le mie labbra alle mie e risentì di nuovo, dopo tantissimo tempo, quel suo sapore cosi speciale, quel suo odore che mi entrava nelle narici e che restava li fino a quando non lo rivedevo. Sentivo il suo corpo caldo vicino al mio, sentivo quel cuore che scalpitava nel mio petto. Lo abbracciai con tutta la forza che avevo.

-Anche se dopo questo film non ci vedremo più, ti voglio godere come Efestione fece con Alessandro prima di morire.- Soffiai le parole sulla sua spalle come se fosse l’ultima cosa che dicevo.

-Allora godiamoci prima di morire insieme..come Alessandro ed Efestione -

  
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