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Autore: Honey_34    16/10/2005    0 recensioni
E' finita la guerra e un ventenne Draco Malfoy cerca di riprendere una vita normale, non senza difficoltà.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 Può il sole tornare a splendere Dopo anni di temporale? Credi che un cucciolo Possa farti riscoprire La pace nel tuo Io? Fotografie d’otto anni prima… di un’infanzia dura, triste e dolorosa di quando Dan Watson, il nome che gli era stato dato per agire in incognito durante la guerra contro Voldemort e i suoi seguaci, andava a scuola. Molti ragazzi, finita la scuola e compiuti i 18 anni, furono arruolati per combattere questa sanguinosa guerra. Dan aprì un album di fotografie di tutti i compagni che combatterono insieme a lui, per anni, fianco a fianco, sfidando il male…fra questi spiccavano i volti sorridenti di Harry Potter, che aveva posto fine alla guerra uccidendo Voldemort, e il suo migliore amico Ron Weasley, seguiti da Ernie McMillan, Seamus Finnigan, Dean Thomas, Justin FinchFlechey, i Gemelli Fred e George Weasley e Neville Paciock che, vendicando i genitori, aveva ucciso Bellatrix Lestrange colei che li aveva torturati sino alla pazzia. A fondo pagina stavano due medistreghe Ginny Weasley e Hermione Granger, infine a fianco a quest’ultima c’era Lawrence Baggin, fidanzato di Hermione. Poi Draco Malfoy, alias Dan Watson, ormai venticinquenne, si alzò e andò a guardare la divisa che indossava nell’arruolamento e in battaglia verde militare e il berretto entrambi scoloriti; la stessa con la quale aveva visto Voldemort morire, con cui vide crudeli torture, suo padre supplicare prima di crollare a terra sotto l’Avada Kedavra di suo figlio, lui, Draco.Con cui vide John Crash, suo compagno di stanza venire ucciso da Avery Nott, con cui vide il figlio di quest’ultimo, insieme a Tiger, Goyle e Flit suo capitano di Quidditch a scuola diventare mangiamorte… poi qualcosa lo riportò alla realtà, una busta ingiallita di due anni prima pochi mesi prima della fine della guerra. Draco la aprì e lesse anche se ricordava benissimo ciò che vi era scritto in una calligrafia femminile piccola e stretta. Caro Draco, la vita è proprio strana a volte, anzi la morte porta via persone che non si meritano di morire. Persone che hanno sempre fatto di tutto per salvare la vita degli altri, pensa che bella ricompensa, la MORTE… Come faccio a dirtelo? Come faccio a dirti che il mio ragazzo è morto? Ecco, te l’ho detto. Lawrence è morto Dan, è morto! L’ha ucciso Dolohov, circa un’ora fa sto ancora guardando nei suoi occhi inespressivi, pieni di paura, ma con la solita punta di sfida che ha sempre avuto. Ti aspetto, fra poco lo porteranno via. Hermione-Heather Draco si era immediatamente smaterializzato da lei trovandola vicino al corpo inerme di Lawrence, sul cui volto più pallido del suo, stavano i suoi occhi blu, spalancati e terrorizzati. Sulla gamba compariva una profonda ferita, ma ormai non soffriva più, la sua vita si era spenta. Spostò lo sguardo su Hermione che singhiozzava stringendogli la mano, dagli occhi nocciola, sgorgavano fiumi di lacrime, di dolore e di rabbia, perché l’aveva lasciata sola.-Heather…- aveva sussurrato Draco mentre zoppicando, per il colpo che gli era stato inferto il giorno prima, le si avvicinava. Lei aveva alzato lo sguardo e vedendolo ai piedi del letto gli gettò le braccia al collo –Draco…Oh! Draco!Cosa faccio adesso?Mi-Mi ha abbandonata!-piangeva Hermione mentre pian piano a Draco scendevano lente e calde due lacrime per il dolore di aver perso per sempre il suo primo e vero migliore amico. Mise via la lettera e chiuse l’armadio e gli album di fotografie asciugandosi le lacrime che gli scendevano lungo le guance a causa del ricordo. In quegli anni era cambiato notevolmente. Dopo la scuola si era arruolato e quando la guerra finì fu l’unico a rimanere disoccupato. Il suo viso era maturato e i suoi capelli erano diventati di un biondo un po’ più scuro, mentre i suoi occhi sempre grigi avevano perso la cattiveria sostituta da stanchezza e comprensione. Il suo fisico era diventato forte e i muscoli gli erano cresciuti a vista d’occhio. I babbani e i mezzosangue non erano più un problema per lui. Mise un mantello e si smaterializzò in casa di Hermione, che non era ancora tornata dal lavoro. Guardandosi intorno vide migliaia di foto tutte con Lawrence, a volte da solo, altre con lei, altre ancora con degli amici, compreso lui. TRUNK-TRUNK…Hermione era tornata e sobbalzò appena alla vista di Draco. –Ciao Draco cosa fai qui?- -Oh niente, avevo voglia di vederti…-sorrise. –Hai riletto quella lettera vero?- domandò lei fissandolo negli occhi. –No Heather cosa dici!