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Autore: Japanlover86    01/09/2010    3 recensioni
Usagi e Mamoru in montagna. Un semplice viaggio che si trasforma per Usagi nell'occasione di conoscere più profondamente l'altro, tra gioie e paure, pregi e debolezze.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Collina dei Ciliegi

Nota: i personaggi di Sailor Moon, detenuti da Naoko Takeuchi, non mi appartengono.

 

 

 

 

La Collina Dei Ciliegi

 

 

 

 

 

-“Mamo, forza!!”-

-“……”-

-“Dai, sbrigati!!”-

-“……”-

-“Insomma, quanto ci metti a fare quattro passi?”-

-“Quattro passi?!? Ma se è più di due ore che camminiamo!”-

-“Il solito esagerato!! Dai, tra poco saremo arrivati in cima.”-

-“Hai detto così anche venti minuti fa.”-

-“Non è colpa mia se sei lento!”-

-“Non è colpa mia se porto sulla schiena cinque chili di roba da mangiare!!”-

-“Ma… Mamo, il cibo è necessario quando uno ha intenzione di fare un pic-nic… e poi si sa che in montagna l’appetito è più robusto!!”-

-“Vorrai dire che in montagna il TUO appetito è più robusto!!”-

-“Uffa, quanto sei noioso!! Invece di lamentarti, perché non provi ad assaporare le bellezze della natura?”-

-“Quando mi hai proposto di prenderci una giornata tutta per noi e staccare la spina dai ritmi frenetici della realtà quotidiana… beh, non pensavo certo a una sfacchinata in montagna!!”-

-“E poi sei tu che mi dai della pigra!! Dove sono finite tutte le tue energie?”-

-“Si sono volatilizzate dal momento che questa roba sulla schiena PESA!!”-

-“Dai, Mamo… un po’ d’entusiasmo!! Sarai ripagato della fatica quando in cima ci godremo un panorama bellissimo!”-

 

 

 

E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante

cancella col coraggio quella supplica dagli occhi…

 

 

 

-“Mamo! Mamo! Vieni a vedere!! Dai, corri!!”-

-“Cosa?”-

-“Guarda, guarda!”-

-“Dove?”-

-“Lì!”-

-“Ma… lì, dove?”-

-“Mamo, ma sei cieco?!? E’ lì davanti a te!!”-

-“Ma cosa?”-

-“Il fiore.”-

-“Il fiore?”-

-“Sì, il fiore. Hai visto che belli i suoi petali? Mi piace molto il colore, è un viola delicato con delle venature più scure che mi fanno pens… Che c’è?”-

-“Usagi… è solo un fiore.”-

-“Non è SOLO un fiore. E’ una vera e propria meraviglia della natura. Magari ne prendo uno così lo faccio vedere a Makoto quando ritorno in città. Almeno sono sicura che avrà uno sguardo un po’ più entusiasta!”-

-“Usagi, io…”-

-“No, ascolta. E’ vero, è un fiore. Per te forse è banale e scontato, ma per me non lo è. Tu li vedi questi fiori in città? Te lo dico io… No. E sai perché? Perché crescono solo in montagna. Per me, la montagna è come un rifugio quando la realtà è troppo pesante. Ci sono così tante cose da vedere, sentire, gustare e tu te le stai perdendo perché sei ancora incollato al ritmo frenetico della città dove… sì, vedi intorno a te ma non osservi.”-

