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Autore: Vivien L    27/08/2010    12 recensioni
Isabella Swan, una ragazza semplice e anonima, che abita nella periferia di Washington, ha una vita perfetta. Dei genitori affettuosi, un lavoro affermato, un uomo che l'ama. E poi c'è lui, Edward Cullen,l'uomo dalla bellezza irraggiungibile, che nutre un odio profondo e sviscerale nei suoi confronti. Un odio nato dalle origini più meschine,un odio insormontabile per entrambi,un odio che stravolgerà le loro vite. Due anime divise dal destino, ma un grande dolore riuscirà ad avvicinarli, finchè l'odio non si trasformerà in amore. E dall'amore, Edward e Bella lo sanno, non si può fuggire.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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"I giorni dell'abbandono"
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capitolo 5
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Capitolo betato da Yara89
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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopro di lucro.
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Il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore.
(Albert Einstein)
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- Edward, ti prego...- implorai con gli occhi resi lucidi dall'eccitazione, e lui sogghignò, baciandomi all'angolo della bocca. Lo guardai negli occhi, illuminati da quella strana luce nostalgica con cui spesso osservava il mio viso, e mi persi in quello sguardo lucente, che aveva il potere di penetrarmi violentemente l'anima, sconvolgendomi mente e corpo.

Le sue mani si posarono sul mio viso con dolcezza, lo sguardo immerso nel mio, come se non riuscisse a distoglierlo dai miei occhi, la bocca a pochi centimetri dalle mie labbra.

- Ti basta dire di sì, Bella- sussurrò con voce carezzevole, e io sbuffai.

- Edward, ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo??- sibilai, e lui sospirò. Mi lasciò libera dal suo corpo, e si gettò con veemenza sul materasso, allontanandosi leggermente da me. Prima che potessi anche solo sospirare di sollievo, mi afferrò per la vita e mi strinse a sé, facendo scontrare il mio viso sul suo petto. Mi sfiorò i capelli con le labbra, per poi scendere a baciare il mio orecchio sinistro.

Un brivido mi scosse.

Mi sollevò il viso, costringendomi a incrociare i suoi occhi chiari, del colore dell'oceano, brillanti come le stelle.

- E' più di un anno che siamo sposati - disse con voce seria, ma al tempo stesso emozionata, come se non credesse lui stesso alle parole che aveva pronunciato - abbiamo una bella casa, il lavoro procede alla grande, e ci amiamo - calcò con forza sul plurale, come a convincersi delle sue parole. Sospirai, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi innamorati, puntandolo sul suo petto caldo e rassicurante. Mi baciò la fronte, e il suo profumo mi giunse prepotentemente alle narici. Prese le mie mani fra le sue, baciandole con devozione, e mi costrinsi a guardarlo, per scorgere l'emozione che giaceva nel suo sguardo lucente.

-Voglio un figlio, Bella - calcò con forza sul mio nome, facendomi intuire quanto fosse disarmante il suo desiderio. Sospirai ancora, guardandolo con timore. Lui mi sfiorò una guancia, il suo sguardo era supplichevole, sapevo che il suo non era un semplice capriccio. Io e Edward avevamo da poco festeggiato il nostro primo anniversario di matrimonio, e negli ultimi mesi avevamo spesso affrontato l'argomento. E' vero, io lo amavo, avevo imparato a donargli quell'affetto incondizionato che lui mi regalava senza riserve. Eravamo felici, avevamo una bella vita, le nostre giornate erano scandite dall'amore che ci legava l'uno all'altra in maniera sempre più irreversibile, ma non ero sicura di essere pronta a diventare madre.

Eravamo sposati da poco tempo, e, per quanto mi fosse difficile ammetterlo, persino con me stessa, il pensiero di Jacob ancora mi tormentava la notte. Il mio amore per lui era scomparso, ma il dolore che mi aveva causato il suo abbandono rimarrà per sempre scolpito nella mia mente, come il più acuto dei tormenti. Il mio cuore portava ancora i segni irreversibili della sofferenza che mi causarono le sue parole, pronunciate tanto tempo fa', e la paura di essere abbandonata di nuovo era una continua costante della mia vita. La brutta esperienza vissuta con Jake aveva inciso sul mio carattere, intaccando la mia sicurezza e la fiducia che nutrivo verso me stessa.

