Sono un mostro

Un mostro.

Ecco come mi definiva mia sorella.

Chiusi gli occhi su quella lettera piena d'odio e mi appoggiai al tronco dell'albero che avevo dietro.

Ero davvero un mostro?

Nel mondo dei babbani non mi ritrovavo più.

Perfino i miei genitori si mostravano euforici ma erano sempre strani con me.

Titubanti, esitanti, quasi infondo avessero paura anche loro.

E ora vi chiederete: a Hogwarts stai bene almeno, giusto?

E la mia risposta è che non lo so.

Perché sono una strega, ma solo per metà.

Guardai il lago mentre le parole mille volte ripetute dei serpeverde mi tornavano in testa.

-sei una mezzosangue... una sporca mezzosangue... sangue sporco... - tante parole che in genere riuscivo ad ignorare. Ma che quel pomeriggio, insieme alle parole di mia sorella, sembravano troppo per me.

Mi sentivo alla deriva, persa in mezzo a due mondi a cui non appartenevo davvero.

Sono un mostro. Un mostro sia tra i maghi che tra i babbani.

-è diverso se si è figli di Babbani?- avevo domandato a Severus. Ma anche lui mi aveva mentito, dicendomi che non lo era. Ecco perché oggi avevamo litigato. Ecco perché non mi era vicino come invece ogni volta lo ero io per lui.

Mi tappai le orecchie tentando di fermare la voce di mia sorella.

-un mostro....Sei un mostro... solo e soltanto un mostro da dimenticare... come si fa a volere bene a un mostro....- non avevo mai odiato la voce di mia sorella così tanto.

Mi sentivo come sommersa da un tornado.

Quasi non riuscivo più a respirare mentre venivo sbattuta da quelle parole da una parte a l'altra.

E poi una mano sulla spalla mi fece tornare i sensi.

Non mi trovavo tra i forti venti di un tornado.

Ero seduta in riva al lago.

Con le guance bagnate e le mani sulle orecchie.

Ma sentivo di nuovo la terra sotto di me.

Sentivo l'erba solleticarmi.

Vedevo il sole davanti a me tramontare piano piano. E voltandomi vidi Remus Lupin che mi toglieva piano la mano dalla spalla e mi sorrideva.

Mi stava porgendo qualcosa. Con mano titubante vidi che era un fazzoletto. Lo presi piano e mi asciugai gli occhi.

Lui rimase in silenzio, aspettando.

Non mi guardava, guardava il lago, come a volermi lasciare tutto il tempo che volevo per riprendermi.

Lo apprezzai davvero. Quel ragazzino intelligente come se non più di me si cacciava sempre nei guai per le sue compagnie, cosa che io non digerivo molto. Aveva fino ad ora pensato che non avesse molta personalità perché si lasciava trascinare.

E invece eccolo qui, mi stava vicino in silenzio.

Grazie a lui ero riuscita a non precipitare.

Quando iniziai a respirare normalmente e a non versare più nessuna lacrima Remus mi guardò negli occhi.

-allora, come và la vita?- chiese scherzando.

Decisi di prenderla anch'io scherzando.

Probabilmente parlarne mi avrebbe fatto sentire meglio davvero.

-niente di che. Mia sorella si è solo fidanzata con un bellissimo ragazzo a quanto mi ha scritto.

E non vuole che torno per natale perchè lo inviterà a casa. Mi ha detto che vedendo un simile mostro come me potrebbe scappare a gambe levate e quindi non vuole verdermi più- mi sorpresi di me stessa.

Ero riuscita a riassumere tutto senza neanche incrinare la voce. Peccato che dentro di me qualcosa che si era rotto quando avevo letto la lettera mi aveva fatto male.

-capisco. Le sorelle. Io non ho fratelli o sorelle ma devo dire che è sempre difficile averli.

Lo vedo dal mio amico Sirius.

E litigare poi fa male. Ma sono sicuro che tua sorella non crede davvero a quello che ha detto- disse lui cercando di consolarmi.

Risi cupa.

-no Remus, ti assicuro che lei sa benissimo cosa dice. E lo pensa davvero. Lo pensano tutti infondo.

Sono un mostro, non sono né babbana né strega. Sono a metà, un abominio. un... mostro...- sussurrai mentre sentivo ancora molto dolore.

-una volta una persona mi ha detto che anche se si viene considerati un mostro ciò non vuol dire che lo si è. Siamo solo quello che Noi vogliamo.

Tu vuoi essere un mostro?- mi chiese.

Scossi il capo mentre pensavo seriamente a cosa aveva detto.

-e allora qual è il problema?

Le persone che si meritano la tua amicizia non staranno ad ascoltare quello che gli altri dicono- continuò lui.

Sorrisi pensando a quanto ero stata stupida a pensare a quello che diceva mia sorella. Oppure tutti gli altri.

Ero solo quello che volevo essere io.

Cioè una persona forte che avrebbe superato tutto, solo volendolo.

-chi è che ti ha detto quella frase? Deve essere davvero una bella persona- osservai curiosa.

Mi sorprese scoppiando a ridere.

-già. Lo è davvero, anche se molte volte non lo sembra. E la conosci anche- disse lui.

-chi è?- chiesi ormai più che curiosa mentre ci avviavamo di verso il castello.

-è lo stupido idiota che stamattina ti ha tirato addosso il succo di zucca- rispose lui poco prima di sparire, lasciandomi del tutto basita.

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è una sciocchezza senza pretese ne altro che avevo in mente da un po' di tempo. Pensavo di inserirla all'epoca dell'inizio della mia storia “Frammenti” che invito a leggere a chi è interessato (scusate la pubblicità occulta) ma alla fine mi sono ritrovata a non farla incastrare più bene.

E allora la metto a parte, anche se potrebbe anche far parte della storia.

Probabilmente il primo momento in cui Lily fa amicizia con Remus=)

Approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno recensito le altre mie Oneshot, e ringrazio chiunque abbia deciso di leggere questa piccola storia!

Alla prossima!!!!!!!!!!!