Champagne
La
notte del 21 Luglio fu una notte indimenticabile. Quella sera era
perfetta
sotto tutti i punti di vista. Faceva caldo ma c’era vento,
lui compiva
diciannove anni, quel giorno gli regalai un portafoglio Avirex, quelli
che i
militari americani usavano negli anni Quaranta, eravamo stati insieme
tutto il
giorno e avevamo fatto l’amore fino a tardi, più
volte. Mi chiese se restavo da
lui a mangiare, così feci una doccia, mi avvolsi nel suo
accappatoio e andai a
baciarlo. Facemmo l’amore di nuovo e lui era malinconico
perché ora il suo accappatoio
verde avrebbe profumato di me e quando non ci sarei stata avrebbe
sentito la
mia mancanza. Quando riuscimmo a vestirci mi accompagnò di
fretta a casa, dove
misi un vestito bianco e non mi truccai per nulla, ero di fretta e
avevo i
capelli ancora umidi. Passammo al market e lui comprò della
pasta, sugo e due
birre, la mia di sicuro non l’avrei bevuta, odio la birra e
l’alcool. A casa
lui fece la doccia mentre io cominciai a preparare, poi
cucinò. Mangiammo e
cercammo anche di finire quelle poche briciole di torta che era
avanzata,
raccogliendole con la punta delle dita. Mi ubriacai di acqua naturale,
mentre
lui beveva la sua birra e mi guardava. Inutile dire che facemmo
l’amore, due
volte.
Il
cielo non potrà mai perdere i nostri sorrisi. Le stelle non
potranno mai
scordare i nostri abbracci, i nostri contatti, profondi, straziati. La
musica
non potrà mai dimenticare il ritmo lento e delicato dei
nostri corpi che
danzarono nella notte, il suo respiro sulle mie labbra mentre entrava
nel mio
corpo, formando un’unione perfetta di corpi destinati a stare
insieme. Mai potrò
dimenticare quella notte, in cui non servì lo champagne per
renderci pazzi e
ubriachi l’uno dell’altra, lo eravamo senza aiuti,
lo eravamo come lo siamo,
dannatamente appassionati. Non è possibile definirci. Fu una
notte piena di
promesse silenziose.
Non
potrò mai scordare quella notte. E non potrò mai
dimenticare l’uomo e quello
che ha significato per me.