E vivevo nel costante timore che anche Edward si stufasse di me, che mi abbandonasse, che capisse che io non ero la donna adatta a lui. La nostra relazione era l'unica certezza che avevo nella vita, ma eravamo pronti per crescere un figlio, per mettere al mondo un'altra vita, se nemmeno noi eravamo sicuri del nostro futuro?

Sapevo che mio marito mi amava alla follia, me lo dimostrava giorno dopo giorno, con ogni suo gesto o carezza. Ero il suo primo pensiero quando apriva gli occhi la mattina, e la sera, prima di riaddormentarsi, non mancava mai di cullarmi fra le sue braccia e farmi sentire protetta e amata. E con il passare del tempo avevo capito che era lui l'uomo della mia vita, colui che mi avrebbe vista crescere, che avrebbe guidato ogni mio passo verso il nostro futuro. Ma spesso il dolore per la perdita del mio primo amore tornava a perseguitarmi, tormentandomi con lo spettro del suo ricordo. Forse il mio attaccamento ai giorni passati con Jacob , era dovuto alla mia difficoltà di discostarmi dall'utopica immagine che mi ero fatta di lui. Nella mia mente avevo creato uno stereotipo di Jacob Black che m'impediva di dimenticarlo, anche se sapevo che l'amore che provavo per lui era svanito come neve al sole. Ma non potevo fare a meno di immaginare come sarebbe stata la mia vita se lui non mi avesse lasciata...

- Bella?- Edward vide i miei occhi vacui e il mio sguardo fisso su un punto inesistente, e serrò la mascella. Impallidii, sapevo cosa stava pensando, perché in quel momento la mia mente verteva nella medesima direzione.

Strinse i pugni, i suoi occhi divennero cupi, arrabbiati.

Edward mi conosceva come le sue tasche, sapeva sempre cosa mi passasse per la testa, riusciva a comprendere il mio stato d'animo, i miei desideri e le mie paure attraverso il mio sguardo o le espressioni del mio viso.

- E' per lui, vero?- mormorò a bassa voce, allontanandosi da me. Spalancai gli occhi e scossi il capo, ma sapevamo entrambi che aveva ragione.

Mi guardò, i suoi occhi erano lucidi, lo sguardo fisso nel mio. Era deluso, arrabbiato, ma il dolore che aveva trasfigurato il suo viso mi colpì come una pugnalata nel petto.

Violento, lacerava le infinite pieghe della mia anima, gettandomi in quel vortice di disperazione da cui lui mi aveva salvata.

- Edward...- mormorai con voce rotta, cercando di avvicinarmi a lui e di accarezzargli una guancia, ma lui si scostò. Quel gesto mi causò un dolore insopportabile.

Si alzò, ergendosi in tutta la sua altezza, guardandomi dall'alto come se fossimo estranei, come se tutto l'amore che provava per me fosse svanito nel nulla.

-Non dire nulla, non ce n'è bisogno - disse con voce spezzata, ma la rabbia era percepibile nel suo tono. Si abbottonò velocemente la camicia, e in quel momento mi alzai anch'io, avvicinandomi a lui.

- Dove vai?- chiesi,e la mia voce tradiva una nota isterica che lo fece voltare di scatto verso di me. I suoi occhi bruciavano nei miei, confondendomi, destabilizzandomi.

- Ti chiedi dove vado, Isabella?- mormorò incredulo, avvicinandosi a me - perché, tanto che t'importa?- sbottò con voce carica d'astio, e io sussultai - tu non provi nulla per me, vero? Nulla, se non indifferenza. Tu pensi ancora a lui!!- gridò, e io sobbalzai. Non mi aveva mai parlato in quel modo. Le lacrime iniziarono a scendere sul mio volto, copiose, irrefrenabili, e vidi una scintilla di dispiacere nel suo volto, che si trasformò in dolore e sofferenza.

Si voltò, incamminandosi verso la porta, ma lo bloccai per un polso.

- Aspetta, non è come credi..- soffiai con voce incerta, e lui si immobilizzò. Si voltò verso di me, il suo sguardo era un fuoco che mi bruciava l'anima.

