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Autore: Crystal queen    24/08/2010    4 recensioni
Una storia incentrata sulla Neoborg e sui nuovi piani dell'intramontabile Vladimir Vorkov... Gli ex Demolition boys conosceranno una ragazza, loro guardiana, attraverso la quale verranno a conoscenza di fatti e eventi dei quali non immaginavano alcuna esistenza... " - La sua voce è....straordinaria... - disse poi Yuri, la cui vista si stava offuscando, e un po' alla volta tutti quei colori, quelle ombre e quelle luci si fondevano insieme, divenendo una cosa sola...era precipitato in un quadro impressionista dai tratti molto confusi, e quella musica...il diavolo e tutti gli angeli stavano cantando insieme per loro, stavano cantando la sua tragedia... "
Genere: Dark, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la sconfitta di Vorkov, la tranquillità fece ritorno sul pianeta, il presidente Daitenchi riprese in mano le briglie della BBA, con conseguente felicità dei Blade Breakers, che ripresero gli allenamenti il giorno stesso.

Il fratello di Takao torno' assieme a loro, scusandosi per gli errori commessi.

E Vorkov? mica era morto...

-Maledetti...umiliato davanti al mondo intero, e da chi? da un branco di mocciosi e le loro dannate trottole...Takao..troverò il modo di distruggere te  ei tuoi amici...si...ricomincerò tutto da capo, e stavolta non dovranno esserci errori, nemmeno il minimo errore...riuscirò a ottenere tutti i loro bit power con la forza...e distruggerò ognuno di loro, uno a uno...ma prima di puntare all'ape regina...bisogna abbattere le sue difese.......Yuri Ivanov, me la pagherai...la Neoborg non vedrà molte albe ancora...-

Vorkov si trascinava a fatica nella neve, era in cammino da alcuni giorni, stanco e indignato, ma tuttavia non abbattuto...

Alcuni seguaci gli erano rimasti fedeli, dopo tutto, e lo attendevano in quella che sarebbe stata la nuova base della vecchia borg...una base abbandonata dalla prima guerra mondiale, da qualche parte sotto la steppa siberiana...

E a proposito, che fine avevano fatto gli ex demolition boys?

Dopo lo scontro con Garland che costò quasi la vita a Yuri, egli dovette rimanere in convalescenza e sotto stretta osservazione per una settimana almeno, poichè da pochi giorni era scampato al coma.

Anche i suoi compagni, Boris e Sergej, se l'erano vista brutta con il nuovo campione di Vorkov, ma ne erano usciti molto più facilmente di lui.

Così, Yuri, Boris e Sergej fecero ritorno a Moska, dove Yuri avrebbe completato la sua guarigione, in tranquillità, nel suo lettino d'ospedale, comodamente davanti alla tv...già, vaglielo a dire...

-BASTA! FATEMI USCIRE DI QUI!non ce la faccio più a stare a letto con voi intorno tutto il tempo!

Yuri era balzato furiosamente fuori dal letto, imprecando contro gli infermieri:

Infermiere - Ma signorino Ivanov, le sue ferite sono ancora fresche, cerchi di stare calmo, deve riposare!

 Yuri - Non mi interessa! sto bene ora, non ho bisogno di tutte queste bende...secondo voi ho mai ricevuto delle cure quando stavo al monastero?

L'infermiere lo guardò e alzò le spalle:

Infermiere - Ma..non saprei...

 - Bè la risposta è NO!non ho mai ricevuto delle cure, quindi non c'è bisogno che vi affanniate tanto per me, date queste bende a chi ne ha bisogno...- fece lui iniziando a togliersi la benda intorno alla testa.

- Ma è molto debole ancora, mi ascolti!-, disse timidamente l'infermiere, avvicinandosi con cautela:

Yuri - Hai detto...DEBOLE...per caso...?

Infermiere - N-no, signorino, non mi fraintenda, volevo dire che..

Yuri - Io NoN sOnO MaI sTatO, e mAi sArò...DEBOLE!!!HAI CAPITO BENE?!!!

Infermiere - V-va bene, a-adesso sta esagerando, s-si calmi, la prego!

 - FUORI DI QUI!!!! - Urlò lui furioso - NON VOGLIO VEDERE PIU' NESSUNO QUADDENTRO, CAPITO?!?!!!

 

La porta della stanza si spalancò sul corridoio, e l'infermiere fuggì a gambe levate, incrociando gli altri componenti della Neoborg, che stavano raggiungendo la stanza di Yuri:

Infermiere - Mamma mia!Quello è matto!

