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Autore: Princess Kurenai    22/08/2010    3 recensioni
[Francia/OC!Marianne] Continuava a restare fermo accanto ai maggiori esponenti che avevano guidato la Rivoluzione, ma il suo viso non lasciava trasparire particolari emozioni.
Era serio e silenzioso, ascoltava ogni singola parola dei suoi nuovi compagni e si limitava ad assentire.
Francia, in realtà, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e poteva avvertire un’ondata di coraggio e forza travolgere il suo corpo accompagnata dalla voglia di rivalsa e di libertà che gli faceva formicolare le mani.
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Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La Presa della Bastiglia
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Marianne (Nominati e Presenti: Pierre-Augustin Hulin, Maximilien de Robespierre, Bernard-René Jordan de Launay e Liberté)
Genere: Introspettivo, Storico
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot
Conteggio Parole: 1664 (FiumiDiParole)
Note: 1. Ambientata alla Presa della Bastiglia.
2. Marianne è la rappresentazione allegorica della Repubblica Francese. È stata usata per la prima volta da Persychan nelle sue fic, quindi per conoscerla meglio leggete le sue storie<3 Meritano tantissimo e, infatti, la scena descritta in questa oneshot riprende una frase usata proprio in una fic di Persychan<3 Ovviamente ho il suo permesso per utilizzarla! (Anche Liberté le appartiene)
3. Pierre-Augustin Hulin è un personaggio realmente esistito ed è colui che permette agli insorti della Rivoluzione Francese di prendere la Bastiglia. Nella fic viene chiamato semplicemente Pierre.
4. Nella fic vengono nominati anche Maximilien de Robespierre e Bernard-René Jordan de Launay.
5. Il Marchese che viene nominato è il marchese Donatien-Alphonse-François de Sade, mentre Louis altri non è che Luigi XVI
6. Scritta per il Flash Contest Festa Nazionale Francese indetto dall’Axis Powers Hetalia ~ Shipping Community.
7. Dedicata a Francis Bonnefoy<3 Tutto quel che scrivo è per te. Solo per te.
8. Io non scrivo sul “Mondo di Hetalia” scrivo sul “Mondo Reale”. Quindi niente comicità per me: mettetevelo in testa.
9. Partecipa a FiumiDiParole.
10. Nel mio account c’è un importante avviso. Per ulteriori informazioni cliccate qui.

Oltre questo buona lettura.

