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Autore: Rota    30/08/2010    3 recensioni
Perché sei così distante?
Il letto è ancora caldo, le lenzuola ancora sfatte. Non vuoi approfittarne? Siamo solo io e te, in questa stanza. Anche se ti ostini a guardare altrove, anche se volgi gli occhi alla parete fredda davanti a te.
Non pensi, forse, che io sia interessante come l’oggetto della tua attenzione. Eppure questa notte non sembrava così, questa notte pareva che tu non aspettassi altro che una mia carezza – un mio bacio sulla pelle tesa.
Avanti, siediti un poco più vicino a me. Non ti ho fatto del male prima, perché dovrei fartelo ora?

[TykiAllen - Tyki centric]
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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vieni qui Fandom: D Gray Man
Pair: TykiAllen – Poker pair
Note: Questa ff doveva essere per il fanon fest. Non sono riuscita a scriverla in tempo. Ora, siccome il tema di partenza non è per nulla originale – e io non ho la santa pazienza di leggere tutto il fandom per scovare ogni singola ff in merito °-°’ – sappiate che non era mia intenzione plagiare qualcuno quando ho scritto questa ff. Al contrario, se ci fosse qualcuno che vede somiglianze tra questa mia ff e la sua può contattarmi privatamente che aggiungerò ogni credits dovuto immediatamente ^^


A XShade e Steste <3<3<3
Perché aspettavano tanto un pò di Poker XD






Vieni qui
*Tra le mie braccia*






Mi sono svegliato guardando il soffitto in legno della stanza – è stato quando ho sentito il tuo peso sollevarsi dal materasso.
È stato cinque secondi fa. Ora sono ancora nudo, lo sei anche tu. Questo forse ti mette in imbarazzo – è per quello che sei rosso in viso, quando ricambi il mio sguardo?
Non lo so, so solo che mi piace vederti così, esitante.
Ti guardo, mi guardi. Mi piace il tuo sguardo chiaro, freme di qualcosa che mi sfugge.
Mi sono appena svegliato da un torpore spiacevole, il cuscino non è così morbido come lo è il tuo petto.
Perché non sei qui vicino a me? Sei scivolato via come se avessi avuto paura di me. È forse così?
Mi fai sorridere, ragazzo. Dopo il primo bacio che ti ho rubato è stato sciocco credere che avrei rinunciato al bis.

Perché sei così distante?
Il letto è ancora caldo, le lenzuola ancora sfatte. Non vuoi approfittarne? Siamo solo io e te, in questa stanza. Anche se ti ostini a guardare altrove, anche se volgi gli occhi alla parete fredda davanti a te.
Non pensi, forse, che io sia interessante come l’oggetto della tua attenzione. Eppure questa notte non sembrava così, questa notte pareva che tu non aspettassi altro che una mia carezza – un mio bacio sulla pelle tesa.
Avanti, siediti un poco più vicino a me. Non ti ho fatto del male prima, perché dovrei fartelo ora?
Avanti. Potrai baciarmi ancora una volta, se lo vorrai.
No? Non lo vuoi?
Non dire bugie, ragazzo. Non ne sei capace per nulla.
Avevi detto che no, non ti sarebbe piaciuto. Che no, era tutto incredibilmente sbagliato, tutto quanto. Eppure, quando ero sopra di te – quando ero dentro di te – hai urlato e urlato, senza fermarti neanche una volta.
Vedi? Le tue bugie sono come quelle di un bambino: si distruggono da sole, perché prive di una reale malizia.
Amore, amore mio.
Fatti ancora assaggiare, fatti leccare tutto. Ti farò provare ancora una volta quelle sensazioni che ti hanno fatto tremare.

