Indovina chi viene a cena?
Scritto da Antogeta
Cinque anni da quando Ron,
Hermione ed Harry sono usciti da Hogwarts.
Cinque anni da quando lo
stesso Harry Potter riposava nel cimitero di Londra.
Era una giornata fredda e
senza sole, opacizzata da una sottile nebbiolina che ricopriva tutto dal
terreno fino alle cime degli alberi, e nonostante fosse giugno, l'estate
tardava a farsi vedere. Ron stava abbracciando delicatamente Hermione mentre
calde e grosse lacrime cadevano dal suo bel volto lentigginoso. Il viso della
bruna era una maschera di dolore sebbene fosse nascosto nel grosso maglione
dell'altro. E lui era lì, insieme alla sua famiglia, che sorrideva contento,
tramite una splendida foto animata che lo riprendeva in uno dei suoi rari
momenti felici. Era sempre stato un ragazzino malinconico, ma quando sorrideva
portava il sole nella stanza. *Forse perché il suo sole era così raro* pensò
sconsolata Hermione. Però aveva sempre affermato che il suo periodo migliore
l'aveva trascorso in quella straordinaria scuola di magia e sia Ron che
Hermione se lo ricordavano così, allegro e deciso con sempre quella nota
malinconica sul volto, come solo lui sapeva essere. Dal quinquennale della sua
morte il suo ricordo era sempre vivido, specialmente nei suoi due migliori
amici, che gli erano stati vicini più di chiunque altro, nella vita, nella
morte.
-Pensavamo davvero che ce
la facessi Harry, davvero.....- scoppiò in un singulto Hermione, mentre
appoggiava la sua mano su quella fredda lapide. Ma era con i suoi genitori
adesso e nessuno l'avrebbe tolta da questo pensiero che era il suo unico
barlume di felicità. Ron abbracciò ancora più forte la ragazza mentre
lentamente lasciavano spazio al resto della famiglia Weasley. Ognuno aveva una
smorfia sul viso mentre ad uno ad uno passavano in rassegna quella fotografia.
Ron e Hermione si girarono ancora una volta ad osservare le fotografie in
lontananza prima di scomparire nella foschia. Lentamente anche i Weasley
cominciarono a smaterializzarsi uno alla volta, ma dopo 5 minuti un'ultima
chioma rossa persisteva in quel luogo la cui unica fonte di luce proveniva
proprio da quella stessa chioma ormai di un rosso spento.
Ginny Weasley si accasciò a
terra con la mano tremante sul volto mentre imperterrita continuava a guardare
tra le fessure delle sue dita quella foto così ridente di una famiglia
apparentemente felice.
E così Harry Potter era
morto.
Dalla nascita la nomea di
eroe l'aveva perseguitato, ma questa fama si era ancora più accresciuta con la
sua gloriosa morte. Per tutti era un eroe. Ma per chi aveva potuto anche solo
per un attimo avvicinare il suo cuore aveva potuto leggervi tutta la tristezza
della sua condizione. E lui era lì, che sorrideva, in mezzo a quei genitori che
non aveva mai potuto incontrare. Una famiglia di eroi, una famiglia di morti.
Il lieve sorriso di Ginevra coperto di lacrime richiamava dolci ricordi alla
sua mente, dalla prima volta che l'aveva visto alla tana, dalla sua cotta da
ragazzina a quando era diventata finalmente un aiuto valido e sincero. Ma non
era quello che turbava Ginevra Weasley. Una sensazione di rimorso, di dolore,
di tradimento verso lui e la sua famiglia le attanagliavano il cuore da cinque
anni. E questo peso diventava sempre più opprimente, arrivando fino a
schiacciarla in quelle occasioni.
Una mano le sfiorò
leggermente una guancia, per andare a spostare una ciocca di capelli ribelli
che scendevano senza pietà sul volto rigato di lacrime della ragazza. Ginevra
si girò di scatto e perdendosi per un attimo nei grandi e misteriosi occhi
d'argento del ragazzo vicino a lei, si aggrappò a lui in cerca del suo
conforto.
