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Autore: Selhin    01/09/2010    5 recensioni
[HopexLight] Hope sorrise.
- Mi fai un favore? Continua a sorridere.- disse senza paura. La donna che continuava a guardarlo, immobile e silenziosa. - Vederti sorridere mi rende felice.-
La mia prima shot "seria" sul fandom...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Final Fantasy XIII
Rating: Per tutti
Personaggi: Hope Estheim, Oerba Dia Vanille, Lightning

Pairing: Hope Estheim, Lightning
Tipologia: One-shot
Lunghezza: 1743 parole titolo escluso ( secondo il conteggio di word )
Avvertimenti: Nessuno
Genere: Slice of life, Sentimentale
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Square-Enix che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in "Final Fantasy XIII", appartengono solo a me.

 

 

 

 

 

 

 

[ I don't know anything at all
Who am I to say you love me
I don't know anything at all
and who am I to say you need me ]

 

Who Am I To Say - Hope

 

 

 

 

 

Smile

storia betata da Ninjaistinct

 

 

 

 

 

 

 

 

  L’Cie di Pulse se ne stava tranquillamente immerso nel silenzio della natura. Davanti a lui si estendeva uno strano paesaggio, o almeno era così che appariva ai suoi occhi abituati a vedere altri orizzonti da tutta una vita. Quelli di Cocoon, la sua casa.

Eppure, si sentiva stranamente attratto da quella natura selvaggia, incontaminata e stranamente bizzarra. Forse era dovuto al fatto che adesso era su Gran Pulse, lo stesso mondo che lo aveva maledetto cambiandogli l’intera esistenza, allontanandolo da tutto ciò che conosceva, trasformandolo in quello che aveva sempre temuto.

Ma, nonostante tutto, si sentiva quasi tranquillo nel mezzo di quella natura, calmo e rasserenato. Certo, se pensava al suo destino sempre più imminente non poteva negare di avere ancora molta paura, però adesso sapeva di non essere solo. Sapeva che non l’avrebbero più lasciato indietro.

Sapeva che c’era lei...

Avvicinò un ginocchio al petto, abbracciandolo leggermente e appoggiando il mento sulle mani. Chiuse gli occhi inspirando a fondo quell’aria fresca che tanto assomigliava all’odore della pioggia invernale, quando il cielo è limpido e puoi respirare intensamente sentendoti rinascere. Anche lei aveva quel profumo, quella stessa sensazione piacevole l’avvertiva anche solo avendola accanto. Senza parole, senza rassicurazioni fasulle. A lei bastava uno sguardo per farsi capire, per capirlo, attraverso freddi occhi azzurri. Si concedeva a rari sorrisi, appena accennati, ma che erano l’immagine stessa della dolcezza, lui lo sapeva. Raramente lo dimostrava, praticamente mai, ma sotto quei freddi occhi si celava molto di più, molta più fragilità di quanto gli altri potessero mai immaginare. Non lo sapevano, non la capivano davvero. Non come lui...

Lasciò andare un sospiro amaro ritornando con lo sguardo verso le foreste di Pulse. Ammettendo a stesso di quanto bisogno avesse avuto di lei, di quando ne avesse ancora adesso. Non sarebbe mai arrivato in quel luogo se lei non ci fosse stata. E più o meno, pensò per un istante, anche lei aveva avuto bisogno di lui, forse...

Ma chi era lui per dirlo?

Probabilmente le sue erano solo fantasie, solo desideri mai espressi. Forse le sue erano le stesse paure del ragazzino che sperava non essere più. Eppure, in un angolino dentro di sé, sentiva di aver ragione. Anche lei non ce l’avrebbe fatta senza di lui.

Sorrise pensando a quanto fosse presuntuoso a pensare questo, dopotutto era pur sempre un ragazzino anche se si comportava da adulto. Sua madre lo avrebbe di sicuro preso in giro...

  - Qualcosa ti preoccupa?-

Il ragazzo si voltò allarmato, ma alla vista di Vanille si tranquillizzò. -Eh?-

La ragazza lo guardò sorridente come al solito e lui non seppe cosa risponderle. - Oh, stavo pensando.- disse alla fine voltando lo sguardo.

  - A cosa?- insistette lei. Evidentemente si stava annoiando, pensò il ragazzo, se l’aveva cercato fin laggiù. - Roba complicata?-

Solo una ragazza che non mi considererà mai.

Sorrise, certo che questo pensiero sarebbe rimasto per sempre dentro di sé, che nessuno l’avrebbe mai saputo. Eppure, chissà perché, guardando gli occhi verdi della ragazza gli sembrò che lei invece sapesse.

Hope scosse il capo sorridendo. - Mi stavo guardando intorno.- dopotutto era la verità, o almeno una parte di essa. - Il cielo, gli alberi, la luce del sole, gli odori... - alzò lo sguardo sopra di sé, puntando gli occhi su Cocoon, il piccolo e lontano pianeta che lo aveva cacciato, rifiutandolo.