- Non è come penso?- sillabò, incredulo, stringendo il mio polso - Bella, siamo sposati da più di un anno, e la nostra vita è felice. Ti amo da impazzire, e ho aspettato che tu ricambiassi i miei sentimenti. Ho atteso, ho sperato che la tua indifferenza si trasformasse in amore. E anche adesso, mentre ti imploro in ginocchio, mentre ti dico che voglio un figlio da te, tu non fai che pensare a lui...- si bloccò, la voce gli morì in gola. Allentò la stretta sul mio polso, abbandonando le braccia lungo i fianchi e distogliendo lo sguardo - Non ce la faccio, Bella. Mi dispiace - in quel momento, mentre mi lanciava un ultimo sguardo tormentato e usciva lentamente dalla nostra camera, non riuscivo a parlare. Le sue parole mi rimbombavano in testa, lacerandomi l'anima. E lo sbattere della porta d'ingresso contro il muro, segno che Edward se ne era andato, fece da eco al lento infrangersi del mio cuore.

Quella notte, Edward non tornò.

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------Tre giorni dopo-----

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- Signora Cullen la prego!- implorai disperata, cercando di stringere le sue mani fra le mie. Lei si scostò, disgustata, lanciandomi un'occhiata rancorosa.

- Credi davvero che ti dirò dov'è mio figlio?- disse con voce gelida, osservando le lacrime traboccare dai miei occhi scuri. Singhiozzai, appoggiandomi alla porta della casa dei genitori di mio marito, che mi fissavano con espressione fredda e glaciale , incuranti del mio dolore.

Edward, dal giorno del nostro ultimo litigio, non era più tornato a casa. Non aveva telefonato, non mi aveva fatto sapere se stava bene, non aveva più dato segno della sua presenza.

In quei lunghi giorni senza di lui, avevo riflettuto molto. La sua lontananza aveva agito sul mio animo come il peggiore dei tormenti, e avevo capito che la mia non era una semplice dipendenza nei suoi confronti.

Le innumerevoli lacrime versate, il dolore che avevo provato quando, al mio risveglio, non avevo sentito il suo abbraccio caldo stretto al mio corpo, era lacerante. Continuavo a pensarlo senza tregua, giorno e notte, non riuscivo a dormire, a mangiare, non avevo quasi più la forza di alzarmi dal letto. Finché un giorno, tutto cambiò. Ero disperata, non riuscivo a capire dove fosse, volevo rivederlo, volevo parlargli, volevo abbracciarlo e chiedergli scusa. In preda alla disperazione più pura, avevo messo a soqquadro la nostra camera, il nostro nido d'amore, testimone delle nostre gioie e dei nostri dolori. Finché un piccolo cimelio attirò la mia attenzione come una calamita. Lo avevo preso in mano, incredula, e il ricordo del giorno in cui ricevetti in regalo quel piccolo ciondolo mi era tornato in mente, stravolgendo il mio cuore e la mia anima. Era una collana che mi aveva regalato Jacob poco prima di avermi abbandonata. E guardando quel piccolo oggetto stretto fra le mie mani, per la prima volta dopo molti mesi mi tornarono in mente le infinite giornate passate con il mio primo amore. Le sue premure, i suoi baci, le carezze che facevano aumentare il battito del mio cuore in maniera esponenziale. Ma in quel momento, rivedendo dopo tanto tempo quel piccolo cimelio, non provai nessuna emozione. Nulla, se non il vuoto di una perdita che mi aveva straziato l'anima, ma che ormai mi lasciava del tutto indifferente. E avevo paragonato la mia vita con Jake con i mesi passati con Edward, assuefatta dal suo amore e dalle premure che mi regalava ogni giorno. Avevo rivisto lo sguardo di mio marito, gli occhi luminosi fissi sul mio volto, che racchiudevano tutto l'amore che mi donava senza remore e senza chiedere nulla in cambio, e solo in quel momento avevo capito che non riuscivo più ad immaginare di poter vivere senza di lui.

Ero finalmente giunta a una svolta, il mio animo si era liberato dell'oppressivo ricordo di Jacob, ma la verità era che ero stata troppo occupata a contemplare il mio sogno d'amore sfumato nel nulla per accorgermi che l'unico uomo che avevo davvero amato con tutta me stessa era al mio fianco. Mi ero fatta forza, ero riuscita a comprendere che ciò che provavo per Jacob era soltanto una malsana dipendenza che mi aveva attanagliato il cuore nella sua dolorosa morsa.

La verità era che io amavo Edward Cullen. Lo avevo sempre amato, dalla prima volta che mi aveva stretta fra le braccia, avevo iniziato a provare qualcosa per lui. Ma ero stata testarda, accecata dal dolore. Mi ero voluta aggrappare ad una folle utopia d'amore, e non ero stata in grado di comprendere la reale portata dei miei sentimenti per lui.

