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Autore: Love_in_London_night    23/08/2010    8 recensioni
Un Rob attanagliato dai dubbi dopo gli ultimi avvenimenti, un amore in crisi.
"E le aspettative delle persone che credono in te e attendono un tuo risultato, beh, sono semplicemente un fardello troppo grande. Specialmente quando riguarda la tua vita privata.
Hai sempre paura di deludere qualcuno, tralasciando te stesso."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eccomi qui, perchè mi piace mischiare le carte in tavola. perchè niente secondo me è scontato.
spero di non offendere nessuno, non è assolutamente mia intenzione!

Blind anger. My pain

Le ginocchia al petto, le braccia che le circondano e la fronte appoggiata a quest’ultime a chiudere il quadro.
Sto di merda.
Non ho nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo.
Non voglio affrontare quello che mi aspetta, qualunque cosa sia. Perché dipende da me, suppongo.
La notte mi inghiotte, ed è l’unica consolazione oltre a questo fresco che mi taglia la faccia, e tenta di refrigerare il mio cervello che fuma dal troppo arrovellarsi e gli occhi in fiamme.
Ho pianto. L’ho fatto allo sfinimento e vorrei farlo ancora. Solo per lavare via il dolore che sento dentro.
Quello che è cresciuto in me quando tutto è crollato, pochi giorni fa.
Un rumore ovattato mi fa alzare la testa. Il vibrare rabbioso del mio cellulare mi riporta qui, all’oggi.
Kris, Nick, Tom. I nomi si alternano convulsi sul display. Rispettivamente diciassette, ventidue e nove chiamate. A testa.
Non sanno dove sono, e sinceramente non ho intenzione di dirglielo.
Perché non mi lasciano in pace?
Cosa vogliono da me?
Nemmeno io so cosa voglio da me stesso.
Saranno anche preoccupati, ma voglio stare solo, ed è un mio diritto. Ho bisogno di stare solo.
Devo riflettere. Devo prendere delle decisioni.
Nell’ultimo periodo sono stato costantemente sotto pressione, e ora sono esploso.
La carriera non mi preoccupa, ma la mia vita sì, assieme alla mia salute mentale. E molto anche.
Ho una tale confusione in testa. Come se non sapessi più chi sono, come se mi fossi perso per strada. So da dove sono partito, ma non so più dove sono arrivato. Ne so dove voglio arrivare.
Non mi riconosco più, e mi fa paura.
Mi trovo cambiato, e non mi piaccio.
La cosa che più mi atterra è che non so come cambiare le cose e ritornare sui miei passi.
Vorrei essere semplicemente un ragazzo che si aggira per la sua città natale sparando cazzate con gli amici alla ricerca di qualche ragazza per la notte.
Ma ora indietro non si torna.
Ignoro l’ennesima chiamata e prendo il pacchetto di Camel accanto al cellulare. Accendo l’ennesima sigaretta della serata e ringrazio il fatto che questi hotel abbiano il terrazzo in cima.
Ero arrivato a Montreal già teso, al limite.
Stufo delle illazioni che si fanno da anni su di me.
Stanco di questo parlare: stanno insieme? Non stanno insieme?
Infastidito che qualcuno aspetti al varco un mio crollo per giudicarmi debole.
Esausto dei molti che studiano ogni mia mossa per capire come sto o cosa voglio – o vorrei – comunicare.
Spazientito dalla Summit che si intromette tra Kristen e me per speculare su di noi. Più di una volta in nostro rapporto ha vacillato per una sua intrusione.
E ora sono esploso.
Anni di sotterfugi, di ore passate ad architettare ogni alibi o mossa a tavolino, mezze dichiarazioni, mezze negazioni, prese in giro. Anni passati a frenare i nostri istinti e ogni gesto che potesse risultare eclatante. Effusioni che dovevano essere soffocate per alimentare il ‘parla parla’.
E ora? Una frazione di secondo, immortalata per sbaglio, ha spazzato via il lavoro di queste pianificazioni. È andato tutto a puttane.
