Per nulla.
È quanto di più ostico si possa davvero immaginare.
Perché sono una rock star piena di sé e un povero milite dall’animo e dall’orgoglio ferito. Un’accoppiata assurda che non si sa per quale miracolo sta anche assieme.
In realtà, sono ricchi di spunti interessanti.
Questo è un regalo per il mio fuchetto <3 A lei e solo a lei <3<3
Sperando che anche questo pair ti possa piacere xD
Muoviti!
-Muoviti! È un ordine, Viral!-
Viral si mosse, lo sguardo umiliato tenuto in basso – esattamente la dove i muscoli modellati del suo signore erano spogli da ogni copertura appariscente.
Fece dondolare il bacino, avanti e indietro, poggiando le grosse mani sul petto.
Non lo guardava in volto, non l’avrebbe fatto mai.
Sentì le mani di Cytomander salire fino a prendergli la vita in una stretta ferrea, decretando lui stesso quale fosse il ritmo – così che il confine tra quello che poteva e doveva fare fosse ribadito anche in quel frangente.
Lo scorse ridere, mentre si dava da sé tutto il piacere che voleva.
Lo sentì sogghignare sulle proprie labbra, quando una di quelle mani andò al suo capo e lo tirò giù, tirando i capelli biondi finché i loro visi non si incontrarono.
Cytomander amava baciarlo – non capiva come, non capiva perché, ma era indubbio che provasse una sorta di masochistico piacere nel mettergli la lingua in gola.
E se da un canto desiderava soltanto che quello tutto finisse, che il suo corpo soddisfatto scivolasse lontano e si disperdesse nell’aria leggera, dall’altro non poteva che cedere alle sue lusinghe.
Alla fine, seppur in un atto di autocelebrazione pura e fin troppo egoista, Cytomander era stato il primo a sorridergli – a desiderarlo a quella maniera violenta.
Suo. Come un oggetto bellissimo d’arredamento.
Suo, e basta. Come un bambino che allunga la mano su un giocattolo decretandone così il possesso.
A Viral, egoisticamente, quello piaceva, piuttosto che accontentarsi di uno sguardo pieno di astio da lontano preferiva una carezza falsa fatta da vicino.
L’animo vanesio si nutriva così, in maniera fallace.
Allora Viral si muoveva, sul bacino del suo padrone, Signore dell’Aria.
Si muoveva gemendo, trovando quasi piacevole l’umiliazione della carne. Senza però mai osare guardarlo negli occhi.
Un bacio, capelli tirati, unghie sulla pelle a strisciare di rosso…
Un sorriso sghembo e una smorfia sofferente.
Un sorriso sghembo e una smorfia sofferente.