{ La Presa della Bastiglia ~



Continuava a restare fermo accanto ai maggiori esponenti che avevano guidato la Rivoluzione, ma il suo viso non lasciava trasparire particolari emozioni.
Era serio e silenzioso, ascoltava ogni singola parola dei suoi nuovi compagni e si limitava ad assentire.
Francia, in realtà, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e poteva avvertire un’ondata di coraggio e forza travolgere il suo corpo accompagnata dalla voglia di rivalsa e di libertà che gli faceva formicolare le mani.
Attimo dopo attimo si convinceva sempre di più che quello fosse il suo vero posto; abbandonare la nobiltà era stata una scelta sofferta - ma giusta - e, da quando aveva occupato l’Hôtel des Invalides con gli insorti di Parigi alla ricerca di armi, poteva chiaramente sentire la gioia e la speranza del suo popolo donargli nuova vita.
A poco a poco avrebbe superato tutti gli anni di monarchia precedenti alla Rivoluzione, per rivolgere anima e corpo verso il futuro.
Lui era una Nazione e, nonostante lui amasse della vita di corte, il suo pensiero si era evoluto portandolo a comprendere quanto sbagliata fosse la monarchia. Era stato difficile giungere a quella conclusione, perché - non si sarebbe mai stancato di ripeterlo - aveva sempre adorato la vita di corte con tutte le sue feste i vini pregiati, gli abiti sfarzosi e le belle compagnie di lascive cortigiane, ma era bastata la forza dei francesi, la loro speranza e voglia di insorgere contro la monarchia, a farlo evolvere e a fargli aprire gli occhi.
Non era l’oro della vita di corte che lo rendeva la Grande Francia, ma l’orgoglio di essere una Nazione fatta di gente che, per il bene dell’esistenza della loro terra, erano pronti a dare la vita in quella rivoluzione.
Aveva accettato le idee di Maximilien e degli altri Capi della Rivoluzione e, in quel momento, mentre Pierre urlava ed incitava gli insorti a prendere la via della Bastiglia, Francis si rese conto che quella sarebbe stata la svolta decisiva - d'altronde, dopo il malcontento e la delusione nel non aver trovato all'Hotel des Ivalides la polvere da sparo, tutti accettarono con entusiasmo la proposta di recarsi alla Bastiglia.
La Bastiglia era una prigione, simbolo del potere assolutista del Re contro gli oppositori politici e vi venivano rinchiusi coloro che andavano contro la monarchia. In quelle celle erano state fatte tacere voci di innocenti che desideravano solo il meglio per la Nazione e, dai racconti del Marchese - che avevano acceso gli animi dei rivoluzionari -, ai prigionieri venivano inflitte torture indicibili.
Era solo un’idea, ma in quell’istante era certo che abbattendo l'importante simbolo rappresentato dalla Bastiglia, i cittadini sarebbero stati investiti da una nuova ondata di forza e speranza che li avrebbe condotti fino alla fine di quelle lunghe e sanguinose giornate.
Con passo deciso percorsero la strada che li separava dalla prigione animati da uno spirito di libertà, ugualianza e fratellanza e Francia, guardando Pierre che camminava accanto a lui tenendo la testa alzata in modo fiero, fu stupito nel notare nei suoi occhi qualcosa di diverso: non vi era più semplice speranza ma sicurezza.
Non sperava nella riuscita di quel pianom la Nazione credeva in quello che stava facendo. Strinse i pugni e uno spontaneo sorriso gli illuminò il viso. Sperare non era abbastanza, non in quel frangente almeno, era la convinzione nella loro causa che li avrebbe condotti alla vittoria.
“ Ti renderemo libero, Francia.”, dichiarò Pierre qualche attimo dopo, voltandosi verso la sua Nazione.
“ Ne sono convinto.”, rispose serio Francis, spostando lo sguardo sulle alte torri della Bastiglia che apparvero dinnanzi a loro.
Si fermarono davanti al ponte chiuso e, senza mai fermarsi, circondarono facilmente la prigione mentre il marchese Launay - nonostante fosse dotato di armi in grado di mettere facilmente a tacere quell’insurrezione - cercava di far ragionare la folla, due insorti, guidati da Francia in persona, riuscirono a spezzare le catene del ponte levatoio.
Era stata un’operazione attenta e studiata, possibile solo grazie alla conoscenza di quella prigione da parte di Francis.
L'esercito riuscì così a penetrare all’interno delle mura della Bastiglia, dando il via a quella che sarebbe stata la svolta di quell’insurrezione.
Le guardie a capo della prigione si arresero presto e, dopo un breve ma sanguinolento scontro a fuoco, sette prigionieri furono liberati e festeggiati come simbolo della caduta dell'assolutismo del Re mentre Francia si mise a distribuire la polvere da sparo ai cittadini.
Forse quella festa era immotivata dato che i prigionieri non erano molti e la Bastiglia non era poi così importante per il Re - sicuramente Louis avrebbe considerato quella loro azione futile e assolutamente ininfluente per la neonata Rivoluzione -, ma per il popolo quello era un passo importante.
Era la tappa fondamentale, la svolta decisiva e quello che Francis trovò lì segnò anche per lui un nuovo inizio.
Nascosta in una delle prigioni della Bastiglia, accucciata in un angolino e vestita di stracci, vi era una giovane ragazza piccola e mal nutrita. Francis non riuscì a darle un’età precisa ma dal suo aspetto poteva facilmente capire che ne aveva passate tante.
Forse torture - quelle che il Marchese aveva descritto con sadico divertimento - e quella sola idea lo fece ribollire di rabbia.
Si avvicinò piano, cercando di non spaventarla, riuscendo in quel modo a scorgerne il volto. Era pallido e sporco, così come i capelli lunghi di un biondo opaco che, sicuramente, con la giusta cura sarebbero diventati luminosi e belli.
Ma petite... sono Francia. Stai bene?”, le tese la mano, rassicurante, specchiandosi in quegli occhi chiari stranamente carichi di sicurezza.
Quello sguardo lo stupì poichè rivide in quegli occhi la stessa sicurezza che aveva scorto prima in quelli di Pierre e in molti altri cittadini che avevano guidato la rivolta.
Francis...”, mormorò piano lei, accettando la mano senza esitare. Rimase senza parole nel sentirla pronunciare il suo nome. I mortali non lo conoscevano e, mentre le loro mani si univano, la Nazione avvertì un leggero brivido scuoterlo, inondandolo di una nuova e sconvolgente consapevolezza.
“ Sei... una di noi?”, chiese aiutandola a rialzarsi e sorreggendola prontamente quando la vide barcollare.
Je m’appelle Marianne.”, si presentò semplicemente, lasciandosi prendere in braccio da Francia senza controbattere. Si fece avvolgere dal rassicurante calore che l’altro le stava infondendo e, rilassandosi, chiuse gli occhi per farsi cullare da quella presenza.
“ Sono... lieto di conoscerti, ma petite Marianne.”, era leggera, piccola e magra, ma passo dopo passo - mentre si avviavano verso l’uscita della prigione -, prendeva lentamente peso, crescendo.
A Francis era bastato sfiorare quella ragazza per comprendere chi fosse e, mentre la stringeva a sé, si disse che avrebbe fatto di tutto per proteggere e far diventare sempre più forte quella neonata Repubblica e gli ideali che rappresentava: la Repubblica Francese.