Tre mesi dopo
Famiglia Weasley al
completo. Fred e George intenti a mescolare strani ingredienti per i loro
scherzi, con qualche combustione ogni tanto, Mamma Weasley in cucina che spesso
urlava 'Arthur!' intento a studiare un interessante computer babbano in
giardino, la coda di Bill che girava oziosamente per la casa e una nervosissima
Ginevra che guardava di continuo la porta. Mancavano solo Charlie e Ron. Ginny
guardava a intervalli regolari il grande orologio sul camino con tutti i
componenti della famiglia Weasley e la porta, andandosi a scontrare a volte con
lo strano vagare di Bill, quando quest'ultima si aprì con uno scricchiolio
assordante. Una panciuta Hermione fece capolino da essa mentre borbottava
qualcosa di incomprensibile. Da quando aveva scoperto di essere incinta non
smetteva più di lamentarsi ed ora più che mai appesantita da un Weasley in più
era al limite della sopportazione. E mancavano ancora due mesi al parto.
Ginny le venne in soccorso
aiutandola ad entrare, sapendo già che lei nella sua indipendenza avrebbe
voluto fare da sola, come sempre. Questa volta però si lasciò aiutare.
-Grazie Ginny...- sospirò
mentre si accasciava su una sedia lì vicino. Sicuro un'altro battibecco.
Intanto uno sconsolato Ron appariva dalla porta, visibilmente infastidito.
Adesso era sicura che Hermione aveva fatto storie durante il viaggio. Tipico.
Il nuovo arrivato si andò a
sistemare vicino alla moglie che, nonostante tutto, lo accolse con un sorriso.
Ron abbracciò Hermione teneramente prima di accovacciarsi a sentire la piccola
vita dentro di lei. Era stupefacente come quei due che litigavano sempre si
amassero così tanto. E Ginny sorrise per loro.
Intenta nel suo girovagare,
Charlie era finalmente arrivato con qualche minuto in meno ma diverse
bruciature in più del previsto. Doveva amare proprio tanto i draghi per poter
sopportare quel fuoco sulla pelle. Si sedettero tutti a tavola e ormai non
stupiva più lo spropositato stomaco di Hermione. Ginny si estraniò dal resto
del mondo per riflettere su quello che avrebbe dovuto fare mentre vari discorsi
prendevano piede in quella numerosa tavolata...
-Tesoro, abbiamo deciso per
Aislynne se è femmina e Aidan se è maschio!-
-No Hermione, TU hai deciso
per Aislynne e IO per Aidan- apostrofò Ron, evidentemente in riferimento a
qualche domanda della mamma che si apprestò ad aggiungere - Ron caro, ma perché
proprio Aidan?-
-Perché è il nome di Aidan
Lynch, il miglior giocatore di Quiddich della nazionale irlandese!- esclamò
fiero Ronald, non accorgendosi evidentemente delle orripilanti facce apparse
dopo la sua uscita. Se qualcuno si fosse estraniato come Ginny ora tutta
l'attenzione era rivolta a quel lato della tavola.
Hermione girava sconsolata
la testa, ben consapevole degli inutili sforzi fatti per far cambiare idea a
suo marito. Ma era troppo tranquilla per non tentare di controbattere ancora.
La rossa notò la madre sussurrare qualcosa all'amica mentre Ron faceva gli
elogi di questo fantomatico giocatore. -Tu sai che è femmina, vero?- Lo sguardo
rassicurante che l'unica bruna a tavola le aveva dato in risposta, confermò le
sue ipotesi. Hermione Granger non avrebbe mai permesso a suo figlio di
chiamarsi come un giocatore di Quiddich! Povero Ron, faceva quasi pena a
guardarlo così contento. Ginny sorrise a testa bassa mentre ringraziava il
cielo di avere una cognata così intelligente.
I discorsi andavano e
venivano. Hermione si era di nuovo lamentata della sua gravidanza, non le
andava proprio giù di essere rimasta incinta a 21 anni, lei che era una delle
menti più brillanti del ministero, lei che aveva già il suo daffare con il suo
faticoso lavoro di Auror; Ron esasperato straparlava su cose impossibili, come
offrire di tenere lui il bambino pur di farla stare zitta; i gemelli
continuavano a bruciarsi; i genitori guardavano divertiti i due sposi rivedendo
loro stessi in quella coppia strampalata; i due fratelli grandi parlavano di
draghi e Gringott. E Ginny si estraniava, sempre più nervosa e consapevole che
il tempo per lei era scaduto. Doveva parlare. Ma vedere tutta la sua famiglia
riunita dopo tanto tempo e così felice le metteva agitazione e la faceva
ritardare nel suo intento.