Boris - Ma cosa...Yuri! Andiamo!

I ragazzi affrettarono il passo, e giunti alla porta bussarono:

<< Tump-tump!>>

Yuri - Vi ho detto di andarvene, non voglio vedere più nessuno oggi!

Boris - Neanche vecchissimi amici?

Yuri - Cosa? Boris?

Boris - Esatto, e non solo...

Entrarono e cinsero il letto:

Sergej - Ciao Yuri. Come ti senti?

Yuri - Ah, non ne parliamo, vi prego...non reggo più qua dentro, mi trattano come un vecchio malato...voglio uscire al più presto.E voi? avete già ripreso gli allenamenti?

Boris - No, per un po' pensavamo di prenderci una pausa...

Yuri - Come? cosa vorresti dire?

Boris - Ah, andiamo, vecchio, siamo al mondo da vent'anni, e fino ad ora non abbiamo fatto altro che combattere, allenarci, non abbiamo nemmeno la minima idea di come sia fatto il mondo, e Moska, la nostra città...chi se la ricorda più?

- Per quanto tempo?- chiese Yuri con fare diffidente

Sergej - Un mese, non di più...ma neanche di meno...

Yuri - Mh...forse avete ragione...è anche inutile che io continui ad agitarmi...

 - Esatto, capo, insomma..siamo esseri umani, non macchine, e secondo me tu sei ancora legato al modello di vita del monastero...non lavoriamo più per Vorkov da due anni, ormai...- spiegò Boris, e a quelle parole Yuri si rilassò improvvisamente, come se si fosse appena svegliato da un'incubo terribile: - resisti gli ultimi giorni...e quando uscirai di qui, andiamo tutti a mangiare fuori.

 - Mh...va bene, mi hai convinto - disse lui con un sorrisetto maligno - ma solo se paga Sergej.

Sergej - Ehi, ma che ti salta in mentre?guarda che questi ci credono davvero!

Yuri sghignazzò malignamente a labbra serrate, poi guardò verso Kay, che per tutto il tempo non aveva detto nulla.

Yuri - E Kay? cosa dici?

Kay - Pensa a guarire, cuor di lupo... - fece lui, uscendo con fare spavaldo dalla porta.

Yuri - Mh...sempre il solito sbruffone...

 

I giorni passarono spaventosamente adagio, specialmente gli ultimi, Ma Yuri  iniziò a prendere in considerazione ciò che aveva detto Boris

- Sei ancora legato al monastero...non lavoriamo per Vorkov da due anni...- Deve rilassarsi, signorino Ivanov...deve riposare...-

Quelle parole gli turbinavano continuamente nella testa, come una bufera di neve, in cui miliardi di miliardi di fiocchi vanno ad attaccarsi a un singolo albero.

Così cominciò a rilassare i suoi nervi iper tesi, al punto da chiedere scusa all'infermiere.

Comprese che a infastidirlo tanto era il fatto di concepire il riposo come una 'perdita di tempo', una discesa rapida della propria energia combattiva,  e il rilassamento, la pausa, la ricreazione, erano parole dalle quali difendersi nel monastero.Ma quando conobbe il volto del riposo e della quiete, vi si abbandonò completamente.

Dormì per molte ore, la sua mente si rigenerò rapidamente, e le sue ferite, le contusioni e i lividi guarirono molto in fretta.

 

Era ormai notte alta, e Yuri venne svegliato da una strana musica, malinconica, il riverbero di un pianoforte.

Tese l'orecchio e ascoltò con attenzione, ma il suono era molto lontano, non era possibile definirne la melodia.

Di colpo le note impazzarono, affogate in un vortice di rabbia, quel tipo di rabbia che ha una bellezza propria, scintillante, quella rabbia furiosa e bellissima, che rendeva il suo stesso rancore poetico e monumentale.

Le note andavano dalle più profonde e cavernose in crescendo, la voce del pianoforte si faceva sempre più grave e maestosa, pareva quasi ruggire, e quelle dita sembravano martellare i tasti: le emozioni di chi stava suonando scendevano dal cuore  dritte alle mani, e su quella tastiera prendevano vita propria...

Yuri non aveva mai ascoltato musica nel monastero.Quello che sentì lo aveva sconvolto.

Quelle note avevano fatto sorgere in lui una carica di energia pazzesca, sentiva di poter mandare il mondo in frantumi con uno sguardo...quella musica era un'autentica fonte di scarico per tutta la rabbia repressa che portava nel cuore,,,se la sentiva strappare da sotto la pelle, come fosse sudore, e ciò lo faceva persino rabbrividire.

