Prologo
Rannicchiata sul letto, ascoltavo la musica incessante che rimbombava nella camera. Non era la musica che ascoltavo di solito. Niente sdolcinatezze o canzoni romantiche, quella sera avevo bisogno di non pensare. I bassi della tecktonik andavano a tempo del il mio cuore, che a momenti esplodeva. Avevo malinconia delle farfalle nello stomaco, accompagnata un’irrefrenabile voglia di piangere. La settimana precedente era volata, lasciando nel mio cuore un vuoto incolmabile.
Quella che doveva essere una vacanza per “distrarmi e staccare dalla realtà”, mi aveva fatta sognare un po’ troppo, e ne stavo pagando le conseguenze.
Io e Flaminia avevamo progettato tutto da mesi, ma le nostre aspettative non erano arrivate così in alto. Il volto di Danilo si fece largo nella mia mente, mentre, stringendo le ginocchia al petto, scoppiavo in singhiozzi. Cosa avevo fatto di male?
I programmi iniziali erano quelli di prendersi una “cotta forzata” per qualcuno, in modo da dimenticare Cristian. E invece la cotta me l’ero presa sul serio, sì, per il bagnino del villaggio che aveva cinque anni più di me. E ci avevo creduto fino in fondo.
Avevamo chiacchierato, riso e scherzato insieme, mi aveva insegnato a ballare. Sapeva di piacermi. E tutto sembrava
andare alla perfezione, così tanto che l’ultimo giorno di vacanza era arrivato troppo presto.
PrologoRannicchiata sul letto, ascoltavo la musica incessante che rimbombava nella camera. Non era la musica che ascoltavo di solito. Niente sdolcinatezze o canzoni romantiche, quella sera avevo bisogno di non pensare. I bassi della tecktonik andavano a tempo del il mio cuore, che a momenti esplodeva. Avevo malinconia delle farfalle nello stomaco, accompagnata un’irrefrenabile voglia di piangere. La settimana precedente era volata, lasciando nel mio cuore un vuoto incolmabile.Quella che doveva essere una vacanza per “distrarmi e staccare dalla realtà”, mi aveva fatta sognare un po’ troppo, e ne stavo pagando le conseguenze. Io e Flaminia avevamo progettato tutto da mesi, ma le nostre aspettative non erano arrivate così in alto. Il volto di Danilo si fece largo nella mia mente, mentre, stringendo le ginocchia al petto, scoppiavo in singhiozzi. Cosa avevo fatto di male?I programmi iniziali erano quelli di prendersi una “cotta forzata” per qualcuno, in modo da dimenticare Cristian. E invece la cotta me l’ero presa sul serio, sì, per il bagnino del villaggio che aveva cinque anni più di me. E ci avevo creduto fino in fondo. Avevamo chiacchierato, riso e scherzato insieme, mi aveva insegnato a ballare. Sapeva di piacermi. E tutto sembrava andare alla perfezione, così tanto che l’ultimo giorno di vacanza era arrivato troppo presto. Sentivo la mancanza del suo sguardo perfetto, di quella voce un po’ roca, della sua simpatica e perversa presenza. Avevo nostalgia del suo profumo, dei suoi abbracci, dei suoi scherzi. Mi diedi ancora una volta della stupida. Sapevo che avrei dovuto dirgli addio, e sin dal primo momento mi ero preparata psicologicamente alla nostra separazione. Perché ero stata così idiota? Tra noi non era successo nulla, ed una vocina dentro di me continuava a ripetermi che era meglio così, che non mi ero persa nulla.Mentre il brano che ascoltavo finiva, spensi la luce e mi lasciai andare sul letto. Un’altra volta nel mondo dei sogni, solo che questi non erano veri.