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Autore: ChristineB    24/08/2010    0 recensioni
E' una fanfiction a capitoli che ripercorre la storia dei 30 Seconds to Mars fin dall'inizio della carriera dei fratelli Leto, passando per la formazione della band fino ad oggi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*What a wonderful world – The Ramones*

 

Era il lontano 1977.

Era una caldissima e lunghissima giornata d’estate ed  io ero nella casa dei miei vicini.

Non sapevo chi fossero quei Leto ma mia madre mi lasciava giocare con loro mentre lei lavorava.

Quel giorno stavamo giocando a nascondino e Shannon doveva trovare me e suo fratello, Jared.

Ce ne stavamo zitti dietro un cespuglio del loro giardino e da dietro le foglie vedevamo Shannon che ci cercava. Poi iniziò a cercare sul retro del giardino e noi ce la filammo a fare “Tana! Abbiamo vinto!”.

Una volta era bello giocare, eravamo un bel trio.

“Mamma sento un buon odore!! Che cos’è?” chiese  Jared a Constance, sua madre.

“Ho fatto una teglia di biscotti al cioccolato, poi ne daremo un po’ anche a Christine” disse lei guardando suo figlio.

Entrammo tutti dentro e mangiammo sei biscotti a testa e qualcuno, poi, suonò alla porta.

Era mia madre.

“Ciao Mary Anne!” disse Constance aprendo la porta e facendo entrare mia madre.

In meno di dieci minuti ero già fuori da casa Leto con un pacchetto pieno di biscotti al cioccolato al latte. Passarono gli anni e già eravamo volati verso le superiori. E neanche lì ci separammo.

Il nostro trio era il migliore, nessuno ci avrebbe separato.

Io e Jared eravamo in classe insieme, eravamo inseparabili. Eravamo migliori amici.

La nostra adolescenza era passata tra amori e giochi ma un giorno, dopo i lunghissimi viaggi Jared mi disse “Christine ci rivedremo. Devo ripartire.”

E così il trio si sciolse.

Jared e Shannon erano partiti verso la California ed io rimasi qui, in Louisiana, a Bossier City.

Da quel giorno da quando i fratelli Leto, i miei migliori amici, se ne andarono io sfogliai gli album di foto. Io e Jared eravamo nati nello stesso anno ma in mesi diversi; io ero nata due giorni dopo di Shannon ma nel 1971. L’ultimo compleanno lo avevo passato con mia madre che stava male, aveva un tumore e il giorno dopo l’avrei dovuta riportare all’ospedale.

E nei giorni seguenti al mio compleanno, il 23 marzo, mia madre morì per quel tumore.

Avevo ereditato i suoi soldi. Era il 1991 ed io ero rimasta sola con la signora Leto come vicina di casa. Spesso andavo a casa sua per avere qualcuno con cui parlare, a volte dormivo da lei che mi sistemava sempre nella stanza di Jared.

Un giorno arrivò una sua chiamata; Jared e Shannon venivano per le vacanze di Natale.

Ero così emozionata che passai ore ed ore a provare e riprovare vestiti. Alla fine optai per un abito rosso, molto natalizio e delle scarpe dello stesso colore del vestito.

Bussai a casa di Constance e…

“Ehm ciao… chi sei?” chiese quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e dai capelli neri, tinti.

“Ja…Jared? Oddio Jared!” dissi abbracciandolo vedendo che Constance fece un sorriso ampio

“Jared lei è Christine, di sicuro Shannon si ricorda meglio di lei. Voi eravate migliori amici fin da piccoli e purtroppo a marzo sua madre è morta.” Raccontò lei

Jared, piano piano, si ricordò di me e mi strinse forte.

“Mi sei mancata tantissimo” disse per poi guardarmi “E sei anche diventata molto carina…”

“Jared lascia il tuo lato da seduttore per stasera, ora andiamo a mangiare” disse Shannon ridendo.

La serata passò tra racconti, ricordi dell’infanzia e anche adolescenziali.

Jared e Shannon ci raccontarono che Los Angeles era una città bellissima, piena di luci, piena di gente e che avevano fatto parte di un telefilm, insieme.

Loro però dovevano ripartire la mattina seguente perciò io decisi che potevo andare a dormire a casa mia. Per un momento mi trovai da sola, con Jared, seduta sul divano.

