I vostri commenti mi hanno emozionata
tantissimo, in particolare quelli di coloro che si sono rivisti in questo
Edward così diverso dal solito. Grazie per tutti i commenti, anche per quelli
privati.
Ho deciso di allungare la
flash fic e di farne una mini ff di pochi capitoli. Come
ringraziamento per voi, e come desiderio mio personale.
Grazie a lele-cullen, che mi ha dato la sua
benedizione.
Grazie anche a chi ha segnalato questa
storia per l’inserimento fra le scelte.
Buona lettura.
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Capitolo 2
Edward
Il mattino dopo mi
sveglio prima di tutti. Apro gli occhi e sorrido.
Faccio la doccia e
scelgo con cura ciò che indosserò a scuola. Il mio armadio è pieno di baggy jeans e di felpe extralarge.
Non sono in condizione di andare in giro con delle t-shirt o con delle camicie.
Sarebbero aderenti, e si vedrebbe tutto.
Cerco sempre di
coprire il grasso, di mimetizzarlo sotto capi enormi, in cui a volte io stesso
mi perdo. Nella maggior parte dei casi evito anche di guardarmi allo specchio,
per evitare di vedere la ciccia e le smagliature sull’addome.
“Ehi, Edward… sei… Wow,
ti sei tirato a lucido!”
“Lasciami perdere,” dico a Jasper fermo sulla porta.
Ieri Bella mi ha
chiesto di essere suo amico, e so che è da stupidi essere felici per una cosa
simile, ma io sono stupido quindi sono felice.
Ho cercato di rimanere
calmo durante l’ora di biologia, l’ho salutata all’uscita e le ho detto “Ci vediamo domani”. Lei ha sorriso ed il mio cuore ha pompato
più sangue. Per un attimo mi sono sentito come tutti gli altri. Per un attimo
mi sono sentito normale.
Non diventerà mai
la mia ragazza, però possiamo essere amici.
Piove fitto. Il
parcheggio della scuola è pieno di gente sotto gli ombrelli. Io non uso mai il
mio. Il giubbotto che indosso ha un cappuccio piuttosto grande.
Di solito non mi
fermo mai qui prima del suono della campanella: non ho molti amici con cui chiacchierare,
e non mi va di essere un peso per Jasper o Emmett.
“Pranzerai di nuovo
con lei?”
“Non lo so,” rispondo a Jasper guardandomi attorno per cercare di
vederla.
“In bocca al lupo.”
“Crepi.”
Bella è appoggiata
al pick up con Angela. Mi vede non appena scendo dall’auto e il suo sorriso fa
ritornare il sole, almeno per me.
“Edward.”
“Ciao, Bella.” Mi
piace il suo nome. Le dona.
“Vieni sotto il mio
ombrello o ti bagnerai tutto.”
Il cuore batte
forte quando iniziamo a camminare vicini. Avverto il suo calore.
Mi sento felice…
fino a quando mi accorgo che per riparare me, il ciccione, Bella si becca tutta
la pioggia addosso.
“Ho dimenticato una
cosa in macchina… continua pure,” le dico con gli
occhi bassi ed il cuore spento.
“Ti aspetto,” dice.
“No,” insisto. “Non ce n’è bisogno. A dopo.”
Non possiamo
neppure camminare sotto lo stesso ombrello. Come potremo essere amici?
“Ehi, ti ho visto
con la nuova arrivata,” dice Emmett all’uscita della
lezione di fotografia.
“Sì,” dico scrollando le spalle.
Non faccio che
pensare all’episodio di questa mattina. Mi dispiace averla lasciata da sola, ma cos’avrei potuto fare? Dirle che sono così grasso
che non posso camminare sotto lo stesso ombrello con lei?
“E’ carina,” dice colpendomi con un gomito. “Pensi di dichiararti?”
“Come?”
“Oh,
andiamo. Solo un imbecille
non si accorgerebbe di quanto ti piace. Non le stacchi gli occhi da dosso dal
giorno in cui è arrivata qui. Allora,
pensi di dichiararti?” chiede con un’altra gomitata scherzosa.
Ci fermiamo agli
armadietti per prendere i libri per la lezione successiva.
“No, non lo farò.”
“Perché? Ha già un
ragazzo?”
“Non lo so, ma la
cosa non mi stupirebbe.”
Emmett chiude il
suo armadietto e mi guarda. “Provaci. Non hai da perdere nulla, no?”
Per lui è tutto
facile, come per Jasper. Fa parte della squadra di football, e le ragazze fanno
la fila per uscire con lui. Emmett è simpatico, allegro, sicuro di sé. Tutto il
contrario di me.
“Per adesso siamo
amici…”
“E a te basta?”
No. Vorrei darle un
bacio, tenerle la mano.
“Me lo farò
bastare.”
Riley fa la fila
per il cibo. Andrà a sedere con lei? Perché ieri non l’ha fatto? E perché Bella
ha detto che lui le dà noia?
Vorrei essere
abbastanza coraggioso per andarle accanto. Ma se fosse
arrabbiata dopo l’episodio di stamattina? E se volesse pranzare con Angela o
proprio con Riley?
“Cullen,
ti si sono incollati i piedi a terra? Muoviti.”
Felix, un ragazzo
della mia età che somiglia ad un muro di pietra e con il quale è meglio non
scherzare, mi dà una spallata e mi costringe ad avanzare.
“Scusa,” dico prendendo un piatto di patate. “Non ti avevo visto.”
“Lo immagino bene,” dice al suo amico Dimitri. “All’ora di pranzo gli occhi
di Cullen sono tutti per il cibo.”
“Solo all’ora di
pranzo?” risponde l’altro.
Ridono dandosi
pacche sulle spalle, e non sono i soli.
E’ normale ridere
del ciccione. E’ divertente ridere del ciccione coi capelli rossi.
Lascio il vassoio
con le patate e vado al mio tavolo. Jasper è in compagnia della ragazza di
ieri, quella bassa e con i capelli neri.
Prendo lo zaino e
mi avvio all’uscita senza parlare.
Bella mi guarda
come se avesse visto tutto.
Non sorride. Non le
sorrido.
Il suo profumo
riempie l’aula di biologia. Sono l’unico a sentirlo? Sono l’unico ad esserne
innamorato?.
Il professore
Banner spiega, Bella prende appunti. E’ attenta, diligente. E’ brava.
E vuole essere mia
amica.
Ma io non sono
neppure capace di camminarle accanto… come posso essere suo amico?
Lei è così
angelica, così candida. Io fatico a trovare le parole per esprimermi due volte
su tre, e mi faccio prendere in giro da Felix e dal suo amico perché in fondo
hanno ragione, sono un grassone. L’anno scorso mi chiamavano ‘pallina’, e anche
in quel caso non erano i soli.
“Stai bene?”
bisbiglia Bella mentre il professore è alla lavagna.
Il cuore fa le
capriole quando lei si avvicina. Vorrei accarezzarle i capelli e le guance.
“Sì,” dico abbassando gli occhi sul quaderno.
Vorrei raccontarle
tutto, spiegarle che se parlo poco è solo perché mi vergogno e mi sento
inferiore e stupido. Ma non ci riesco.
Bella non dice
altro, sembra quasi offesa dal mio comportamento.
Come posso essere
suo amico? Come?
Quando la
campanella suona, mi alzo prima di lei facendo strusciare lo sgabello.
“Bella?”
“Sì, Edward?”
“Non possiamo
essere amici.”
“Perché?!” chiede subito.
“Perché no. E’
meglio così. Scusa.”
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