-“Non sapevo che ti piacesse così tanto la montagna”-

-“Vedi, Mamo… in montagna puoi riscoprire il vero valore delle cose. La vita è un viaggio che noi compiamo ma nella realtà noi diamo più importanza a dove arriviamo, alla meta. Invece, quello che conta è quello che c’è in mezzo, è la strada che facciamo. La meta è ancora più assaporata quando ci rendiamo conto che abbiamo fatto nostro ogni momento che la precede nel viaggio. E’ la stessa cosa per la montagna. Tu vuoi arrivare al più presto alla nostra meta e non ti accorgi di quante meraviglie ci sono in questo sentiero. Lo senti questo sgorgare dell’acqua in lontananza? Ci deve essere un ruscello da queste parti… E’ un suono delizioso che mi fa pensare alla freschezza dell’acqua nelle gole di chi ha sete e alla sensazione di ristoro nelle facce accaldate dalla fatica dopo aver camminato. In città non si provano queste sensazioni perché l’acqua la beviamo dal rubinetto e i fiori li vediamo nei negozi. Capisci? Ce li abbiamo davanti ma non li vediamo perché li diamo per scontati. Pensiamo che ci sono e saranno sempre lì e dopo un po’ il loro valore si perde. Ecco perché la montagna mi piace. Ogni cosa è più genuina e traboccante di colori. Il cielo terso e azzurro dopo un acquazzone violento. L’odore di pioggia che ancora indugia nei rami degli alberi. Le tonalità di verde che esistono nelle foglie baciate dai tenui raggi solari. La brezza gentile che accarezza la terra e permette agli uccelli di prendere il volo e librarsi nel cielo. Piccole macchioline rosse sulle piante che in realtà non sono altro che coccinelle. Tutte queste cose sono meravigliose e non devono essere dimenticate.

Questi motivi e cento altri non mi bastano per dirti perché sono innamorata di questo pianeta. Perciò, ti prego, cancella questo sguardo affranto dalla faccia e goditi questo momento che per me è perfetto… è una splendida giornata e siamo insieme. Non ti basta?”-

-“Sì, Usako…”-   

 

 

 

…troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante

e quasi sempre dietro la collina è il sole…

 

 

 

-“Mamo, siamo arrivati!”-

-“Finalmente! Non ne posso più di questo zaino!”

-“Mamo… non fare il bambino!! Al ritorno sarà più leggero.”-

-“Con tutto quello che ti mangi…”-

-“Ah ah, spiritoso!! Adesso che ci penso, però, mi è venuta fame…”-

-“Ma… Usako!! Sono solo le undici.”-

-“E allora? Le passeggiate mi mettono sempre un certo appetito.”-

-“Ma non eri tu quella che si è ingurgitata due interi pacchetti di biscotti al cioccolato non meno di mezz’ora fa?”-

-“Per il mio stomaco non ci sono orari.”-

-“Usako, sei incorreggibile! Ma questo è uno dei lati che preferisco.”-

-“Allora, mi aiuti a stendere la tovaglia?”-

-“Neanche per sogno!! Mi rifiuto di mettermi a mangiare adesso. Perché invece non esploriamo un po’ questa radura? Mi avevi promesso un panorama mozzafiato e non ho visto ancora nulla.”-

-“Ma io ho fame!!”-

-“Mangeremo tra un po’. E poi ti vorrei ricordare che fino a qualche ora fa decantavi le bellezze di questo posto e ora non pensi che al cibo.”-

-“A stomaco pieno la natura si apprezza ancor di più.”-

-“Non cercare scuse. Dai, andiamo!”-

-“Uffa…”-

 

 

 

-“Usako, vieni.”-

-“Dove sei?”-

-“Qui. In mezzo agli alberi c’è un posto di osservazione. Avevi ragione tu, Usako. Il panorama è davvero fantastico. Guarda!”-

-“Che bel cielo limpido.”-

-“Le colline sono imponenti. E’ come se si spingessero verso l’alto per raggiungere la sommità del cielo.”-

-“Non hai la sensazione di sentirti piccolo in confronto alla maestosità delle montagne?”-

-“Sì, Usako. Ma più che piccolo direi inferiore. La mia vita appare troppo rapida in confronto alla longevità delle montagne. Sono da sempre esistite ed è come se guardassero con silenzioso distacco la vita delle persone come noi. E’ la prima volta che le montagne mi fanno questo effetto. Mi sento insignificante… è normale?”-

