Le
recensioni sono naturalmente apprezzate e auspicate, anche
negative(purché costruttive) cosicché io possa
capire cosa non va e
migliorarmi!
GRAZIE a tutti coloro che si soffermano a leggere le
mie parole!
1.INCONTRI
Si
sedette vicino a quello sconosciuto che gli aveva sorriso sulla
metro.
Non era uno di quei sorrisi da maniaco o da pervertito, era
piuttosto un sorriso dolce, comprensivo, quasi fraterno e per questo
ben accetto alla fine di una lunga, pesante, uggiosa giornata
torinese.
Ora lui leggeva un libro, così sembrava non
interessarsi più a lei.
Claudia ci rimase male, le sarebbe
piaciuto ricevere delle attenzioni garbate da uno sconosciuto, aveva
bisogno di una dose veloce e gratuita di autostima e qualche parola
con un estraneo poteva essere la giusta medicina per alleviare le sue
pene.
Ma quell'uomo continuava a rimanere in silenzio, con la
testa china sul libro.
In
realtà Claudia non sapeva che Marco stava solo facendo finta
di
concentrarsi su quello stupido libro. Aveva riletto la stessa frase
almeno una ventina di volte, ma non riusciva comunque a coglierne il
significato. Stringeva la pagina del libro e cercava di respirare in
modo regolare, in realtà avrebbe voluto gettare il libro fra
i
binari del tram, girarsi verso quella ragazza, che sapeva
così di
buono e baciarla. Pensava di essere impazzito, di essere diventato
tutto a un tratto una specie di maniaco pazzoide. Non gli era mai
successo di provare un'attrazione del genere per una sconosciuta, una
con la quale aveva solo incrociato lo sguardo sulla metro.
Diede
la colpa al fatto che erano ormai più di sei mesi che non
usciva con
una ragazza, da quando la sua Marta lo aveva lasciato, era uscito
solo con un paio di ragazze, con le quali però non era
andato più
in là del terzo appuntamento. Non le richiamava mai e se
loro lo
cercavano trovava scuse poco impegnative o originali per declinare
l'invito.
Nessuna era come Marta. In tutte cercava qualcosa di lei e non lo trovava mai. Nessuna era bella come lei, fragile e insieme forte come lei, dolce come lei, nessuna aveva il suo sorriso mozzafiato o i suoi occhi così espressivi. Nessuna lo capiva come lei. Nessuna era Marta.
Questa
ragazza sconosciuta, invece, per la prima volta da quel giorno di
Aprile gli aveva risvegliato qualcosa. Gli aveva provocato
curiosità
e interesse. Voleva sentire la sua voce, sapere il suo nome, cosa
facesse nella vita. Per la prima volta da mesi provava interesse vero
per un altro essere umano e purtroppo non sapeva come soddisfarlo,
era come pietrificato.
-Sto aspettando il pullman..- una voce
sconosciuta e melodiosa lo fece allontanare improvvisamente dal
turbinio dei suoi pensieri.
Voltò la testa di scatto, senza
pensare, verso la sua sinistra, da dove quel suono proveniva.
Claudia
se ne accorse e le sue guance si infiammarono subito. Lo sguardo di
quell'uomo l'aveva colta di sorpresa, forse aveva parlato troppo
forte e lo aveva infastidito.
Anche se, in realtà, non sapeva con
esattezza come decifrare il suo sguardo.
-Scusa mamma, ti
richiamo... no. Non posso parlare adesso.- premette forte sullo
schermo del suo Iphone e lo ripose con sua nella borsa.
-Mi scusi
se l'ho disturbata, a volte alzo troppo la voce senza
accorgermene..-aggiunse nascondendosi dietro al suo ciuffo biondo
cenere.
-Come scusi?- Marco la fissava incredulo. Non era
possibile che stesse parlando proprio con lui, era come se dal cielo
avessero sentito e esaudito le sue richieste.
Claudia era sempre
più imbarazzata, ormai non sapeva più come uscire
da quella
gaffe.
-Sì, ecco.. pensavo che.. di averla infastidita con la mia
telefonata..- le tramava quasi la voce e si maledì per aver
iniziato
quella conversazione.
“Infastidirmi?” pensava Marco “come
puoi fare tu qualcosa di fastidioso?”. Intanto la sua faccia
a metà
fra l'esterrefatto e il demente stava preoccupando e spaventando
sempre di più Claudia, la quale aveva abbassato lo sguardo
sulle
proprie mani.
-No.. si figuri, nessun disturbo... è solo che ero
talmente preso dal libro, che la sua voce mi ha catapultato nella
realtà senza preavviso.- Marco rispose, cercando di
ricomporre le
sue espressioni facciali.
-Cosa sta leggendo di bello?- le parole
le uscirono talmente rapidamente e naturalmente, che Claudia quasi
non se ne accorse. “Ma cosa stai facendo? Perché
parli a
quest'uomo? Basta!” Era incredula, era come se avesse perso
ogni
controllo sul suo corpo.
-Uh..l'ultimo di Dan Brown-disse girando
la copertina verso di lei- non sono un suo grande fan, ma quando sono
in giro e voglio isolarmi è il massimo.-
-Ah.. ho letto solo “il
codice da Vinci”, ma non mi ha appassionato più di
tanto..- fece
spallucce e costrinse il suo viso a girarsi verso sinistra, anche se
i suoi occhi lottavano per rimanere in contatto con quelli dello
sconosciuto,
In lontananza vide il suo pullman arrivare.
-è il
mio..-sentenziò alzandosi.-le auguro una buona serata.-e
prese la
borsa che giaceva prima fra loro.
-Anche a lei, comunque mi chiamo
Marco..piacere..-disse lui porgendole la mano.
Claudia l'afferrò
con piacere, come se gli avesse appena offerto un bicchiere d'acqua
ghiacciata in una giornata torrida.-Claudia- disse e si
allontanò a
malincuore, liberando la mano da una stretta che raramente risultava
così piacevole; invece, questa volta, non avrebbe mai voluto
lasciare quella mano così calda e morbida, quella presa
forte e
sicura.
Salì sul 73, sentendosi addosso gli occhi di Marco, che
incontrò infatti al di là delle porte del
pullman. Sorrise e
abbassò lo sguardo.
Marco guardò il pullman allontanarsi nel
traffico delle 18 e strinse le mani fra loro sopra la copertina del
libro, chiedendosi se mai avrebbe rivisto quella ragazza col cappotto
verde.
Dall'altra
parte della città Marta si tirò su del letto, le
lenzuola
scomposte, ancora cariche d'amore la spiazzarono, come se si rese
conto in un istante di tutto quello che aveva fatto negli ultimi sei
mesi.
Aveva cercato uomini più grandi che potessero darle la
fiducia che aveva perso in se stessa, come se quegli uomini potessero
dare un senso alla sua vita, senza che lei dovesse sforzarsi o
impegnarsi per cercarlo.
L'uomo sdraiato a pancia in giù nel suo
letto come si chiamava? -Riccardo...sì...Riccardo..- disse
ad alta
voce come a volersene convincere.
Lui si ridestò e la
guardò...-Ciao piccola, che ore sono?-
-Quasi le sette..-disse
lei accendendo una sigaretta e passandogliela.
-Allora devo
andare, questa sera ho una cena..-
-Bene.. buona serata- si alzò
e chiuse la porta del bagno in fondo al corridoio dietro di
sé.