- Heather era il nome che Hermione aveva scelto durante la guerra come Draco aveva scelto Dan. Però al contrario di lei lui continuava a chiamarla Heather. –Non mi dire bugie, lo sai che ti scopro subito- disse Hermione guardandolo torva. –Ok si è vero, ma…- -Non mi interessa il perché l’hai riletta, sono contenta di vederti sul serio- Hermione dopo la guerra si era chiusa sempre più in se stessa e il suo viso sembrava ogni giorno più vecchio e più stanco se non fosse stato per Draco che l’aiutava a tirarsi un po’ su di morale si sarebbe sicuramente lasciata andare definitivamente. Ogni tanto Harry e Ron l’andavano a trovare, ma poiché lavoravano al Ministero della Magia, come Auror avevano poco tempo. Lei lavorava al Santa Browen non molto lontano da Londra. Dopo la scuola aveva ricevuto il diploma d’infermiera poi era andata a lavorare al San Mungo laureandosi e diventando MediStrega grazie alle sue grandi doti. Succesivamente, al termine della Battaglia Draco le aveva parlato bene e fatto delle ricerca circa un nuovo ospedale, molto buono vicino a Londra, il Santa Browen e lei interessata, aveva voluto provare facendo richiesta di lavoro e l’accettarono immediatamente. -Draco ho invitato a pranzo Harry e Ron vuoi fermarti con noi?- -Non lo so, forse non è il caso…- -Invece sì, guarda che se è per quella storia…!- -Si è per quella storia Heather! Loro pensano che è colpa mia se Lawrence è morto! E forse hanno ragione…-terminò con tristezza. Hermione era scoppiata a piangere, il che fece sentire Draco ancora più male.-Non è colpa tua!Non potevi andare con lui! Eri ferito gravemente, rischiavi di essere colpito, eri debole!- sbottò lei. –Già ma forse se fossi andato con lui, sarei morto io e a quest’ora tu saresti sposata con lui…-rispose Draco alzando la voce. –Non dire stupidaggini! Lui era rimasto ferito prima, lo avrebbe colpito comunque!- -Ma Heather…- TOC!TOC!TOC! Harry e Ron misero fine alla discussione e Hermione si asciugò gli occhi con un fazzoletto. -Devono essere arrivati, Draco per favore puoi apparecchiare la tavola?- Lui annuì, preso da un improvviso attacco di panico. Il giorno che Lawrence morì, Draco sarebbe dovuto andare con lui, ma poiché era ferito gravemente non era potuto andare. Dopo aver saputo della morte dell’amico, soffrì di depressione a causa dei sensi di colpa, ma tranne lui e sua madre nessuno ne seppe niente. In più Harry Potter e Ron Weasley, credevano che in parte fosse colpa sua, che se lui l’avesse accompagnato in missione, probabilmente sarebbero stati più forti. Hermione aveva chiarito tutto ma Draco era convinto che lo accusassero ancora di essere colpevole. Quando li vide si aspettava di ricevere un pugno in faccia da Ron ma così non fu,per fortuna. -Ciao Harry, Ron…Tutto bene?-chiese loro con un ombra di gelo ricevendo un’occhiataccia da Hermione. -Alla grande e tu Dan?-rispose Ron calcando sul nome. -DRACO Ron- lo corresse lei. -Si giusto…- -Alti e bassi grazie-disse Draco. Durante il pranzo, parlando con entrambi, si rese conto che Harry non pensava più che fosse responsabile, mentre Ron aveva ancora qualche dubbio. -Ottimo pranzo Heather. Ora devo proprio andare però, ho un impegno e rischio di arrivare tardi, vi saluto-disse Draco terminato il dolce e si avviò verso il salotto. -Qualcosa non va Draco? Per quella storia?- -No, davvero no. Devo incontrare un amica, se non vado subito arriverò sicuramente tardi. Ciao Heather- le diede un bacio sulla guancia e dopo un attimo di riflessione aggiunse –Ah! Posso chiederti un favore? Chiamami Dan, o Danny se preferisci, ma voglio che lo faccia solo tu- -Va bene ma…- ormai si era smaterializzato e Hermione non finì la frase -…perché?- Draco Malfoy si materializzò in un parco, dove una ragazza ventiquattrenne dai capelli rossi, sedeva su una panchina. -Ciao Ginny- -Draco, finalmente!- esclamò lei alzandosi in piedi con gli occhi che mandavano mille bagliori. -Scusa sono stato a pranzo da Hermione. Non ho molto tempo, ho un sacco di cose da fare oggi pomeriggio- -Sei stato da Hermione?-domandò Ginny a metà tra lo sconvolto e l’essere a disagio. -Si perché? C’è qualche problema?- -No…cioè…veramente, sì- -E cosa sarebbe?-chiese Draco sorpreso. -Niente, niente, non è importante…!-rispose la ragazza con gli occhi velati. -Io invece credo di si- insistette lui guardandola negli occhi. –Ok, si è importante, ma non me la sento di parlartene qui. Vediamo stasera!- -No non posso. Ti faccio sapere quando va bene?