PROLOGO.
Il nostro non era un rapporto sano. Non era una favola, non era perfetto.
Nessuna principessa o principe azzurro. A mezzanotte, niente sarebbe cambiato.
La sola distanza ci lasciava sfiniti. Eravamo come drogati, solo che la nostra assuefazione era diversa. Nessuno dei due tollerava la solitudine. Dovevamo rimanere insieme per non restare da soli.
Ogni volta che minacciavo di andarmene, lui mi riportava alla realtà.
Entrambi attratti dalla luce dell’altro, non potevamo vivere lontani o ci saremmo uccisi da soli.
Ma al minimo contatto, proprio come due falene, saremmo bruciati all’istante.
Era un amore malato, fatto di contraddizioni, botte, pianti e riconciliazioni.
Pur sempre qualcosa, però, e mi aggrappavo a quella speranza, a quella luce dopo ogni baratro.
Una minima scintilla che mi ridava la forza di combattere. Per lui. Per me. Per entrambi.
Due persone incapaci di vivere in una gabbia di relazioni normali, unite dallo stesso destino.