-Ginny ma ci hai convocati
tutti qui e non ci dici niente?- Charlie, sicuramente il più lontano ed
indaffarato dei fratelli, la richiamò all'attenzione generale.
-Già, è vero tesoro, perché
hai fatto questa riunione?- aggiunse Molly Weasley mentre con un incantesimo
sparecchiava tutto.
Non l'aveva ancora detto a
nessuno. Era troppo importante. E sconvolgente.
Ora che l'attenzione era
tutta sua sorrise nervosa mentre si alzava in piedi lentamente.
Squadrò uno ad uno i
componenti della sua famiglia soffermandosi in particolar modo su Hermione e
Ron, i più vicini a lei e forse i più coinvolti nella situazione.
Si accinse a parlare quando
le parole non uscirono.
Era lì, a bocca aperta, e
muta come un pesce.
Il caos regnò di nuovo
sovrano. Ognuno diceva le proprie congetture e solo Hermione faceva la voce
fuori dal coro, lamentandosi del casino. Ginny si mise le mani sopra la testa
non sapendo neanche lei cosa fare quando all'improvviso le balenò un'idea in
testa. -Accio bacchetta!- La bacchetta le ricadde in mano dopo aver fatto il
giro della stanza e con un colpo rapido e sicuro lanciò un incantesimo
nell'angolo opposto della stanza. L'attenzione generale fu ripresa
immediatamente, seguita da un lungo e previsto silenzio. Ginny si girò a
guardare la sua famiglia allibita. Se non fosse stata una corda di violino
sarebbe stato anche divertente. Si girò a guardare anche lei l'oggetto evocato.
Era un abito. Bianco,
lungo, con un corpetto rifinito a mano e decorato a rilievi verdi, una gonna
vaporosa a veli, il velo lungo con strascico. Ma la cosa sorprendente era che
luccicava da morire. Piccoli cristalli erano sparsi nella sua intelaiatura e ad
ogni raggio di sole il vestito prendeva vita e si colorava di verde e di
bianco. Il verde era poco ma efficace a ricordare gli splendidi occhi della
donna che l'avrebbe portato. Due piccole spirali accese di luce erano il punto
focale della composizione, insieme al piccolo diadema che avrebbe stretto il
velo. Era stupendo. Era prezioso ma delicato. Era fine ma decorato. Era
vaporoso ma lineare. Ma era anche un'illusione.
Fred Weasley si avvicinò
impulsivamente all'abito per toccarlo e inevitabilmente la sua presa andò a
vuoto. - Avevi davvero pensato che l'avessi portato qui per davvero?!- Ginny
era l'unica a non partecipare a questa emozione collettiva. La sua bocca era
rimasta aperta già troppe volte. Molly fu la prima a riprendersi. In parte.
- Tesoro, ma è...è...-
indicava il vestito come se non avesse mai visto niente del genere prima d'ora.
All'incipit della mamma tutti si scatenarono.
-E' semplicemente stupendo!-
sopraggiunse Hermione con occhi lucenti.
-E' completamente ricamato
con materiali preziosi!- dichiarò Bill, ormai esperto di diamanti e smeraldi.
- E' stra costoso!-
aggiunsero i maghi della finanza, Fred e George.
-Deve essere costato
parecchio, Ginny...- confermò Ron anche se i suoi occhi tradivano un altro tipo
di incertezza....chi poteva esserci sotto un abito così costoso?
-Tesoro, quella collana non
ci sta bene!- Arthur aveva detto la sua.
-Come non ci sta bene?-
Ginny lo guardava stranita. Per lei era la cosa più bella del mondo. Si mise
una mano nella maglia per tirarne fuori quel ciondolo a forma di cuore. Lo
osservò attentamente come per trovare qualche macchia che non c'era. Era di oro
bianco e argento. Il padre si avvicinò meglio alla figura splendente.