- -Perfetto, ciao- Draco salì su un autobus, non aveva assolutamente voglia di smaterializzarsi, non sapeva esattamente perché…Quando scese camminò per circa un paio di isolati finché non giunse a casa sua, piena di ricordi. Rimase davanti al portone di casa qualche minuto, poi tirò fuori le chiavi di casa ed entrò. Salutò la madre Narcissa che leggeva un libro seduta sul divano e salì in camera sua, buttandosi sul letto, morbido e freddo. Quella casa era bella, grande, ma era fredda e tutt’altro che accogliente, e pensare che ci aveva sempre vissuto, un paio d’anni prima aveva quasi deciso di comprare una casa tutta per lui, la sua famiglia era ricca se la sarebbe potuta permettere, ma poi, aveva rinunciato, un po’ per la guerra in corso, un po’ che tutto sommato era legato a quell’abitazione, un po’ che sua madre faceva di tutto pur di convincerlo a restare con lei. Povera donna, lui era la cosa più importante che aveva senza di lui, sola in quella casa, piena di ricordi terribili persino per lei, non ce l’avrebbe fatta. Si alzò dal letto, uscì dalla camera prendendo una piccola chiave dal cassetto del comodino e aprì la stanza davanti, il suo studio privato a cui aveva vietato l’accesso a chiunque, anche alla madre. Girò intorno alla scrivania e aprì un cassetto. Draco prese un raccoglitore ad anelli verde scuro nel quale aveva scritto tutte le informazioni sugli spostamenti dei mangiamorte, quelli uccisi, catturati, sentenziati e spediti ad Azkaban con una specie di carta d’identità per ognuno, comprese tutte le accuse, i presenti ai tribunali ecc. lo sfogliò distrattamente fino a che non arrivò alla pagina dove un volto pallido, dai capelli lunghi, biondi quasi da sembrare bianchi, gli occhi grigi e penetranti e un ghigno orrendo dipinto sulle labbra: Lucius Malfoy. Draco tirò un pugno alla pagina e lo chiuse di scatto. Lo mise con cura al suo posto e aprì un altro cassetto, pieno di libricini tutti chiusi da un lucchetto. Erano esattamente 13. I suoi diari. Contenevano tutta la sua vita dal suo primo giorno di scuola ad Hogwarts fino all’ultimo giorno di guerra. In fondo al cassetto stava un mucchio di piccole chiavi tutte con inciso il numero appartenente al diario. Uscì dalla stanza e tornò in camera sua prendendo il lettore CD che gli aveva regalato tre anni prima Lawrence. Estrasse dalla copertina un disco di Celene Twain, e fece scorrere le canzoni fino alla numero 11, “We are the life”, la canzone di Hermione e Lawrence. L’ultimo anno di scuola a Hogwarts, ad una festa scolastica, per il compleanno di Hermione, Lawrence si era messo a cantarla e da quel giorno divenne la loro canzone preferita. “We are the life you’re in my heart we are the waves of the sea... Noi siamo la vita…Tu sei nel mio cuore…Noi siamo le onde del mare…Se non fosse morto sarebbero stati sempre insieme, non si sarebbero mai separati. When I will die don’t worry, I will love you forever You are for me, but You are for another person too... I love you... We are the life You’re in my heart We are the waves of the sea You know, I will die a day Tomorrow or I don’t know The death is a part of the life But, you remember this song And you don’t forget me...” Ora Draco capiva. Lawrence in qualche modo sapeva che doveva morire, non a caso aveva scelto quella canzone. Celene Twain era una cantante di canzoni d’amore, avrebbe potuto sceglierne una qualsiasi ma… “When I will die, I will love you forever...Quando io morirò, ti amerò per sempre”. Sapeva che sarebbe dovuto morire Hermione sicuramente non l’aveva capito. Sul comodino c’era il suo cellulare, compose un numero e chiamò. -Pronto?-Rispose una voce femminile. -Ciao Heather. Vieni a mangiare un boccone con me stasera?- -Oh ciao Dra...Dan. D’accordo ma perchè?- -Devo dirti una cosa, è a proposito di Lawrence- -Ok, ti aspetto da me alle 20.00 ciao- Un lieve clic mise fine alla conversazione. Guardò l’orologio e spalancò gli occhi. Erano già le 19.45, e andava da Hermione con l’autobus (non aveva ancora voglia di smaterializzarsi e poi gli piaceva guardare i babbani nella loro vita non-magica)! Fece una rapidissima doccia e indossò un paio di jeans, una camicia bianca e il mantello lungo nero dove nella tasca laterale inserì il lettore CD e il disco argentato di Celene Twain. Uscì di casa con i capelli ancora umidi accarezzati dalla brezza della sera. Nell’aria sentì il profumo di gelsomino e mimosa lo stesso profumo di… si guardò intorno come se pensasse di aver qualcuno che lo seguiva ma non v’era altro che le case, gli alberi e il vento. Dietro al muro di casa Malfoy una ragazza dai capelli rossi lo scrutava come uno sguardo “felino”. Guardò l’orologio e vide che erano le 19.52 non sarebbe riuscito ad arrivare da Hermione per tempo, così tirò fuori la bacchetta mostrandola alla strada ed un autobus viola a tre piani gli comparve di fronte, ed un uomo dai capelli rossicci, e i segni, sul viso, di una duratura acne, scese da esso. –Sono Stan Picchietto, benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto per maghi e streghe in difficoltà. All…-disse –Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete…che monotonia Stan, sempre la solita storia da anni! Batti cinque amico!