In quel momento avevo preso un respiro profondo, avvicinandomi alla finestra della mia camera, che si affacciava nell'immenso giardino di villa Cullen, e avevo lanciato il ciondolo nel bosco.

E poi avevo sorriso, perché ero consapevole che finalmente ero libera.

Libera da un insensato parossismo che mi aveva ucciso l'anima, da una malsana ossessione che mi aveva oppresso il cuore, facendomi sprofondare nell'oscurità.

Ero libera, ed ero pronta per donare a Edward l'amore che meritava, e che avevo sempre provato, inconsciamente, nei suoi confronti.

E adesso ero qui, implorante e agitata, di fronte ai genitori di Edward, perché ero sicura che loro sapessero dove lui si fosse rifugiato.

Guardai ancora una volta il viso altero di Esme, e lei sorrise.

- E' inutile, Isabella. Non ti dirò dov'è. Finalmente si è reso conto di che razza di donna ha sposato, non ho intenzione di rovinare tutto...- singhiozzai, ma la rabbia divampò nel mio animo come il più potente dei tormenti.

-Sono sua moglie!- urlai sconvolta, e lei indietreggiò - ho il diritto di sapere dove sia andato!! E lei non sa nulla!- continuai accorata. La rabbia accumulata in quei mesi stava esplodendo nel mio cuore, ma non avevo intenzione di trattenerla. Non più. - Lei non capisce! Edward mi ha sposata perché mi ama, e io amo lui!!Lei non sa che cosa abbiamo passato, lui si è preso cura di me, mi ha aiutata, mi ha amata, e quando mi ha chiesto di sposarlo...- tacqui, mentre una rivelazione improvvisa mi fece illuminare gli occhi. Forse sapevo dove era andato...

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La pioggia mi bagnava i vestiti, sentivo le pallide goccioline d'acqua scivolare sul mio corpo, sfiorare le mie guancie e solcare il mio pallido viso. Aumentai il passo, mentre dal cielo provenivano dei lampi cupi che mi facevano sussultare. Prima di varcare la grande entrata dell'hotel "Le Monde", che ospitava il ristorante in cui Edward mi aveva chiesto di sposarlo molti mesi prima, presi un respiro profondo, cercando di rallentare il battito accelerato del mio cuore. Feci un passo, un altro e un altro ancora, intimorita, finché l'aria calda e confortevole della hall mi investì con una folata di vento. Mi guardai intorno, spaesata, finché non intercettai un signore in divisa guardare con espressione torva i miei abiti zuppi di pioggia. Mi avvicinai lentamente, nonostante l'agitazione che mi avvolgeva l'anima, e lui mi lanciò un sorrisetto sarcastico.

- Desidera?- chiese con voce roca, e io sperai con tutta me stessa che mi avrebbe aiutata a ritrovarlo.

- Cerco Edward Cullen, sono sua moglie - chiesi esitante, e lui sospirò - per caso negli ultimi giorni ha alloggiato in una delle vostre camere?- lui socchiuse gli occhi, sospettoso, e con un cipiglio curioso in viso mi disse che avrebbe controllato. Lo seguii verso l'imponente bancone che occupava buona parte dell'entrata, e con gli occhi lucidi lo vidi armeggiare con il computer.

- Mr Cullen ha preso una stanza, sì- disse - ma in questo momento non è nella sua camera...- il cuore sembrò cessare di battere a quella rivelazione, perché il desiderio di rivederlo, di poterlo stringere a me e baciare le sua labbra dolci e delicate era irrefrenabile.

Rassegnata, salutai con un cenno di capo l'uomo e mi avviai verso il parcheggio, gli occhi lucidi e il cuore a pezzi.

Ma non mi sarei data per vinta: dovevo trovarlo, dovevo parlarci, dovevo... non so nemmeno io che cosa volevo, ma ero certa che non avrei resistito a lungo senza di lui. Stavo per entrare in macchina, quando una frenata brusca alle mie spalle mi fece voltare la testa di scatto.

Spalancai gli occhi quando vidi una familiare Audi nera parcheggiare elegantemente a pochi metri da me e, con il cuore in gola, lasciai cadere le chiavi della macchina ai miei piedi, avvicinandomi lentamente all'uomo che era appena sceso dall'auto. Era bellissimo, soltanto in quel momento mi rendevo realmente conto di quanto fossero splendenti i suoi occhi e meravigliosi i lineamenti del suo viso. Lui si voltò all'improvviso, e la sorpresa nel suo sguardo si trasformò in dolore quando mi vide avvicinarsi a lui.