“Sai Christine non immaginavo che con il passare del tempo non ti avrei riconosciuta. E’… come se non vedessi la Christine di una volta, quella bambina con i capelli castano chiaro che giocava e scherzava con me, quella che mi era sempre vicina. Sei cambiata a colpo d’occhio” disse

“Bè Jared da quando sei partito ne sono cambiate di cose. Mia madre è morta e avendo vent’anni come punto di riferimento ho tua madre e mi diverto molto con lei. A volte andiamo a fare la spesa insieme e cin consigliamo anche quando andiamo a fare shopping. Da quando te ne sei andato non so con chi parlare ma tua madre mi consola dicendomi che tu sarei sempre il mio migliore amico, che non ti dimenticherai mai di me. Spero che sia così” sussurrai piano

Jared mi abbracciò forte e mi accarezzò lentamente i capelli, poi tornò a parlare.

“Il trio non si scioglierà mai Christine, la nostra amicizia sarà per sempre come abbiamo promesso quindici anni fa. Eravamo bambini ma eravamo molto intelligenti, soprattutto tu. Sei stata la più intelligente da subito. Chi mi aiutava con i compiti? Tu. Chi mi dava consigli su come trattare le ragazze? Tu perché sei una ragazza e sai cosa volete sentire. Prometto che tornerò, che ti telefonerò. Poi, un giorno, verrò qui e ti verrò a prendere e verrai con a vivere a Los Angeles.”

Piansi un po’ ma Jared iniziò a cantare e con la sua voce mi cullò fino a farmi addormentare. Mi coprì con una coperta pesante e mi diede un bacio sulla fronte, poi andò in camera sua e fece le valigie per la mattina seguente.

 

*Winter Sleep – Olivia Lufkin*

 

Mi svegliai sentendo il profumo del buonissimo caffè di Constance e anche dall’odore di una brioche molto calda.

Stropicciandomi gli occhi mi accorsi di avere un post-it attaccato sulla fronte.

 

“ Sono andato via così presto…

Avrei voluto passare più tempo con te, più tempo per

Conoscere chi sei ora, come sei ora.

Ti ho fatto una promessa e la manterrò.

Te lo giuro.

Buongiorno stella.

Jared ”

 

Corsi da Constance per fargli leggere il biglietto che Jared mi aveva lasciato.

“Secondo me” disse lei “Jared sente qualcosa ma non è detto. Non riesco mai a decifrare le emozioni di mio figlio”

Sorrisi e feci colazione, salutai Constance invitandola a pranzo.

Tornata a casa iniziai a rassettarla in maniera convulsa. Ero una maniaca della pulizia e dopo tre ore buone tutto era già a posto, pulito e ordinato.

Guardai la mia casa e notai qualcosa di strano. Sul muro, davanti a me, c’era una busta, una busta che non avevo mai visto. Mi avvicinai di più e la presi.

L’ aprii e c’era una vecchia foto di me e Jared da bambini. Sorrisi.

“Vedi qui era il giorno del mio compleanno: il giorno di Santo Stefano. Il mio compleanno era il tuo giorno preferito, lo sapevo di per certo perché il mio giorno preferito era il tuo compleanno. Eravamo dei perfetti migliori amici e lo saremo sempre. Anche se la distanza è molta, fra qualche giorno ti arriverà una lettera e sarai felice del contenuto. Spero che fino ad allora continuerai a fare la vita di sempre, a sostenere mia madre e a farla felice. Ti voglio bene, Jared.”

Era passato anche per casa mia, prima di partire.

Ero felicissima e quando Constance arrivò iniziai a dirle di voler andare a Los Angeles ma lei mi fermò. Ora era come una madre per me.

“So com’è fatto e sono sicura che con quelle parole vuole dirti che ti arriverà presto un regalo. Lo conosco e quando dice così è perché ha qualcosa in mente.”

Passarono i giorni, passarono anche i mesi e febbraio arrivò presto. Della lettera/regalo di Jared neanche l’ombra.

Sebbene febbraio fosse il mese più freddo, quel giorno c’era un bel sole cocente.

E non mi meravigliai che Constance si era sdraiata su una sdraia. Poco dopo sentii una voce pronunciare il mio nome.

“Si?”

“C’è una lettera per lei.” Disse il postino

“Davvero?”

