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Autore: vale91tvb    31/08/2010    2 recensioni
Un breve racconto ricco di suspance e sentimenti forti come l'amore e l'odio. Come vi senireste se la vostra vita stesse per cambiare radicalmente e l'unica persona che amate è colei che volete uccidere?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TUTTO IN UNA NOTTE

 

 

Erano passate ormai parecchie ore dal nostro incontro. Vagavo senza meta lungo le strade poco illuminate della città di Londra, pronta a scattare a ogni minimo rumore estraneo. Dietro di me la strada era deserta, nessuna traccia di Lui. Potevo aver immaginato tutto?

Girai l’angolo nella speranza di trovare un posto sicuro, lontano dalla notte che non sembrava più così spaventosa. Dinnanzi a me una nuova strada:buia, deserta, senza fine.

QQqqqqqwwwwjhskdjshdvjdjQuanto sarebbe durata quella tortura? Avvertivo una forte pressione sulle tempie che mi costringeva a tenere gli occhi socchiusi, la testa mi girava e il mio senso dell’orientamento era andato perduto. Forse erano i sintomi di una qualsiasi malattia che stava assalendo il mio corpo, lo speravo ardentemente, anche se sapevo che una malattia non colpiva in quella maniera e con tanto desiderio. Ciò che avevo era molto più grave; da quello non si poteva guarire.

Com’ero potuta essere stata cosi stupida? Un errore del genere nel mio lavoro era inaccettabile.

Avevo passato parte della mia vita a cercare e a distruggere gli esseri come Lui senza mai commettere errori. Ed era stato proprio il sentimento, che per tanto tempo avevo rinnegato dopo la morte di Joseph, a ingannarmi: l’amore.  Solo in me questo sentimento coincideva così perfettamente con quello del dolore.

Era inutile indugiare sul passato, quando avevo un futuro assai poco chiaro davanti a me. Sapevo che Lui mi stava cercando e che alla fine mi avrebbe trovato. Sapevo inoltre che mi rimanevano poche ore prima che la trasformazione fosse completa. Prima che anch’io divenissi un “Revenant”.

Sarei diventata un mostro. Un essere che non riesce a provare né piacere né dolore, costretta in eterno a vivere una vita che non desideravo. Obbligata a nascondermi dalla luce del sole e ad uscire di notte per soddisfare il mio ardente desiderio di sangue. Avrei ucciso persone innocenti senza provare alcun rimorso. Cosa ne sarebbe stato della mia anima e dei miei ricordi? Sarebbero spariti anche loro con la mia dignità?

In lontananza il campanile dell’abbazia di Westminster rintoccò le due. Quante ore mancavano alla mia morte? Quanti rimorsi avevo del mio passato? 

 

La risposta mi tranquillizzò, non rimpiangevo nulla della mia vita se non mio marito e la mia poca prudenza nelle ultime settimane.

Mi sembrava fossero passati anni dal mio trasloco in Inghilterra invece mi sbagliavo.  Solo nove mesi prima vivevo tranquillamente con Joseph nel nostro piccolo appartamento ad Amsterdam, senza preoccupazioni.

Ricordavo ancora la notte in cui ero stata svegliata da alcuni rumori che provenivano dal piano inferiore. Mi ero precipitata in cucina.

La realtà mi venne mostrata con molta crudeltà: il mio Joseph era steso a terra, senza vita e senza sangue. La finestra in fondo alla stanza era aperta, Lui si era voltato verso di me; i nostri occhi si erano incrociati per quelli che mi erano sembrati due interminabili secondi e poi era volato via.

Dopo la morte di Joseph cominciai a fare delle ricerche per trovarLo e avere così la mia vendetta. Mi trasferii a Londra dopo aver scoperto l’esistenza di una società chiamata “I vendicatori”, uomini e donne che come me avevano perso tutto ciò che la vita gli aveva offerto a causa dei Revenant e volevano la loro vendetta.

Arrivata in città, però furono loro a trovarmi. Avevano studiato l’omicidio di mio marito e mi stavano tenendo d’occhio perché ritenuta una delle possibili vittime.

