Autore: CaNySaY
Traduzione by Lyla
(sono sempre io!)
Ciao a tutti! Ieri
sera, mentre vagavo nell’infinità del mare di fanfiction su Cowboy Bebop
esistenti nella rete, mi è venuta la curiosità di leggere questa, e mi sono
ritrovata con le lacrime agli occhi...è tristissima, ma l’ho trovata bella, e
ho pensato di tradurla con il permesso dell’autore, spero che piaccia anche a
voi! J
Remembrance
Le nuvole erano pesantemente sospese sulla sua testa, mentre
percorreva il sentiero crepato, con un mazzo di fiori in mano. Avrebbe dovuto
essere lì da ore, ma si era trattenuta al negozio cercando di decidere se
avrebbe dovuto portare dei fiori o no. Una parte di lei pensò che lui si
sarebbe arrabbiato e infastidito per il suo gesto, ma un’altra parte di lei
pensò che ne sarebbe stato felice e l’avrebbe reso più felice. Alla fine aveva
deciso di correre il rischio di infastidirlo. Dopotutto era da anni che non lo
vedeva, cosa sarebbe stato un disturbo in più, rispetto a quelli dei tempi
passati?
Rallentò il passo, così Ein, ora molto vecchio e rallentato
dall’età, poteva starle dietro. Si fermò ad aspettarlo, chiedendosi come mai
stesse impiegando più tempo del solito. Sorrise tristemente e guardò il viale.
“Anche tu hai paura, vero?” La sua voce era tranquilla e
chinò la testa. Sarebbe stata una prova particolarmente difficile.
In fondo al viale c’erano due lapidi, una vicina all’altra,
con un fiore che cresceva tra di esse. Una apparteneva a Spike, un uomo che lei
considerava un fratello, e l’altra al suo migliore amico, o all’uomo che una
volta poteva chiamarsi così. Perchè fossero stati seppelliti insieme, lei non
riusciva ancora del tutto a capirlo. Quando l’aveva chiesto a Jet non appena
l’aveva saputo, lui aveva risposto, “E’ una cosa giusta,” e non aveva detto
nient’altro.
Pensava che fosse un modo di rivivere il passato, quando
erano compagni d’armi invece che nemici che si erano uccisi a vicenda.
Era una cosa così terribile. Le faceva sempre venire le
lacrime agli occhi. Due amici divisi in quel modo, non sarebbe dovuto accadere.
Le loro vite non avrebbero dovuto essere rovinate. Ma d’altra parte, se questo
non fosse accaduto, lei non avrebbe mai avuto la possibilità di incontrare
Spike.
“Che razza di pensiero è?” sussurrò, stringendosi i fiori al
petto. “Sarebbe stato meglio se avesse avuto una vita felice, invece che venire
a vivere con noi. Pensi che l’abbiamo reso almeno un pochino felice, Ein?”
Lui le rispose abbaiando.
“Hai ragione. Per un pò è stato felice, con noi.” Fece una
pausa, “Se solo fosse durato un pò di più.”
Continuarono a camminare in silenzio. Il percorso stava
diventando sempre più difficile a ogni passo. Non riusciva a credere che stava
per rivedere Spike. Voleva tornare indietro al Bebop e trovare tutti lì. Voleva
vederli sbalorditi da come era cresciuta e da come Ein si era ingrigito.
Avrebbero dovuto fare una rimpatriata come ai vecchi tempi dopo l’ultima
taglia, e allora se ne sarebbe andata di nuovo, anche se questa volta si
sarebbe tenuta in contatto con la sua famiglia sostituta.
Niente funzionava mai come si aspettava.
Si distolse dai suoi pensieri quando si trovò in piedi
davanti a una delle due lapidi. Le lacrime cominciarono a formarsi nei suoi
occhi e le lasciò uscire liberamente. Lentamente cadde sulle ginocchia, in modo
di avvicinarsi di più. Pose una mano sulla lapide e controllò il nome diverse
volte prima di cominciare a parlare.
“Sono tornata, Spike. Anche Ein è qui. Ti ho portato dei
fiori. Non ero sicura se ti sarebbero piaciuti, ma non mi sembrava giusto
venire qui a mani vuote.”