Vieni, ragazzo. Vieni qui. Non provare più a sfuggirmi, non allontanarti con quel passo veloce.
Non avere paura, è un’inutile emozione. Non avere paura, ti accoglierò nel mio abbraccio soffocante, in maniera tale da toglierti il respiro e scaldarti fino a fermare le tue ossa tremanti.
Ragazzo, ti è piaciuta la mia bocca? Lo si legge nel tuo sguardo chiaro, lo si legge sulle tue labbra schiuse.
Mi guardi, ora, come se volessi darmi un pugno.
Sei divertente, con quel broncio a modellarti tutto il viso. Mi viene voglia di distenderlo, di trasformarlo in altro.
Magari di spalancarlo ancora, magari di vederlo contorcersi nel tentativo – vano – di trattenere qualche parola senza significato. Questa notte ne hai dette tante…

Fatti toccare, ragazzo.
Voglio ancora accarezzare il tuo corpo, sentirne il sapore sulla lingua, riempirmi i polmoni del tuo profumo intenso.
No, non ti lascerò più andare. Ho vinto la partita – ricordi? La scommessa che facemmo ieri sera, prima di ruzzolare tra queste lenzuola. Ho vinto e per questo ne subirai le conseguenze.
Ti alzi. Che stai facendo? Raccogli i vestiti che ho sparso per terra.
Mi stai annoiando con quella tua insofferenza. Non la voglio più vedere sul tuo viso.
-Vieni qui, ragazzo…-
Te lo dico ancora una volta, ti vedo tremare. Eppure non ti fermi, non ti fermi ancora.
Piano, la maglietta bianca copre la tua schiena, nascondendo i segni che ci ho lasciato. Dei segni che tu hai lasciato su di me non proverò vergogna, ragazzo. Neppure una volta.
Ancora e ancora, prendi uno dopo l’altro i tuoi indumenti.
Vorrei strapparteli di dosso, tutti quanti. Vorrei vederti spalancare gli occhi dalla sorpresa – come quando ti ho preso, esattamente come in quel momento.
È stato meraviglioso specchiarvisi dentro, lo voglio fare ancora una volta.
Sospiro, mi alzo a sedere. Prendo una sigaretta dal comodino vicino al letto e la accendo. So che ti dà fastidio, ieri sera l’hai ammesso: sulla mia giacca, l’odore di cenere è persistente. A te non piaceva per nulla, ma infatti io l’ho tolta subito.
Mi vedi e arricci il naso, in segno di fastidio. Vorrei sorridere – mi piace anche questa tua espressione, ragazzo – guardo però da un’altra parte, giusto per farti dispetto, giusto per farti credere che non ti sto considerando.
Fammi vedere quanto mi vuoi.

Mi sorprendi, con la tua stupida voce titubante.
-Questo è sbagliato…-
Non lo pensavi quando il letto cigolava sotto il nostro peso, non lo pensavi minimamente quando danzavi con me lasciandoti trasportare dalle mie lusinghe.
Se non lo pensavi allora, non lo pensi neanche adesso.
Eppure lo dici, ragazzo. Ed è una bugia davvero stupida.
Ti ho già detto che non sei capace di mentire, vero? Bene, te lo dico un’altra volta.
Sorrido, prendendo un’altra boccata di fumo.
Ancora una volta.
-Questo è totalmente sbagliato…-
Mi hai scocciato, ragazzo. Ora ti rifiuti persino di guardarmi in viso.
I tuoi occhi vorticano in ogni dove, tranne che su di me. Sei irritante.

Vieni qui, ragazzo. Tra le mie braccia.
Lascia che lavi via ogni dubbio.
Bianco o nero non fa differenza. Sono sempre Tyki, sempre il Noah del Piacere.
Ma il nome non è importante, non ora, non quando sento vivo il desiderio di baciarti e di tapparti quella stupida bocca.
Vieni qui. Ti darò altre cose su cui discutere, altri fatti di cui parlare.
E non guardarmi ancora come se fossi matto – lo sei anche tu, non prendere le distanze.

Ti prendo, ti lasci prendere.
È forse urgenza quella che sento sulle tue dita, quando mi abbracci il collo?
Sorrido sulle tue labbra, mi fai così tanta tenerezza…
Ti farò dimenticare tutto il resto, non te ne pentirai, lo giuro.
Gli Akuma, gli Esorcisti, la guerra e tutto il resto. Sono solo rumore in confronto alla melodia dei tuoi gemiti.

Rimarranno impresse solo le mie impronte sul tuo corpo.
   
 
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