  - Quando ero su Cocoon, non sognavo neanche che esistesse un posto così.-

Vanille alzò lo sguardo sul cielo esattamente come il ragazzo, intenta a osservare il pianeta sopra di loro mentre ascoltava la voce dell’amico.

  - Ma adesso sono qui, su Pulse.- Hope lo disse più a stesso che alla ragazza, quasi cercando di convincersi che il suo non era né un sogno né un incubo, ma la realtà. - Se non fossi andato ai fuochi d’artificio, se non mi fossi seduto in quel vagone durante l’epurazione... - abbassò lo sguardo sull’erba verde che danzava al ritmo della fresca brezza.

Se non l’avessi mai incontrata.

  -... Se qualcosa fosse andata diversamente, non avrei mai potuto vedere tutto questo.-

Vanille scosse il capo com’era solita fare quando qualcosa non le andava bene. - No... - iniziò facendo qualche passo avanti. -... Sono sicura che saresti finito qui lo stesso. Non ricordi che me l’hai promesso?-

Senza che lui potesse ribattere la ragazza si sedette al suo fianco. - Hai promesso che saremmo venuti su Gran Pulse insieme.-

Hope la guardò perplesso. - Davvero?- pensò un istante ma non ricordò affatto quella promessa. - E quando?-

La ragazza si mise a ridere prendendogli una mano. - Oh, non lo so. Forse in un’altra vita?-

  - Cosa significa?- le chiese mentre lei si alzava voltandogli le spalle. Gli sembrava quasi che lei si stesse prendendo gioco di lui.

  - A dire il vero, ho raccontato così tante bugie che ora è tutto confuso.-

Il ragazzo la guardò per un attimo, poi abbassò lo sguardo. Pensò alla sua bugia, quella più grande che aveva continuato a raccontare a stesso così a lungo da finire per crederci davvero. Quella che con la vendetta sarebbe riuscito a riportare indietro sua madre... In questo, lei l’aveva aiutato a uscirne. Lei gli era stata accanto, accontentando i suoi capricci, il suo desiderio di diventare più forte. Lei aveva tentato di fermarlo, di fargli capire che a nulla sarebbe servito. Ma alla fine, l’aveva lasciato fare, certa che dovesse imparare da solo quella lezione. E aveva ragione, lei aveva sempre avuto ragione...

  - Sai, a volte anche le bugie servono. Per andare avanti quando si ha paura... -

Ricordò quel momento, quando lei gli aveva chiesto se aveva paura e lui aveva risposto di no. Che era pronto a combattere. Un’altra bugia raccontata a stesso. Non era affatto pronto, aveva ancora molta paura, ma chissà per quale ragione, non voleva che lei venisse a saperlo. Anche se, probabilmente, l’aveva capito dall’inizio. Rivide quella scena chiara nella sua mente, lei che gli porgeva il coltello regalatole dalla sorella, un oggetto importante, troppo prezioso. Eppure l’aveva dato a lui, non ci aveva pensato troppo nel consegnarglielo. “Per difenderti” aveva detto, sempre di poche parole, sempre schiva. Ma lui si fidava, e l’aveva accettato nonostante la paura, nonostante le bugie.

  -... O per proteggere qualcuno, fare in modo che non soffra. A volte, anche le cose che chiunque al mondo darebbe per vere, si rivelano false.-

E così era stato anche per lui, credeva che Pulse fosse l’inferno, glielo avevano sempre raccontato sin da piccolo. Certo, non si poteva negare che fosse pericoloso, però non c’era nulla di infernale in quel mondo. Aveva sempre creduto che tutto ciò che era legato a Pulse fosse terribile e spaventoso, ma lui stesso era un l’Cie di Pulse ora, e non si sentiva affatto un mostro... adesso non più. Tutto quello che gli avevano sempre raccontato, tutto quello in cui aveva sempre creduto, si era rivelato un cumulo di menzogne. - Alla fine, non è importante la bugia in sé, ma quello che si fa dopo. Se ci impegniamo a fondo, possiamo rendere vere le cose.-

Vanille si era voltata a guardarlo, gli occhi leggermente lucidi. Possibile che quello che avesse di fronte fosse davvero il ragazzino perennemente terrorizzato che aveva conosciuto non troppo tempo prima? Possibile che fosse cambiato e cresciuto così tanto e in così poco tempo da solo?

Sorrise mentre lui si alzava e la superava stiracchiandosi.

Forse, non era solo merito di Hope, ma anche suo...

