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Autore: tonks17    27/08/2010    3 recensioni
"Era come una specie di frenesia che si impossessava di loro. Una scarica di corrente che partiva dalle dita dei piedi e arrivava fino alla punta dei capelli, percorrendoli e facendogli tremare il cuore." La mia coppia preferita, quella che mi da più ispirazione...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io riuscirò a fermarti

 

Amava percorrere i corridoi di quella scuola. Passare davanti a tutti, con lo sguardo fiero e altezzoso, il suo sguardo, la faceva sentire una vero e propria forza della natura. Non che lei fosse una persona altezzosa e arrogante, anzi, era forse una delle persone più dolci e delicate al Mondo… però era bella, intelligente e furba. Aveva tutte le qualità necessarie per atteggiarsi almeno un po’.

In quell’esatto momento stava camminando verso l’aula di Pozioni, la sua materia preferita. Non aveva mai perso una lezione dall’inizio dell’anno, ed erano già ad Aprile!

Erano già ad Aprile… quel piccolo dettaglio le metteva una sacco di tristezza e gioia allo stesso tempo. Quello sarebbe stato il suo ultimo anno ad Hogwarts.

Erano cambiate tante cose in quei pochi mesi. Innanzi tutto era cambiata lei. Fortunatamente, all’interno della scuola, tutto era cambiato in meglio. Altrettanto, purtroppo, non era successo all’estero… Voldemort si stava impadronendo del mondo, magico e non, e. inevitabilmente, quando sarebbe finita la scuola tutti loro dell’ultimo anno se la sarebbero dovuta vedere con lui.

In questi casi non vale la risposta: io non mi voglio schierare. In un modo o nell’altro, tutti avrebbero dovuto prendere una posizione, nel bene o nel male. Chiaramente lei sapeva già cosa avrebbe fatto.

Sarebbe entrata nell’Ordine della Fenice. Ne aveva già parlato con il Professor Silente, visto che era venuta a sapere dell’organizzazione segreta da alcuni studenti. I suoi genitori non erano d’accordo con lei. Ovviamente volevano proteggerla. Loro erano le classiche persone che non vogliono mai fare torti a nessuno, non per paura delle conseguenze, ma perché erano buoni con tutti. Una volta per tutte avrebbero dovuto capire che non potevano essere buoni proprio con tutti…

Stava immaginando la loro risposta all’affermazione “Mamma, Papà, io entro nell’Ordine, ho deciso” quando una mano forte e calda l’afferrò per il braccio destro, portandola in un cunicolo nascosto nel muro. Sapeva chi era. Quasi se lo aspettava… succedeva spesso ultimamente che qualcuno, quel qualcuno, la prendesse di soppiatto, magari quand’era sovrappensiero, e la portasse in un posticino nuovo, mai visto prima. Sapeva anche cosa sarebbe successo di lì a pochi secondi. Era come una specie di frenesia che si impossessava di loro. Una scarica di corrente che partiva dalle dita dei piedi e arrivava fino alla punta dei capelli, percorrendoli e facendogli tremare il cuore. Ecco, centimetro dopo centimetro, con gli occhi chiusi, si avvicinavano. Riuscivano a percepire il calore l’uno dell’altra, riuscivano a calcolare la loro diminuente distanza con una precisione incomparabile. Millimetro dopo millimetro. E poi quel che veniva dopo, avveniva con una lentezza e una velocità insieme perfette. Le labbra che si sfiorano. Il calore che si espande. Le lingue che si toccano. Quello erano loro. Quando stavano insieme erano la perfezione. Sapevano i pensieri l’uno dell’altra in qualsiasi situazione e l’unica cosa che ancora non capivano era perché ci avessero messo così tanto a trovarsi. Ma lì, nascosti dal mondo, soli con se stessi, di certo quel mistero non era importante. L’importante era solo che il Mondo gli stava vorticando intorno in una maniera inaudita e che loro continuavano a baciarsi lentamente, come per urlargli in faccia: “Non me ne frega niente se tu continui a girare! Io riuscirò a rallentarti!”. Come se insieme potessero tutto. E soprattutto… non volevano che quella sensazione smettesse. Era tutto così bello, così morbido e così meraviglioso che, inevitabilmente, sembrava irreale.

Ma loro erano reali. Loro, che ancora litigavano in mezzo ai corridoi fregandosene degli altri. Loro che non erano per niente una delle classiche e ormai note coppiette smielate. Loro erano diversi, indubbiamente… e sapevano che ci sarebbero sempre stati l’un per l’altra. Quindi potevano anche tornare al mondo che girava e girava, perché ci sarebbero stati tanti e tanti altri momenti come quello.

Il Mondo smise di vorticare come quando stacchi la puntina del giradischi dal vinile. Loro si guardarono negli occhi e si ritrovarono.

“Non sei venuta a salutarmi questa mattina” disse lui con la sua voce calda.  