Rob e Kris si amano davvero. Il mondo ne ha le prove.
Cosa ne sa il mondo davvero?
E a loro cosa cambia?
La Summit ci ha levato da terra e rivoltati come calzini, ma a noi non è importato molto.
Anche se non c’è stata conferma ufficiale, Kris è contenta di questo uscire allo scoperto.
Ed io?
Non lo so. Ed è colpa di Tom, che mi fa ragionare sviscerando a fondo i miei tarli.
La situazione con Kristen è più complicata di quel che appare da fuori.
Da quando l’ho vista la prima volta ne sono rimasto affascinato.
La semplicità è la spontaneità che emanava mi hanno conquistato.
Mi ero innamorato.
Era la mia anima gemella.
Quella persona che puoi incontrare solo una volta nella vita. Quella che ti consuma l’anima, ti scava dentro e ti porta alla pazzia.
O almeno così credevo.
Ho lottato e l’ho avuta.
Dio, l’inizio è stato una favola, il nasconderci non ci pesava. Anzi, ci eccitava.
Eravamo pura alchimia. Oltre ad essere amanti eravamo amici. Ci capivamo al volo.
L’unica nostra pecca era il non aver mai trovato un giusto equilibrio. All’inizio io ero totalmente preso, Kris invece usciva dalla storia con Michael e non era sicura delle sue scelte: quella di lasciare lui, e quella di stare con me.
Ora è il contrario. Lei è convinta di noi, dei suoi sentimenti. Io invece, non penso più di avere la forza necessaria per crederci.
Piano, nel tempo, tutto è cambiato.
La lontananza. I primi litigi grossi.
Quei difetti che prima erano adorabili e all’improvviso sono diventati insopportabili. Anche la passione si era placata. Si è placata.
E adesso mi sento una merda. Perché so che un suo bacio o un suo abbraccio non servono a riempire il vuoto che ho dentro. Non mi fanno più venire i brividi lungo la schiena, ne tantomeno mi fanno attorcigliare lo stomaco come un tempo.
Il suo contatto non è più aria, non è più necessario.
Ora l’ho capito.
Ora che per lei è come per me era una volta. Perché in ogni suo gesto, in ogni suo sguardo, parola o tocco, mi comunica il suo sentimento, il suo calore. Tutto ciò che io ho perso.
Un anno fa circa.
Ed è iniziata le serie infinita di tanti – troppi – tira e molla.
E ora?
Adesso penso che la mia anima gemella non sia così adatta a me come mi aspettavo, e so di aver sprecato male l’unica occasione della mia vita.
Ho visto le foto del bacio. E sono felice, lo vedo anch’io.
Ma appena mi allontano da lei, non sento il bisogno di averla vicina.
Sento che la parte soffocante di me – non lei, ma quella che sta con lei – mi lascia libero, libero di stare bene.
Tutto questo mi sta portando ad odiarla.
E non voglio, perché comunque è stata importante, e lo sarà sempre.
E lei non si merita tutto questo.
Ho paura di ferirla e deluderla.
Ma qui non si tratta di deludere una persona, si tratta di prenderla per il culo, e devo smettere di farlo. Ho solo il terrore di perderla del tutto.
Lo so, sono un bastardo, egoista e pure codardo.
L’unica cosa che so è che la sensazione di benessere che provo quando sto con lei è effimera, quasi forzata.
Parlandone con Tom sono giunto alla conclusione che forse la storia è finita. Almeno per uno dei due.
La sua franchezza di oggi pomeriggio è stata micidiale, ma assolutamente necessaria.
Bussano alla porta.
“chi è?”
“Tom”
Mi alzo, e quando faccio scattare la serratura per permettergli di entrare lo saluto in maniera poco convinta “ehi”
“ehi? Dio Rob, ti stai proprio yankeezzando!” e scuote ripetutamente la testa. Sorride appena.
“fossero questi i problemi della vita” rispondo serio.
“cosa c’è?” domanda.