- Draco fece una risata e l’altro fece lo stesso, poi si diedero un cinque entrambi e Stan disse –E’ tanto che non ti si vede eh? E tutte le volte che ti vedo sei cambiato! Sali va e dimmi dove ti dobbiamo portare…- Salirono sghignazzando come matti e Draco si sedette in una sedia di fianco a Stan. –Allora la tua amica come va?- -Chi Heather? Si tutto bene, ceniamo insieme stasera ho urgenza di parlarle di una cosa importante che ho scoperto- Stan guardò in fondo all’autobus pensieroso –Senti Draco, oggi pomeriggio vero le 17.00 più o meno, è salita…sai, la ragazza con i capelli rossi, come quelli dei Weasley,insomma l’unica femmina della famiglia…come si chiama…?- -Ginny?!?- Draco spalancò gli occhi –Si, si, proprio lei! E si mise là in fondo. Ad un certo punto scoppia a piangere e quando è andata via e sono andato a controllare che non avesse dimenticato nulla, ho visto…ho visto che sul finestrino, appannato, aveva scritto un nome, “Danny”, ti dice niente? Danny era il tuo nome in guerra perché l’ha scritto? Scusa, non sono affari miei, ma è strano no?- -Effettivamente è molto strano. Probabilmente quando mi pensa usa il nome Danny, per questo non ha scritto Draco. Ma non so spiegarmi il perché- L’autobus si fermò davanti alla casa di Hermione, i due amici si salutarono e Draco si smaterializzò in casa di Hermione. Che strana sensazione, vorticare, vorticare e vorticare ancora per poi appena un attimo dopo ritrovarsi in un altro posto. Dei passi frettolosi scesero le scale. Hermione. Indossava un semplice abitino azzurro a quadrettini bianchi e i capelli raccolti in una coda. Era molto bella. Draco l’ammirò per un momento, ma lei pensava a Lawrence e in quel momento non gli importava di quanto potesse essere carina o meno. Uscirono di casa mentre nella mente del ragazzo vagavano mille pensieri taluni legati a qualche minuto prima. “ Perché Ginny ha scritto il mio nome sul vetro? Cosa c’entro con lei? Perché ho sentito il suo profumo sulla via di casa?” “Che strana Hermione, non riesce ad accettare che Lawry è morto! Io le voglio bene ma sembra che non esisto quando si parla di lui” “Vorrei amare qualcuno per la secondo volta nella mia vita”. Arrivati davanti al ristorante Draco non entrò ma si fermò sulla soglia, tant’è che Hermione lo prese per un braccio. –Danny!- Lui tornò alla realtà e le aprì la porta lasciandola entrare. Mangiarono per un’oretta circa e poi, dopo che Draco ebbe pagato, si diressero verso un parco nelle vicinanze. –Siediti Heather- Tirò fuori il lettore CD e il disco e dopo averlo regolato alla canzone numero 11 porse un auricolare a Hermione. –Che signif…- lui gli fece segno con un dito di tacere e lei ascoltò senza capire. “We are the life you’re in my heart we are the waves of the sea... Lacrime fredde piene di dolore caddero dagli occhi nocciola di Hermione, ma Draco, anche se se ne accorse, preferì girare la faccia verso la fontana. When I will die don’t worry, I will love you forever You are for me, but You are for another person too... I love you... We are the life You’re in my heart We are the waves of the sea You know, I will die a day...” -Tomorrow or I don’t know, The death is a part of the life, But, you remember this song, And you don’t forget me...-continuò Hermione –Perchè me l’hai fatta ascoltare?- -Nella strofa- disse Draco. –Nella strofa cosa?- -Dice “Quando io morirò...Lo sai, io morirò un giorno...Domani o non lo so, la morte è una parte della vita…”-disse Draco. –E allora? E’ soltanto una canzone…- -Davvero? Celine Twain non è forse una cantante romantica? Non avrebbe potuto sceglierne una qualunque? Perché ha scelto questa? Forse perché sapeva in qualche modo di dover morire?- Hermione lo guardò con aria spaesata, poi gli si avvicinò e lo abbracciò e in un sussurro –Non riesco a dimenticarlo è come se come suo ultimo dono mi avesse lasciato il suo costante, perenne ricordo!- Stettero abbracciati per qualche minuto, poi Hermione, improvvisamente, si trovò abbracciata al nulla. Due giorni dopo ella trovò sul tavolino di vetro una copia del La Gazzetta del Profeta e quando lesse il titolo in prima pagina, il caffè che stava bevendo le andò di traverso: MANGIAMORTE, OMICIDA DI LAWRENCE BEGGIN E’ ANCORA IN CIRCOLAZIONE. –Cosa?!?- urlò. “Una persona anonima, ha dichiarato che non fu Antony Dolohov a uccidere Lawrence Beggin, bensì Christopher Crone, un mangiamorte, poco noto ma a quanto si dice micidiale. Sfuggito a cattura, tribunale o uccisione, è ancora in circolazione, con chi sa quali dati falsificati. Abbiamo fatto notevoli controlli ovviamente, ma per il momento nessuna informazione. Continueranno le ricerche ed Hermione Granger, sua quasi sposa quando egli era ancora in vita verrà convocata per udienza. Appena si sapranno altre notizie verranno subito dichiarate. Sandy GreenLeaf” Si smaterializzò immediatamente in camera di Draco che stava leggendo un libro. –Cosa accidenti ci fai qui?