- Edward...- mormorai con voce roca, ma lui tacque. L'amore che scorgevo nei suoi occhi era offuscato dalla sofferenza, un tormento che avevamo condiviso entrambi, e che mai come in quel momento ci aveva travolti con la forza di un oceano in tempesta. Mi avvicinai, i miei passi erano lenti e cadenzati, avevo paura, non volevo che scappasse, che mi dicesse che non mi voleva più. Non lo avrei sopportato. Pochi metri ci separavano, ma i nostri cuori erano irreversibilmente uniti, e nulla ci avrebbe potuti separare.

- Cosa ci fai qui?- sussurrò lui, e io abbassai lo sguardo.

- Volevo parlarti, volevo...-

- Non c'è niente da dire, Bella- mi interruppe, la sofferenza era percepibile dal suo tono - niente, se non che ho sbagliato, e l'ho capito in questi giorni lontani da te. Non dovevo chiederti di sposarmi, sapevo che amavi un altro, è stata colpa mia. Tu non hai colpe - quelle parole mi spezzarono il cuore, trafiggendomi nel profondo dell''anima.

Arretrai di un passo, sconvolta, e nei suoi occhi si accese una luce strana.

- Vuoi dire...- presi fiato, il dolore era troppo forte - vuoi dire che ti sei pentito... ti sei pentito di avermi sposata?- soffiai incredula, e lui spalancò gli occhi. Strinse i pugni, la rabbia percepibile nei lineamenti del suo viso.

- Cosa stai dicendo?- gridò avvicinandosi a me. Il suo profumo caldo e familiare mi giunse alle narici, facendomi battere forte il cuore - sei impazzita?- mi prese un polso, strattonandomi, e le lacrime scesero copiose dai miei occhi, mescolandosi alla pioggia che cadeva sul mio volto. Scossi il capo, incredula, e lui sospirò - io ti amo, Isabella Swan. Non mi pentirò mai di averti resa mia moglie, ma tu... tu non mia amerai mai, e io non posso sopportare di vivere con la consapevolezza che mentre facciamo l'amore tu pensi ad un altro uomo - mi lanciò uno sguardo tormentato e, abbandonando la presa sul mio polso si voltò, dirigendosi a passi lenti verso l'Hotel.

- Addio Isabella - mormorò, e in quel momento mi sembrò di impazzire.

Non potevo perderlo, non adesso che avevo capito di amarlo...

- EDWARD!!!- urlai disperata, rincorrendolo e strattonandolo per un braccio. Si voltò, incredulo, e vidi delle pallide lacrime scorrere sul suo volto dai lineamenti perfetti.

- Aspetta - annaspai in cerca d'aria, stringendo il suo polso con forza - lasciami parlare prima di andartene. Ne ho il diritto! Ti prego, ascoltami e poi ti lascerò in pace - presi fiato, sconvolta, e scorsi una nota di preoccupazione nei suoi occhi chiari - mi dispiace - esclamai con voce implorante - per tutto il male che ti ho fatto. Per non averti amato come meriti. Mi dispiace, Edward. Ma quando te ne sei andato ho riflettuto molto, e ho capito tante cose. Io ti amo, Edward! Jacob non c'è più, lui è il mio passato, con lui è finita. E' finita, Edward, nel mio cuore adesso ci sei solo tu. Ciò che provavo per lui era solo un assurda dipendenza, un sogno che si è confuso con la realtà. Ma in questi giorni lontani da te ho capito che la mia realtà sei tu, Edward. Lui non esiste più, in questi mesi ci sei stato sempre e soltanto tu. L'ho amato, è vero, ma adesso amo soltanto te. Ero aggrappata al suo ricordo, senza rendermi conto che l'amore era dietro l'angolo, che il mio futuro eri tu. Tu sei il sole che riscalda la mia vita, sei l'aria che respiro, sei tutta la mia vita. Ti amo, Edward. Ti amo!!- lui mi guardò, sbalordito, e chiuse gli occhi. Si avvicinò a me, lentamente, poggiando la sua fronte sulla mia e respirando il mio profumo. Mi strinse a sé, la sua presa era salda, come se avesse paura di perdermi.