“Lo so.. scusami ma ero di fretta. A proposito, mi stai facendo fare tardi!” gli rispose lei con una sorriso, per poi dargli un piccolo bacio sulle labbra.

“Tranquilla, tanto oggi non ci vai a lezione. Non farai alcun ritardo” ribatté lui con un sorriso a trentadue denti.

“Stai cercando di dirmi che tu mi impedirai di andarci?” rise lei, seriamente divertita dell’ingenuità di quel ragazzo. Però il ragazzo di fece inaspettatamente serio.

“Che c’è?”

“E’ che… ti devo dire una cosa” disse lui, facendole una carezza sulla guancia e guardandola negli occhi.

“Dimmela allora” rispose lei tranquillamente, con un sorriso.

“Non qui. E’ per questo che voglio che tu stia con me invece che andare a lezione”

“Ma… non posso! Sai che non salto mai una lezione, tra poco ci sono gli esami e per di più Pozioni è la mia materia preferita!” rispose lei gesticolando con le mani.

“Ti prometto che non te ne pentirai”

“Questo è tutto ciò che sai dirmi per convincermi?” chiese lei scettica.

“Bè, è scontato dire che devi venire con me perché IO sono IO” rispose lui con fare da macho.

“Ah ah ah! Così tu saresti così irresistibile da farmi saltare una lezione di Pozioni?”

“Mmmm… sì!” le rispose lui dopo aver fatto finta di pensare.

“Solo perché sono curiosa…” acconsentì lei sbuffando.

Il sorriso di lui era invincibile. Ci si scioglieva quando lo usava, per forza.

“Bene! Allora seguimi!” La prese per mano e la portò fuori dal cunicolo che, ora lei si accorgeva, era coperto da un arazzo.

Decise di non chiedergli niente finché non avrebbero raggiunto la loro meta, ma, dopo aver attraversato il corridoio nel senso opposto a quel che aveva seguito prima, essere passati per altri tre corridoi, aver attraversato la sala di ingresso e aver sceso le scale d’entrata, cominciava a farsi qualche domanda.

“Ehm… scusa se ti deconcentro eh… ma dove staremmo andando di preciso?”

“E secondo te posso dirtelo?” rispose lui con un ghigno.

“Ovviamente no” constatò lei alzando gli occhi al cielo.

Quella mattina di Aprile il cielo era color fiordaliso. Una tonalità che non si vedeva da tanto tempo lì ad Hogwarts. Il prato era appena puntinato di fiorellini gialli e rosa e l’erba era più verde che mai. Continuarono a camminare per un bel tratto, finché non arrivarono al limitare della Foresta Proibita. A quel punto lei si fermò e gli strinse più forte la mano per trattenerlo.

“Dove credi di andare scusa?”

“Ecco. Forse c’è un problema. Lo so che è contro la tua etica infrangere le regole… però è necessario. Per l’atmosfera!” disse lui girandosi verso il bel viso di lei.

“Già, direi proprio che abbiamo un problema! Prima mi fai saltare lezione, poi mi fai entrare nella Foresta Proibita… non so, ora vuoi anche dirmi che stanotte mi vuoi portare a fare un giro turistico nel parco, al chiaro di luna?”

“No bè, nel parco no, però la torre di Astronomia…”

Lei sbuffò forte e si girò per andarsene.

“No no no no! Scherzavo, scherzavo! Dai, torna qui!” disse lui frettolosamente riprendendola per il polso.

“Ti ho detto che non te ne pentirai, ti assicuro, ti giuro che ne vale la pena. Davvero. Fidati, è importante” la pregò lui.

La ragazza sembrò addolcirsi anche se era ancora abbastanza scocciata.

“ Mi conosci, sai che non mi piacciono queste cose.”

“E’ solo un breve tratto” rispose solo lui ricominciando a camminare.

Entrarono nella foresta e subito tutto diventò più buio. Il cielo color fiordaliso non c’era più, solo fitti rami cupi sopra di loro.

“Non sono mai venuta qui…” osservò lei guardandosi in torno, e stringendosi al fianco del ragazzo.

“Lo so. Non sai cosa ti sei persa! Di notte ci sono anche gli unicorni!”

“Sei venuto qui di notte?! Ma sei impazzito? E’ pericoloso!” si allarmò subito lei.

“Tranquilla, non può succedermi niente” rispose lui sicuro.

“Certo, tu sei invincibile” ridacchiò lei.

Sembravano essere ancora nel cuore della foresta quando, sorpassato un gruppetto di cespugli, si ritrovarono davanti a una scena meravigliosa.

Un ramo del Lago Nero si era esteso fin lì creando un’insenatura nella terra. L’acqua, essendo bassa, era di un colore cristallino. Si vedeva addirittura il fondo ricoperto di pietre tondeggianti. Le sponde erano ricoperte di piccoli gigli bianchi.