-“Sì, è normale. Anch’io mi sento così.”-

-“……”-

-“Mamo, guarda. Giù in basso c’è un lago.”-

-“Non lo vedo.”-

-“Avvicinati di più così lo vedi meglio.”-

-“Usagi, attenta per favore. Se vai più avanti rischi di cadere in fondo al burrone.”-

-“Non ti preoccupare, Mamo. Ci sono due metri ancora al limite.”-

-“Sì, ma non ti avvicinare troppo.”-

-“Ma così non vedrai il lago. Dai, devi vederlo, è incantevole.”-

-“No, Usako.”-

-“Non dirmi che hai paura di fare tre passi in avanti e vederlo. Te l’ho detto, ci sono almeno due metri da qui al vuoto. Non mi succederà niente.”-

-“Siamo sopra a un dirupo. La roccia si può sempre staccare e con essa tutto ciò che ci sta sopra.”-

-“Capirei se pesassi due tonnellate…”-

-“Comunque, la prudenza non è mai troppa.”-

-“Mamo, se vuoi goderti la vita qualche rischio lo devi pur correre. Se non ti metti in gioco sarà tutto inutile.”-

-“Va bene, ma spostati da lì.”-

-“Io non mi muovo. Vieni tu a prendermi se vuoi.”-

-“Usako! Non vale la pena di sporgersi così tanto per vedere un lago.”-

-“Ma questo lago è speciale.”-

-“Cos’ha di speciale da tutti gli altri laghi?”-

-“Completa il panorama.”-

-“……”-

-“……”-

-“Mi stai prendendo in giro?”-

-“No.”-

-“Che sciocchezze vai dicendo?”-

-“Controlla tu stesso.”-

 

 

 

…Ma perché tu non ti vuoi azzurro e lucente…

 

 

 

-“Scusami, Usako.”-

-“……”-

-“Davvero, mi dispiace. Ho dimenticato di usare il cervello.”-

-“No, hai dimenticato di sentire con il cuore.”-

-“……”-

-“Dimmi cosa hai visto. E cosa hai provato quando hai finalmente spento la tua prudenza. Che io chiamerei piuttosto mancanza di coraggio.”-

-“Ho visto il lago. Era stupendo perché i miei occhi hanno colto le più piccole sfumature della superficie dell’acqua. Dall’azzurro del cielo al trasparente passando dal bianco perlaceo. Non avrei mai creduto di poter vedere questi colori insieme perfettamente distinti ma uniti come se fossero fusi. Dava un tocco magico al già incredibile panorama. E poi mi sono sentito legato a questa terra, ma non prigioniero, al contrario libero perché appartenevo a questo piccolo angolo di mondo ed ero felice di saperlo apprezzare. E poi calmo e quieto come un bambino piccolo tra le braccia di una madre. Mi sono sentito protetto come quando sono con te.”-

-“Quindi, chi è che aveva ragione?”-

-“…Tu.”-

-“…Grazie, Mamo.”-

-“Per cosa?”-

-“Grazie per esserti fidato di me. Ci hai messo un po’ troppo, a dir la verità, ma sono felice che tu ti sia aperto un po’ di più.”-

-“Usako, sono io che ti devo ringraziare. Chi mi da la forza per superare gli ostacoli sei tu. Io mi sento proprio come quel lago. E’ azzurro e lucente solo perché riflette il cielo terso e cristallino animato dalla calda luce del sole. Tu sei quel sole che dona nuova lucentezza alle cose e lo fai anche su di me. Perciò grazie, Usako, per essere il sole che completa la mia esistenza.”-

 

 

 

-“Mamo?”-

-“Sì?”-

-“Ho fame.”-

-“……”-

-“……”-

-“...Ok. Andiamo.”-

 

 

 

…ma perché tu non vuoi spaziare con me,

volando intorno alla tradizione come un colombo intorno a un pallone (frenato)

e con un colpo di becco ben aggiustato forarlo e lui giù, giù, giù…

e noi ancora ancor più su...