- No, no, non ci sta bene!-
si allontanò di qualche passo per vedere meglio.
-Non c'entra niente, ci
voleva qualcosa che riprendesse il diadema e gli orecchini...-
Arthur Weasley parlava
davvero sul serio. Ginevra si avvicinò al padre per osservare anche lei. Aveva
ragione, come Narcissa prima di lui, del resto.
- Non cambierei questa
collana per nulla al mondo- sorrise a se stessa ricordando quando l'aveva presa
per la prima volta in mano, sotto la grande quercia di Hogwarts.
-MA INSOMMA!- Molly quando
voleva sapeva farsi sentire, e con sette figli non poteva essere diverso. - Ma
nessuno si è accorto qui che è un abito da SPOSA?!- si accasciò di nuovo sulla
sedia, quasi urlando l'ultima parola e riferendosi in particolar modo a suo marito
che guardava con occhi di fiamma.
-Giusto-
-Hai ragione-
-Capperi!-
-Matrimonio?!-
- Sontuoso!-
-Con chi?!?-
- Per l'appunto quella
collana non ci sta bene-
- Papà!-
-ARTHUR!!!-
Arthur Weasley era
irrecuperabile, ma a volte quel sorriso enigmatico faceva trapelare
un'intelligenza perfino superiore a quella degli altri. Non voleva dare
giudizi. E Ginevra gli era grato.
Molly si alzò dalla sedia
per guardare meglio Ginevra, punto focale della questione.
- Tesoro ma con chi...?
Chi...?- troppe domande per la signora Weasley. E troppo nuove.
Era giunta l'ora. Se fosse
stata in un film sarebbe cominciata a suonare la colonna sonora di Mezzogiorno
di Fuoco. E invece c'era il brusio dei Weasley a fare da sottofondo.
- E' un ragazzo molto
dolce, sensibile e vi prego di non fare polemiche quando vi dirò il suo nome.
So che sarà difficile ma io lo amo e non permetterò a nessuno di ostacolarmi.-
Il grugnito di mamma Weasley diceva a chiare lettere che l'inizio non era stato
dei migliori.
-Deve essere ben ricco per
potersi permettere questo vestito, vero Ginny?- Hermione aveva detto la sua.
-Già.- sospirò. - La sua
famiglia è abituata a far comprare il vestito alla suocera, e io non ho saputo
dirgli di no.- Almeno la tradizione di non vedere l'abito prima del matrimonio
era salva.
La rossa prese dei
biglietti molto sontuosi e con un gesto fin troppo rapido li lanciò ai
presenti. Erano le sue partecipazioni di nozze. Appena avrebbe sentito la busta
aprirsi ed il veloce fruscio della carta uscir fuori sarebbe scoppiato il
putiferio. Stava quasi per portarsi le mani alle orecchie ma la sua dignità le
impose l'arresto.
-DRACO MALFOY?- la faccia
di George era tutta da ridere - Quel Draco Malfoy???-
-Ti sposi con Draco?!- Ron
era allibito. A Ginevra ricordò una delle sue buffe facce di quando erano
piccoli e che la serietà di adulto e di marito di Hermione gli aveva quasi
cancellato. La ragazza scoppiò a ridere. Quella situazione era troppo ridicola
e il suo nervosismo doveva pur uscire in qualche modo. Molly stava strapazzando
suo marito.
-Ma amore, così di
fretta...hai solo 21 anni....- mamma Weasley sembrava aver ripreso coscienza
della situazione reale.- E con Malfoy! Insomma....- forse no.
- Mamma, sono sei anni che
ci frequentiamo, ed ora ci sembrava il momento giusto. Ci siamo frequentati al
suo ultimo anno ad Hogwarts e poi anche dopo. Nonostante tutto siamo rimasti
insieme e questo basta.- la faccia di Ginny era risoluta a finire quella
scenata. Non le importava niente che era stato un Mangiamorte. Non le importava
niente che alla sua famiglia i Malfoy non fossero mai andati a genio. Non le
importava niente se era troppo giovane o cosa. Hermione aveva un anno in più ed
era incinta! Lei voleva Draco e Draco voleva lei. Prese il suo ciondolo in mano
un momento come se contenesse una strana energia da cui attingere coraggio e
forza.
