Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: EstrellaLunar    27/08/2010    4 recensioni
Sotto il cielo della città italiana più europea di tutte si intrecciano vite,sogni e paure di ragazzi comuni. Tra nuovi incontri e vecchie ferite il racconto di un anno che cambierà le loro vite. "Questa ragazza sconosciuta, invece, per la prima volta da quel giorno di Aprile gli aveva risvegliato qualcosa. Gli aveva provocato curiosità e interesse. Voleva sentire la sua voce, sapere il suo nome, cosa facesse nella vita. Per la prima volta da mesi provava interesse vero per un altro essere umano e purtroppo non sapeva come soddisfarlo, era come pietrificato."
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le recensioni sono naturalmente apprezzate e auspicate, anche negative(purché costruttive) cosicché io possa capire cosa non va e migliorarmi!
GRAZIE a tutti coloro che si soffermano a leggere le mie parole!



1.INCONTRI


Si sedette vicino a quello sconosciuto che gli aveva sorriso sulla metro.
Non era uno di quei sorrisi da maniaco o da pervertito, era piuttosto un sorriso dolce, comprensivo, quasi fraterno e per questo ben accetto alla fine di una lunga, pesante, uggiosa giornata torinese.
Ora lui leggeva un libro, così sembrava non interessarsi più a lei.
Claudia ci rimase male, le sarebbe piaciuto ricevere delle attenzioni garbate da uno sconosciuto, aveva bisogno di una dose veloce e gratuita di autostima e qualche parola con un estraneo poteva essere la giusta medicina per alleviare le sue pene.
Ma quell'uomo continuava a rimanere in silenzio, con la testa china sul libro.

In realtà Claudia non sapeva che Marco stava solo facendo finta di concentrarsi su quello stupido libro. Aveva riletto la stessa frase almeno una ventina di volte, ma non riusciva comunque a coglierne il significato. Stringeva la pagina del libro e cercava di respirare in modo regolare, in realtà avrebbe voluto gettare il libro fra i binari del tram, girarsi verso quella ragazza, che sapeva così di buono e baciarla. Pensava di essere impazzito, di essere diventato tutto a un tratto una specie di maniaco pazzoide. Non gli era mai successo di provare un'attrazione del genere per una sconosciuta, una con la quale aveva solo incrociato lo sguardo sulla metro.
Diede la colpa al fatto che erano ormai più di sei mesi che non usciva con una ragazza, da quando la sua Marta lo aveva lasciato, era uscito solo con un paio di ragazze, con le quali però non era andato più in là del terzo appuntamento. Non le richiamava mai e se loro lo cercavano trovava scuse poco impegnative o originali per declinare l'invito.

Nessuna era come Marta. In tutte cercava qualcosa di lei e non lo trovava mai. Nessuna era bella come lei, fragile e insieme forte come lei, dolce come lei, nessuna aveva il suo sorriso mozzafiato o i suoi occhi così espressivi. Nessuna lo capiva come lei. Nessuna era Marta.

