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Autore: vert    28/08/2010    3 recensioni
Ogni Marauder reagisce a modo suo al passare del tempo, tutti uniti dal ricordo dei tempi passati.
Prima classificata al contest: "Tributo ai Malandrini: croce e delizia della storia di Harry Potter" di HarryPotterianaDOC
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Classificatasi prima al contest "Tributo ai Malandrini: croce e delizia della storia di Harry Potter" di HarryPotterianaDOC.

Eppure era solo ieri

 


Il peso del fallimento è la punizione peggiore di tutte. (Warhammer 40.000)

Chi era? Chi era Remus Lupin?

L’ineluttabilità del proprio nome gli secca le labbra e la certezza di non sbagliarsi lo travolge, lasciandolo esterrefatto e malfermo. Suppone sia l’effetto sleale del whiskey. Ride di se stesso, versandosene un altro bicchiere.

La bottiglia l’ha trovata ad aspettarlo sul tavolo col suo liquido conforto.

Gli confessa parole laconiche con uno sciabordio affabile [e familiare]. Asciuga il bicchiere, sordo a quelle voci lontane, ormai perdute, insieme a occhi, sorrisi e mani.

Remus zittisce le sue memorie ciarliere, considerando l’ironia di quella situazione: ora ricorda, la bottiglia l’ha lasciata Sirius, postuma consolazione della sua assenza. A posteriori, con la sua sagoma flessuosa e il suo spirito brioso, sembra un simulacro dell’amico così come lo ricorda ad Hogwarts, distinto sullo sfondo grigio di una cattiva memoria, vessillo del coraggio Grifondoro.

Quello stesso coraggio che lui avrebbe dovuto condividere. Oh, se potesse. Se potesse, Remus vorrebbe chiedere loro di fidarsi di lui, ancora.

Alza la bottiglia, a perenne memoria.

Sorride a se stesso. Tutto quello che resta dei Malandrini è in questa stanza, ormai. Un uomo e una bottiglia.

 

-Remus, sei la persona più meravigliosa che conosca. Non lasciarti demoralizzare da nessuno [echi di memorie perse in un bicchiere]

 

 

Il rimorso non è mai per azioni che abbiamo commesso o che non abbiamo commesso; non è per ciò che facciamo; bensì per ciò che fummo, siamo e fatalmente saremo: non riguarda soltanto il passato, ma anche il futuro (Mario Soldati)

Intimamente, Sirius Black era morto un po’ quella notte di tanti anni prima. Quattordici anniversari non celebrati, che nel buio atroce di Grimmauld Place si erano stipati negli angoli, senza che lui avesse il coraggio di guardarli in faccia o che loro si degnassero di districarsi dai suoi rimorsi.

Intimamente, Sirius Black provava un po’ ribrezzo. Ribrezzo di affrontare una sporcizia limacciosa, che s’incollava alle dita non appena osava sfiorare qualcosa in quella casa odorosa di anni passati in silenzio, in quella casa rumorosa dell’indifferenza dei suoi genitori.

Intimamente, Sirius Black aveva anche un po’ paura. Paura di affrontarli, loro che erano stati per lungo tempo l’unica presenza vitale tra mura fredde (ancora più) e impregnate d’amarezza (di queste). Paura di questo prossimo anniversario, specchiato nei loro occhi di fantasma, nelle loro parole d’aria e nei loro sospiri polverosi.

-James, ho avuto un’idea brillante! [Echi di memorie perse nel vento]

Intimamente, Sirius Black ritorna ai suoi vent’anni, si assicura la porta dietro le spalle e apre l’ultima finestra all’ultimo piano di Grimmauld Place. La notte di Halloween è cominciata. Ricominceranno, come se la notte di quattordici anni fa non si fosse mai interrotta, come se il mondo fosse finito quel 31 ottobre.

[Il vento è freddo, come mani che carezzano il viso]

-Bentornati

 

 

 

C’è un momento in cui ogni scelta diventa irreversibile (Marguerite Yourcenar)

Mentre la notte scolorisce nel bianco di una nuova alba, Peter Pettigrew dorme.

La sua mente, impressionata dalla folgore solitaria del suo nuovo arto, divaga, ricostruendo le ultime ore di quella notte, le ultime ombre di quel cimitero, che nella sua allucinazione ricalcano le lapidi ceree che li circondano.

Compagni già morti, che risvegliano in Peter un sentimento dimenticato da tempo: Peter è essenziale.