-Ah, e venerdì viene a
pranzo qui con sua madre Narcissa.-
Aveva un grembiule davanti
e una cuffia in testa.
Con la bacchetta magica
tutti spolveravano quanto potevano. Charlie era andato via perché non poteva
assentarsi troppo dal lavoro, ma Bill era rimasto. I gemelli quel giovedì non
c'erano a causa del loro negozio, ma il giorno dopo volevano esserci. Non si
sarebbero persi quella scena neanche morti.
Il giorno prima aveva sistemato
la struttura della casa, oggi si passava alla polvere e a riordinare le stanze.
Domani cucina per mamma Weasley.
Ginevra era nervosa. Aveva
già incontrato Narcissa Malfoy in precedenza e anche se molto cortese le era
apparsa altrettanto esigente. Non era certo l'algida figura che tutti si
aspettavano, ma era esigente quanto basta per una donna abituata da vent'anni a
vivere a Malfoy Manor. Neanche Draco era lo stesso. L'aveva aiutato a superare
il suo periodo oscuro. E così ora aveva un ragazzo meraviglioso da sposare al
posto di una foto animata da compiangere sul comodino. Le venne in mente Harry.
Sicuramente sarebbe stato contento del suo lavoro. Anche se togliere il poster
della nazionale di Quiddich dalla porta della camera di Ron non gli sarebbe
piaciuto.
E Ginevra rise di gusto
mentre rifaceva il letto in camera sua.
Venerdì.
Ore 10. Ginevra si era
alzata da 2 ore. Guardava fuori apatica non volendo rinunciare a quei primi
raggi di sole che le illuminavano il viso. Era scesa in cortile a respirare
l'aria della sua casa, della sua famiglia. Quella famiglia che tra poco meno di
un mese avrebbe lasciato per sempre per entrare a far parte di un'altra. Si
stiracchiò ben bene prima di sentire i rimproveri di sua madre che voleva aiuto
dalle poche femmine in casa. E Hermione poltriva. Si avvicinò alla cucina e
aiutò finché poté. Poi doveva prepararsi.
Ore 11.30. Era tardi,
Hermione si lamentava del calore del fuoco e sua mamma faceva troppe cose
contemporaneamente. Ginevra si ritrovò a pensare se era meglio essere elegante
o avere la casa in fiamme. Decise per la seconda. Mescolò un ottimo stufato per
poi salvare il sugo da bruciatura certa. Molly aveva bisogno di aiuto. Non
l'avrebbe lasciata finche non fosse stata tranquilla. E quella sì che era una
missione dura e difficile.
Ore 12.30. Era tardi,
TARDI! Tra mezz'ora arrivavano i Malfoy e i Weasley erano in delirio. La casa
però era uno splendore. Non certo Malfoy Manor in cui due persone ci ballavano
dentro, ma accogliente quanto bastava. Ginevra aveva lasciato preparare sua
madre, poi Hermione, ma adesso toccava a lei. Lasciò la cucina quando vide la
madre comparire dalla porta e si tuffò sulle scale e poi nella doccia. Era in
ritardo, sempre in ritardo! E Draco era sempre così dannatamente puntuale!
Ore 13.00. Narcissa. Era
apparsa nel giardino di casa e subito dopo un Draco alquanto elegante si era
materializzato dietro di lei. Ginevra stava cercando inutilmente di dare un
senso ai suoi capelli, quando si accorse di loro. Fu un caso, a dir la verità,
ma fortuito. Se non li accoglieva lei, chi l'avrebbe fatto?! Si precipitò giù
per le scale sistemandosi il fermaglio a farfalla il meglio possibile e uscì in
giardino. Draco superava la madre di tutta la testa sebbene lei fosse una donna
alta e le parlava dolcemente mentre si avvicinavano alla casa. Subito si
accorse della presenza della sua futura moglie che li osservava dalla porta.
Era bella. Di quella bellezza semplice e spigliata, come lei. Lo faceva
impazzire ogni volta. Le lanciò uno dei suoi sorrisi più accattivanti, che
riservava solo a lei, a quella ragazza che con la sua determinazione aveva
disintegrato tutte le sue barriere, e si staccò un attimo da sua madre.