Questa ragazza sconosciuta, invece, per la prima volta da quel giorno di Aprile gli aveva risvegliato qualcosa. Gli aveva provocato curiosità e interesse. Voleva sentire la sua voce, sapere il suo nome, cosa facesse nella vita. Per la prima volta da mesi provava interesse vero per un altro essere umano e purtroppo non sapeva come soddisfarlo, era come pietrificato.
-Sto aspettando il pullman..- una voce sconosciuta e melodiosa lo fece allontanare improvvisamente dal turbinio dei suoi pensieri.
Voltò la testa di scatto, senza pensare, verso la sua sinistra, da dove quel suono proveniva.
Claudia se ne accorse e le sue guance si infiammarono subito. Lo sguardo di quell'uomo l'aveva colta di sorpresa, forse aveva parlato troppo forte e lo aveva infastidito.
Anche se, in realtà, non sapeva con esattezza come decifrare il suo sguardo.
-Scusa mamma, ti richiamo... no. Non posso parlare adesso.- premette forte sullo schermo del suo Iphone e lo ripose con sua nella borsa.
-Mi scusi se l'ho disturbata, a volte alzo troppo la voce senza accorgermene..-aggiunse nascondendosi dietro al suo ciuffo biondo cenere.
-Come scusi?- Marco la fissava incredulo. Non era possibile che stesse parlando proprio con lui, era come se dal cielo avessero sentito e esaudito le sue richieste.
Claudia era sempre più imbarazzata, ormai non sapeva più come uscire da quella gaffe.
-Sì, ecco.. pensavo che.. di averla infastidita con la mia telefonata..- le tramava quasi la voce e si maledì per aver iniziato quella conversazione.
“Infastidirmi?” pensava Marco “come puoi fare tu qualcosa di fastidioso?”. Intanto la sua faccia a metà fra l'esterrefatto e il demente stava preoccupando e spaventando sempre di più Claudia, la quale aveva abbassato lo sguardo sulle proprie mani.
-No.. si figuri, nessun disturbo... è solo che ero talmente preso dal libro, che la sua voce mi ha catapultato nella realtà senza preavviso.- Marco rispose, cercando di ricomporre le sue espressioni facciali.
-Cosa sta leggendo di bello?- le parole le uscirono talmente rapidamente e naturalmente, che Claudia quasi non se ne accorse. “Ma cosa stai facendo? Perché parli a quest'uomo? Basta!” Era incredula, era come se avesse perso ogni controllo sul suo corpo.
-Uh..l'ultimo di Dan Brown-disse girando la copertina verso di lei- non sono un suo grande fan, ma quando sono in giro e voglio isolarmi è il massimo.-
-Ah.. ho letto solo “il codice da Vinci”, ma non mi ha appassionato più di tanto..- fece spallucce e costrinse il suo viso a girarsi verso sinistra, anche se i suoi occhi lottavano per rimanere in contatto con quelli dello sconosciuto,
In lontananza vide il suo pullman arrivare.
-è il mio..-sentenziò alzandosi.-le auguro una buona serata.-e prese la borsa che giaceva prima fra loro.
-Anche a lei, comunque mi chiamo Marco..piacere..-disse lui porgendole la mano.
Claudia l'afferrò con piacere, come se gli avesse appena offerto un bicchiere d'acqua ghiacciata in una giornata torrida.-Claudia- disse e si allontanò a malincuore, liberando la mano da una stretta che raramente risultava così piacevole; invece, questa volta, non avrebbe mai voluto lasciare quella mano così calda e morbida, quella presa forte e sicura.
Salì sul 73, sentendosi addosso gli occhi di Marco, che incontrò infatti al di là delle porte del pullman. Sorrise e abbassò lo sguardo.
Marco guardò il pullman allontanarsi nel traffico delle 18 e strinse le mani fra loro sopra la copertina del libro, chiedendosi se mai avrebbe rivisto quella ragazza col cappotto verde.


Dall'altra parte della città Marta si tirò su del letto, le lenzuola scomposte, ancora cariche d'amore la spiazzarono, come se si rese conto in un istante di tutto quello che aveva fatto negli ultimi sei mesi.
Aveva cercato uomini più grandi che potessero darle la fiducia che aveva perso in se stessa, come se quegli uomini potessero dare un senso alla sua vita, senza che lei dovesse sforzarsi o impegnarsi per cercarlo.
L'uomo sdraiato a pancia in giù nel suo letto come si chiamava? -Riccardo...sì...Riccardo..- disse ad alta voce come a volersene convincere.
Lui si ridestò e la guardò...-Ciao piccola, che ore sono?-
-Quasi le sette..-disse lei accendendo una sigaretta e passandogliela.
-Allora devo andare, questa sera ho una cena..-
-Bene.. buona serata- si alzò e chiuse la porta del bagno in fondo al corridoio dietro di sé.




  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: EstrellaLunar