- E' la prima volta che me lo dici - sussurrò, e quando le sue labbra si posarono sui miei occhi chiusi tremai dall'emozione - e non immagini quanto abbia desiderato sentire queste parole uscire dalle tue labbra -

- Perdonami...- implorai, e lui sorrise. Un sorriso malinconico, ma scorgevo  felicità repressa nel suo sguardo immerso nei miei occhi.

- Non ti perdono, perché non hai nulla di cui farti perdonare. Ti amo più della mia stessa vita, Isabella Swan. Non mi sono mai pentito di averti sposata, di averti resa mia. Ti amo - ripeté baciandomi la punta del naso, e io mi aggrappai alle sue spalle, appoggiando il capo sul suo petto. Mi abbracciò, e in quel momento la felicità esplose in me, violenta, acuta,quasi dolorosa nella sua sconvolgente intensità .

- Ripetilo - sussurrò Edward, alzandomi il viso e obbligandomi ad incrociare i suoi occhi splendenti di gioia - Dimmelo ancora, amore mio - sussurrò depositando piccoli baci sul mio viso, e io sorrisi, mentre una pallida lacrima sfuggiva ai miei occhi scuri.

- Ti amo - sussurrai felice, e lui chiuse gli occhi, sconvolto dalle emozioni che avevano travolto i nostri cuori . Lo strinsi a me, sfiorando i suoi capelli morbidi e profumati, e posai le mie labbra sulle sue. Il bacio era intriso di una dolcezza destabilizzante, che mi fece quasi scoppiare il petto dalla felicità. Ci staccammo pochi minuti dopo, entrambi ansanti e con gli occhi lucidi. Edward rise, prendendomi in braccio e facendomi sussultare dalla sorpresa. La sua risata contagiò anche me, e ci trovammo entrambi a ridere come bambini. Cullata dal suo abbraccio caldo e rassicurante, mi sentivo la donna più felice dell'universo.

Mi voltai verso di lui, incatenando i nostri sguardi, e avvicinai le mie labbra al suo orecchio destro.

- La mia risposta è si - sussurrai con voce rotta dall'emozione -Voglio un figlio da te, Edward Cullen - lui mi guardò, e la felicità che scorsi nel suo sguardo fu talmente acuta da farmi scendere una pallida lacrima dagli occhi.

Edward sorrise, baciandomi i capelli impastati di pioggia, mentre si incamminava lentamente verso la sua auto.

- Allora questa notte ci dovremmo dare da fare...- sussurrò lascivo e malizioso, e io gli diedi uno schiaffo leggero sulle spalle.

- Scemo!- sillabai fingendomi arrabbiata, ma la sua espressione estasiata ci fece entrambi scoppiare a ridere.

Da quel giorno sarebbe iniziata la mia nuova vita. Una vita fatta di gioie e dolori, ma con Edward al mio fianco, avrei potuto superare qualsiasi ostacolo si fosse intromesso fra noi e  il nostro amore. 

