A mio padre
Senza il cui appoggio,le follie che prendono vita nella mia testa
Resterebbero ipasticciate tra le salviettine del Mc Donald’s ….
E a mia Sorella
Che col suo entusiasmo,ha riempito i miei vuoti di memoria.
Grazie…
Vi voglio bene
Dear
Love…
Potrei
spiegarti ,se tu
fossi qui ad
ascoltarmi. Infrango una promessa che ti ho fatto, la sola che mi hai
chiesto
di fare. Sono certa che te ne ricordi ,c’era una vena di
malinconia nella tua
voce, quando mi dicesti : “ voglio che tu mi prometta una
cosa”.
“Cosa?”
ti domandai sollevando lo sguardo verso il tuo – pura ambra
sciolta- pronta ad
ascoltare . Disperatamente ansiosa di compiacerti. Tu mi hai sempre
chiesto
così poco, e io ero di continuo alla ricerca di un pretesto
, anche il più
piccolo,per darti qualcosa in più. “Tutto quello
che vuoi!” esclamai con un
finto sorriso sulle labbra-forse consapevole che la tua richiesta
sarebbe stata
oltremodo dolorosa- Promettere vuol dire prendersi un impegno solenne ,
e io
volevo che ci fossero legami d’onore a unire noi due.
La
mia indecisione ti
strappò un sorriso,ma
non per molto. Eri troppo serio,in quel momento, per lasciarti andare,e
io,nonostante tutto,troppo euforica ,perché la tua compagnia
ha sempre reagito
su di me,come l’effetto di una pesante droga che altera lo
stato mentale. Mi
sembra quasi impossibile che tu sia riuscito a pronunciare la fatidica frase
–“ Mi dispiace,ci abbiamo
provato,ma non credo che possa funzionare”- Pigio il tasto
“pausa” e riavvolgo
di ½ secondo,poi di nuovo il
“Play”… FUNZIONARE
….detesto
questa parola!Come se
l’amore fosse l’ultimo dei video games
in circolazione con difetto di memoria. Fissai ancora il
tuo
sguardo,stavolta lontano anni luce da me
e vi scorsi l’improbabilità di una
seconda chance . Avevi sopportato
tanto –come dicevi tu- sin dalle elementari …. Era
ora di crescere,di scoprire
il mondo l’uno lontano dall’altra e soprattutto
l’uno al di fuori della “vita”
dell’altra… “Almeno, permettimi di
abbracciarti un’ultima volta ” –
sussurrai rimandando
giù a bocconi, grosse lacrime. – “Non
credo che..” – “T..Ti prego Akito” enfatizzai mordendomi il labbro
inferiore,mentre
lentamente le tue mani presero ad avvolgermi –
“Allora?Mi prometti una cosa?”
bisbigliasti al mio orecchio, per riprendere il filo immaginario di un
discorso
ormai giunto al termine – “Te l’ho
già detto Aky…t..tutto quello che
vuoi”- un
sorriso sghembo,quello che da anni ha tormentato
i miei sogni da ragazzina innamorata,poi il - “Sii sempre
felice”. Non ebbi tempo,neppure di
augurarti altrettanto, non ebbi tempo di dirti che a differenza delle
altre
volte,ora non sarei risorta dalla ceneri,come la famosa
fenice,perché tu non ci
saresti più stato…non ebbi tempo neppure di
rendermi conto che
da quel momento,non ti avrei mai più
incontrato.