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Autore: Merlyn    24/08/2010    3 recensioni
Il giorno dopo il suo compleanno, Holmes ha ancora qualche postumo della sbornia e non ricorda niente di quello che è accaduto...ma Watson si! PreSlash, l'avvertimento lo metto per sicurezza.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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The drunken detective

Ecco un’altra traduzione, stavolta molto breve e molto poco seria. Già dalla presentazione si capisce la peculiarità della storia in cui ho comunque trovato i personaggi stranamente IC, malgrado quello che succede. L’autrice, Merlyn, ha acconsentito alla traduzione, trovate qui la storia originale.

Buona lettura!!

 

Scesi le scale nella frizzante mattina ad un’ora piuttosto tarda, le dieci e mezza. Era il mattino del 7 gennaio 1889 e non mi aspettavo di vedere il mio caro amico Sherlock Holmes sveglio ad un’ora simile. La notte precedente era stato celebrato il suo trentacinquesimo compleanno e, come risultato di tutti i drink che i membri della polizia e gentili ex clienti hanno insistito per offrirgli, era stato particolarmente difficile riportarlo a Baker Street nelle prime ore del giorno.

Potete quindi capire la mia sorpresa quando, entrando nel soggiorno trovai Sherlock Holmes (per quanto non rasato e dall’aspetto un po’ scompigliato) seduto al tavolo da pranzo, la testa appoggiata sulle braccia e la colazione intatta. Chiusi la porta con un colpo secco e lui contrasse il viso visibilmente.

“Buongiorno, Holmes. Come si sente?”

“Glielo dirò quando la stanza smetterà di girare.”  Fu la sua replica poco chiara.

Risi e presi il mio posto al tavolo. “Dovrebbe mangiare qualcosa.”

“Non posso reggere né il cibo né solo l’idea del cibo al momento.”

“Si, ho sentito stamattina.” Dissi mentre mi versavo due tazze di caffè forte.

“Mi dispiace per averla svegliata.” Mormorò. “E’ piuttosto difficile vomitare a bassa voce.” Si alzò per attraversare la stanza, fino al divano, dove ci si buttò senza fare molte cerimonie, portando il braccio sugli occhi. “Perché non mi ha fermato?”

“Le è consentito sentirsi allegro al suo compleanno.”

“Allegro!”

“In tutta onestà.” Replicai guardando verso di lui mentre prendevo ancora un po’ delle eccellenti salsicce che la nostra governante aveva portato. “Non avevo idea che fosse così ubriaco. Non finché non è caduto da quello sgabello.” Holmes gemette al ricordo.

Sospirai alzandomi e mi avvicinai all’armadio chiuso dove tenevo la mia borsa da medico. Lì aprii l’armadio, tolsi la borsa cercai dentro finché non trovai quello che mi serviva. Tolsi il pacchetto con una delicata polvere bianca e sciolsi la mistura in un bicchiere d’acqua, avvicinandomi a Holmes.

“Ecco.” Mi accovacciai vicino a lui, porgendogli il bicchiere.

Sedendosi lentamente lo prese in mano. “Cos’è?”

“Qualcosa che aiuterà a calmare il suo stomaco.”

Sembrava un po’ sollevato. “Grazie.” Bevve la mistura in un colpo solo e mi porse il bicchiere vuoto.

Gli sorrisi e mi alzai. “Oh, a proposito, ha la patta aperta.” Grugnì in risposta prima di sistemare i pantaloni. “So che non se la sente, ma dovrebbe veramente mangiare qualcosa.” Mi avvicinai al tavolo e sollevai un coperchio. “Toast?”

“Se non lo faccio mi perseguiterà tutto il giorno.” Replicò un po’ a malincuore. In risposta gli sorrisi, passandogli il piatto e tornando alla mia colazione.

Durante il lungo silenzio che seguì l’unico rumore era il suono del masticare lento di Holmes, e il tintinnio del mio coltello e della forchetta, mentre mi riempivo nuovamente il piatto della mia deliziosa colazione.

“Non mi sono reso ridicolo, vero?” Holmes ruppe il silenzio con una voce tranquilla.

“No. Non particolarmente.” Bevvi il mio caffè. “Eccetto dire a Lestrade, a voce molto alta, che lo ama.”

“Oh Dio.”

“Considerato che nessuno l’ha ammanettata penso che tutti si siano divertiti molto, specialmente dopo che ha provato a baciarmi mentre la aiutavamo a salire in carrozza.” Non potei resistere a lanciare un’occhiata in quella direzione. Le orecchie di Holmes erano diventate di un interessante tonalità di rosa.

“Eccetto quello è stato un ubriaco modello.”

“Ritorno a letto.” Borbottò prima di affrettarsi in direzione della sua stanza. Mi concessi un sorriso mentre sentivo la porta chiudersi con un click.

Il pomeriggio sul tardi sbirciai, dalla porta, nella camera di Holmes e lo trovai ancora addormentato profondamente, quindi lo lasciai per tornare in soggiorno ed immergermi in una delle mie storie di mare preferite. Tempo dopo bussarono alla porta.

“Avanti.” Dissi.

La porta di aprì ed entrò l’ispettore Lestrade. “Buon pomeriggio dottore.” Indicò col cappello in direzione della porta di Holmes. “Ancora addormentato?”

“Ah, si. Ne è emerso stamattina, ma è tornado a letto subito dopo. Si sieda, Lestrade.”

“Grazie.” Si sedette sul divano vicino a me. “Non lo biasimo, se fossi stato ridotto come lui non avrei neppure pensato di uscire dal letto, prima di tutto!”

Risi. “Per fortuna non era troppo ubriaco, non credo avrei potuto far fronte alla cosa se si fosse messo a cantare o altro. ”

“Non era troppo ubriaco, ah! Eccetto per gridare al mondo che mi ama!” Lestrade arrossì leggermente. “Non ho sentito altro allo Yard, glielo dico io.”

“Qualcosa da bere?”

“Oh…si, grazie.” Gli versai un bicchiere dal decanter e glielo porsi. “Grazie.” Ne bevve un sorso. “Gregson si è divertito molto a mie spese. Dice che capisce perché il signor Holmes è sempre impegnato con me nelle indagini.”

“Lo sa che non intendeva, Lestrade.”

“Oh, lo so, lo sanno tutti. A dire la verità dottore, ho pensato spesso a lui. Lei no?”

“Mi scusi, pensare a lui in che senso?”

“Lo sa…se è…”

“Oh.” Risi. “Ad essere onesti, Lestrade, non ho pensato molto alla…natura intima di Holmes. Non credo proprio ne abbia una.”

“E lei non ha mai…?”

“Beh, non del tutto consciamente. L’idea di lui…romantico con qualcuno è…beh, è…è…” Non riuscivo a trovare le parole e Lestrade capì.

Finì il suo bicchiere e si alzò. “Grazie per la bevuta, gli faccia sapere che sono passato.”

“Oh…perchè?”

“Oh, speravo di trovarlo alzato, vorrei prenderlo in giro per la scorsa notte. Ricorda qualcosa?”

“Non credo e non gliel’ho ancora detto. Ripassi questa sera.”

Lestrade sorrise e indossò il cappello. “Lo faro. Buon pomeriggio.”

“Buon pomeriggio, ispettore.”

Mi voltai per trovare Holmes in piedi sulla porta della sua camera da letto, con un espressione inorridita sul viso.

“Che cosa intendeva con ‘non gliel’ho ancora detto?’”

  
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