Marianne mangiava con gusto, spazzolando completamente il piatto che le era stato messo davanti, senza mai apparire rozza o ineducata.
“ Avevi fame, eh?”, domandò Francia, osservandola intenerito. Alla nazione non si poteva nascondere nulla: egli sapeva benissimo quanto la giovane, nonostante cercasse di non darlo a vedere, fosse affamata.
Inoltre l’aspetto di Marianne in quelle ultime ore era migliorato visibilmente: le aveva permesso di farsi un bagno e l’aveva aiutata a lavarsi e pettinarsi i capelli che, come previsto, avevano assunto un bel colore biondo - simile a quello di Francis. La pelle aveva iniziato a prendere un colore più sano e roseo e profumava dei sali che erano stati versati nella vasca in cui si era rilassata poco tempo prima.
“ Non mangiavo da una vita, Francis.”, rispose lei, sorridendo cordiale e pulendosi con attenzione le labbra con un tovagliolo. Tutti i suoi movimenti erano leggeri ed aggraziati; Marianne era elegante quasi quanto Francia e, più la osservava, più si convinceva che con lei la sua terra si sarebbe trasformata in un luogo di cultura ed elegante bellezza, proprio come la fanciulla che aveva dinnanzi agli occhi.
“ Già.”, constatò sedendosi accanto alla ragazza.
“ Grazie per avermi liberata.”, mormorò dolcemente lei, allungando timida la mano fino a stringere quella della Nazione.
“ Dovere. Sei importante per me.”, ammise il francese, ricambiando la stretta.
“ Davvero?”, gli occhi della giovane brillarono stupiti, curiosi e anche un po' emozionati per le parole dell’altro.
Tu sei il mio futuro, ma petite Marianne.”, le baciò la mano, sorridendo con fare complice, e riuscì a farla arrossire teneramente.
Era così dolce e piccola ma Francis era già incantato dalla sua bellezza. Il loro futuro sarebbe stato stupendo, ne era certo.


OMAKE

“ Francis!”, la voce autoritaria di Marianne fece sussultare Francia. “ Smettila di fare il giardiniere. Ho bisogno di te, corri!
La Nazione francese sospirò, guardando speranzoso le rose del suo giardino e pregando affinché prendessero vita e lo salvassero dalla sua Repubblica. Non accadde nulla sfortunatamente e, all’ennesimo richiamo della donna, si sollevò dalla sua posizione vicino ai curati cespugli.
“ Arrivo...”, mormorò sconsolato rientrando a in casa.
“ Sono in camera, muoviti!”, esclamò ancora Marianne e Francis, schivando un attentato da parte di Liberté - il gatto assassino della donna - che si era nascosto sopra le scale, giunse dalla Repubblica.
“ Eccomi, ma chérie...
“ La cerniera.”, Marianne gli dava le spalle, mostrando la schiena nuda parzialmente coperta da un abito blu.
Oui oui...”, la aiutò senza aggiungere altro per poi chiudere la cerniera del vestito.
“ Ora va a cambiarti, dobbiamo andare alla festa.”
“ Lo so, ma chérie. È il mio compleanno oltre che...”
“ Meno parole, più fatti. Muoversi!”, esclamò Marianne, spingendo Francia fuori dalla stanza. “ Mi devo ancora truccare e tu devi vestirti e prepararti! Forza!”
“ Non sono una donna, non ci metto tre quarti d’ora per prepararmi.”, commentò Francis, una volta fuori dalla stanza.
“ Conoscendoti ci metterai come minimo un’ora per farti bello: sei Francia!”
“ Sono sempre bello.”, si lamentò prima che la porta gli venisse chiusa in faccia, segno che Marianne avrebbe avuto sicuramente l’ultima parola.
Era diventata dannatamente viziata.
Davanti alle altre Nazioni era sempre educata, gentile e premurosa - una vera signora - ma quando erano soli, nella loro abitazione, diventava quasi irriconoscibile.
Francis si avviò sospirando verso la sua stanza con un solo pensiero in testa: “ Ma che fine ha fatto quella Repubblica dolce e carina che avevo tirato fuori dalla Bastiglia secoli fa?







   
 
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