- -Alzato con il piede sbagliato stamattina?- -Si. Vai via per favore- -Cosa?! Io non mi muovo da qui!- rispose lei –Si da il caso che sia casa mia, quindi vai FUORI! LAWRY E’ MORTO DEVI SMETTERLA DI PENSARE A LUI COME SE FOSSE ANCORA VICINO ATE, VIVO! E IO SONO STANCO DI ESSERE IL TUO SFOGO PERSONALE, LO FACCIO DA DUE ANNI, DEVO VIVERE ANCHIO LA MIA VITA, NON TI PARE?- Sconvolta se ne andò lasciando da solo Draco che aveva paura di cadere vittima della pazzia. Quando la ragazza tornò in casa ad attenderla c’era Ginny, con i vestiti e i capelli bagnati, gli occhi rossi, e le guance arrossate dal pianto. Senza chiederle spiegazioni la fece accomodare vicino al camino e le porse degli asciugamani ed una coperta. Ginny la guardò con rabbia –Non voglio i tuoi servigi Hermione, o scusa, Heather!- disse bruscamente. –Scusa? Per caso ce l’hai con me Ginny? Perché se è copsì dimmi almeno il motivo- La Weasley scoppiò in una risata lontana per poi assumere la stessa espressione di prima –Te lo spiego subito il motivo, mia cara. Draco non mi ama! Draco ama te e non me!- urlò. –Draco non mi ama Ginny è il mio migliore amico- rispose stancamente Hermione cercando di mantenere la calma. –Ti ama dai tempi della guerra! Se non fosse stato per quell’idiota di Baggin, lui…-era la cosa sbagliata da dire, sicuramente, ed in un attimo Ginny si ritrovò a terra incapace di muoversi, perché Hermione le stava addosso. –NON OFFENDERE LAWRENCE!!- -BAGGIN E’ MORTO HERMIONE!- gridava la rossa, con la voce roca. Era la seconda volta in un giorno che glielo dicevano.-Ma ora me ne andrò. Me ne andrò da Londra. Dillo pure al mio caro fratellino Ronald, avrà un altro motivo per odiare Draco Malfoy- si smaterializzò per andare chissà dove. Comparve in una vasta distesa verde irlandese, si strinse le braccia attorno al corpo tremando mentre i capelli nuotavano con armonia nel vento. Guardava una casa, nella valle che si estendeva sotto di lei, e senza distogliere lo sguardo mosse le labbra e cantò la sua canzone, che seppur triste rispecchiava la sua vita… Questa dolce melodia, è solo la mia vita. Povera e piccola Circondata dal mondo Poi un giorno io cambiai Grazie ad un’amica Ed il cuore amor trovò Tra la via nemica Tra cavalli e sogni io E a scriver per addio Torna quella melodia Che il vento porta via Gli occhi le si erano riempiti di lacrime pensando a quanto era cambiata la sua vita e corse giù da quella vallata, superando il grande recinto di staccionata bianca, ed entrando nella casa che le mancava tanto, la sua casa. Guardando il soffitto vicino al camino si addormentò e una lacrima le scese lenta sulla guancia, ed arrivò alle labbra dove si fermò bagnandole, increspate da un sorriso che illuminava il suo mondo dei sogni. Quando la mattina si svegliò fece un bagno caldo e bevette un caffè. Poi si vestì con la camicia azzurra e i pantaloni da cavallerizza in pelle neri. Uscì e entrando nella scuderia aprì i box a tutti e 50 i cavalli che possedeva, che andarono nel recinto costruito per loro. Da una stanza all’inizio della scuderia prese sella e testiera e dopo essersi avvicinata al mustang pezzato a cui era più affezionata, lo sellò e partì al galoppo verso il lago al di la della sua proprietà. Arrivata in cima alla collina guardò in basso e osservò i cavalli…il ricordo della persona che le aveva donato tutta la sua ricchezza, sua zia. Durante un suo viaggio in Russia, per conto del dipartimento di Antichi Manufatti Magici, la sezione del Ministero in cui lavorava, aveva incontrato Dominique Weasley, la zia di suo padre. Ella le aveva spiegato che non aveva buoni rapporti con lui, e che si era trasferita in Russia per stare lontana da lui. Ginny rimase con lei per qualche mese, poi venne chiamata per la guerra in corso e dovette partire lasciandola a malincuore. Verso il finire della battaglia le arrivò una busta spessa e dall’aria importante. L’aprì e lesse le seguenti righe: Gentile signorina Ginevra Weasley, siamo spiacenti di riferirle che la signora Dominique Weasley, è deceduta questa notte. Nell’ultimo anno rilasciò il suo ufficiale testamento, il quale è allegato a questa lettera. Condoglianze e cordiali saluti Bank of Scotland Allegato alla lettera, come v’era scritto, c’era il testamneto che citava le parole scritte nell’ultimo anno di vita della defunta. “Testamento alla morte: Dono il mio intero patrimonio a Ginny Weasley, l’unica della mia famigli con cui ho un ottimo rapporto. Oltre ad esso (che ammonta a 2.500.000 sterline), le consegno i miei 40 cavalli divisi in purosangue inglesi e Camargue e la mia proprietà in Irlanda. Dominique Weasley” Quando aveva letto quei documenti non poteva credere a ciò che vi era scritto: era ricca! La sua vita sarebbe di certo migliorata di un poco…Quando però aveva incontrato Draco era stato tutto diverso, egli aveva fatto aumentare i