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Autore: Ophelia_flowers    31/08/2010    6 recensioni
Un piccolo pezzo dedicato ad uno dei miei idoli, Kurt Cobain, in onore della sua vita e della sua morte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt smells like Teen Spirit.

Esatto, il titolo del suo singolo più famoso conteneva il nome di una marca di deodorante per adolescenti. E quando compose la canzone, lui nemmeno lo sapeva. Anzi, pensava che Katheleen gli stesse facendo un complimento, che stesse dicendo che lui profumava di libertà. Si era quasi innamorato di quella frase che la cantante dei Bikini Kill scrisse sul muro della sua casa, gli aveva dato subito l'ispirazione necessaria per sfornare un grande successo. E invece lei gli stava dando del moccioso, pure un po' effemminato. Quando lo scoprì, "Smells like teen spirit" era già conosciuta ovunque, passata da tutte le radio.

Quanto era spiritosa la vita, specie con lui, eh?

Era sempre stato un fallito, Kurt, da quando era nato. Un bambino problematico, a cui avevano dovuto somministrare psicofarmaci perchè troppo iperattivo e, probabilmente, seccante per i suoi due amorevoli genitori. Psicofarmaci che gli avevano fottuto completamente il cervello. Non sapeva se fosse un caso o meno, ma quel disturbo bipolare sviluppato in adolescenza non gliela raccontava affatto giusta. I suoi genitori erano perdenti almeno quanto lui, quasi se ne vergognava, specie dopo la separazione e il secondo matrimonio del padre.

Fisicamente era gracile, debole, pieno di acciacchi e malanni, come la gastrite e la bronchite che lo accompagnavano quasi sempre.

Era stato anche un senzatetto, cercava la sua tanto bramata libertà, però nemmeno quello riuscì a fare: era perennemente costretto a rivolgersi alle associazioni di beneficienza per riuscire a mettere nella pancia almeno un pasto al giorno. Per non parlare della scuola.

Kurt aveva anche tendenze omosessuali. Che cercava costantemente di reprimere, perchè sapeva bene che la società non accettava affatto quel tipo di persone. Fortuna che era arrivata Courtney. Courtney che era perfetta nella sua decadenza, era la donna fatta apposta per lui. Ma era anche una grandissima puttana, gelosa fino al midollo, violenta, egocentrica... drogata. Oh, non che Kurt potesse parlare molto a riguardo, lui era il primo ad essere immerso, sopraffatto, dal mondo dell'eroina. Ma lei lo aveva trascinato giù, sempre più giù, facendogli rischiare di morire di overdose più di una volta.

D'accordo, non era nemmeno colpa sua. Era colpa di Kurt, era sempre colpa di Kurt.

Aveva rischiato di perdere una delle cose più preziose per il musicista, però, l' adorata figlia Frances, a causa della donna. Essa assunse dell'eroina in gravidanza e si fece scoprire. Da lì in poi, tutti avevano cercato di portargli via la bambina, definendo entrambi come “pessimi genitori”. L'ennesimo fallimento.

Però c'era qualcosa in cui Kurt riusciva a spiccare fra tutti, qualcosa che riusciva a fargli sfogare il dolore che esso provava e che lo aveva spinto più volte al suicidio: la musica.

Aveva due anni la prima volta che esternò questo talento, quando dimostrò di essere in grado di riprodurre sia vocalmente che strumentalmente qualsiasi melodia gli venisse proposta.

Nei suoi testi, riusciva a trasferire parte di quell'angoscia che lo affiancava costantemente, quella spinta intrinseca verso la morte, quel vuoto interiore con il quale faticava a convivere.

Ma i Nirvana riuscirono a dimostrargli che, forse forse, non era un fallito, che anche lui aveva uno scopo nella vita: cantare, suonare, entusiasmare le persone ed emozionarle, proprio come i suoi beniamini -Freddy Mercury era solo un esempio.

E, all'inizio, tutto andava bene. Kurt era famoso, Kurt era invidiato e desiderato, Kurt era il nuovo idolo della gioventù ribelle ed infelice degli ultimi anni '80 e dei primi anni '90.

Ma poi il cantante si accorse di una cosa: aveva fallito di nuovo.

No, non era un fallimento che qualcuno avrebbe potuto capire, non era qualcosa di plateale. Non erano le numerose critiche ricevute nell'ambiente, o l'incomprensione iniziale del suo stile da parte dei critici e colleghi ancora ancorati ad un passato d'oro per il Rock. Non era il fatto di rappresentare la morte di questo genere musicale, di incarnare il movimento che portava dentro di sé la putrefazione del cadavere del Rock. No, Kurt aveva fallito a livello personale.

Lui non provava niente. Niente quando entrava sul palcoscenico e la folla esplodeva in urla, niente quando lo applaudivano alla fine di una canzone... niente nemmeno quando qualche fan piangeva dinanzi alla profondità delle sue parole.

Lui scriveva e suonava unicamente per sé stesso, non per il pubblico senza il quale non sarebbe diventato nessuno. E lui desiderava, desiderava ardentemente rispettarlo, di gioire dell'apprezzamento che esso gli dimostrava. Era normale dopotutto per un cantante entusiasmarsi in sincrono con i suoi fans, giusto? Certo che lo era, le performance di Freddy Mercury ne erano una prova. Coinvolgenti, appassionanti e appassionate, come se l'uomo fosse un tutt'uno con le persone che lo acclamavano come fosse un Dio. Freddy amava il suo pubblico.