Ma chi suonava quelle note?a chi appartenevano quelle emozioni?

Con un paio di scale e pochi ultimi colpi bruschi e duri la musica cessò.Yuri restò in ascolto ancora un po', poi prese sonno.

La mattina successiva, finalemente, era autorizzato a lasciare l'ospedale, e Boris, Sergej e Kay vennero a prenderlo.

 - Hai visto? Dopo una settimana di riposo sei ancora vivo, dopo tutto... - fece Boris sorridendo.

Ma la mente di Yuri era altrove, e i ragazzi ci fecero caso:

-Ehi  capo, che ti prende? sembri assente...- continuò.

- Che hai, Yuri? sei strano.. - aggiunse Sergej.

Yuri - ...Ieri sera...qualcuno stava suonando un pianoforte, qui sotto, da qualche parte...

I tre sobbalzarono, e si guardarono con gli occhi sbarrati:

- Un pianoforte, hai detto? E cosa suonava? - chiese Boris incredulo.

 - All'inizio era triste, malinconico... - spiegò Yuri non capendo l'improvviso interesse dei tre per la cosa: -...e poi..

 - Piombava in una tempesta di rabbia...- gli finì la frase Sergej.

Yuri - Non l'avrete sentito anche voi?

- Già, - fece Boris - l'altro ieri sera...una canzone sola, poi è svanito.

- Ma chi era? - Chiese Yuri incuriosito.

- Abbiamo provato a vedere chi fosse, ma non si capiva da dove venisse la musica... - spiegò Kay.

- Bah, non è certamente un caso che l'abbiamo sentito tutti e 4, non vi pare? - Disse Yuri, che a braccia conserte si era appoggiato con la schiena al muro e guardava fuori dalla finestra.

-Qualcuno sta cercando di attirare la nostra attenzione...probabilmente per dirci qualcosa... - intervenne Kay - Ma secondo me è inutile restare qui a rimunginare e fare ipotesi, se era un messaggio mirato a noi sono sicuro che si farà sentire di nuovo...

-Esatto, secondo me Kay ha ragione, - fece Boris - non c'è due senza tre.

- Si, probabilmente è così...- finì Yuri.

 

I ragazzi fecero ritorno alla base della Neoborg, un piccolo edificio in un quartiere vicino alla Piazza Rossa, e depositarono gli effetti di Yuri.

- Casa dolce casa, capo... - fece Boris in tono ironico, mentre Yuri svuotava la sua sacca. In realtà Yuri odiava quel posto, che era fin troppo modesto per ospitare 4 persone, nonostante i disagi con gli infermieri e le bende avrebbe preferito da una parte restare in quello squallido stanzino d'ospedale.

- Dolce baracca vorrai dire... - disse infatti guardando disgustato le crepe sui muri e la finestrella rotta in alto su un muro - cade a pezzi, e siamo qui da meno di due anni...

- Ti eri abituato bene, eh? E invece la vacanza è finita, temo.. - lo prese in giro Sergej.

- Beh, ti ricordo che stasera devi offrire la cena a tutti, Sergej, te ne sei già dimenticato? - Fece Yuri ghignando, mentre si scambiava un'occhiata complice con Boris:

- Ancora con questa storia? Ve lo scordate, belli, io non pago proprio niente a nessuno, chiaro? - sbottò Sergej innervosito.

-Accidenti, fratello, non ti facevo così tirchio! Stavamo solo scherzando...ognuno pagherà per se, ok? - Disse Yuri ridendo, mentre il colosso gli girava le spalle offeso.

 

I Neoborg uscirono a curiosare per il centro, del quale avevano pochissimi sfocati ricordi. Erano trascorsi troppi anni dall'ultima volta, che corrispondeva al giorno che misero piede nel monastero.

Avevano già visto la Piazza Rossa, ma non avevano idea di cosa fossero quegli edifici così colorati e formosi.

Passarono buona parte del pomeriggio ad osservare incantati le cupole d'oro della chiesa, che risplendevano sotto la luce del sole.

 Visitarono la cattedrale di S. Basilio, i cui minareti formosi e coloratissimi si snodavano alti verso il cielo: quella costruzione poteva benissimo essere il castello di marzapane e canditi di una  fiaba, e Yuri, silenziosamente, provò a immaginare la scena: era incantevole, e calzava a pennello.

