Vita da Lupo - Foresta Nera
01. Correre
Le fronde degli alberi coprivano il cielo lasciando che solo qualche raggio di sole riuscisse a filtrare, quanto bastava per illuminare il sottobosco, per illuminargli la strada.
Sotto di sé, sotto le sue zampe, il terriccio attutiva il rumore della sua corsa, lasciandolo sfrecciare silenzioso tra i tronchi e i cespugli.
Amava correre.
Poteva sentire il suolo della sua casa, la Foresta Nera, sui polpastrelli e il vento insinuarsi tra i peli della sua folta pelliccia argentata.
Nulla poteva concorrere con l’adrenalina che provata.
L’aria nei polmoni gli donava nuova e rinnovata energia.
Perché correre era vita, la sua vita.
0.2 Ululare
Tutto aveva un odore per lui, per il suo naso; acqua compresa.
Arrestò la sua corsa su uno sperone di roccia che sporgeva dal fianco della montagna che si protendeva sulle rive del lago Mummelsee, come lo chiamavano gli umani. Per lui era una semplice polla d’acqua di dimensioni un po’ esagerate.
Guardò la luna con i suoi occhi ambrati, la guardò attentamente, e poi ululò in suo omaggio.
L’eco del suo verso si sparse al vento, volando leggero nell’aria, raggiungendo anche le poche case che erano presenti in zona e facendo rabbrividire gli abitanti.
Questa cosa lo divertiva, eccome.
03. Mangiare
La fame era una brutta bestia, soprattutto in inverno quando la selvaggina scarseggiava.
Gran bella stagione certo, il freddo lo rinvigoriva donandogli per l’inizio della primavera sempre una nuova robustezza, però era anche seccante.
Si acquattò tra la neve e aspettò che la lepre uscisse dalla tana.
Il suo occhio esperto individuò subito il movimento del piccolo e gracile animale e i muscoli scattarono pronti.
Dannato bianco: era tutto così bianco, compresa la pelliccia della lepre.
Non per molto comunque. Le zanne affondarono nella carne tenera e il sangue sprizzando intorno intaccò la candida neve.
Il rosso non gli dispiaceva.