Vecchia Io la immagino come un giglio attorcigliato attorno a un palo che s’alza verso l’infinito nel cielo cupo dei ricordi. E perde il dolce risalendo il duro appiglio, disperato, piangendo petali vermigli, tremende lacrime di desiderio. E non arriva mai alla fine, pur che il mondo sotto è piccolo. E più si stringe attorno al palo, paurosamente questo dimagrisce.