Secondo loro i Revenant, soprattutto il clan di Lui, non uccidevano senza consapevolezza dell’identità delle loro prede ma  le sceglievano in base alle loro relazioni. Cioè il loro scopo era far soffrire le persone amate dalle vittime. Perché? Che cosa avevo fatto di male perché mi fosse tolta l’unica cosa che mi era rimasta di caro?

Insieme a questa cruenta verità mi mostrarono l’albero genealogico della famiglia Van Helsing. Scrutai confusa il foglio di pergamena finché non arrivai all’ultima riga. Scritto con una calligrafia più recente rispetto al resto, c’era il mio cognome: Van Tor.

Come i miei antenati prima di me decisi di diventare una vendicatrice.

All’inizio mi furono affidati pochi incarichi soprattutto nel campo della ricerca, ma in seguito, cominciai la cosiddetta pratica. Capii presto che uccidere mi faceva sentire bene; avevo sete di vendetta e sapevo che Lui un giorno mi avrebbe cercato perché ritenuta una minaccia per la sua specie.

I Revenant erano delle creature tornate dal regno dei morti. Ce ne erano di

 diversi tipi. Lui faceva parte del clan dei vampiri, il più numeroso e il più potente. 

La sua discendenza era più antica della mia. Si diceva che suo nonno fosse il conte Dracula e che da lui avesse ereditato i poteri più pericolosi che un vampiro potesse avere. Le nostre famiglie si odiavano da secoli e si uccidevano a vicenda. Era questa la ragione che lo spingeva a uccidere, la vendetta?

Che cosa avevo tralasciato allora? Che cosa avevo di così speciale per diventare sua moglie? La parola che avevo appena pronunciato mi fece tremare. In quel momento avrei preferito non sapere nulla sui Revenant. Sapevo, infatti, che il creatore e la creatura sarebbero diventati un tutt'uno dopo la trasformazione di quest’ultima. Sarei rimasta legata in eterno all’essere che più odiavo a questo mondo. Colui che mi aveva tolto la felicità e ora anche la vita. Come avrei potuto amarlo?

Un forte dolore mi fece cadere sulle ginocchia. Non avevo più forza per rialzarmi, per combattere. Mi sedetti sui talloni, il viso chino e le mani poggiate sul duro asfalto vicino a una pozzanghera. Un nuovo dolore mi obbligò a tenermi la testa fra le mani. La sentivo scoppiare e riempirsi di voci confuse. Ricordi? Stavano svanendo? Poi vidi un susseguirsi di visi: mia madre, mio padre, i miei amici, il mio Joseph. Poi l’oscurità e il silenzio …

Aprii gli occhi. Ero seduta nel bel mezzo di un vicolo buio e deserto. Davanti a me una pozzanghera. Mi protesi in avanti e guardai l’immagine che vi rifletteva: era quella di una giovane donna, con la pelle molto chiara, i capelli rossi lunghi fino al seno e con un bellissimo sorriso dal quale spuntavano due denti più appuntiti rispetto agli altri.

Sentii una voce calda e amorevole che chiamava ripetutamente un nome. Mi voltai verso Lui che mi stava tendendo la mano. La afferrai in modo che potesse aiutarmi ad alzarmi da terra. Ero come sicura di conoscerlo da sempre, di potermi fidare di lui, forse addirittura di amarlo. Mi stava fissando e sorrideva. Mi prese per i fianchi e mi attirò verso di se, il suo corpo divenne un tutt’uno con il mio. Alzai lo sguardo in direzione del suo, Lui si protese verso di me e spinse le sue bellissime labbra contro le mie, con tanto desiderio e amore che mi colse di sorpresa. In quel momento capii che noi ci appartenevamo e che lo amavo più di me stessa.  Poi si staccò velocemente, mi rivolse un sorriso malizioso e mi sussurrò nell’orecchio: «Pronta per la tua prima battuta di caccia?». Gli sorrisi, lo presi per mano e ci avviammo per quella che sarebbe stata la mia nuova vita.

 

  
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