 

 

-“E adesso cos’è quella faccia?”-

-“Si può sapere quanta roba mi hai fatto portare sulle spalle?”-

-“Mi pareva di avertelo già detto: è il nostro pranzo per il pic-nic.

-“Questo non è un pranzo. E’ un banchetto per sfamare un reggimento di cavalleria. Ma che fine hanno fatto i più semplici e salutari panini?”-

-“Nessuno col cervello sano di mente preparerebbe dei panini per un pic-nic. Sennò non si chiamerebbe pic-nic. I panini te li puoi mangiare dappertutto. Fare un pic-nic implica necessariamente l’uso di una tovaglia e alimenti che sono adeguati per un pranzo seduti sull’erba in mezzo alla natura.”-

-“Riconosco lo zampino di Makoto in questa affermazione.”-

-“Naturale. E’ lei la cuoca esperta.”-

-“E ti ha anche aiutato a cucinare queste prelibatezze?”-

-“No, ho cucinato tutto io.”-

-“Tutto?”-

-“Sì, tutto.”-

-“… Se mi avveleni, come faccio a godermi la natura?”-

-“Mangia e sta’ zitto. O troverò un’altra maniera di ucciderti.”-

 

 

 

-“Io mi chiedo come possa una ragazza esile e magra come te ingurgitare tanto cibo… mi spieghi dove lo metti?”-

-“Non lo so. Mi ci voleva proprio una bella mangiata. E in più, ti ho fatto un favore.”-

-“E quale sarebbe?”-

-“Ti ho permesso di non ingrassare. Ah, e poi ti ho alleggerito lo zaino. Quindi i favori sono due. E ho anche trovato la maniera per sdebitarti.”-

-“Ma che faccia tosta!! E sentiamo: come dovrei ripagarti per due favori assolutamente non richiesti?”-

-“Andiamo al lago e ci facciamo una bella nuotata. Ovviamente, non si accettano no come risposta.”-

-“E se stiamo un po’ qui all’ombra di questo albero?”-

-“Ci siamo stati fino ad ora. Dai, alzati.”-

-“Non ne ho voglia.”-

-“E non hai voglia neanche di vedermi in costume da bagno? Peccato, avevo comprato un bikini proprio niente male.”-

-“Due secondi e sono pronto.”-

 

 

 

-“Ti prego, Mamo!”-

-“No.”-

-“Dai, per favore! E’ una cosa più unica che rara!”-

-“Usako, sono io che ti prego ora.”-

-“Dai, Mamo. Un giro in mongolfiera non è un’occasione che capita tutti i giorni.”-

-“Ma non volevi fare una bella nuotata?”-

-“Sì, certo. Ma quella la faremo dopo. E poi mi sono ricordata che tu dici sempre che non bisogna entrare in acqua subito dopo mangiato altrimenti c’è il rischio di una congestione. Quindi l’occasione è più che perfetta!! E poi sarebbe bello vedere le cose dall’alto: è un insolito punto di vista che uno non può lasciarsi sfuggire.”-

-“Il tuo ragionamento non mi convince. E poi anche stare in cima a una montagna e vedere le cose da quell’altezza è considerato vedere le cose dall’alto…”-

-“Beh sì, ma la mongolfiera va più in alto delle montagne…”-

-“Non c’è modo di farti cambiare idea, vero?”-

-“No.”-

-“Vada per la mongolfiera.”-

 

 

 

-“Mamo! Guarda! E’ bellissima la vista da qui. Come siamo in alto! In lontananza puoi persino vedere la Torre di Tokyo… Hai visto? Mamo? Mamo!!”-

-“Non mi chiedere di guardare giù!”-

-“Se resti lì accovacciato come farai a vedere il…”-

-“Panorama?! E’ per questo che non volevo salirci in questo dannato pallone!!”-

-“Come fai allora a saltare da un tetto all’altro se soffri di vertigini?”-

-“Io NON soffro di vertigini! E poi che c’entra? Lo faccio solo per venire in tuo soccorso!”-

