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Autore: _Nimpha_    28/08/2010    0 recensioni
rivisitazione dell'incipit di "lettere a un bambino mai nato" Oriana Fallaci
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanotte ho saputo che c’eri. Finalmente ho sentito e realizzato che eri li. Con me. Reale.

Una gocciolina scappata da un uomo normale. Da un uomo qualsiasi. Un uomo tra la folla. Sconosciuto e insignificante. Quella gocciolina adesso sei tu.

E me ne stavo in quel buio, con gli occhi spalancati, con un sudore appicicaticcio e freddo che mi bloccava e mi bagnava la fronte i capelli e i pensieri. E un pensiero come una fucilata mi fa colpito. Mi ha riempito e finalmente tu c’eri. Esistevi. Esisti.

Mi si è fermato il cuore. E poi ha ripreso a battere e quei battiti veloci uno di seguito all’altro sempre più in fretta mi facevano male. Quel suono sordo sembrava urlare in quel silenzio. E ogni battito era un anno. Un anno di vita. Mio e tuo. Futuri.

E adesso che capisco che so che tutto è reale mi trovo in questa stanza con questo cuore e con quel sudore che mi soffoca. Quel suono e quella sensazione che mi fanno paura.

Si, ho paura.  E in questa paura mi perdo in domande a cui non so rispondere ma che si ripropongono e non la finiscono di assillarmi.

Non ho mai pensato al futuro. Mai. Sono sempre stata una di quelle a cui del futuro non gliene frega niente. Nulla. E adesso questa paura mi fa annegare nel mio sudore.

Cerca di capire perché ho paura.

Non ho paura degli altri, non ho paura della gente. Non mi sono mai importati gli altri.

Non è paura di Dio. Me ne sono sempre fregata di Dio.

Non è paura per il dolore. Non mi sono mai curata del dolore. Non lo temo, sia chiaro.

È paura di te. Per te. Per me.

Ho paura del caso che ti ha strappato al nulla e ti ha agganciato a me. Ti ha fatto aggrappare dentro di me. E ti fa crescere dentro al mio ventre.

Non sono mai stata pronta ad accoglierti. Anche se ti ho aspettato invano per molto. Ed ora che sei qui mi sento un adolescente. Ho paura di quello che succederà. Ho paura di come sarai.

Ho paura di quello che diventerai.

Perché mi sono sempre posta l’atroce domanda: e se non gli piacesse nascere?

E se un giorno mi odierai per aver permesso che nascessi in questo mondo? E se un giorno mi guarderai e mi urlerai: chi ti ha chiesto di mettermi al mondo? Perché hai permesso che entrassi in questo mondo?

E se mi chiedessi un giorno perché?

Ti dovrei rispondere che è stata la solitudine e l’egoismo. E allora mi sentirei davvero parte di questo mondo, questo che ora, giudico e disprezzo.

  
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