Conclusero la visita con una passeggiata per il Cremlino. Sembrava davvero di essere in una storia fantasy.

- Per bacco, cosa ci siamo persi... - fece Yuri con gli occhi spalancati, guardando per aria come un bambino.

- Chi se lo ricordava un simile splendore? - Fece Boris, non meno colpito di Yuri.

- Sembrate dei bambini al lunapark. - Li prese in giro Kay sorridendo.

- Tu ci ridi, ma ricordati che alla fine tu sei riuscito a scappare dal monastero che eri ancora un bambino... - disse Yuri.

- Già, te ne ricordi a malapena...ma la nostra infanzia e la nostra adolescenza non sono altro che brutti ricordi... - continuò Boris.

-Mh... - sbuffò Kay, voltandosi con la sua solita arroganza.

- Poter vedere finalmente tanta bellezza e tanto splendore oggi per noi è un dono del destino, una gioia per il cuore... - fece Yuri con uno sguardo sofferente, ma pieno di speranza.

- E possiamo vederlo con i nostri occhi, finalmente, non con quelli di Vorkov...che cosa magnifica la libertà... - finì Sergej, mentre Yuri sorrideva, guardando uno stormo di colombi librarsi nel cielo sopra le cupole, la cui luce dorata si fondeva con i colori caldi del tramonto.

 

Si incamminarono nuovamente alla ricerca di un locale dove cenare.

- Avete già deciso il locale dove cenare? - chiese Yuri.

- No, sarai tu a scegliere. - rispose Boris

- Come? perchè? - Chiese Yuri incuriosito

- Sei tu che sei tornato dall'ospedale, no? - Rispose  Sergej

- Ma io non conosco nessun locale... - spiegò Yuri

- Nemmeno noi, ti pare? andremo per istinto, allora. - Finì Boris.

Si passava dalla sala da thè, al ristorante di lusso, al baretto squallido dei cinesi, all'abusivo a lato della strada che nel suo modesto camioncino produceva panini farciti dall'aspetto poco igenico, finchè l'attenzione di Yuri venne catturata da una locandina appesa a un muro:

 

"WHITE WOLVES

GOTHIC METAL BAND

LIVE AT TCHAIKOVSKY PUB

13TH OCTOBER 20.30"

 

-White wolves?...l'idea non è male...cosa ne pensate? - Chiese Yuri incuriosito

- Al tchaikovsky pub? per me va bene. - Fece Boris, girandosi verso gli altri

- Per noi fa lo stesso. - Finì Sergej, mentre Kay, ovviamente taceva.

 

Si diressero all'indirizzo di cui parlava la locandina, ed entrarono.

I clienti e l'ambiente erano medi, un pub classico, un po' rustico.

Vi erano camerieri che portavano panini, pizze e boccali di birra ovunque, gente che parlava, rideva a voce alta, un gran frastuono.

Si accomodarono a un tavolo da 5 persone, e solo allora si accorsero che stavano a pochi metri da un piccolo palco, sul quale erano adagiati degli strumenti: una batteria, un basso, una chitarra elettrica, una classica, un piccolo pianoforte elettrico a coda, un violino, e due microfoni, uno davanti al basso e uno al centro del palco.

Una cameriera giunse a prendere l'ordine, e i ragazzi ordinarono delle pizze, dei panini e da bere delle birre.

Mancavano 5 minuti all'inizio del concerto, e si cominciava a vedere movimento dietro le quinte.

Il palco era decorato con fiori secchi, rami nodosi e rose rosse e nere, c'era anche qualche teschio qua e la e un corvo impagliato appoggiato a un ramo. Ciò rendeva l'atmosfera inquietante, e i ragazzi sembravano apprezzarlo.

- I white wolves...chissà da dove vengono, e che musica fanno... -  Fece Sergej curioso, osservando il piano.

- ''I lupi bianchi'', fatalità...sembra proprio la tua serata, Yuri, eh? - Fece Boris

- Mh, lo ammetto, è il nome del gruppo che mi ha convinto a venire qui...ma adesso sono ancora più curioso di sentire la loro musica. - Rispose Yuri.

- Gothic metal, diceva la locandina...è un genere molto potente, trasmette molta energia... - intervenne Kay

- Come? conosci questo genere? - Chiese Sergej

- L'ho sentito qualche volta...non ne so molto, ma ricordo che mi piaceva... - finì Kay.

Ad un tratto la radio e le luci  si spensero, e si accesero quelle del palco.