Kurt, invece, era distaccato durante i suoi live. Cantava, ma era evidente che non lo facesse con trasporto, nonostante stesse riversando i propri sentimenti più intimi. Evitava il contatto visivo con il pubblico, teneva gli occhi bassi, e si sentiva sempre più vuoto, colpevole.

Perchè lui amava le persone, le amava davvero! Forse persino troppo... troppo per poter continuare ad ingannarle, per nascondere il fatto che per lui la musica, l'unica cosa che non era risultata un insuccesso nella sua vita, gli sembrava ormai un lavoro, un obbligo noioso. E questo, lui, non lo poteva accettare. Lo faceva sentire ancora più male.

Male a tal punto che era dovuto fuggire. Da Courtney, che stava diventando sempre più oppressiva. Da Frances, che non riusciva nemmeno a guardare senza poter provare un terrore viscerale di vedere che la figlia, come lui, si trasformava da bambina speranzosa e piena di vita, ad adulta autolesionista ed infelice.

Lo sentiva che la sua vita stava giungendo al termine, sentiva che ormai era legato indissolubilmente alla morte. Poteva quasi percepire il ticchettio dell'orologio che stava facendo il conto alla rovescia, aspettando con bramosia il momento in cui il cuore di Kurt Cobain avrebbe smesso di pompare sangue nelle sue vene.

Era tornato nella sua casa sul Lago Washington, aveva vagato in mezzo alla natura solitaria dei dintorni a lungo, riflettendo, lasciando che la sua esistenza gli scorresse davanti agli occhi in tutta la sua miseria. No, non c'era altra soluzione, pensò seduto su un sasso coperto di muschio in mezzo al boschetto dietro casa, intento ad intossicarsi i polmoni con il dolce fumo della sua sigaretta.

In tanti dicevano che c'era sempre speranza, che non bisognava arrendersi. Ma non per lui. A lui quei lussi erano stati negati: si stava spegnendo, lentamente, giorno dopo giorno. La vita lo stava abbandonando comunque.

E lui questo non lo accettava.

E' meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

Così, quel maledetto cinque aprile del 1994, Kurt accarezzò le canne del fucile regalatogli dall'amico -che, probabilmente, mai si sarebbe immaginato dell'uso che ne sarebbe stato fatto-

guardandole con malinconia, nostalgia. Non voleva morire, lui amava Frances, amava Courtney, amava le persone! Ma era l'unica soluzione che gli era rimasta.

Scrisse quella lettera che rivelava il suo essere ancora bambino, il suo essere quasi teneramente ingenuo, che conteneva il suo dolore ed il suo rammarico, e poi afferrò saldamente il fucile e se lo mise in bocca, senza ripensamenti.

E Kurt Cobain riuscì a realizzare almeno uno dei suoi sogni: si spense in fretta. Non si accorse nemmeno del proiettile che gli fracassava il cranio e sporcava il pavimento di sangue e piccoli frammenti di cervello e ossa, di quel piccolo pezzo di metallo che gli portava via la vita in una fiammata dall'odore della polvere da sparo.

Tutto era finito, con il rumore assordante dell'esplosione, che però non venne sentito da nessuno. Con il bagliore accecante che durò non più di qualche decimo di secondo che nessuno vide.

Persino nella sua morte, Kurt fu una meteora, breve ma sconvolgente.

Nessun episodio romantico o maledetto avvolse la ritrovata del corpo del cantante: fu ritrovato da un elettricista che doveva installare un impianto di illuminazione tre giorni dopo il decesso.

Le sue ceneri erano state divise in tre parti: volavano libere all'interno di un tempio buddhista

New Yorkese, abbracciando gli ideali che avevano tanto condizionato l'uomo, e viaggiavano senza meta immerse nel fiume Wishkah, vicino alla sua casa. Un terzo, tuttavia, era rimasto alla moglie Courtney che le conservava con gelosia e disperazione. Ma nel giugno 2008 esse le furono portate via da un paio di ladri da quattro soldi.

Un destino decisamente dissacrante, anche da morto. Era un perdente persino nell'aldilà.

Ma Kurt Cobain era davvero un rifiuto come lui stesso pensava? Può una persona che riesce a cambiare la vita di così tanta gente anche dopo la sua dipartita essere ritenuta un fallito?

Probabilmente, sì. Rendersi conto della propria fortuna, del proprio dono, e fregarsene così spudoratamente come avevano fatto lui era decisamente da perdenti.

Ma Kurt divenne un mito, una leggenda, proprio per il suo essere alienato, per essere e sentirsi uno scarto della società.



*****

 

Allora, buonasera a tutti.

Intanto, premetto che non so da dove sia uscito questo pezzo. xD Probabilmente dall'insonnia e dall'essenza del grunge che si sta impadronendo della mia persona *trascina un fucile con aria depressa in un posto isolato* No scherzo xD

Comunque, mi scuso con le persone che mi seguono per le altre storie...

Ho pensato seriamente di smettere di scrivere, davvero, per tutta una serie di motivi che nulla hanno a che vedere con EFP.

Però niente e nessuno deve avere il diritto di togliermi questa possibilità, qiundi me ne sbatterò di tutto e di tutti e continuerò per la mia strada, ignorando il resto. Quindi spero di poter riprendere le altre fiction il più presto possibile.

Buonanotte a tutti^^ E se mi lasciaste un commentino mi fareste piacere :D

  
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