È la chiave di volta, il tassello fondamentale.

Peter è arrogante nelle sue nuove considerazioni: una lunga catena di eventi si è originata dalle sue scelte. Se Peter non avesse cercato il Signore Oscuro, se Peter non fosse stato un Animagus, se Peter non avesse donato un suo arto –lucido e forte, un’arma, ora- per il suo signore.

Se Peter non avesse tradito i suoi amici.

Peter è negligente nelle sue nuove considerazioni: un’altra scelta, all’origine di tutto, ma Peter lo ignora, beandosi dei suoi sogni cupi e tormentati, bastandogli la realtà che sceglie di immaginare.

 

-Peter, accetti di essere il nostro Custode Segreto? [Echi di memorie perse in una frase]

Avada Kedavra

 

Sognando la sua mano di luce, Peter dorme il sonno dei giusti.

 

La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa (Friedrich Nietzsche)

Mancano solo ventitre ore. Tecnicamente, il loro ultimo giorno è già iniziato.

Quel conto alla rovescia con un appuntamento inesistente, lo tiene impegnato, mentre Lily tenta –con più fortuna di lui- di calmare il piccolo Harry. Ha pianto ininterrottamente questa notte.

Un urlo lungo e sottile, che si dipana tra le mura sottili della loro casa, mentre Lily sussurra un’elegia di parole incomprensibili alle sue orecchie ormai sorde.
Ecco, James teme di essere sordo.

Si tappa le orecchie. Forte. Una forte pressione, quasi che potesse arrivare dritta al cervello e, premendo ancora, riattivare le sue sinapsi addormentate.

Harry si è assopito e Lily gli rivolge un sorriso bianco sotto le occhiaie da insonnia.

James vorrebbe che la risposta gli arrivasse nel sonno, sussurrata ad un orecchio con la voce rassicurante di Lily.

Adesso, il sorriso di Lily gli dice di tornare a letto.

Quando James ha già fatto una rampa, si gira, guarda ancora una volta la sua famiglia –suo figlio, sua moglie- e sorride. Quando sarà morto, domani, James volterà la testa sentendosi vecchio di mille anni e osserverà stupito il vuoto alle proprie spalle. E penserà “Strano. Eppure era lì. La mia vita era lì ed era solo ieri

 

[Vuoi sposarmi, Lily?

Cosa?

Vuoi sposarmi?

Si]

[Echi di memorie cresciute in un bambino]

 

°°°
NdA: Allora, premetto che nel momento stesso in cui ho scritto questa fanfiction ho pensato che sarebbe stata necessaria una Nota Autore bella lunga...

La DoubleDrabble di Sirius è quella che mi soddisfa di più tuttora, mentre la più criptica trovo sia quella di Peter che potrebbe essere male interpretata (non certo dalla giudice, che senza questo papiro ha interpretato benissimo le mie intenzioni! Complimenti, sinceramente pensavo di essere fraintesa in qualche punto). Peter non è certo il Marauder più amato, nemmeno da me se è per questo, ma più che mosso da vera cattiveria, penso che sia mosso dall’invidia di non essere tutto ciò che erano i suoi migliori amici, perciò considero che Peter non si sia pentito di nulla fino all’ultimo atto (peraltro è un esilissimo ripensamento, più che altro un tentennamento), ma anzi abbia “dormito il sonno dei giusti” per moltissimi anni, l’unico tra i Marauders a non lambiccarsi il cervello tra fantasmi e rimpianti. Questa è la mia personalissima visione, ripeto, volevo solo dare una spiegazione per questa Drabble in particolare che potrebbe essere mal interpretata, volendo.

Chiudo con il giudizio, del quale sono ovviamente orgogliosissima!


Prima classificata:
Vert – Eppure era solo ieri
Forma: 15/15
Stile: 15/15
Lessico: 20/20
Grammatica: 20/20
Originalità: 25/25
Capacità di emozionare il lettore: 20/20
Gradimento personale: 10/10
Punteggio totale: 125/125
Non ci riesco. Davvero, non ci riesco, sul serio. Non riesco a trovare un errore in questa fiction perfetta, e non riesco a capire come tu sia riuscita a partorire un’ idea geniale come questa. Penso che se nella storia di Harry Potter EFP ci sia mai una fiction che merita il punteggio pieno, beh, è proprio questa. Oltre a questo, non so che dire. Complimenti.

  
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