battiti del suo cuore, e illuminare la sua anima. Poi si voltò, spronò il cavallo e partì verso il lago. Finita la guerra andò subito a visitare la proprietà in campagna, dove comprò la casa e costruì ( con l’aiuto di un pizzico di magia) il recinto. Per i cavalli aveva sempre desiderato avere molte razze così ne vendette alcuni per poi comprare gli altri. In totale nella scuderia vi erano 50 cavalli: 3 purosangue inglesi, 3 Camargue, 3 berberi, 3 arabi, 6 mustang, 3 pinto, 3 palomino, 3 quarter horse, 3 appaloosa, 3 andalusi, 3 trottatori francesi, 3 sélle Francais, 3 holstein, 3 tennesse, 3 missouri fox; in tutto 15 razze. Arrivata scese da cavallo e lo lasciò libero di pascolare, lei si sedette sulla riva tirando sassi ai quali faceva fare dei piccoli balzi sull’acqua limpida. D’un tratto divenne più scura, ma poiché una nuvola aveva coperto il sole, Ginny non si preoccupò; ad un certo punto si voltò vero l’animale per controllarlo e qualcosa l’afferrò per la caviglia, una cosa verde, viscida fatta da tanti rami verdi e bitorzoluti, tutti aggrovigliati e che veniva dall’acqua. –Scappa Hidalgo! Scappa!- Esso nitrì forte e anziché fuggire le si avvicinò cauto. Lei cercò di scacciarlo ma gli sforzi di rimanere in superficie incominciavano a stancarla. Improvvisamente si rese conto con orrore che aveva lasciato a casa la bacchetta e tentò l’unica cosa da fare: usare la magia senza lo strumento. –DESTRUCIO!!!- …) gridò Ginny. Quella viscida cosa che la imprigionava, lasciò la presa con un forte schiocco e Ginny poté ritornare completamente in superficie, alzò gli occhi e vide il suo cavallo, Hidalgo, un po’ offuscato, che la guardava. Poi svenne, sulla riva di quel lago, bagnata e allo stremo delle forze. Proprio in quel momento, un uomo apparve nella vallata, dai capelli biondi e gli occhi grigi, un tempo inespressivi e impertinenti. La vide distesa a terra, inerme…spaventato le si avvicinò, ma Hidalgo si alzò sulle zampe anteriori, impennandosi, credendo di proteggere la sua padrona. Draco afferrò le redini del cavallo e accarezzandolo dolcemente lo calmò. Prese in braccio Ginny e appoggiandola contro di lui, le sfiorò i capelli. La giovane rossa aprì lentamente gli occhi e si accorse di essere abbracciata da un corpo caldo che riconobbe subito. –Draco…-disse con un filo di voce. –Ginny, cos’è successo?- domandò lui, spostandola per guardarla in volto. –Mi sono seduta sulla riva, una cosa viscida, che usciva dall’acqua mi ha afferrato…- tossì un poco e poi continuò -…Non avevo la bacchetta così ho provato senza di essa, ci sono riuscita. Quella cosa mi ha lasciato andare e poi sono svenuta- Lui si alzò e le disse che dovevano smaterializzarsi, lei annuì e fece due fischi. Hidalgo partì al galoppo verso il recinto. I due si smaterializzarono a casa di Ginny e Draco la stese delicatamente sul divano, invece, lui si sedette sulla poltrona spostandola in modo da mettersi di fronte a lei. –Sai che ti devo portare a Londra vero?- Ginny, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Ora lui sapeva. Sapeva che lei, lo amava. Aveva parlato con Hermione, ne era certa, ed era anche certa che gli aveva detto il motivo per il quale se n’era andata: Draco. Poi, con un sospiro rispose. –Come hai fatto a sapere che ero qui?- Draco preso alla sprovvista sgranò gli occhi, non si aspettava come risposta una domanda, tanto più che non rispondeva alla sua domanda. –Pochi mesi fa tra le mie carte, ho trovato un piccolo quadernetto, rosso e oro. Un diario, veramente. Non era protetto ne da incantesimi ne da lucchetto, ma prima di aprirlo lo girai al contrario e lessi un nome, il tuo. Lo aprii pensando a cosa mi avresti fatto se fossi venuta a saperlo…- sorrise e guardò fuori dalla finestra. “Che bel sorriso” pensò Ginny. -…non vi era scritto molto, parlava solo di tua zia, Dominique Weasley, se non erro, dei soldi che ti aveva lasciato, dei cavalli, della proibizione di dare alcunché di ciò che ti aveva donato ai tuoi parenti, soprattutto a tuo padre, con il quale, come avevi scritto, non aveva buoni rapporti. Infine hai aggiunto che ti aveva lasciato una proprietà in Irlanda, e che avresti voluto comprarti una casa tutta per te. A quanto pare ci sei riuscita- Ginny annuì sorridendo e gli prese una mano, mettendosi a sedere sul divano. –Draco…- lo guardò negli occhi con un coraggio che lei stessa non credeva di avere –So che lo sai. Deve avertelo detto Hermione…- Lui abbassò lo sguardo, pensando. –La prima cosa che voglio chiarire con te Ginny…è che io non amo Hermione. E’ la mia migliore amica, ma per lei non ho mai provato niente di più che quello… Poi, si lo so. Sono rimasto perplesso, ma non stupito, poiché mi ero ricordato di ciò che mi aveva detto Stan. Di quel “Danny” scritto da una Ginny Weasley, divorata dalle lacrime su un vetro appannato. Da quel giorno avevo iniziato a chiedermi il perché, ed ora ho la risposta- Ginny lo guardò sempre tenendo stretta quella mano. –Non voglio tornare a Londra Draco, è inutile ormai stare là non ho più un motivo per starci- disse con gli occhi pieni di lacrime. –Perché? Prima che motivo avevi?