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Classificatasi
prima al contest
"Tributo ai Malandrini: croce e delizia della storia di Harry Potter"
di HarryPotterianaDOC.
Eppure
era solo ieri
Il
peso del fallimento
è la punizione peggiore di tutte. (Warhammer 40.000)
Chi era? Chi era Remus
Lupin?
L’ineluttabilità
del
proprio nome gli secca le labbra e la certezza di non sbagliarsi lo
travolge,
lasciandolo esterrefatto e malfermo. Suppone sia l’effetto
sleale del whiskey.
Ride di se stesso, versandosene un altro bicchiere.
La bottiglia l’ha
trovata ad aspettarlo sul tavolo col suo liquido conforto.
Gli confessa parole
laconiche con uno sciabordio affabile [e familiare]. Asciuga il
bicchiere,
sordo a quelle voci lontane, ormai perdute, insieme a occhi, sorrisi e
mani.
Remus zittisce le sue
memorie ciarliere, considerando l’ironia di quella
situazione: ora ricorda, la
bottiglia l’ha lasciata Sirius, postuma consolazione della
sua assenza. A
posteriori, con la sua sagoma flessuosa e il suo spirito brioso, sembra
un
simulacro dell’amico così come lo ricorda ad
Hogwarts, distinto sullo sfondo
grigio di una cattiva memoria, vessillo del coraggio Grifondoro.
Quello stesso coraggio
che lui avrebbe dovuto condividere. Oh, se potesse. Se potesse, Remus
vorrebbe
chiedere loro di fidarsi di lui, ancora.
Alza la bottiglia, a
perenne memoria.
Sorride a se stesso.
Tutto quello che resta dei Malandrini è in questa stanza,
ormai. Un uomo e una
bottiglia.
-Remus, sei la persona
più meravigliosa che conosca. Non lasciarti demoralizzare da
nessuno [echi di
memorie perse in un bicchiere]
Il
rimorso non è mai per azioni che abbiamo commesso o che non
abbiamo commesso;
non è per ciò che facciamo; bensì per
ciò che fummo, siamo e fatalmente saremo:
non riguarda soltanto il passato, ma anche il futuro (Mario Soldati)
Intimamente, Sirius
Black era morto un po’ quella notte di tanti anni prima.
Quattordici anniversari
non celebrati, che nel buio atroce di Grimmauld Place si erano stipati
negli
angoli, senza che lui avesse il coraggio di guardarli in faccia o che
loro si
degnassero di districarsi dai suoi rimorsi.
Intimamente, Sirius
Black provava un po’ ribrezzo. Ribrezzo di affrontare una
sporcizia limacciosa,
che s’incollava alle dita non appena osava sfiorare qualcosa
in quella casa
odorosa di anni passati in silenzio, in quella casa rumorosa
dell’indifferenza
dei suoi genitori.
Intimamente, Sirius
Black aveva anche un po’ paura. Paura di affrontarli, loro
che erano stati per
lungo tempo l’unica presenza vitale tra mura fredde (ancora
più) e impregnate
d’amarezza (di queste). Paura di questo prossimo
anniversario, specchiato nei
loro occhi di fantasma, nelle loro parole d’aria e nei loro
sospiri polverosi.
-James, ho avuto
un’idea brillante! [Echi di memorie perse nel vento]
Intimamente, Sirius
Black ritorna ai suoi vent’anni, si assicura la porta dietro
le spalle e apre
l’ultima finestra all’ultimo piano di Grimmauld
Place. La notte di Halloween è
cominciata. Ricominceranno, come se la notte di quattordici anni fa non
si
fosse mai interrotta, come se il mondo fosse finito quel 31 ottobre.
[Il vento è freddo,
come mani che carezzano il viso]
-Bentornati
C’è un momento
in cui ogni scelta diventa
irreversibile (Marguerite Yourcenar)
Mentre la notte scolorisce nel
bianco di una nuova
alba, Peter Pettigrew dorme.
La sua mente, impressionata dalla
folgore solitaria
del suo nuovo arto, divaga, ricostruendo le ultime ore di quella notte,
le
ultime ombre di quel cimitero, che nella sua allucinazione ricalcano le
lapidi
ceree che li circondano.
Compagni già morti, che
risvegliano in Peter un
sentimento dimenticato da tempo: Peter è essenziale.
È la chiave di volta, il
tassello fondamentale.
