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Autore: annapurna75    24/08/2010    0 recensioni
epistola, una vita, uno stralcio di passione
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusa se non ci vediamo da molto, se non mi sono fatto più sentire. Ti scrivo questa lettera, scusandomi già da ora per le banalità che forse dovrai leggere, dopotutto non sono mai stato bravo a scrivere di certe cose e nemmeno a parlarne. Vuoi la timidezza, vuoi il non allenamento a concatenare correttamente le lettere dell’alfabeto. Una A, una B, una S, una R, per me non hanno alcun valore, sono solo forme, disegni, ricordi di scuola, io uso un alfabeto segreto. Scrivo e mi confondo, vorrei cancellare tutto, ripartire da capo con un punto. Scappo appena posso, mi rifugio nei miei pensieri e questi, scappano a loro volta, cominciano a correre veloci, si nascondono ovunque per non farsi trovare da me, faccio paura anche loro. Ti dirò sono mesi che non controllo la posta, forse nemmeno i miei parenti conoscono l’indirizzo di dove abito ora, è un posto talmente anonimo e spopolato, che per trovarlo ci vorrebbero anni ed anni. Si muore dalla noia, si dorme tutto il giorno, gli unici rumori sono quelli delle mosche,del vento e dei colpi di tosse secca del benzinaio seduto tutto il giorno davanti alla pompa di benzina. Non passa mai nessuno, alle volte, quel quadro deprimente, muove una tale pietà in me, da farmi uscire di casa in ciabatte e canottiera , con una tanica in mano, facendo finta di essere rimasto a piedi con l’auto. Mi scusi potrebbe farmi il pieno, son rimasto senza benzina! Povero vecchio, povero lavoro, povero il mondo. Poi rientro a casa , svuoto la tanica addosso ad un tronco d’albero e appicco un fuoco, è come annusare vita, il fuoco danza, riscalda il mio viso e le mie mani, brucio con lui, la mia anima si polverizza e sale verso l’alto, come nera fuliggine. Non prenderlo come un fatto personale, se prima di partire non ti ho salutato a dovere, non ne avevo il tempo e anche se lo avessi avuto, rivederti sarebbe stato un gesto che avrei rimpianto per tutta la vita. Strapparmi il cuore, ecco cosa avresti fatto. Noi due avremmo potuto dormire dentro gli oceani per sempre, cullati dalle onde, accarezzati dai pesci, levigati dalle sabbie. Io ti avrei parlato da lì sotto, ovattato, con una conchiglia in mano e tu mi avresti risposto con bolle d’aria. Avremmo camminato per Venezia, coperti da maschere nere, senza conoscere i nostri volti, ci saremmo incontrati, immersi nella notte, con un cielo di piume di piccione a farci da testimone. Tu dentro, io fuori, tu addosso, io per terra, tu adesso, io mai. Sto osservando il muro del mio appartamento , vorrei scriverci sopra, abbandonare questa carta macchiata di caffè, perché so che prima o poi giungerà nelle tue mani, ne strapperai la busta, leggerai le mie parole, annuserai quella macchia, cellule morte della mia pelle addosso ai tuoi polpastrelli, inconsapevolmente attratti. Avrei voluto spedirti la luna, ma non riesco a piegarla, sono giorni che provo a farla stare dentro questa busta, ma ne rimane sempre un pezzo fuori, cercherò un regalo più piccolo, per il momento, si paziente. Cosa potrà allo stesso tempo contenerti ed essere contenuto? Ci penserò! Ho cercato uno dei tuoi maglioni, mi sembrava di averne conservato uno, l’ho rubato una sera dal tuo armadio, mentre eri sotto la doccia, credo tu abbia rovistato ovunque per trovarlo, io ho fatto finta di nulla, ti dissi “ sei sicura di non averlo lasciato da qualche parte? Che ne so al cinema? Al Parco? In lavanderia? “ Ora sono io che setaccio valige e cassetti per ritrovarlo, senza successo alcuno: M come Miracolo A come Ancora G germoglio L come letizia I come insieme O come Onnipotenza N come nessuna E come eterno Farei a ferri ora, se lo sapessi fare, mi è venuta la voglia di sferruzzare , un maglione oppure una sciarpa da poter indossare , con una iniziale ricamata sopra, la tua. Sarebbe poco maschile lo so, ma almeno impiegherei del tempo, potrei cucire centrini, tende, sottobicchieri e fazzoletti. Calligrafia e paura, algoritmi e pressione sanguigna, chele di granchio e barbecue, il tuo braccio intorno al mio… paura e verità, passione e incandescenza. Ora ho voglia di piangere e star male, il fegato mi manda a fare in culo,il ventre si contorce per i cavoli suoi, l’occhio balla fuori tempo, sarai tu, saranno le rime, sarà il toro che subentra nello zodiaco, non lo so. Se vorrai bruciare questa epistola , fallo pure, ti invito ad appallottolarla e gettarla in un cestino,oppure in un camino tra ceppi di legno, una cosa vale l’altra a questo punto. Sono un re , tu una regina, mi sento un rospo e tu sei il MIO bacio, le vene sono gonfie ,tu sei la mia dose giornaliera. Perdona queste righe, perdona la mia lettera, da quando non ci sei, IO non sono più nessuno, la vita mi deride, ed io , sovra pensiero ho gettato la mia maschera nel cestino della spazzatura. P.S. Ti Amo secondo P.S. la cera lacca è il mio sangue se hai bisogno di una trasfusione fallo analizzare.
  
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