Era un pomeriggio
piovoso…tutta Vienna era coperta da una fitta nube e tante piccole goccioline
che bagnavano i pochi e silenziosi passanti…..
Per quanto fosse
appena arrivata sentiva già che qualcosa in quella città l’avrebbe colpita
profondamente restando nella sua mente e magari nel suo cuore per sempre…
Erano arrivate da
circa un ora ma anche se il percorso dall’aeroporto
all’albergo non er stato lungo, ancora non avevano
visto l’ombra di una stanza né tantomeno di un letto
dove poter finalmente rilassarsi…erano ferme da mezz’ora in quella hall senza
capire il perché…o meglio il perché lo sapevano; era lei il perché…una
antipatica e dall’aria non troppo intelligente ragazza della reception che tra scartoffie e computer cercava di
convincere sua madre che aveva ragione…
A proposito,
ancora non abbiamo detto nulla della nostra protagonista……il suo nome è Miyu
Kozuki, una ragazza di 17(veramente 16, ma quasi 17) anni che aveva
accompagnato la madre Miki Kozuki a Vienna dove si sarebbe tenuto un congresso di astronauti sul problema del”_____________”.
Ed era proprio la signora kozuki che stava
discutendo con la rossa della reception, cercando di
mantenere la calma….
Era da un po’
ormai che la nostra Miyu si era estraniata da quell’estenuante discussione, aveva
cominciato a far vagare lo sguardo per la hall e aveva
notato una bacheca con piccoli oggetti e souvenir di ogni forma e materiale…le
piacevano i souvenir, ma ora quelli le trasmettevano solo un idea di
sfruttamento delle menti già provate dei poveri turisti che, sfortunati, erano
capitati in quell albergo…continuò a far vagare lo sguardo ancora per un po’,
poi tornò vicino al bancone della reception e vicino
a sua madre. Vedendo che quella discussione cominciata ormai venti minuti prima
non aveva per niente l’aria di una discussione che stava per finire si girò
dando le spalle alla madre e alla receptionist(la
signorina della reception) e scorse una cosa che
ancora stranamente non aveva notato, proprio davanti ai suoi occhi c’era una
colonnina rettangolare in mogano scuro con al centro
uno strano riquadro(forse una scultura d’arte moderna) all’interno del quale
scorreva della fresca, limpida acqua. Nel complesso quella
“scultura” non era per niente bella, ma l’acqua….oddio
quanto le piaceva l’acqua… vederla, sentirla scorrere,quasi immaginare di potercisi tuffare, erano solo dei piccoli rivoli d’acqua, ma
le facevano un effetto quasi calamitativo… e difatti
si era completamente isolata dal resto del mondo, concentrata solamente
sull’acqua, su quei pochi rigagnoli……poi qualcosa la riportò sulla terra…:
Miyu, santo cielo, dammi una mano! – non ricevendo risposta la signora kozuki ripetè :Miyu insomma! Aiutami!-
allora, e solo allora, Miyu si riprese dal suo stato di trance
e disse:
-si
mamma, che ti serve?-
- ti prego vuoi
cercare di spiegare a questa signorina che ci serve un adattatore di corrente?
Sono ore che ci provo, ma non ci riesco…- lo disse con un finto sorriso sulle
labbra e un’aria di disperazione
Miyu un po’ perché
era stata commossa per l’espressione della madre e un po’ perchè
voleva andare in camera, e sapeva che se la questione adattatore non si fosse
risolta non sarebbero mai andati oltre la hall di
quell’albergo, disse: e va bene……
si girò un po’ verso la receptionist
che stava blaterando qualcosa in austriaco, e disse: exscuse
me, i don’t want to interrupt you, but…is it
possible to have an adapter
please?- e tornò alla sua attenta osservazione della”scultura”. A volte si
stupiva da sola di come il suo inglese fosse tanto
buono…considerando poi la sua prof che era una vera crapa pelata…
fatto sta che ogni problema, dubbio o chissà che
altro, scompariva quando guardava quella ipnotica scultura…
ma finalmente qualcosa riuscì a distogliere
la sua attenzione…
- hi!-
dall’altra parte della scultura un ragazzo più o
meno della sua età si era affacciato e dopo averla salutata era di nuovo
scomparso.
Quei pochi istanti
le erano bastati per sconvolgerla…
le ci volle un po’ di tempo per
realizzare che il ragazzo era dall’altra
parte della lastra di marmo…
Ora
dite voi che cosa ci
sarebbe di male nello sporgersi dall’altro lato e continuare quella
conversazione?
Niente, ovviamente
se fosse stata una ragazza normale…
Ma lei non lo era…
Lei era Miyu
Kozuki.
Lei era timida.
Nota dell’autrice:
ciao a tutti….chi ha
già letto le mie ultime ff sa che ho passato un momento non proprio felice, e
devo dire che ora piano piano sto tornando alla vita.
Innanzitutto mi
scuso con chi voleva leggere il continuo delle mie precedenti ff, ma ancora non
ho completato un cap da aggiungere, e poi volevo
spiegare come mi era nata l’idea per questa ff… quel momento brutto di cui vi
ho già parlato è stat la morte del migliore amico del
mio fidanzato e in questo momento buio ho pensato e ripensato a come incontrai fabio(il mio fidanzato)… bene direte voi, e che ce ne’importa a noi?
Semplice Vienna in
love altro non è che l’inizio della mia storia con fabio
ovviamente riadattata ai miei personaggi preferiti e un po’ cambiata, ma la
maggior parte delle cose sono di sano ricordo (il che vuol dire che sono vere)
Per ora un grande grande kiss
Bye
Amy