“Si” e così me la diede e la aprii in meno di dieci secondi. Guardai il contenuto e…

“Constance!!!” urlai per farmi sentire “Jared ha mandato due biglietti per Los Angeles, sono per questo week end.”

Iniziai a leggere la sua lettera:

“Ciao Christine, saluta mia madre da parte mia e di Shan.

Ecco qui il tuo regalo. Ci sono due biglietti per L.A., quello a/r è per mia madre e quello senza ritorno è per te. Vieni da noi che te ne pare? Ti piace? Appena leggi la lettera parti subito perché avete l’aereo. Vi voglio bene.”

Saltai di gioia e preparai le valigie insieme alla signora Leto.

Stavo andando a Los Angeles da Jared e Shannon! Non ci potevo credere.

 

*California – Phantom Planet*

 

Le ore in aereo passarono velocemente. Io e Constance parlavamo e ci eravamo anche addormentate. Arrivate a LAX mezze assonnate, prendemmo un caffè e senza neanche alzare una mano per prendere il cellulare…

“Mamma! Christine!” sentimmo urlare dal fondo. Un poliziotto ci portò fino all’entrata dell’aeroporto e io vidi il paradiso.

No, non era mica il panorama di Los Angeles bensì l’uomo di cui ero la migliore amica.

Si il mio Jared.

Dal finestrino di un taxi si vedeva una mano che salutava: era Shannon. Veloci entrammo e Jared disse all’autista di andare in una certa via.

Circa un’ora dopo ci trovammo davanti a casa loro: io e Constance eravamo letteralmente sorprese.

Era una bella casa, con un giardino immenso, tutta bianca. Jared ci fece accomodare all’interno mentre Shannon scappò a fare la spesa.

“Benvenute a casa dei fratelli Leto” annunciò Jared  “Adesso vi mostrerò le vostre stanze. Mamma seguimi, Chris tu rimani lì, siediti se vuoi non sentirti obbligata a stare in piedi.”

Mi sedetti lì, su quel divano nero molto confortevole. Guardandomi attorno riconobbi uno dei quadri che Jared aveva fatto a Bossier City, uno di quei quadri che amavo in particolare.

Sentii dei passi e velocemente arrivò Jared che mi prese la mano.

“ Dai vieni, ti conduco nella tua nuova camera” disse stringendomi la mano portandomi al piano superiore. Vidi una porta davanti a me, con tanto di targhetta con su scritto il mio nome con un bel “ DO NOT ENTER”.

“Così io e Shan ci ricorderemo che le donne hanno più privacy degli uomini e che prima di entrare dovremmo bussare.”

Sorrisi e quando Jared aprì la porta trovai tutto il mio mondo.

“Ho dipinto le pareti del tuo colore preferito. Rosso vero? Poi ho aggiunto qualche quadro di Marilyn Monroe: mi sono ricordato che la ammiri moltissimo. Lì c’è uno scaffale dove potrai mettere tutto ciò che vuoi, lì una pila di cd molto rock come piacciono a te, nell’altro angolo una pila di dvd e ciliegina sulla torta: avrai un bagno tutto per te così non avrai bisogno di riempirci di schiaffi se entriamo senza bussare” disse con una risata “Il tuo letto è matrimoniale così che puoi girarti quanto ti pare abbracciata al tuo cuscino e a questo.”

Tra le mani stringeva un delfino di peluche: sapeva che amavo il mare.

“Grazie Jared e grazie anche a Shan. Non dovevate fare tutto questo.”

“Mi sentivo, ci sentivamo in dovere di farlo.”

Shannon tornò molto dopo e mangiammo. Jared aveva la sua solita insalatona e noi attorno carnivori a mangiare carne.

Tante risate ci furono in quel giorno ma passato il week end già stavamo tornando all’aeroporto.

Si, Constance doveva ripartite per Bossier City, ritornava a casa.

“Constance tieni d’occhio casa mia, portati la chiave a casa tua così nessuno si infiltra!” dissi salutandola. Shan e Jared la salutarono e lei ripartì.

Stavolta tornammo a casa con le moto e Jared volle che salissi sulla sua, il povero Shannon lo guardava come se volesse mangiarlo.

E da qui iniziò la mia avventura a Los Angeles con Jared e Shannon Leto, i miei migliori amici.



  
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