-“Sai, penso che gli uccelli siano fortunati a volare nel cielo.”-

-“Non ce la vedo tutta ‘sta gran fortuna.”-

-“Invece sì. Stanno a contatto con l’immensità per tutti i giorni della loro vita. Ma vedono anche la piccolezza del mondo. Sono a metà strada. Le loro ali sono piccole ma forti abbastanza da conquistare un equilibrio tra la terra e il cielo. Non hanno usanze a cui sottostare. Loro sono liberi di andare ancora più su con gli occhi che guardano sempre davanti qualunque cosa succeda. Noi esseri umani invece siamo frenati da legami che sembrano catene, a volte. E anche dall’ambiente circostante che ci costruisce e costruiamo. Gli esseri umani non possono svincolarsi da questo laccio. Gli uccelli, sì. E poi prova a immaginare la sensazione della brezza che ti spinge oltre ai confini del mondo.”-

-“Affascinante, davvero. Ma io preferisco avere la terra sotto i piedi, in tutti i sensi.”-

-“Certo, perché dà sicurezza. Gli uccelli, invece, si affidano totalmente.”-

 

 

 

...planando sopra boschi di braccia tese

un sorriso che non ha né più un volto né più un’età.

E respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini,

ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini.

E più in alto e più in là, ora figli dell’immensità.

 

 

 

-“…ko …Usako!”-

-“Mmh?”-

-“Ehilà, ben svegliata!”-

-“Mi sono addormentata?! Quando? Per quanto tempo ho dormito?”-

- Hai dormito per un’oretta. Ti sei addormentata appena scesa dalla mongolfiera. Ti ho lasciato un attimo per andare a prenderti una bibita fresca, dato che me l’avevi chiesta e quando ti ho raggiunto, stavi già dormendo della grossa.”-

-“Oddio, scusami. Non mi ero accorta di…”-

-“Dovevi essere proprio stanca. D’altronde, non ti sei fermata un attimo da quando siamo qui. Allora, cosa vogliamo fare? Andiamo a fare quella bella nuotata? Hai ancora una promessa da mantenere.”-

-“Quale?”-

-“Non mi avevi detto che avresti sfoggiato il tuo nuovo bikini?”-

-“Ah… sì.”-

-“Qualcosa non va? Hai la testa completamente da un’altra parte.”-

-“E’ che stavo ripensando al sogno che ho fatto… bizzarro, direi…”-

-“Ti va di raccontarmelo?”-

-“Noi eravamo degli uccelli che planavano sopra enormi masse di persone con le braccia in alto verso di noi, quasi come voler toccare il cielo. Erano sorridenti… nei loro volti si vedeva solo il sorriso, nient’altro che quello. Poi siamo atterrati in una radura simile a quella in cui eravamo oggi e stavamo lì fermi a guardarci, l’uno di fianco all’altro con lo sguardo fisso davanti a noi, aspettando qualcosa. Le brezze si susseguivano trasportandoci in alto verso il cielo… e noi ci allontanavamo e ritornavamo vicini come in una danza che il vento faceva. La sensazione di piacevole freschezza mi avvolgeva così come avvolgeva anche te… Mi ha lasciato dentro un senso di pace.”-

-“Beh, magari è questo posto che ti influenza anche nei sogni.”-

-“Naturalmente, il luogo è speciale…”-

 

 

 

Se segui la mia mente abbandoni facilmente le antiche gelosie,

ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti?,

le anime non hanno sesso né sono mie…

 

 

 

 

-“Seguimi, Mamo. Andiamo a tuffarci nel lago!!”-

-“Usako, non possiamo restare molto in acqua, tra poco calerà la sera e per noi sarà ora di tornare in città, purtroppo.”-

