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Autore: SLAPPYplatypus    30/08/2010    3 recensioni
Tutti considerano Romeo e Giulietta niente più che una vecchia tragedia, con una fine forse un po' troppo triste. Ma non è così, è una storia senza tempo, vicina a noi quanto lo è stata a Shakespeare. E se Romeo e Giulietta fosse una storia più recente, più comprensibile a noi? Avrebbe avuto un corso diverso, una fine diversa?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tre, sono le cose che ho capito sull'amore. L'amore non ha divisioni. Né di ceto, né di gruppo. L'amore non ha età, anche se questa è più o meno una sottoregola di quella sopra. E, per finire, l'amore, quello vero, lega due persone per sempre. O almeno, per tutta la vita.

E parla proprio di questo, la storia che voglio raccontare. Parla di un ragazzo e di una ragazza, uniti più di quanto loro stessi possano concepire.

Molti pensano che l'amore, quello tipicamente romantico, quello che abita nei sogni di ogni ragazzina, sia una cosa che viva davvero solo nelle favole, che appartenga ormai a secoli passati. Beh, forse dovrebbero ricredersi.

La storia che state per ascoltare, ha un milione di personaggi, ma sono solo due quelli veramente importanti, lei e lui.

Lei ha un nome semplice, Anna. Quale nome è più semplice di Anna? Un nome semplice, però, non vuole certo dire che la persona sia semplice, e che la storia sia semplice. No, quella è davvero complessa. Al tempo in cui si svolge tutto, Anna aveva sedici anni, e si poteva certamente classificare come una di quei punk assurdamente euforici che popolavano i caotici anni '80. Non quelli con creste variopinte e catene ai pantaloni, no di certo, ma una di quei punk a basso reddito, con capelli lunghi e privi di un qualsiasi taglio, ma colorati in casa con tinte economiche prese al supermercato all'angolo. Anna era una di quelle persone sempre sorridenti, vestite irrimediabilmente fuori moda, con abiti smessi di intere generazioni, ma non sembrano curarsene. I lunghi capelli, originariamente biondi, ora di un brillante rosso sangue, erano sempre sciolti, e disegnavano un'infinità di onde scarlatte lungo la schiena della ragazza. Il suo guardaroba era abbastanza povero: sempre lo stesso paio di Chuck Taylor distrutte, due paia di blue jeans che si alternavano, un paio di magliette nere di gruppi sconosciuti, o, occasionalmente, maglioni di lana esageratamente grandi rispetto alla sua taglia. Gli occhi di Anna erano di un brillante verde smeraldo, sempre incorniciati da una continua linea di matita nera, che la faceva sembrare un picolo cerbiatto spaventato, forse perchè, dopotutto, la paura era l'emozione che provava più spesso.

Ecco, questa era Anna.

Ma, come ho già detto, la nostra storia ha due protagonisti. Il nostro lui si chiamava James. Nome per niente semplice, anzi. Sentito così può sembrare abbastanza pomposo. Niente, riguardo a James è mai stato semplice, eppure questa parola racchiude tutto ciò di cui James avrebbe veramente bisogno. Il nostro giovane, durante questi famosi anni '80, aveva diciott'anni, e verrebbe oggi classificato come un cosiddeto "skinhead", ma anche a quel tempo si chiamavano così. Forse per avere la testa quasi completamente rasata, con i suoi cinque millimetri di capelli che lasciavano solo intravedere il nero assoluto che gli avrebbe invaso la testa, forse per il suo inevitabile odio verso qualunque cosa che sarebbe potuta essere rapportata al punk, questo era come lo chiamavano. James era alto, sopra la media ma non tanto da svettare sulla gente che incontrasse, aveva profondi occhi celesti di un'espressività di cui spesso avrebbe fatto volentieri a meno, e un solo, piccolo piercing sul sopracciglio, fatto per gioco a casa di un amico. Anche James era nella condizione di assoluta mancanza di ricchezza in cui ci si trova quasi costretti ad accettare di indossare abiti smessi, e spesso aveva indosso un paio di pantaloni verdi e una maglietta grigia, chissà come, prima appartenuti ad un membro dell'esercito statunitense in missione in Vietnam.

L'unica cosa che potrebbe accumunare i due protagonisti, "loro", è forse la capacità di entrambi di suscitare alle persone "normali" quel sentimento che li portava ad evitarli, fino alla discriminazione. Erano totalmente differenti dalla gente che poteva comprarsi dei vestiti nuovi ogni volta che avesse voluto, quella gente sempre profumata ed in ordine, ma che non hanno mai potuto nemmeno sperare di esercitare un fascino anche solo paragonabile a quello esercitato da Anna e James.

Sì, la nostra storia parla di loro. Di due diversi, di due discriminati, di due persone delle classi più basse. Ma soprattutto, di due ragazzi.

   
 
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