-Draco!- Ginevra si era
lanciata tra le sue braccia e con occhi felici l'aveva baciato delicatamente.
Draco la strinse stretta e poi si ritrasse per far passare sua madre.
-Narcissa- Un inchino, un
abbraccio cortese. Era di un biondo più scuro del figlio, raccolto in uno
chignon elegante, un tubino lilla le fasciava il corpo delicato corredato da
scarpe e giacca uguali. Era una donna incantevole, ma nei suoi occhi si vedeva
quella determinazione tipica della sua famiglia, presente e passata. Un
orgoglio che solo una vita di fredda determinatezza e caparbietà avevano
formato. Due occhi azzurri che spaccavano il ghiaccio. Ma nel guardare suo
figlio, l'unica cosa che le era rimasta, si vedeva l'apprensione di una madre e
il riaffiorirsi di quel tepore che la caratterizzavano da giovane. Non
abbassava mai gli occhi. Sempre attenta a quello che le accadeva intorno. E
silenziosa. La donna osservò Ginevra con quel suo sguardo misteriosamente
cortese ed entrò in casa. Draco la seguì.
-Weasley- Poco più di un
sussurro, Draco Malfoy si era trovato davanti la famiglia al completo. E non
aveva resistito a pronunciare quel nome con il suo solito tono sarcastico con
cui usava apostrofarli, accompagnato da quel suo sorrisetto maligno e
accattivante. Era dai tempi di Hogwarts che non aveva più pronunciato quel
cognome in questo modo, attribuendogli al contrario una sfumatura dolce e
biricchina che usava solo con la rossa di casa.
-Malfoy- I gemelli non
aspettavano altro. E avevano risposto a tono.
Con un rapido sguardo
assassino a tutte e due le parti, Ginny si intromise in quella schermaglia di
sguardi, per portare Draco e sua madre a tavola.
Fece accomodare la signora
Malfoy a capo tavola e lei e Draco si sarebbero messi da una sua parte e
dall'altra per farla sentire a suo agio. Draco si avvicinò.
-Non vorrai davvero
lasciarmi in pasto ai tuoi parenti, Weasley...- poco più di un sussurro, il suo
tono non era quello usato in precedenza. E Ginevra sorridendo lo fece sedere
accanto a sua madre e lei al suo fianco mentre dall'altra parte si sarebbero
messi i suoi genitori.
Le maniere eleganti dei due
nuovi invitati erano strabilianti, affascinanti e composte. Anche alla Tana
sembravano in una reggia. In particolare Narcissa, con il suo decoro ed
eleganza, era una donna che emanava un'aura di vivacità e intelligenza.
L'aura dei Malfoy.
Sedettero nel salotto dopo
pranzo, per una tazza di the e qualche parola, che prima non si erano certo
sprecate.
-Di quanto sei incinta,
Hermione?- pronunciare il nome di lei era strano per Draco, abituato a
'Granger', ma ormai era una Weasley e sarebbe risultato un insulto. Non tanto
per lei, a quanto aveva potuto vedere, ma per la famiglia circostante di certo.
-Sette mesi- rispose cauta
la bruna.
-Avete già deciso un
nome?- Narcissa aveva riposto la sua
tazza per guardare la coppia
-Aislynne o Aidan- rispose
felice il rosso.
Malfoy alzò un
sopracciglio. -Come il giocatore di Quiddich irlandese....- Aveva abbassato gli
occhi nella sua tazza di the ma un sorriso ironico gli era appena spuntato
sulle labbra. Ron si sentì avvampare ma Hermione non diede segni di cedimento. In
cuor suo però Ginevra sapeva che al ritorno a casa sarebbero stati guai per suo
fratello.
Narcissa si alzò
elegantemente. Tutti la osservarono mentre Draco le si avvicinava con fare
premuroso ma pur sempre da Malfoy. Gli occhi di ghiaccio della donna si
posarono sulla famiglia Weasley e poi in particolare su Ginny. -Ginevra mi
aveva promesso di farmi fare un giro della casa e dei dintorni, ma poi andrò
via perché si è fatto tardi- Posò la tazza sul tavolino e salutò tutti i membri
di quella numerosa famiglia, in particolar modo Molly Weasley con cui scambiò
alcuni convenevoli sulla cucina e l'ospitalità.