L'attenzione dei ragazzi si fece più acuta.

Uno dopo l'altro entrarono i componenti del gruppo, quattro ragazzi dall'aspetto freddo, ma sembravano sicuri di se e sereni.

Presero i propri strumenti e iniziarono ad accordarsi tra loro.

Il pubblico aveva già iniziato ad applaudire e fischiare (benevolmente), ma il microfono centrale era ancora vuoto.

-.. Manca la voce... - fece Sergej scrutando le quinte.

Ad un tratto una ragazza comparve da dietro le quinte, e il pubblico andò in delirio.

- Mh, è una ragazza... - fece Kay

- Niente male! - sbottò Boris, mentre Yuri osservava con attenzione:

Notò subito i suoi capelli, neri, che le arrivavano fino al fondoschiena, erano lunghissimi, facevano forte contrasto con la carnagione candida e gli occhi chiari, e ondeggiavano a ogni suo movimento.

indossava un abito nero in stile gotico, con pizzi e merletti qua e la, e un corsetto in pelle che le si stringeva attorno alla vita.

Aveva un'aria dolce e gentile, mentre sorrideva al pubblico, ma allo stesso tempo il trucco corvino rendeva il suo sguardo aggressivo e seducente.

La ragazza prese il microfono, ma non appena incrociò lo sguardo di Yuri si bloccò, e il suo sorriso morì un po'.

Yuri ci fece caso, e continuò ad osservarla.Lei si girò verso il bassista.

 - Sono loro. - gli disse.

- Sei sicura? - chiese il ragazzo guardando proprio in direzione di Yuri.

- Si. - finì lei.

Yuri aveva seguito la scena, e si sentì preso in causa:

- Avete visto? - Chiese agli altri.

- Cosa? - Fecero Boris e Sergej in coro

- La cantante e il bassista si sono parlati, e guardavano noi... - spiegò.

- Magari sono dei nostri fan.. - fece Sergej.

-...Già, forse avete ragione... - finì lui, guardando nuovamente il palco.

- Grazie! Buonasera a tutti! - Fece la ragazza sorridendo nuovamente: - Non sapevamo che i russi fossero così..calorosi...! - disse poi con aria maliziosa, e il pubblico iniziò a gridare e a fischiare.

Poi si avviò al pianoforte elettrico, si sedette, e dolcemente sfiorò quei tasti candidi, quasi accarezzandoli, e iniziò a cantare e suonare contemporaneamente.

Era una melodia malinconica, rassegnevole, ma dolce e delicata, e la sua voce era labile e velata.

A un tratto gli altri strumenti piombarono pesantemente sul pianoforte tutti insieme, dando vita a un angoscioso requiem metallico, estremamente struggente.

Per un attimo i ragazzi si sentirono scossi emotivamente, riconoscevano in qualche modo quella musica in se, e quella musica sprigionava  un energia potentissima...non avevano mai sentito niente del genere, e lo trovavano terribile e bellissimo.

- Questa musica... - fece Sergej con lo sguardo perso in direzione del palco: - non lo sentite anche voi..?

- Riesce a tirarti fuori...tutto lo schifo... - fece poi Boris con il medesimo sguardo, e con un' espressione che ricordava vagamente un sorriso.

- La sua voce è....straordinaria... - disse poi Yuri, la cui vista si stava offuscando, e un po' alla volta tutti quei colori, quelle ombre e quelle luci si fondevano insieme, divenendo una cosa sola...era precipitato in un quadro impressionista dai tratti molto confusi, e quella musica...il diavolo e tutti gli angeli stavano cantando insieme per loro, stavano cantando la sua tragedia...

Quando la musica finì, il pubblico impazzo in grida, applausi scroscianti, fischi e voci che lanciavano ogni genere di complimento alla cantante.

Ma Yuri notò che la ragazza era si contenta, sorrideva, ma a sua volta sembrava rimasta turbata dalla sua stessa canzone, come se cantare quel brano l'avesse in qualche modo ferita, i suoi occhi erano molto tristi, e tuttavia lo stavano guardando di nuovo.

Lei sorrise al pubblico,  ringraziò e senza perdere tempo partirono con il pezzo successivo.

Le canzoni erano molto rabbiose, ben ritmate, e quel genere, sconosciuto alla neoborg, gli stava in qualche modo risvegliando lo spirito combattivo, a Yuri in particolare, proprio come quella notte che il misterioso pianoforte suonò.