-“A quanto pare, la montagna ha contagiato anche te.”-

-“Il luogo è magnifico, è un vero tempio per lo spirito ma non dobbiamo dimenticare i nostri doveri che ci attendono.”-

-“Mamo, la giornata non è ancora finita perciò possiamo goderci gli ultimi attimi insieme senza che tu mi ricordi che cosa ci aspetta.”-

-“Ho promesso che ti avrei riportata a casa non oltre le dieci”-

-“Se è per quello, non ti devi preoccupare. Ho già avvertito Rei e le altre.”-

-“Che c’entra Rei adesso? Io parlavo dei tuoi.”-

-“Beh, ho pensato solo di avvertire che stanotte non sarei rientrata a casa. Vorrei restare qui.”-

-“Che cosa?!? Ma… Usako, sei impazzita? Non abbiamo un posto dove dormire, non c’è neanche una baita o un rifugio o qualcosa di simile che abbia un tetto nei dintorni… e poi non credi che ora sia un po’ troppo tardi per prenotare?”-

-“Io non pensavo affatto di dormire… al chiuso.”-

-“Cioè, fammi capire… dove vuoi dormire?”-

-“Nella radura dove abbiamo passato la mattinata.”-

-“E come faremo senza niente per coprirci?”-

-“Nello zaino c’è un telo impermeabile e due coperte… quelle basteranno.”-

-“E se piove?”-

-“E’ impossibile… il cielo è una trapunta di stelle stasera e la guida della mongolfiera ha detto che si manterrà sereno per tutta la notte… comunque, in caso piovesse, possiamo sempre ripararci sotto le fronde della quercia vicino alla radura”-

-“E non pensi ai lupi e tutte le bestie selvatiche che ci sono in giro?”-

-“Basta non agitarsi. Gli animali ti lasciano stare se stai tranquillo e in silenzio.”-

-“Ma s…?”-

-“Mamo, ti stai facendo contagiare dalla paura e dall’ansia di una situazione non prevista. Abbiamo tutto l’occorrente per affrontare una notte all’aperto perché ho preparato io lo zaino e non c’erano solo quei cinque chili di roba da mangiare. Ma non vedi che i sentimenti che hai nel cuore non affiorano perché dilaga la paura? Inquina anche la voglia di avventura.”-

-“E’ una follia, Usako.”-

-“Stai tranquillo, Mamo. Fidati. Passare una notte a vedere le stelle è un’esperienza emozionante e unica. L’ho già fatto.”-

-“E con chi, di grazia?”-

-“Ovviamente… con le altre.”-

 

 

 

 

No, non temere, tu non sarai preda dei venti,

ma perché non mi dai la tua mano perché

potremmo correre sulla collina e fra i ciliegi veder la mattina,

e dando un calcio ad un sasso residuo d’inferno farlo rotolar giù, giù…

e noi ancora ancor più su.

 

 

 

-“Non temere, Mamo. Sarà una splendida notte.”-

-“L’aria della notte è fredda, Usako.”-

-“Allora dormiremo abbracciati. Così ci scalderemo.”-

-“……”-

-“Mamo, di cosa hai paura?”-

-“… del vento.”-

-“Perché?”-

-“Il vento è il segno che qualcosa cambia. Preannuncia un cambiamento ma non si sa mai se è positivo o negativo.”-

-“Noi non saremo mai preda dei venti. Noi siamo testimoni del tempo che passa e dei cambiamenti che seguiranno. Ma non ci faremo sottomettere perché la forza per cambiare è solo nostra. Non aver paura, Mamo… sarò sempre accanto a te.”-

 

 

 

-“Mamo, svegliati!”-

-“mmh… che ore sono?”-

-“Dai, svegliati pigrone!! Ti perderai una bellissima alba.”-

-“Buongiorno, Usako.”-

-“Hai visto che bello?”-

-“Niente in confronto alla soave visione dei tuoi capelli irrorati della luce dorata del sole…”-