Peter è arrogante nelle
sue nuove considerazioni: una
lunga catena di eventi si è originata dalle sue scelte. Se
Peter non avesse
cercato il Signore Oscuro, se Peter non fosse stato un Animagus, se
Peter non
avesse donato un suo arto –lucido e forte, un’arma,
ora- per il suo signore.
Se Peter non avesse tradito i suoi
amici.
Peter è negligente nelle
sue nuove considerazioni:
un’altra scelta, all’origine di tutto, ma Peter lo
ignora, beandosi dei suoi
sogni cupi e tormentati, bastandogli la realtà che sceglie
di immaginare.
-Peter, accetti di essere il nostro
Custode Segreto?
[Echi di memorie perse in una frase]
Avada Kedavra
Sognando la sua mano di
luce, Peter dorme il sonno dei giusti.
La
felicità non è fare tutto ciò che si
vuole, ma volere tutto ciò che si fa
(Friedrich Nietzsche)
Mancano solo ventitre
ore. Tecnicamente, il loro ultimo giorno è già
iniziato.
Quel conto alla
rovescia con un appuntamento inesistente, lo tiene impegnato, mentre
Lily tenta
–con più fortuna di lui- di calmare il piccolo
Harry. Ha pianto
ininterrottamente questa notte.
Un urlo lungo e
sottile, che si dipana tra le mura sottili della loro casa, mentre Lily
sussurra un’elegia di parole incomprensibili alle sue
orecchie ormai sorde.
Ecco, James teme di essere sordo.
Si tappa le orecchie.
Forte. Una forte pressione, quasi che potesse arrivare dritta al
cervello e,
premendo ancora, riattivare le sue sinapsi addormentate.
Harry si è assopito e
Lily gli rivolge un sorriso bianco sotto le occhiaie da insonnia.
James vorrebbe che la
risposta gli arrivasse nel sonno, sussurrata ad un orecchio con la voce
rassicurante di Lily.
Adesso, il sorriso di
Lily gli dice di tornare a letto.
Quando James ha già
fatto una rampa, si gira, guarda ancora una volta la sua famiglia
–suo figlio,
sua moglie- e sorride. Quando sarà morto, domani, James
volterà la testa
sentendosi vecchio di mille anni e osserverà stupito il
vuoto alle proprie
spalle. E penserà “Strano. Eppure era
lì. La mia vita era lì ed era solo
ieri”
[Vuoi sposarmi, Lily?
Cosa?
Vuoi sposarmi?
Si]
[Echi di memorie
cresciute in un bambino]
°°°
NdA: Allora, premetto che nel momento stesso in cui ho scritto questa
fanfiction ho pensato che sarebbe stata necessaria una Nota Autore
bella
lunga...
La DoubleDrabble di Sirius è quella che mi soddisfa di
più tuttora, mentre la
più criptica trovo sia quella di Peter che potrebbe essere
male interpretata
(non certo dalla giudice, che senza questo papiro ha interpretato
benissimo le
mie intenzioni! Complimenti, sinceramente pensavo di essere fraintesa
in
qualche punto). Peter non è certo il Marauder più
amato, nemmeno da me se è per
questo, ma più che mosso da vera cattiveria, penso che sia
mosso dall’invidia
di non essere tutto ciò che erano i suoi migliori amici,
perciò considero che
Peter non si sia pentito di nulla fino all’ultimo atto
(peraltro è un
esilissimo ripensamento, più che altro un tentennamento), ma
anzi abbia
“dormito il sonno dei giusti” per moltissimi anni,
l’unico tra i Marauders a
non lambiccarsi il cervello tra fantasmi e rimpianti. Questa
è la mia
personalissima visione, ripeto, volevo solo dare una spiegazione per
questa
Drabble in particolare che potrebbe essere mal interpretata, volendo.
Chiudo con il giudizio, del quale sono ovviamente orgogliosissima!
Prima classificata:
Vert – Eppure era solo ieri
Forma: 15/15
Stile: 15/15
Lessico: 20/20
Grammatica: 20/20
Originalità: 25/25
Capacità di emozionare il lettore: 20/20
Gradimento personale: 10/10
Punteggio totale: 125/125
Non ci riesco. Davvero, non ci riesco, sul serio. Non riesco a trovare
un
errore in questa fiction perfetta, e non riesco a capire come tu sia
riuscita a
partorire un’ idea geniale come questa. Penso che se nella
storia di Harry
Potter EFP ci sia mai una fiction che merita il punteggio pieno, beh,
è proprio
questa. Oltre a questo, non so che dire. Complimenti.