La sua figura leggera e
melliflua scomparve da dietro la porta accompagnata dall'alta figura di suo
figlio e di quella leggiadra di sua cognata. Draco si girò prima di uscire,
rivolgendo un segno di saluto alla combriccola.
-Arrivederci Weasley- Un
sorriso beffardo, un luccichio negli occhi e la porta si richiuse alle sue
spalle.
-Malfoy....- Ronald scandì
la parola lettera per lettera con un tono carico di quell'odio che si protraeva
da 11 anni. Ancora non aveva capito che quello era il suo tono, il tono dei
Malfoy, e che in realtà non voleva significare niente. Ma col tempo l'avrebbe
capito.
Ginevra guardava le stelle
da quelle finestre alte e ancestrali, come l'aria che si respirava in quel
maniero che ora era la sua casa. Abitava a Malfoy Manor, insieme a Narcissa e
Draco. Quella casa era perfino troppo grande per tutta la sua famiglia,
figurarsi per una persona sola! Draco non aveva voluto lasciare sua madre
vagare da sola. E conoscendo Narcissa, lei aveva accettato. La vallata ai suoi
piedi era uno spettacolo stupendo, non avrebbe mai immaginato di poter amare
quella casa così ostile e solitaria. Guardò la luna come a chiederle consiglio
o semplicemente armonia. Si girò a vedere lo spettacolo dentro la sua stanza. I
raggi di luna illuminavano il viso angelico di suo marito, mentre i suoi
capelli biondi prendevano una tinta bianca perlacea. La pelle candida del suo
corpo nudo brillava in quell'oscurità, creandogli attorno un'aura fatata. Si
avvicinò alla sua nuca, scompigliandogli i capelli corti mentre con le labbra
sfiorava le sue.
Due occhi argento la
fissarono dal buio, una mano a circondarle la vita sottile e l'altra ad
accarezzarle una guancia. I suoi capelli sembravano una fiamma viva alla luce
lunare. Il ragazzo si impossessò delle labbra di quello spirito irlandese
mentre col corpo la trascinava sotto di se. Un sorriso innocente, un bacio
provocante. Una mano sul suo ventre appena arrotondato. Gli occhi di lui persi
nei suoi.
-Pensi che quando nascerà
glielo faranno vedere?- un sussurro, una domanda implicita e dolorosa. Il
ragazzo si spostò per guardarla meglio, il suo sguardo leggermente incupito.
-Non lo so...- la sua
risposta sincera e fin troppo aspettata le fece venire un tuffo al cuore. Lei
sapeva che cosa voleva dire quella leggera smorfia sul viso, cosa nascondevano
quegli occhi girati verso l'oscurità. Lucius Malfoy marciva da 4 anni nella
prigione di Azkaban con l'accusa di Mangiamorte da cui lei era riuscita a
riscattare il figlio. Narcissa era stata scagionata ma non c'erano state
speranze per Lucius, non ce n'erano mai state. E lui ne era consapevole.
Ginevra ricordava con amarezza lo sguardo perso di Draco nel vedere il posto di
suo padre vuoto al loro matrimonio. Quel leggero velo di tristezza che solo lei
aveva saputo scorgere in quella giornata stupenda. Aveva visto Lucius Malfoy
prima di sposarsi con il figlio. Non aveva detto niente, stava seduto in un
angolo e non parlava, guardava fuori. Con la compostezza che solo un Lord
poteva avere, aveva salutato suo figlio, ma i suoi occhi trapelavano la sua
impazienza, la sua gioia. E poi, quegli stessi occhi grigi che sul volto del
figlio l'avevano fatta palpitare in varie occasioni, si erano posati su di lei,
sulla sua chioma di un folto rubino. Draco gli aveva parlato piano, quasi per
paura di romperlo, e l'aveva fatta avvicinare. E lui si era alzato, il ricordo
di quella figura odiosa che aveva sempre temuto, con quello sguardo tagliente e
penetrante e il ghigno stampato in faccia. I segni del tempo e di Azkaban
avevano reso il suo aspetto stanco, assente. Non si sarebbe meravigliata di
vedere l'aura dell'uomo che fu aggirarsi attorno a quel guscio vuoto. Ma i suoi
occhi, i suoi occhi esprimevano ancora l'ardore e la determinatezza di
quell'uomo, di Lucius Malfoy. E solo allora lui le parlò, perché dagli occhi di
lei era scomparsa la pietà per quella figura meschina, per far posto ad un
timore reverenziale e ad una determinatezza che la sua persona imponeva.