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FINE
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Ed eccoci giunti al capitolo conclusivo della storia. Isabella ha finalmente intrapreso un percorso che l'ha portata alla consapevolezza che il dolore rimane sempre impresso a fuoco nell'anima delle persone. L'essere umano ha la tendenza a dimenticare i momenti felici, ma la sofferenza...bè, la sofferenza è un sentimento impossibile da dimenticare. Ci condiziona la vita, ci fa crescere e maturare, ci fa diventare più consapevoli delle nostre stesse gioie, perchè senza il dolore non c'è felicità, e senza la sofferenza non c'è nemmeno il desiderio di raggiungerla. Il dolore non si può evitare, nè dimenticare, perchè tutti ne portiamo il segno, tangibile, reale, che ci permette di crescere e di ambire alla felicità, di desiderarla, di conquistarla. Ma il dolore si può superare, affrontare , e si può cercare di andare avanti, di ricominciare a vivere. E per andare avanti, l'uomo ha bisogno di amore. Nessuno può sopravvivere da solo. Possiamo illuderci che nella vita non avremmo mai  bisogno di nessuno, ma la realtà è ben diversa. Tutti, prima o poi, nella vita, hanno bisogno di aiuto.
Questa storia la dedico a te, Marty, perchè ti voglio un bene dell'anima, e la tua sofferenza è la mia, il buio che ti ha inghiottita sta avvolgendo anche le persone che ti stanno accanto. E per quanto tu cerchi di allontanarti da noi, per quanto tu rifiuti il nostro aiuto, noi ti staremo sempre vicini. Troverai qualcuno che ti ami per quello che sei, e che meriti il tuo amore. Te lo giuro, Martina, con tutta me stessa.
Mi sento in dovere di ringraziare anche le 75 persone che hanno inserito la storia fra le preferite, i 51 seguiti e i 29 ricordati. Siete meravigliose , ragazze. Vi ringrazio per il sostegno che mi date ogni giorno, la premura con cui sopportate le mie storie, la gentilezza con cui  mi incoraggiate ad andare avanti.
Un grazie particolare va ad Artemide88, che nelle ultime recensioni mi ha offerto dei buoni spunti di riflessione per questo capitolo. Lo dedico a te, Sara. Consiglio a tutte di leggere le sue fic, perchè sono spettacolari.
Ringrazio le mie lettrici fedeli, che hanno recensito tutti i capitoli della storia e che mi hanno incoraggiata a continuarla. Non immaginate con quale piacere legga i vostri commenti, ragazze!!!
Adesso mi dedicherò alle altre mie storie, vi ricordo che sul mio blog ho lasciato uno spoiler de "la duchessa", e che entro questa sera ne inserirò uno sul nuovo capitolo de "Il mondo intorno a te". Un bacio, elisa
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RISPOSTE ALLE RECENSIONI
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BO19 ciao, eh già, di cognate megere ce ne sono tante! Anche la mamma del mio fidanzato non mi può soffrire!!Povera me!!!^_^ Sì, anche questo capitolo è zuccheroso, ma era il lieto fin e proprio ci voleva!!!Un bacio, eli
VITTORIAKF Ciao, eh già, Edward ama Bella di un amore unico e speciale, perchè fra loro c'è qualcosa di più profondo di una semplice passione affettiva: è il dolore che h visto nascere il loro sentimento, e la sofferenza è più duratura della gioia. Un bacio, eli
SASSY86 Ciao, ti ringrazio per il tuo aiuto, sono sicura che se avrò bisogno dei tuoi consigli te lo farò presente!! Daltronde il bello di condividere le storie è che si può sempre contare sul sostegno di qualcuno, no?^.^ Un bacio, eli
BANY2080 Ciao, bè, sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!!Per quanto riguarda quest'ultimo, l'ho trovato molto zuccheroso anch'esso, ma credo che sia stato necessario, dato che era l'ultimo!Un bacio, eli
NICOSIA ciao, eh già, hai ragione, con tutte queste idee per la capozza ^.^, spesso il mio cervello va in fumo!!!Hem, sento una strana puzza!!Perdona la mia idiozia, ma oggi sono proprio cotta!!E c'è da dire che il desiderio di pubblicare altre storie è forte, dato che ho mille idee, ma poi sono consapevole che non riuscirei a gestirle e mi trattengo ( per la gioia di molte lettrici!!). Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!Un bacio, eli
ARTEMIDE88 Ciao sara, innanzitutto buone vacanze!! Spero che le passerai bene!! Alla tua domanda ti sei risposta da sola^.^, ma vorrei aggiungere che il loro amore è nato dalla condivisione del dolore, che è un sentimento ( purtroppo, più potnte della gioia o della felicità, perchè le ferite del cuore possono essere lenite, ma non cancelate del tutto. E Bella, trasmettendo la sua sofferenza a Edward, lo ha reso parte dei sè. Io, invece, il dolore che provava bella in new moon l'ho trovato normalissimo per una donna che aveva trasformato Edward in tutto il suo mondo. Infatti ho sempre trovato il loro rapporto affascinante, ma anche sbagliato, perchè Bella ha trasformate Edward nel suo unico appiglio alla vita, ciò che prova per lui è un amore dipendente. Ma, haimè, anche tremendamente affascinante. Anche se i personaggi fossero stati umani, probabilmente io mi sarei innamorta lo stesso della saga della Meyer, proprio perchè si racconta di un amore davvero sconvolgente, quasi impossibile da trovare nel mondo reale!Un bacio,eli
ED4E Ciao! Come vedi bella è finalmente giunta alla conclusione che ciò che provava per Jake era sbagliato, e che l'uomo giusto per lei è Edward!Un bacio, eli ( ps: la tua storia l'ho letta e mi ha molto incuriosita!!^.^)
STELLACULLEN ciao,  non preoccuparti!!! Io apprezzo moltissimo i vostri commenti!!E sono davvero lusingata, mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta!! Un bacio, eli
   
 
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