Non so se ho veramente voglia di parlarne. Non so se ho voglia davvero di affrontare il discorso, non so se sono pronto per una verità che sono convinto non mi piacerà.
Ma se non ne parlo con qualcuno divento pazzo, e Tom è la persona ideale. È un ottimo amico, e non mi giudica. Inoltre cerca sempre di essere obiettivo. Ed un parere imparziale è proprio quello che mi ci vuole.
Prendo un lungo sospiro, non so come iniziare ad esternare quello che ho dentro.
“sei preoccupato per le foto che sono uscite un po’ di giorni fa?” e mi guarda cauto.
“no… cioè si. Non lo so, tutto è partito da lì…”
“avanti! Quello che fa la figura del cretino sono io! Passo per il terzo incomodo. Il moccolo, la candela. Chiamami come vuoi, ma il risultato finale non cambia” dice scherzando.
Mi strappa un sorriso lieve, troppo flebile per contagiarmi davvero.
“ho visto le foto. E mi hanno messo in crisi”
“perché? Ti va di parlarne?”
“ci sto provando Tom, ma non è per nulla facile” e mi violento i capelli “Kris ed io. Non so, siamo strani”
“a me non sembra”
“ok, sono io quello ad essere strano”
“che novità eh!” dice ridacchiando.
“parlo dei miei sentimenti” dico funereo.
“lo so, cercavo di sdrammatizzare”
“grazie”
E per un po’ rimaniamo in silenzio. Tom aspetta che io parli, ed io sto cercando di capire cosa voglio dire.
“non so se la amo ancora”
“andiamo! Tu sei perso per Kristen! Hai smosso mari e monti per lei”
È vero. Ora ne sarei capace? Lo farei ancora?
“ho visto le foto. E sono felice quando sto con lei. Il problema è quando non sto con lei. Non è più una mia necessità. Quando siamo lontani non sento la sua mancanza, il bisogno di averla vicina. Non che con lei stia male, ma sto meglio quando non sto con lei” sbotto improvvisamente “ma se dovessi lasciarla e poi capire che mi sono sbagliato? Non posso prendere la decisione alla leggera, rischierei di compromettere per sempre il rapporto, e anche il lavoro”
Continuo con il mio flusso di coscienza “le cose che prima adoravo, ora non mi piacciono più. Sembra che mi diano sui nervi” prendo il pacchetto di sigarette e ci gioco in modo nervoso “non capisco se è una fase passeggera o se invece…” non finisco la frase per paura.
“… se invece è finita” conclude lui per me.
“già” ammetto triste.
“quindi stai dicendo che stare vicino a lei ti sta portando…” ci riflette “… ad odiarla?”
“sembra proprio così”
“e che stare con lei ti fa stare bene, ma senza di lei stai meglio?”
“mi sembra, ma non ne sono sicuro” intanto Tom si è fatto veramente serio.
“avevo notato che qualcosa non andava in te in quest’ultimo periodo, ma pensavo che questa tua specie di malumore fosse imputabile ai paparazzi. Non di certo a Kris…”
“non volevo ammetterlo. Non so nemmeno se è vero”
“Rob, cosa provi per lei?” e  mi posa una mano sulla spalla.
Affondo la faccia nelle mani “non lo so. Non ne sono più sicuro”
Nessuno dei due aggiunge nulla per molti, moltissimi minuti.
“Tom, vuoi aiutarmi o volevi solo farmi sfogare?” dico quasi rabbioso.
“vuoi davvero sapere cosa penso?” domanda prudente.
“ci terrei”
“non vorrei ti influenzasse”
“no. Anzi, magari mi aiuta a capire qualcosa”
“ok. Ci ho pensato tanto, ma non ho molto da dire” e sgancia la bomba, o quella che a me è sembrata tale “secondo me tu non sei più innamorato di Kris, non come prima di sicuro. Ami più l’idea di voi due. Però devi pensare bene al da farsi. Non puoi stare con lei, illuderla quando non provi lo stesso. E non puoi lasciarla e dopo tornare dicendo di aver sbagliato. Devi esserne sicuro. Non puoi permetterti di sbagliare”
Rimango in silenzio, le lacrime agli occhi e il nodo alla gola che non mi permette di respirare a dovere.