  - Grazie, Hope.-

Lui chiuse gli occhi inspirando a fondo. Quando li riaprì, si voltò e Vanille era svanita. Al suo sguardo adesso vedeva una donna forte, orgogliosa e taciturna. I capelli rosa brillavano alla luce del sole, scendendole dolcemente sulla spalla sinistra. Lo guardava fisso, attraverso gli occhi azzurri che sapevano tutto in una tacita comprensione reciproca. Hope sorrise.

  - Mi fai un favore? Continua a sorridere.- disse senza paura. La donna che continuava a guardarlo, immobile e silenziosa. - Vederti sorridere mi rende felice.-

Le labbra di lei s’incurvarono appena, facendo assumere al suo viso un’aria stranamente dolce, insolita per lei, ma che Hope aveva già scorto una volta. Quando lo aveva stretto, a Palumpolum, cercando d’infondergli un po’ del suo coraggio. Promettendogli di proteggerlo.

E in un attimo l’immagine della donna svanì, lasciando nuovamente il posto a quella di Vanille la quale era rimasta a bocca aperta, incredula. Si portò le mani alle guance arrossate.

  - Io... non sapevo provassi questi sentimenti.-

Il ragazzo dapprima sorrise triste, un sorriso amaro che Vanille non vide. Poi, scoppiò in una risata notando l’espressione dell’amica.

  - Aspetta un attimo.- disse lei guardandolo. - Mi stavi prendendo in giro?-

Ma lui non smise di ridere, iniziando a correre. - Ora siamo pari.-

  - Ehi! Aspetta!-

 

 

 

  Lightning stava seduta su una roccia, intenta ad osservare cauta attorno a loro, sempre in guardia. Sempre allerta.

Ma chissà perché non sentì Hope correrle vicino, sistemandosi alle sue spalle, ridente come non lo aveva mai sentito. Si voltò a guardarlo mentre lui sembrava dirle con gli occhi di farle da scudo. Poco dopo arrivò Vanille, col fiatone e lo sguardo imbronciato.

  - Che è successo?- domandò Light guardando prima Vanille poi il ragazzo.

Hope continuò a ridere e Vanille batté un piede a terra come una bambina. - Hope mi prende in giro!-

  - Era solo uno scherzo!-

La donna sospirò appoggiando una mano sul fianco com’era solita fare, assumendo quello sguardo un po’ severo di cui tutti avevano paura. Gli altri, ovvio, non certo Hope.

  - Siete proprio due bambini. Basta con queste sciocchezze, muovetevi che ripartiamo. Altrimenti vi lasciamo qui.-

Vanille la guardò perplessa, chiedendosi perché quella donna dovesse sempre rovinare ogni cosa divertente appena poteva. Possibile che non avesse mai voglia di fare un sorriso? Si voltò, allontanandosi alla ricerca di Fang, lasciando perdere completamente Hope e il suo scherzo.

Lightning si voltò verso di lui. - Vale anche per te.-

Hope la guardò, constatando quanto fosse diverso il tono usato con lui da quello usato per Vanille. O forse era solo la sua immaginazione? Le sorrise. - D’accordo, Light-san.-

La donna accennò a un brevissimo sorriso, poi si voltò e s’incamminò, probabilmente per svegliare Snow a suon di calci. Hope la osservò.

Chissà se prima o poi sarebbe riuscito a dirgliela davvero quella frase, o si sarebbe limitato per tutta la vita solo a immaginarla.

Non lo sapeva, sperava solo di vederla sorridere ancora e ancora.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Dunque che dire? Che amo questo pairing, credo si sia capito! Che adoro Hope, credo lo sappiate ormai tutti... dopotutto sono la regina delle pedofile -.- bè che avete da guardare?

Tornando alla serietà ( ma quando mai c’è stata? nd tutti ) questa fanfiction è nata proprio dal mio minuscolo cervellino, quando ho visto questa scena la prima volta... trilioni di mesi fa .-. bè, anche se sostanzialmente la scena è a pairing Hope/Vanille, io l’ho trasformata perché chissà per quale motivo, mentre Hope parlava, mi sembrava di vedere Light nelle sue parole...

Ma forse, anzi sicuramente, sono solo una psicotica .-.

Insomma... a me quella frase particolare di Hope, ricorda tanto Light che ci posso fare?

 

Ringrazio ancora enormemente la mia beta, Elisa! Carissima senza di te sono davvero persa, grazie per tutti i consigli, per il fatto che questa storia te la sei letta a 20 righe per volta e per le nostre discussioni alla loveline! ^-^

 

Or dunque, mi aspetto un gran linciaggio, dopotutto ho stravolto una scena trasformandola in tutt’altro...

Ma io amo questo pairing!!! *-* ( picchiatelaaaa!! nd tutti )

 

Bè, ogni recensione buona o cattiva che sia, con consigli o insulti, è sempre ben accetta (_ _)

 

Alla prossima

 

Selhin ♥

 

 

 

 

 

 

 

 

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