- E' incredibile, non credevo che la musica potesse darmi tanta emozione.. - fece lui con aria confusa, ma giovata al tempo stesso. Si stava abituando a quel mondo fatto di emozioni rabbiose ed energia, era uscito, per un attimo, da quell'onirico quadro.

- Io non avrei mai pensato esistesse un genere così pesante, è energia pura! - Disse Boris soddisfatto.

- Si ma la ragazza è pazzesca... - aggiunse Sergej: - ha una voce quasi ipnotica.

Tuttavia a Yuri quella ragazza non convinceva: aveva notato che per tutta la durata del concerto li teneva d'occhio, quasi come se fossero potuti scomparire da un momento all'altro.

- Ascoltate - fece ai ragazzi, che  si volsero verso di lui, mentre fissava la ragazza: - dopo il concerto voglio andare a parlarle. - disse con aria sospetta.

I ragazzi si guardarono confusi:

- Ma che ti salta in mente?! - Fece Kay irritato.

- Ehi, vecchio..non vorrai provarci, spero! - Disse Boris ironicamente con tono preoccupato.

- Razza di idioti, non intendevo questo! - ringhiò Yuri indiavolato: - (Quella ragazza continua a tenerci d'occhio, non ve ne siete accorti?!)

I ragazzi si guardarono e annuirono:

 - Voglio solo scoprire chi è e checcosa vuole da noi, tutto qui.

Le canzoni continuavano, intanto, fluide come acqua: ce n'erano di più energiche e rabbiose, e altre più malinconiche e dolci, l'atmosfera della musica e quella della sceneggiatura erano diventate una cosa sola, e tutto aveva il medesimo senso.

Un'atmosfera ormai decisamente palpabile...

Quando il concerto fu concluso, la ragazza e gli altri musicisti si allinearono davanti al palco e fecero un inchino all'unisono:

- Grazie a tutti di essere stati con noi questa sera, grazie a tutti voi! - Fece la cantante contenta del riscontro del pubblico, che continuava a chiedere un bis: - Ci vediamo alla prossima!

La gente continuava ad applaudire e fischiare insistentemente, finchè non scesero dal palco.

 

Lì la Neoborg si destò.

- Io vado. - Fece Yuri, che si avviò verso di lei, che stava mettendo via il microfono.

- Hai davvero una bella voce, i miei complimenti. - Le disse.

Lei alzò lo sguardo e si mise in piedi sorridendo.

- Ah..beh, grazie! - fece lei contenta.

- Permettimi di presentarmi, il mio nome è Yuri. - Fece lui porgendole la mano. La ragazza sorrise, mentre avvolgeva il cavo del microfono attorno al braccio.

-Mamma mia che formalità.. - disse sorpresa: - piacere, comunque, io mi chiamo Deborah.. - fece lei stringendogli la mano. Il ragazzo aveva una figura esile e slanciata, ma tuttavia Deborah notò che la sua stretta di mano era notevolmente forte.

Yuri fu sorpreso nel notare che la ragazza aveva gli occhi di colori diversi: uno verde e uno blu.

- Allora, vi è piaciuta la nostra musica? - fece lei mettendo i cavi in un baule.

- Moltissimo. Non avevamo mai sentito nulla del genere, siete davvero bravi... - rispose lui osservando le mani di lei che continuavano a lavorare  su quegli oggetti neri dall'aspetto curioso.

- Bene, mi fa davvero piacere, sai per noi è molto importante il vostro parere... - continuò lei, ma Yuri voleva andare al punto:

-Senti, ho notato che prima mi guardavi, e lo hanno notato anche i miei compagni...- disse lui all'improvviso incrociando le braccia.

Deborah era di spalle, ma rabbrividì, anche se si aspettava una cosa del genere, dopotutto li teneva d'occhio sul serio...

- C'è qualcosa che devi dirmi per caso? - continuò lui con aria diffidente e guardandola un po' storto.

Qui emerse il lato scaltro di Deborah:

- Eh, può essere che vi abbia guardati, sai, capita quando hai un PUBBLICO davanti di guardare qualcuno negli occhi...- disse  ironicamente, mentre si affrettava a chiudere l'asta del microfono.

- Mi guardavi SEMPRE, infatti... - continuò lui.

- Beh, in effetti potrei essermi soffermata su di te più volte, sei parecchio carino... - rispose lei ruffianamente, ma Yuri restò impassibile:

- E ho visto anche che parlavi al tuo bassista, e anche lui ha iniziato a guardarmi...anche questo è normale? - insistette lui.