La mano sul suo ventre la
fece destare dal suo vagare tra i ricordi.
-Quando sarà più grande,
vedrai che ce la faremo....- non stava guardando lei, non stava parlando a lei,
fissava il vuoto e cercava di convincere se stesso. Per un attimo fissò il suo
sguardo risoluto nel suo, per poi rilassarsi tra le sue braccia. La testa sul
suo petto, il suo profumo di muschio bianco che le inebriava i sensi, il
respiro delicato e calmo. Il silenzio della stanza e il dolce picchiettare della
pioggia sui vetri. Il sonno che si impossessava delle sue palpebre pesanti.
Un movimento leggero, un
rapido distacco, e i suoi occhi d'argento di nuovo nei suoi.
La fissava.
-Ma davvero mio nipote si
sarebbe chiamato Aidan se fosse stato maschio?-
-Ma smettila!- Una risata
leggera, un guizzo di allegria in quelle due stelle verdi che erano gli occhi
di lei. E una notte ancora lunga da scoprire insieme.
-Arrivo!- I signori Weasley
non c'erano, perciò era andata Hermione ad aprire la porta. Ginevra si era
fatta avanti, con Draco alle spalle. Un abbraccio affettuoso ad entrambi, una
sedia comoda su cui accomodarsi.
-Dov'è la piccola?- Una
luce consapevole negli occhi della rossa Weasley mentre la bruna diceva loro
che stava dormendo. Dopo i convenevoli della padrona di casa, Ginny raggiunse
il punto prima che lo facesse la cognata.
-Sono incinta, Hermione.-
Uno sguardo stupito, l'allegria in volto, un abbraccio tenero tra i due neo
genitori, delle congratulazioni sentite. La pioggia di Aprile che scandiva i
due mesi dall'inizio della gravidanza.
La porta si aprì di nuovo.
-Dio che giornata
pesante...- Ron appariva stanco ed assonnato ma sopratutto bagnato dalla testa
ai piedi. Si accorse dopo della presenza dei Malfoy, e di sua moglie. Lo
sguardo scintillante delle due donne lo indusse a chiederne il motivo.
-Congratulazioni...!- Ronald abbracciò forte sua sorella, uno
sguardo di intesa e una stretta di mano con suo cognato. Nessuna malizia nei
loro volti, nessuna ostilità.
Le due donne incominciarono
a parlare tra loro, così come i loro mariti. Un tazza di the fumante ad unire
il quartetto. Hermione raccontava di quello che aveva passato e di tutti i
momenti belli e divertenti della sua gestazione, aneddoti già sentiti e vissuti
ma adesso con una consapevolezza nuova e diversa; Ronald discuteva del suo
lavoro e del Ministero dove lavoravano entrambi con un Draco apparentemente
assente ma attento, che guardava fuori. Ormai tutti conoscevano il suo
atteggiamento distaccato e tutti lo avevano accettato come lui aveva accettato
la vista di quella casa, di tutti quei
parenti con i capelli rossi e le lentiggini, di ascoltare e dialogare
sinceramente con tutti, in particolare la coppia più vicina a loro. Andare a
trovare i Weasley non era più un problema, anzi. Perfino a Fred e George la sua
vista non era del tutto sgradita. Il suo sorriso era diventato aperto e i suoi
occhi sinceri, non solo più con sua moglie. Era un Weasley oramai. Ma guai a
dirglielo, il suo orgoglio non glielo avrebbe mai permesso. In fondo un Malfoy
resta sempre un Malfoy.
E Ginevra? Ginevra era
felice.
Fine