- Lei gli sorrise quasi con compatimento e rispose –Tu. Prima c’eri tu. Spesso venivo in giro con te, per la guerra io potevo passarti delle informazioni e tu potevi passarle a me. Poi quando tutto è finito, non mi hai più considerata, come qualcosa di prezioso, che poi col tempo diventa vecchio ed è da gettar via- Draco si alzò, offeso. –No Ginny! Non è vero. Ti voglio bene e tu lo sai- -A me non sembra- Draco le prese entrambe le mani e la guardò negli occhi quasi penetrandola. –Non posso! Non ci riesco più dopo…dopo…- Lei lo guardò con aria interrogativa corrugando la fronte –Dopo cosa Draco?- Lui abbassò lo sguardo e la lasciò andare. –Dopo Helèna…- per Ginny fu davvero troppo -Helèna Tratchteberg? Ma Draco, è passato un sacco di tempo! Lei era cattiva e tu lo sai!- -Non lo era quando stava con me- -Può darsi, ma è diventata una mangiamorte, ma soprattutto ora non c’è più. E’ morta Draco- Lui andò alla finestra e osservando i cavalli appoggiò le mani contro il vetro freddo e poi la fronte. –Vedi, per me è stato un trauma, ogni volta che penso di provare qualcosa per una ragazza mi sento bloccato- La rossa provò a quel punto a farsi avanti –Non posso provare io a sbloccarti?- Lui si girò con un mezzo sorriso, gli occhi lucidi ed un espressione di fragilità, che mai Ginny Weasley, aveva visto su quel volto. –Pensi di riuscirci?- Ella annuì e lentamente gli si avvicinò abbracciandolo forte –Vedrai ce la farò- gli disse –Per me Hallie era importante, lo sai vero?- -Certo. So che l’amavi molto- e poi sussurrandoglielo nell’orecchio –Buonanotte- gli scoccò un rapido bacio sulla guancia e andò nella sua camera. Draco rimise al suo posto la poltrona e si sdraiò sul divano, pensando a quella giovane donna, all’apparenza così fragile, in realtà dall’animo forte e coraggioso. Ginny. Dal viso così bello, gli occhi illuminati da quella luce che solo lei poteva avere. I capelli soffici erano meravigliosi a contrasto con la sua morbida pelle chiara… Poi il sonno offuscò la sua mente, i suoi pensieri; e lentamente il suo corpo venne trascinato in un’altra realtà, un sogno. Nella sua mente apparve un treno, l’Espresso per Hogwarts! Una ragazza al suo fianco gli teneva la mano. Com’è bella…i capelli corvini, lisci e lucenti, e qualche ciuffo ribelle si faceva trasportare dal vento. La pelle chiara, e quei bellissimi occhi azzurri. Si voltò a guardarlo e gli sorrise. Il treno fischiò la partenza e si affrettarono a salire sul treno e trovare uno scompartimento. La scena perse luce graduatoriamente, e nello stesso modo ne riapparve un’altra. Sempre lui e quella ragazza, questa volta abbracciati e stesi sul prato in riva al lago nei confini del castello. Poi un bacio, un sorriso, un altro bacio…-Hallie?- com’è dolce sentire il suo nome, a dire il vero il suo soprannome –Dimmi Draco- ma ancor più dolce sentire la sua voce dimenticata da anni –Ti amo- lei sbuffò –Ti amo anch’io tantissimo- ma quel sogno, quel ricordo di anni prima, pian piano s’offuscò e Draco Malfoy tornò lentamente alla realtà svegliato dal profumo del caffè appena preparato. Aprì gli occhi sbattendo più volte le palpebre. Ginny intanto versava il caffè in due tazze, bianche di ceramica, le sistemò su un vassoio assieme a zuccheriera, fette biscottate, burro e marmellata. Improvvisamente Draco sentì il profumo di gelsomino e mimosa che aveva sentito davanti a casa sua quando si era sentito osservato ed era salito sul Nottetempo. Prese una fetta biscottata imburrata e ne mangiò un pezzo che masticò velocemente –Ginny, cosa ci facevi vicino a casa mia, il giorno che sono salito sul Nottetempo e ho incontrato Stan?- Le venne un colpo. Come accidenti poteva sapere lui che lei si trovava lì?Cosa…ma certo! Ora ricordava! Fece una piccola risatina, bevve un sorso di caffè e rispose –Volevo parlarti, o forse solo vederti…non so…poi ti ho visto uscire dal portone e sono scappata- Stavolta fu il turno di Draco a ridere –Quanto profumo ti eri messa?! Come ho attraversato la strada l’ho sentito subito, ma non riuscivo a collegarlo a te, ora che te l’ho sentito addosso ricordo…- Ginny rise più forte –Beh, il bello è che correndo via mi è caduta la boccetta di profumo che si è aperta e tu ci hai camminato sopra. Appena ti sei girato mi sono trasformata per paura di…Oh no!- si mise una mano davanti alla bocca e si allontanò. –Trasformata?! Sei un Animagus?