Deborah si girò e lo guardò negli occhi:

-..ah...che vuoi che ti dica..i gusti sono gusti... -

- Cosa?! - sbottò Yuri arrossendo, e sentendosi preso in giro.

- N-niente! - disse lei mentre tornava a dargli le spalle ridacchiando, ma Yuri si stava seccando:

- Insomma, sei sicura di non avere niente da dirmi? -

Yuri insisteva con fare sempre più accusatorio, e Deborah stava andando in escandescenze, perchè l'asta non voleva saperne di chiudersi:

- (maledetta, si è incastrata!) - pensò furiosa

- O  forse c'è qualcosa che NON VUOI dirmi? - insistette ancora lui.

Ad un tratto le lampadine sopra di lui si gonfiarono di luce, e dopo qualche scossa rumorosa esplosero, e lui si coprì il volto inginocchiandosi, guardando Deborah confuso.

Tra la folla qualcuno gridò per lo spavento, e poi scese un silenzio di tomba, qualche metro dietro di lui gli altri si erano alzati dal tavolo, e tiravano il collo per vedere cosa succedeva:

Lei stava sulla porta del backstage con le valige in mano, assieme agli altri del gruppo:

- Scusa, ma è tardi, e abbiamo una data tra mezz'ora da un'altra parte... - disse lei freddamente: -...è stato un piacere. - Finì, sparendo dietro la porta.

- No! Aspetta!

Yuri le corse dietro ed entrò nel backstage, scese delle scale che portavano ad un parcheggio, e...

-...Ma dove sono...?

Non c'era nessuno.

 

Confuso e pensieroso, Yuri tornò indietro, e raggiunse gli altri.

- Allora? scoperto qualcosa? - Chiese Boris

-...Si chiama Deborah... - disse Yuri seccato.

gli altri tre si guardarono:

- Tutto qui? Non le hai chiesto perchè ci guardava? - Chiese poi Sergej

- Certo che gliel'ho chiesto, ma non ha voluto rispondermi...c'è qualcosa sotto... - spiegò Yuri.

- Almeno le hai chiesto dove sarà il prossimo concerto? - Chiese Boris.

- E' inutile rincorrerli, non abbiamo tempo da sprecare dietro a loro... - fece Kay all'improvviso.

Kay non parlava quasi mai, ma quando interveniva tutti tacevano, e infatti i ragazzi si voltarono a guardarlo:

- Probabilmente è stato solo un malinteso. Mettetevi il cuore in pace. - Finì girandosi verso la porta, e gettandosi alle spalle la solita sciarpetta bianca uscì dal locale.

- Certo che quello ha sempre la soluzione in tasca...tsk...sono capace anch'io di fregarmene di tutto e di tutti.. - commentò Yuri incrociando le braccia seccato.

- Avanti, sai com'è fatto. Torniamo alla base. - Concluse Sergej.

I ragazzi tornarono alla base, ma Kay non c'era. Poco dopo andarono a dormire.

Yuri però non riusciva a prendere sonno...troppe cose strane erano successe, tutte in una volta, la sua testa scoppiava di domande, e trasbordava false soluzioni:

- ( Quella ragazza..era strana...troppo strana...e quegli occhi... - Pensò tra se e se, mentre alcuni flash delle insolite iridi di Deborah invadevano  la sua mente: - ...perchè è scappata?..Perchè non voleva rispondermi?...Non capisco..e quelle lampadine..vuoi che fosse tutto frutto del caso?...Sto impazzendo...)

Yuri continuava a girarsi nella brandina, con lo sguardo perso oltre la finestrella rotta, dalla quale entrava l'unica luce che era quella dei lampioni in strada e dei lampeggianti delle rare macchine che passavano in quel cortile...

- ( Forse Kay aveva ragione...forse mi faccio troppe domande inutili, dovrei smetterla...ma non ci riesco, voglio capire!...)

Ad un tratto riapparve di colpo la musica di quel pianoforte, stessa canzone molto più vicina, e Yuri sobbalzò come se stesse suonando un allarme anti incendio:

- (!!!) BORIS! SERGEJ! SVEGLIATEVI! - gridò.

- EH?

- CHE C'E'?! - Gridarono i due alzandosi velocemente, e non appena sentirono...

-..Ma è.. - fece Sergej

-Il dannato pianoforte! - Finì Yuri.

Corsero fuori. Il pianoforte, e chiunque lo stesse suonando erano lì vicino!

 

La musica proveniva dal cortile dietro la base.