-“Mamo… che dici? Così mi fai arrossire…”-

-“Hai dormito bene?”-

-“Più o meno. Comunque, grazie a te non abbiamo avuto problemi con gli orsi, stanotte. Russavi talmente forte che li hai spaventati tutti, credo.”-

-“Invece, penso che gli abitanti locali ti abbiano scambiata per un trattore in pieno funzionamento alle quattro del mattino. Anche tu non scherzi mica.”-

-“Baka!”-

 

 

 

-“Avevi ragione, Usako.”-

-“Su cosa?”-

-“Lo zaino è decisamente più leggero…”-

-“Stupido!”-

-“Anche su un’altra cosa, però… mi ci voleva proprio una giornata così, per riscoprire il prezioso valore delle cose che troppe volte ci sfugge. Promettimi che ritorneremo qui ogni volta che perderemo l’orientamento. Questo è il nostro punto di partenza.”-

-“Dove andiamo adesso?”-

-“Dobbiamo andare in due posti, Usako. Torneremo a casa per ripartire con slancio e poi andremo verso un futuro migliore. Ed è migliore perché ne siamo consapevoli.”-

-“Dammi la mano, Mamo. Ciò che sarà, lo affronteremo insieme…”-

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

Ebbene, sì, sono ritornata con questo nuovo esperimento (sarebbe troppo per me chiamarla fanfic in piena regola).

Allora, chi non è morto di diabete per favore alzi la mano!!

Questa storia mi è uscita dal mio cervello malato dopo che ho passato una settimana in vacanza in montagna (strano, vero? Chi lo avrebbe detto?). Per chi non lo sa, io odio il mare e amo la montagna (anche perché sono una scout perciò ce l’ho pure nel sangue).

Non sono molto soddisfatta del risultato anche perché mi sono accorta mentre scrivevo che alcuni dialoghi sono un po’ pesanti dal punto di vista zuccheroso e mieloso (me lo dice pure mia sorella in primis)

Il titolo è preso da una nota canzone di Battisti (anche se la scena non è ambientata in collina e non ci sono i ciliegi, per la verità) che per me è una vera fonte di ispirazione… ci sono tantissime canzoni che si adattano benissimo a Usagi e Mamoru (e ho già altre ideuzze!). Questo è accaduto anche per l’altra mia storia “…E penso a te…”. Devo dire però che alcuni versi di questa canzone mi hanno dato parecchio filo da torcere anche se l’idea generale l’avevo già in testa. Spero comunque che il filo logico sia ben chiaro.

I personaggi sono un po’ diversi dal normale. Ho voluto un po’ ribaltare il carattere dei protagonisti. Usagi si dimostra riflessiva e Mamoru si comporta come un bambino e si fa prendere dall’ansia. Poi, in questa storia ho scritto solo dialoghi perché il punto di vista è quello di Usagi e per lei ci vuole un po’ di verve. Volevo provare questo stile per differenziarmi dall’altra storia più “interiore” e che riguardava i sentimenti di Mamoru.

Spero vi sia piaciuta questa piccola storiella. Se ne avete voglia, recensite. Mi fate davvero molto piacere. Siate pure spietate perché ho ancora tantissima strada da fare. In cambio, mi darò da fare a recensire le vostre storie (alcune persone me l’hanno chiesto solo che non ho avuto molto tempo per farlo perché sono stata in vacanza e la mia tesi procede a rilento ma ogni promessa è debito!!)

Ringrazio dal più profondo del cuore le persone che hanno recensito l’altra mia storia, chi l’ha messe tra le preferite e le persone che comunque hanno speso venti minuti della loro preziosa esistenza a leggerla (mi avete fatto commuovere e siete responsabili del mio umore euforico di un’intera settimana!).

Ok, ora smetto di scrivere perché tra un po’ l’angolo diventerà più lungo della storia stessa.

Alla prossima!!

Marta86

 

  
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