- Lei annuì quasi impercettibilmente con il capo ed un’ attimo dopo divenne un puma, si voltò verso di lui e lo guardò con occhi penetranti, aveva i peli dietro le orecchie rossi come i capelli della ragazza e gli occhi identici a quelli di lei, mentre il resto del corpo era di un marrone rossiccio. Allora Draco si alzò, allargò le braccia e dopo aver detto –Beh, non sei l’unica…- si trasformò in una bellissima pantera dagli occhi grigio-ghiaccio, come i suoi. Con passo felpato senza il minimo rumore le si avvicinò e la fissò negli occhi, fu questo che la fece tornare umana, seguita da Draco. –Avevi intenzione di spaventarmi?- chiese Draco con una risatina. –No! Sei tu che mi hai spaventato! Sei impazzito? Cosa ne sapevo che eri una…una pantera!- rispose lei alzando la voce quel tanto da fargli capire che si era davvero spaventata. Le si avvicinò guardandola negli occhi, come aveva fatto prima. –Mi dispiace, scusami, non volevo spaventarti, davvero- -Va bene, ma non farmi mai più uno scherzo del genere, ok?- Draco annuì e sorrise, quel sorriso che a lei piaceva tanto –Dai su corri a prepararti che dobbiamo andare!- le disse. Ginny salì le scale anche se non voleva tornare a Londra, beh, almeno ci sarebbe tornata con lui. Fece una doccia, si asciugò e svogliata infilò un paio di jeans con una camicia bianca che la stringeva morbidamente in vita. Si pettinò i capelli morbidi e lucenti, e con un incantesimo preparò una valigia, che si sarebbe portata appresso. Mise delle comode scarpe da ginnastica e chiudendo la porta di tutte le camere al piano di sopra, scese, incontro a Draco. –Visto? Ho fatto veloce!- rimase strabiliato. Era vestita normalmente, ma a lui sembrava una principessa. Era veramente bellissima. –Beh? Stai bene?- disse lei riportandolo un po’ bruscamente alla realtà –Si…si, tutto bene. Andiamo allora!?- Ginny annuì poi uscirono dalla casa in pietra. –Oh! Aspetta solo un secondo! Devo dare da mangiare ai cavalli! Ci metto pochissimo!- corse e aprì la scuderia, con un incantesimo sollevò le balle di fieno e le depositò in ciascun box, infine venne fuori e si diresse verso il biondo per tornare, “purtroppo” pensò, a Londra. Si smaterializzarono a casa di Hermione, dove, insieme a lei, l’attendevano Ron ed Harry. Come suo fratello vide Draco la sue espressione da divertita, probabilmente per una battuta di harry, si tramutò in rabbia pura. –Tu! Stupido idiota verme! Cosa le hai fatto per farla scappare?!?-Cercò di lanciargli un incantesimo ma fu bloccato prontamente da Ginny. –Expelliarmus!- si parò davanti al biondo, come a proteggerlo. –Come ti permetti Ginny? E’ sempre stato uno stupido idiota! Lo proteggi pure ora?- Basta! Basta! Come osava suo fratello ad offenderlo? Avrebbe rivelato il suo segreto anche a loro, ma tanto valeva. –Animagus!- Ron fu scaraventato a terra da un puma all’apparenza feroce che con una zampata gli graffiò il petto lacerandogli il maglione rosso. Poi vide gli occhi dell’animale e riconobbe sua sorella… -Gi…Ginny?- perse i sensi. Hermione si protese su di lui per guarirlo, e nel frattempo Ginny ritornava ad una forma umana. Guardava Hermione guarirlo, vederlo aprire gli occhi e si accorse di pensare “ben gli sta, impara a trattarmi sempre come una bambina inoffensiva” Ron si rialzò e si riparò il maglione con un incantesimo. Guardava Ginny, come se lo avesse ferito, una ferita che andava ben oltre quella fisica. L’aveva ferito nel cuore. Voleva bene a sua sorella e vederla così gli faceva male. Non si accorgeva però che trattandola così peggiorava solamente la situazione. –Da quanto sei un Animagus?-chiese Harry, l’unico che fino a quel momento era rimasto immobile, senza dire una parola ne fare il più piccolo movimento. –Dall’ultimo anno di Hogwarts. Voglio scusarmi. Mi dispiace Hermione, non avrei dovuto trattarti a quel modo, non era mia intenzione offendere Lawrence. Me la sono presa con te, per un dolore mio, e tu non c’entravi nulla. Scusami- Si voltò a guardare Draco che le fece un sorriso impercettibile, non voleva far innervosire Ron più di quanto non lo fosse già. –Ti perdono, ma credo che dovresti più scuse a tuo fratello- Ginny scosse il capo, ma stavolta fu Draco ad intervenire –No Heather, no. E’ stanca di essere trattata da suo fratello come una bambina! E’ una donna esattamente come te. Ron ora credi che lei non ti voglia più bene, che ora per lei conti solo io? Ti sbagli! Ti vuole bene come prima. Vuole solo farti capire che Ha il diritto di amare chi le pare e piace. Credi che sia fragile, un cucciolo da proteggere? Sbagli anche su questo punto. Ho scoperto a mie spese che è solo apparenza; in realtà ha un animo più forte del tuo forse, ed è la donna più coraggiosa che abbia mai incontrato. Credete non l’abbia messa in guardia di quanto sarà difficile per lei raggiungere il mio cuore, e per esso lasciarsi prendere, dopo Hallie?! Un altro sbaglio- infine aggiunse abbassando la testa -Com’è facile sbagliare…-
  
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