La ragazza mollò la presa alla mano di lui e si avvicinò al lago. Si inginocchiò vicino alla riva e prese un fiore tra le dita, accarezzandone i petali. Si chinò su di esso e lo annusò, bagnandosi la punta dei capelli con l’acqua del lago.

Il ragazzo la raggiunse e le si sedette vicino.

“Gigli” sussurrò solo lei, guardandolo negli occhi e sorridendo.

“Dovevi venire a vedere per forza. Da quando l’ho scoperto sono venuto qui ogni giorno, per sentire il profumo di questi fiori, che mi ricordano te. Questo è il tuo posto” le spiegò lui.

“Grazie. Avevi ragione, ne valeva la pena” e dicendo questo, un lieve rossore si espanse sulle guance di porcellana della ragazza.

“Ah, hai detto che dovevi dirmi una cosa prima” si ricordò poi lei.

Il ragazzo fissò il lago per un attimo, poi si schiarì la voce.

“ Sì è così” confermò facendo una pausa. “Devo dirti una cosa molto importante. Ecco… vedi io, non vorrei sembrare banale, né troppo frettoloso. Però c’è un pensiero che mi sta girando in testa da un po’ di tempo e non riesco a mandarlo via. E’ una cosa orribile da pensare però con i tempo che corrono è inevitabile…” sospirò e continuò ancora, girandosi verso di lei. “C’è la guerra. Ci sono tanti maghi e tanti babbani che ogni giorno muoiono o perdono dei parenti o degli amici. Non voglio spaventarti o cose del genere, però credo proprio che dovremmo cominciare a guardare fuori da questo paradiso terrestre che è Hogwarts, e renderci conto della realtà.” “Veramente io…” “ No aspetta un minuto. So che tu hai già fatto la scelta di entrare nell’Ordine della Fenice. Lo so perché anche io ho fatto la tua stessa scelta tempo fa. Ho parlato con Silente. Ma comunque non è di questo che volevo parlarti. Io ho paura Lily. Ho paura di perdere ciò che ho, ciò di cui vivo. Io vivo per te. Io vivo per la nostra storia. Io… vivo per il nostro futuro. E questo futuro sta rischiando di essere sconvolto da un pazzo che ha deciso di essere il più potente del mondo. Non voglio perderti, per questo ti ho portata qui. Non chiedo una risposta ora, ti sto solo dicendo quel che mi piacerebbe, per capire se sono le tue stesse idee“.

James si era immaginato tante volte quel momento. Si era preparato un discorso tutto romantico e strappalacrime, ma alla fine era andato sul pesante, sul drastico. Sul reale. Aveva sognato tante volte quelle parole che uscivano dalla sua bocca e la risposta di Lily. Entrambi sapevano di essere fatti l’uno per l’altra, ma quanto sarebbero stati in grado di dimostrarlo al mondo?

“James…”

“Lily Evans… “ prese un respiro profondo “… mi vuoi sposare?”

Quelle parole rimbombarono nella testa ad entrambi. Ormai era questione di tempo, gliel’avrebbe dovuto chiedere prima o poi.

Lily sorrise e una lacrima leggera le scese lungo la guancia fino a toccare il mento.

“James… certo che ti voglio sposare. Sei la mia vita, non posso fare a meno di te ormai” rispose lei con i brividi che le correvano lungo la schiena. Gli si avvicino e lo abbracciò, per fargli sentire tutto il calore di quella risposta e tutto l’amore che provava per lui.

“Ti amo” disse lui, come se fosse una spiegazione.

“Ti amo” confermò lei, annuendo.

E il Mondo ricominciò a vorticare. Tutti i gigli sparirono, il lago sparì. C’era solo James e c’era solo Lily. E la consapevolezza che il loro amore, forse iniziato troppo tardi, o forse semplicemente ufficializzato troppo tardi, sarebbe durato all’infinito. Lì, davanti a quei fiori, loro avevano sancito la loro promessa. Lì, davanti a quel lago, era come se si fossero già sposati.

Quella frenesia conosciuta si impossessò di loro un’altra volta e in quel momento ebbero la conferma che insieme, avrebbero urlato in faccia al Mondo “io riuscirò a fermati”, fino alla fine.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice.

Rieccomi qui con una James/Lily ** Quanto li amo, quanto mi amo! Sono decisamente la mia coppia preferita. Non so, quando scrivo di loro mi vengono i brividi! Non so se si è capito subito chi erano i personaggi… ho voluto comunque tenerli “nascosti” fino alla fine. Spero di essere riuscita nel mio intento, mi piacciono le storie a sorpresa! XD Spero anche di non essere stata troppo smielata O.o Se lo sono stata, non era il mio obbiettivo!

Ditemi che ne pensate :D

Un bacione a tutti, e ringrazio chi mi ha recensito la storia che ho pubblicato ieri, “Inferno o Paradiso” (cioè ringrazio Laudica_2204,  Without a name [ ♥ ] e  liriograve, grazie davvero!)

Un bacione grande a tutti!

Vale

  
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