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Autore: Lules    29/08/2010    4 recensioni
-Non volevo neanche sapere come Fred fosse morto. Ma Percy aveva voluto dirmelo lo stesso, per rispetto. Mi aveva detto che la parete di un corridoio era crollata e Fred era stato schiacciato. Ecco, adesso mi sembrava a me, di essere schiacciato. Dappertutto. Sentivo le mie viscere contorcersi e non riuscivo a respirare. Non avevo più respirato davvero, da quando era successo.
-E … Angelina non l’ho più vista ne sentita; dopo il funerale non sono più riuscito a contattarla.
Devo ammettere che il nome di Angelina si è fermato piuttosto frequentemente tra i miei pensieri: ed è alquanto strano. Sì, davvero strano. Perché è stato Fred ad andare al Ballo del Ceppo con lei. Ciò significa che a lei piaceva. E riusciva a starmi vicina dopo la sua morte perché provava una sensazione molto simile alla mia. Credo. Ciò mi preoccupa molto.
-Mi trovo davanti ad un negozio sprangato. Stento a riconoscerlo, ma non potrei mai sbagliare posto.
I Tiri Vispi Weasley sono stranamente lugubri, con le luci spente e uno strato di polvere spesso tre dita sul bancone. Mi ci è voluto un bel po’ di tempo e di olio di gomito per riuscire a rimuovere le assi di legno che ostruivano l’entrata....
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa One-Shot l’avevo creato un bel po’ di tempo fa, circa quando avevo tredici anni e mezzo. Ero rimasta scioccata, allora, della morte di Fred. Sigh. Anche adesso sono mezza scioccata. La vecchia, cara zia Row è un mito, e sempre lo sarà…. Ma la morte di Freddy se la poteva risparmiare! Be… che dire…. Vi chiedo solo di fare un piccola recensione, se avete voglia, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate…. Bacioni da Lules_Tonks, a presto!

 

Grazie, Fred

Non volevo neanche sapere come Fred fosse morto. Ma Percy aveva voluto dirmelo lo stesso, per rispetto. Mi aveva detto che la parete di un corridoio era crollata e Fred era stato schiacciato. Ecco, adesso mi sembrava a me, di essere schiacciato. Dappertutto. Sentivo le mie viscere contorcersi e non riuscivo a respirare. Non avevo più respirato davvero, da quando era successo.

Era sera, Harry aveva sconfitto da poco meno di cinque ore Lord Voldemort, e tutti attorno a me festeggiavano. Chi correva a destra, chi a sinistra. Famiglie che si ritrovavano, ragazzi che si baciavano.

Arrivai nell’ingresso della Sala Grande, dopo aver vagabondato per ore per il castello. E in quelle ore, oltre al volto di Fred, nella mia mente c’erano anche quelli di Remus, Tonks ….  

Mi appoggiai al portone di quercia, cercando di non cadere. La Sala Grande era stata organizzata, momentaneamente, come obitorio.

Intravidi la mia famiglia, verso la metà del tavolo di Grifondoro, curva sul cadavere del mio gemello. Neanche loro stavano festeggiando. Mamma era in lacrime continuava ad accarezzare la testa di Fred. Papà era una statua vivente e teneva una mano appoggiata sulla spalla di mamma. Hermione, distrutta, sosteneva Ron, che piangeva come un bambino. Percy era avvinghiato alle gambe di Fred. Bill teneva stretta Fleur e singhiozzava. Ginny ed Harry erano seduti vicino al suo cadavere, mano nella mano,ma erano voltati di spalle, e non potei scorgere le loro emozioni.

Ma nessuno, nessuno di loro, provava quello che provavo io. Nessuno di loro aveva perso la propria metà. Nessuno di loro avrebbe voluto morire in quel momento. Che senso aveva la mia vita, senza Fred? Lui era parte di me, ed io ero parte di lui. Così era sempre stato. Nessuno dei due poteva vivere senza l’altro. Era impossibile. E in quel momento, non volevo raggiungere la mia famiglia solo per vedere il cadavere spezzato di Fred, e ricevere carezze che non mi avrebbero consolato.

 Non volevo ricordarmi di tutti i nostri scherzi, delle nostre trovate geniali, delle nostre risate e delle cavolate che sparavamo ogni cinque secondi.

 Di come ci veniva naturale dividerci sempre le frasi a metà, o di come ci divertivamo a far confondere la gente con la nostra somiglianza impressionante. Dei Tiri Vispi Weasley ….

Senza rendermene conto, girai su me stesso e riniziai a camminare, senza una meta. E, senza rendermene conto, pochi minuti dopo, scoprii che i miei piedi mi avevano portato. Mi trovavo davanti all’ufficio di Gazza, e altri ricordi riaffiorarono nella mia mente….

E le lacrime iniziarono a scendere copiose lungo le mie guance. Caddi in ginocchio e sbattei un pugno sul freddo pavimento di pietra con tutta la forza che avevo. “PERCHE’?PERCHE’, FRED?!”, urlai, e la mai voce echeggiò nel corridoio deserto. “PERCHE’ TU?”, gli chiesi, certo che poteva sentirmi. Il mio riflesso sul pavimento lucido, dalla smorfia di dolore in cui era contratto si distese in un sorriso …. Vidi Fred nel riflesso. Non me, ma lui. Avrei riconosciuto il suo sorriso dappertutto. E mi parlò. “Geroge. Non farti abbattere anche tu. Fallo per me. Io ci sarò sempre al tuo fianco, qualunque cosa tu faccia. Ti aiuterò. Te lo prometto”. Lo fissai dubbioso. Ogni traccia di rabbia era svanita, vedendo il suo viso. “Davvero?”, gli chiesi.

“Davvero”. E il suo volto svanì. Mi lasciai scivolare per terra, il mio viso premuto contro la pietra. Non so dire per quanto tempo rimasi lì.

Poi, qualcuno mi aiutò ad alzarmi. Quando fui in piedi, senza darmi il tempo di capire chi fosse, mi abbracciò. Pensai che quel qualcuno era venuto apposta a cercarmi. Ma chi poteva essere? Mi staccai delicatamente da quella presenza così gentile, e la guardai negli occhi. Un paio di occhi scuri, caldi, bellissimi. Gli occhi di lei. Angelina. “Non piangere George. Ci sono io”,sussurrò, asciugandomi le lacrime.

Capii. L’aiuto che il mio gemello mi aveva promesso era arrivato all’istante.

Grazie, Fred.

 

  
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