Ha ragione. Ha fottutamente ragione.

Le parole di Tom continuano a ronzarmi nella testa. Pesano come macigni sul petto. E cozzano con altre idee di origine opposta. Non so quale pensiero prevarrà alla fine.
Sono troppo confuso.
E un bacio immortalato dai paparazzi non cambia le cose. Non le semplifica.
Se mai le complica.
Perché gli occhi delle fans della saga sono puntati su di noi, e se scoprissero un’eventuale rottura ci torturerebbero.
E le aspettative delle persone che credono in te e attendono un tuo risultato, beh, sono semplicemente un fardello troppo grande. Specialmente quando riguarda la tua vita privata.
Hai sempre paura di deludere qualcuno, tralasciando te stesso.
La cosa che mi fa impazzire è che queste foto sembrano dare conferma a chi crede nella nostra storia.
Queste persone possono definire tutto questo un inizio. Io la vedo in modo diverso. La vedo più come la conferma di una fine. Perché la vivo sulla mia pelle, e so che ciò che era non è più.
Ma non so davvero se sia così.
Chi mi dice che domani o tra qualche giorno io mi svegli e di colpo questo senso di vuoto, di non appartenenza, di lontananza, non faccia più parte di me?
Chi ha deciso che le cose non si sistemano da un giorno all’altro?
Ma chi voglio prendere in giro! Non credo più alle favole da un pezzo.
Semplicemente, mi odio.
Perché qualcosa in me è cambiato nei suoi confronti? Perché me ne sono accorto?
Non poteva rimanere tutto come prima?
Non perfetto, ma quasi.
La rabbia verso me stesso aumenta di minuto in minuto. Se non fosse stato per me ora sarebbe tutto come prima. Mi odio.
Mi sento come se fossi il peggior nemico di me stesso.
La testa mi scoppia, mi sembra di affogare. Sto soffocando, e di colpo mi ritrovo vicino al parapetto.
Guardo in basso.
No, non ho intenzione di buttarmi per mettere fine a tutto, non sono così stupido da voler smettere di vivere. La vita è una sola, non la spreco. Ho avuto tanto, e non voglio fare l’ingrato.
Ma prima che il mio cervello si connetta al corpo un suono vibra nel mio torace.
Mi sporgo dalla ringhiera il più possibile con le mani allacciate ad essa e lo amplifico a dismisura, fino a quanto mi è possibile.
Un urlo – il mio – squarcia la notte, o così mi sembra. O almeno di sicuro squarcia il mio petto.
Urlo, urlo il mio dolore cercando di scacciarlo. Urlo fino a farmi lacrimare gli occhi. Fino a farlo diventare roco. Sento la gola bruciare, e la voce venir meno. I polmoni chiedono pietà.
Il caos in testa sembra essersi placato un po’.
Non so cosa farò domani, ma ora riesco a respirare meglio.
Ho il fiato corto, però almeno sento battere il cuore. Quel cuore che pensavo non martellasse più, incapace di provare forse dei sentimenti.
Mi conforta, in qualche modo.
Un ultimo respiro, raccolgo le mie cose e mi rituffo nell’hotel.
Vado a rispondere personalmente alle chiamate ricevute sul cellulare, giusto per scusarmi del mio comportamento.
Le certezze le rimando al domani, nella speranza che tali diventino davvero.

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mi ritaglio un piccolo angolo... scusate!
ciao a tutte!
ragazze... sto lavorando al capitolo 33 di Hate every beautiful day, don't worry!
prima o poi Elle e Rob ritornano! =)
e prima o poi inizierò anche un'altra ff. ho trovato anche il titolo... e: mi piace molto! ^^
spero di postarla quanto prima... ma il tempo per scrivere ora verrà a mancare... devo riprendere gli esami! =(

   
 
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