Non appena voltarono l'angolo ebbero una sconvolgente sorpresa:

C'era un vero pianoforte a coda in mezzo al cortile, sotto la neve cadente, e alla tastiera, che suonava con ferocia quelle note violente...

c'era lei!

- Tu! - fece Yuri - Dovevo immaginarlo! - disse arrabbiato, stringendo un pugno: - Allora, vuoi parlare ora?Checcosa vuoi da noi?!

Non fece in tempo a finire la frase che dietro di loro impetuò una terribile esplosione, e lo spostamento d'aria e i detriti fecero piombare i ragazzi a terra, in mezzo alla neve.

Ma Deborah continuava a suonare, impassibile, non minimamente turbata dall'esplosione. Era come in trance.

Il fuoco divampò, levandosi alto nel cielo, scintillando sulla vernice nera e bagnata del pianoforte.

I ragazzi si alzarono increduli:

- Ma cheddiavolo... - fece Yuri sbigottito

- LA BASE!!! - Gridò Boris correndo indietro, seguito da Sergej.

- Checcosa significa?! - Gridò  Yuri in preda alla furia: - Si può sapere chi diavolo sei, VERAMENTE?!!

Deborah  arrestò la canzone e si girò a sedere di fronte a lui:

- Si...ero io che suonavo  il piano all'ospedale. Era l'unico modo... - spiegò lei.

- L'unico modo per cosa? - chiese Yuri

- ...Per salvarvi la vita.. - disse lei indicando il fumo nero che si levava in alto dietro di lui, fondendosi con la notte.

- E' per questo..che ci hai attirati qui?...tu sapevi di questa esplosione?! perchè non me l'hai detto al Pub?!! - Gridò incazzato.

- Perchè al Pub ancora non sapevo di questa bomba...non era nei piani 'usare il piano' qui, stasera...le cose dovevano andare più cautamente,  ma pochi minuti dopo aver lasciato il pub abbiamo ricevuto l'allarme...e l'unico modo per farvi uscire subito era suonare ancora una volta questa canzone. - spiegò: - Io non avrei dovuto rivelarmi ancora, ma non ho avuto scelta.

Lì Sergej e Boris tornarono correndo, in preda al panico:

- La base è distrutta! - Gridò Boris, mentre Sergej tossiva, tutti e due erano sporchi di fuliggine.

- Beh, adesso la nostra attenzione ce l'hai, mi pare. Cosa vuoi da noi? - Continuò Yuri.

- Voi tre correte un grave pericolo. - disse Deborah seria.

I tre si guardarono, e scoppiarono a ridere, e Sergej ricominciò a tossire.

-Ma dai! cosa te lo fa pensare?! - Disse Boris con sarcasmo.

- Sapete chi ha fatto mettere quella bomba? - Fece poi lei.

I tre cambiarono espressione:

- Chi? Chi è stato? - chiese poi Boris

-...Vladimir Vorkov.  rispose lei.

I tre russi agghiacciarono:

- C-checcosa?...Vorkov, hai detto? - Fece Yuri con aria terrorizzata

- Si, e non pensiate che sia finita qua. - rispose la ragazza, alzandosi in piedi: - questa canzone, questo piano, io sono venuta a mettervi in guardia: Vorkov è già tornato...sta risorgendo dalle sue ceneri...e credo ce l'abbia con voi.

- Chi sei veramente? - chiese Boris

- Lo volete veramente sapere? - disse lei voltandosi e chiudendo la tastiera del pianoforte.

- Cosa ti aspettavi? - fece Sergej

- Allora dovete seguirmi, anche perchè non avete più un posto dove andare, a quanto pare...

- E dove saremmo diretti? - chiese Yuri seccato

- Lo scoprirete quando saremo arrivati.Pazienza, Yuri.

 

Tutti insieme attraversarono la Piazza rossa.

Le cupole avevano un'altra luce, quella arancio-biancastra dei lampioni e i riflettori, e a causa della neve non si vedeva nemmeno la luna, ma era bellissima lo stesso, la piazza...

Giunsero dopo alcuni minuti in un nuovo cortile, più grande, nascosto tra le case.

La casa verso cui erano diretti era enorme, bianco-grigiastra, dalla tipica fantasia architettonica moscovita.

Deborah aprì la porta principale, e fece entrare i tre russi.

L'interno era confortevole, spazioso e luminoso, i ragazzi non si aspettavano   certo di arrivare in un posto simile.

Entrarono in quello che doveva essere il salotto.

 

 

 

 

 

 

 

  
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