Pose i fiori sulla lapide e si sedette sul terreno.
“Mi manchi. Mi sei mancato dal giorno in cui me ne sono
andata. Mi siete mancati tutti. Avevo sempre pensato che se fossi tornata sul
Bebop, tutto sarebbe andato bene. Mi sbagliavo.” Prese un fazzoletto dalla
tasca per asciugarsi gli occhi.
“Quando Jet mi ha detto cos’è successo, non gli ho creduto.
Non volevo farlo. Pensavo che fossi invincibile. Credo di averti idealizzato.
Non importava quanto sarebbe stato grande un ostacolo, tu tornavi sempre
indietro. Perchè mi hai tradito, Spike?” sospirò. “Lo so, non è stata colpa
tua. Credo che le cose sarebbero finite così comunque.”
Si portò le ginocchia al petto. La sua gola cominciò a
chiudersi per le lacrime, e parlare stava diventando una sfida. “Non sono mai
riuscita a dirti addio. E’ questa la cosa che mi fa più male. Me ne sono andata
e basta. Se avessi saputo che quella era l’ultima volta che ti avrei visto, ti
avrei detto addio. Ti avrei abbracciato le gambe anche se tu lo odiavi e ti
avrei detto che ti volevo bene. Ti avrei assicurato che ti volevo bene..”
Strinse i pugni sentendo improvvisamente l’ira
attraversarla. “Spero che tu sia felice. Hai reso infelice un sacco di persone,
quindi faresti meglio a essere felice, ora. Spero che non stiamo soffrendo
invano.”
Ein si avvicinò e strofinò il muso contro la sua mano,
uggiolando. Gli mise la mano sulla testa e cominciò ad accarezzarlo per
calmarsi. Fece un respiro profondo e continuò.
“Ti immagino seduto insieme agli altri ad aspettarci. Julia
è seduta accanto a te, e anche Vicious. Sorridete tutti, e non sei più triste.
E’ questo l’unico pensiero che mi consola, al momento. Voglio solo che tu sia
felice, anche se questo mi rende triste.”
Gocce di pioggia cominciarono a cadere intorno a lei
facendola sospirare ancora una volta. Presto avrebbe dovuto andarsene.
“Jet mi ha detto di dirti che gli dispiace di non essere
venuto qui recentemente. Per lui è molto difficile, sai. Tra voi due c’era un
legame molto forte, anche se non vi conoscevate molto bene, e sta andando
avanti cercando di farsi forza. Anche se non lo dava a vedere, aveva bisogno
della tua compagnia, nella sua vita. Ci sono giorni in cui sta bene, ma altri
in cui ha lo sguardo triste e lo vedo soffrire. Pensa molto a te, voleva che lo
sapessi, ma probabilmente sai già tutto. Faye, bè, anche lei sta andando
avanti. Lei e Jet contano l’uno sull’altra e sono felice che sia così.”
Si alzò in piedi e guardò nuovamente la lapide. “Devo
andare. Spero di mancarti, anche solo un pò. Verrò qui la prossima volta che
sarò nei dintorni. Sarai anche al di fuori delle nostre vite fisicamente, ma
nessuno di noi ti dimenticherà mai. Sei ancora parte della mia famiglia,
Spike.”
Si voltò per andarsene, ma si fermò. “Oh, quasi
dimenticavo.”
Si mise una mano in tasca e recuperò un album di fotografie.
“Jet l’ha trovato nella tua stanza. Questo è il posto migliore, per lui.” Fece
un passo indietro e si chinò ancora una volta. “Ne ho portato un altro. Ho
pensato che se avessi portato il primo, non avrei potuto non portare anche
questo.” Con questo, si alzò e se ne andò.
Vicino alle due lapidi ora c’erano due fotografie. Una era
datata, di colore scuro, e raffigurava due giovani Spike e Vicious insieme, che
si sorridevano l’un l’altro. L’altra, più recente, anche se erano trascorsi
degli anni, raffigurava l’equipaggio del Bebop, insieme, proprio come Ed lo
ricordava.