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Autore: Frytty    31/08/2010    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se James avesse trasformato Bella quella notte, in palestra? Come avrebbe reagito Edward?
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Esme Cullen, Isabella Swan, James
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Piccola One-Shot con cui ho partecipato al contest indetto da www.twilightersitalia.com e www.noomray.it e con la quale sono arrivata terza, avendo la possibilità di vincere un libro personalizzato della stessa Noomray, una casa editrice che si occupa di creare libri "su misura" personalizzati. Se visitate il sito, avrete la possibilità di scoprire che meravigliosa idea sia quella dei libri personalizzati *-*

Solitamente non scrivo sul fandom Twilight, se non in occasione di contest e concorsi vari, ma ho deciso di cimentarmici e ne è uscita questa shot che spero apprezzerete

Love you <3

 

...

 

Era il fuoco che continuava a propagarsi in me che mi dava la sensazione di star lottando contro qualcosa che non sarei stata in grado di respingere, la sensazione che presto sarei morta, che sarei affondata in un mare nero e non avrei avuto più via di scampo.

Ero riuscita ad aprire gli occhi, sottraendomi al vuoto, ma la mia vista non era chiara: riuscivo a percepire solo sagome confuse, macchie di colore che si sovrapponevano, mandandomi in confusione.

Avrei voluto urlare, o forse, ci riuscii, ma mi era impossibile sentire il suono della mia voce perché stavo di nuovo sprofondando negli abissi.

< Bella! Bella, resta con me, Bella! > Era la voce più bella che avessi mai sentito, la voce della stessa persona che mi stava stringendo la mano e che sembrava disperata.

Riuscii a voltare la testa quel poco per individuare il suo viso, un'altra macchia rosa, indistinguibile dalle altre che, ne ero sicura, mi circondavano.

Sbattei le palpebre, cercando di mandare via quel velo appannato che non mi permetteva di vedere con chiarezza e, finalmente, lo riconobbi: Edward. Gli occhi dorati riflettevano la luce che sembrava provenire da una finestra alle mie spalle ed erano tristi, angosciati, delusi e arrabbiati.

< E-Edward... > Mormorai a denti stretti. Forse non poteva sentirmi, chissà.

< Bella, sono qui. Sono qui, accanto a te. > Mi aveva sentita e aveva preso ad accarezzarmi i capelli, abbassando lo sguardo, quasi avesse intenzione di piangere.

< Dove sono? James... lui ha... mi ha imbrogliata ed io... > Farfugliai. La testa mi girava e il fuoco non voleva smettere di ustionarmi. Avevo perso la sensibilità alla mano destra e mi sentivo stordita, come dopo un incidente.

< Sei al sicuro, Bella. Emmett e Jasper si stanno occupando di lui, ma tu... > Lo vide scuotere la testa e un ringhio basso e rauco scuotergli le spalle.

< Io cosa, Edward? > Con un enorme sforzo riuscii a pronunciare la domanda.

< Tu ti stai trasformando, Bella. Diventerai come me, come noi e questo... questo non doveva succedere, lo sai. > Rispose, cercando di trattenere la rabbia.

Non riuscii a rispondere subito: il calore bruciante si stava propagando in fretta e mi ritrovai a scalciare, tentando di spegnere le fiamme che sembravano volermi divorare.

C'era qualcun altro accanto a me, perché lo vidi muovere le mani freneticamente per arpionarmi una gamba e tentare di farmi stare calma.

< Bella, resisti, non durerà per sempre. > Alice. Era davvero lei.

< Alice! Non...riesco... a sopportarlo! > Quasi urlai e riuscii distintamente a sentirmi, adesso.

< Non puoi farci niente, ora. Doveva succedere. > Rispose sorridente e comprensiva, allentando la sua presa su di me.

< Mi dispiace, Bella, io non sono riuscito ad arrivare in tempo e Carlisle ha detto che era troppo tardi per cercare di togliere il veleno, che la trasformazione era già iniziata e che stavi cominciando a guarire ed io... non ho potuto... > Edward ringhiò di nuovo ed io mi voltai verso di lui, cercando di mostrarmi sicura e serena.

< Va tutto bene, Edward. Non è colpa... tua. > Fui costretta a chiudere gli occhi perché le fiamme mi avevano invasa all'altezza del petto ormai.

< Ti amo, Bella. > Sentivo il suo respiro freddo tra i capelli.

< Ti amo anch'io. > Riuscii a mormorare prima di cedere nuovamente al buio.

 

< Io... riesco a sentirvi... > Furono le prime parole che riuscii a pronunciare quando dal vuoto e dall’oscurità riemersi nella luce.

Distinguevo i rumori al piano inferiore rispetto a dove mi trovavo: una tv accesa, uno stereo sintonizzato su una frequenza di musica country ed Esme e Carlisle che parlottavano tra di loro.

< Bella! Come stai? > E quella voce, quella voce fu la cosa più meravigliosa che ricordavo aver mai sentito. Un suono di campanelli, un tintinnio appena accennato.

< Edward! > Non riuscii a rendermi conto del movimento, perché mi ritrovai tra le sue braccia ad inspirare il suo buon odore.

< E’ proprio come l’ho sempre immaginata. > E quella era la voce di Alice! Non era più uno scampanellio, era qualcosa di totalmente diverso, di celestiale e di inconoscibile, qualcosa che, per un solo attimo, mi lasciò senza fiato.

< Benvenuta nella famiglia, Bella! > Jasper mi si avvicinò senza timore, stringendomi le mani e sorridendo ed io ricambiai felice.

Ero rinata. Ero morta ed ero rinata me stessa, ma una me stessa diversa, una me stessa che avevo paura di affrontare di fronte allo specchio.

Sentivo il braccio di Edward circondarmi la vita con amore e mi ritrovai a sollevare lo sguardo su di lui e a leggere nelle sue iridi la stessa malinconia e la stessa delusione che ricordavo avervi letto durante la trasformazione, perché adesso ero una vampira ed Edward non avrebbe più avuto bisogno di temere di potermi fare del male.

< Edward... > Bisbigliai, ma lui riuscì a sentirmi e sollevò lo sguardo ad incontrare i miei occhi che, forse, erano dorati come i suoi.

In un minuto erano tutti scomparsi, lasciandoci solo in quella che riconoscevo essere lo studio di Carlisle.

< Bella, mi spiace tu sia dovuta diventare... questo. > Non indicò me, ma se stesso. < Se non fossi arrivato così tardi avrei potuto salvarti in qualche modo, ma il veleno aveva cominciato ad agire e le tue ferite avevano già ripreso a sanarsi, perciò, non ho potuto fare nulla. > Riprese.

< Perché non vuoi capire che è questo che desidero? Perché ti ostini a rammaricarti di qualcosa che ho desiderato io per prima? > Esplosi, tanto che sentii anche tutti gli altri rumori spegnersi nella casa.

< Avrei voluto essere diverso, essere umano magari, per poterti stare accanto e per poterti vivere. Non volevo che tu soffrissi. > Sorrise dolce e mi accarezzò una guancia con la stessa delicatezza che avrebbe usato se fossi stata ancora umana.

< Non puoi cambiare il destino ed io l’ho sfidato troppe volte per rimanerne illesa. > Anche il mio tono di voce si addolcì.

< Lo rimpiangerò per sempre, lo sai, ma sono felice che tu, in qualche modo, sia ancora viva. > Continuò a sorridere, avvicinando le labbra alle mie e baciandomi cauto.

< Ti amo. > Mormorai quando trovai la forza per separarmi da lui. < Per sempre. >

Qualsiasi altra parola era superflua.

 

   
 
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