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Autore: 9_LaDY_aSHe_4    01/09/2010    2 recensioni
La mia prima (e probabilmente ultima) one shot Ashe/Basch. Tutta dedicata alla mia nami83. Ashe è in viaggio di cortesia ad Archades e una notte decide di prendersi una rivincita...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashe, Basch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci credo, non ci credo. L'ho scritta davvero.

Nami83 è tutta per te. Se ti fa schifo, perdonami XDDD Sai che io sono pro-balthy...

Però... Cavolo... Mi è piaciuto scrivere questa storia, lo ammetto!!!

Nami, solo tu sei capace di farmi fare queste cose!!! XDDD

Ti voglio bene, ti regalo questa one shot anche se... se non ti piace... non considerarlo un insulto XD

un bacione.

martola

 

 

Ashe contemplava la luna colorata di un pallido chiarore argenteo che splendeva nel cielo stellato. Pur essendo Archades una grande città dalle infinite luci che impedivano la vista della volta celeste, dall'unico punto possibile da raggiungere in cima alla residenza dei Solidor era possibile ammirare tutte le costellazioni. Per un attimo dimenticò il fatto che si trovasse in quella città nelle vesti della Regina di Dalmasca in visita di cortesia e si sentì tornare bambina... Una bambina che guardava il cielo e sognava di volare.

-Se Vostra Altezza non si copre, potreste prendervi un malanno- quella voce, rude ma soave per la regina, le accarezzò i timpani. Basch veniva verso di lei portando una mantellina.

-E' strano- disse lei, pensierosa, ancora con lo sguardo rivolto al cielo -Nonostante sia solo settembre, qui fa davvero freddo, di sera.

-Archades è una città molto più a nord rispetto a Rabanastre. E' normale che non vi siate ancora abituata al clima.

-Ma la mia permanenza durerà ancora pochi giorni. Non avrò più questo problema. Dov'è Lord Larsa?

-E' già rientrato nei suoi appartamenti e dovreste farlo anche voi.

-Basch, non sono più quella piccola e fragile bambina di alcuni anni fa. Posso sopportare il freddo. L'ho fatto per due anni.

Lui spostò il peso del proprio corpo sull'altro piede. Ashe lo capì perchè sentivo il rumore dell'armatura. Poi si decisi a dargli retta, dato che ormai cominciava a battere i denti dal gelo. Scese diverse rampe di scale, seguita a ruota dal Giudice, finchè raggiunse l'ascensore che portava ai piani degli alloggi. Quando vi entrarono dentro, Basch si tolse l'elmo e Ashe lo poté guardare negli occhi. Quei due piccoli laghetti ghiacciati grigiastri con in centro un pallino nero in cui Ashe rivedeva il suo passato. Landis, la prigionia, la fuga, l'avventura con la Regina e il suo gruppetto di rivoluzionari, infine la decisione di prendere il posto del fratello gemello ormai defunto e diventare Giudice Magister, con l'incarico speciale di proteggere il giovane Larsa.

Si ricordò di quella notte in cui lei si era resa conto di desiderare ardentemente Basch von Ronsemburg, anzi, di amarlo. Ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo. Si era solo infilata di soppiatto nella sua tenda e, vedendolo seduto sul letto che affilava la lama della sua spada, gli si era gettata addosso dicendogli frasi che nessuno avrebbe mai dovuto ripetere. Quella notte in cui, per la prima volta nella sua vita, la giovane Principessa spodestata di Dalmasca aveva ricevuto un 'no' come risposta.

-Non posso- aveva detto -Voi dovete pensare a ottenere le prove della vostra discendenza. E io ho il compito di proteggervi. Non ho tempo per i sentimenti.

Ashe era rimasta ferita e oltraggiata da quelle parole. Le vedeva solo come una scusa per farle capire che tra loro non poteva esserci nulla solo perchè non era il suo tipo di donna. E non gli dava nemmeno torto: con quello che stava passando!

Da allora, ogni volta che Basch, da buon gentiluomo del sud, degnava di attenzioni una qualsiasi altra donna, l'ira e la gelosia di Ashe crescevano. Il tutto la portò ad andare diverse volte a letto con un certo aviopirata...

Nel frattempo, l'ascensore era arrivato al piano degli alloggi degli ospiti e Ashe fu scortata nella sua stanza. Sempre immersa nei suoi pensieri, si infilò la sua camicia da notte e si sedette sul letto, cercando di auto convincersi a dormire. Tuttavia non ci riuscì: quella sarebbe stata la notte della sua rivincita.

Uscì silenziosamente dalla sua stanza e si diresse verso quella di Basch, che si trovava al piano inferiore. Bussò e se lo trovò davanti con solo i pantaloni addosso. Sul suo petto erano numerose le cicatrici ricavate dai vari scontri a cui aveva preso parte per difendere la sua Principessa. Le venne istintivamente voglia di toccarle e non si trattenne: gliele sfiorò delicatamente con entrambe le mani e sentì il petto di lui alzarsi e abbassarsi lentamente, come se avesse sospirato di piacere al solo tocco delle morbide dita di Ashe. Poi sembrò rinsavire. -N-No...- cercò di dire -Non posso...

-Al diavolo, certo che puoi. Non sei più la mia guarda del corpo, no?

Lui fece un passo indietro e abbassò lo sguardo, per evitare un qualsiasi tipo di contatto con la Regina. -No- si sforzò di dire -Devo proteggere Lord Larsa. Non ho tempo per i sentimenti...

-La stessa frase che ho sentito un anno fa. Devi sempre proteggere qualcosa.

Lui le lanciò uno sguardo infuocato. -Da me cosa otterreste? Una notte e via. Voi ritornereste ad essere la Regina, e io il Giudice Magister. Solo che...

-Solo che?- chiese Ashe, incuriosita -Basch... Apriti con me...

Ancora lui si ostinava a volersi tenere tutto dentro. Così Ashe continuò il suo discorso.

-Quella notte... Un anno fa... Tu mi hai rifiutata. Perchè avevi detto che il tuo compito era quello di proteggermi. Ma la verità era che non sono la donna giusta per te? Ho troppi problemi? Oppure il tuo amore per la patria ti spinge a credere che potrei indebolirmi e perdere credibilità di fronte al mio popolo? Non capisci che...

-Solo che...- continuò lui, come se non avesse sentito l'intero soliloquio -Una volta che vi sarete concessa a me... Non potrò più fare a meno di voi- ammise lui, ormai messo alle strette.

Ashe rimase sorpresa da quelle parole. Poi si riprese. -Allora non farlo- ripose la Regina -Siamo solo io e te, qui, stanotte. Solo Ashe e Basch. Nessun altro, nessun titolo da rispettare...

Come Ashe disse ciò, Basch la strinse a sé con forza e la baciò appassionatamente. I due si trascinarono verso il letto del Giudice, il quale cominciò a togliere la camicia da notte alla Regina. Lei rimase perciò solo in biancheria intima, e, quando anche quella sparì, accompagnata dai pantaloni di Basch, si lasciò possedere da lui, più e più volte, e non disse mai nulla, se non qualche gemito smorzato che le scappava ogni tanto. Lui la stringeva a sé quasi in modo egoistico, come se volesse che non solo i loro corpi, ma anche le loro anime, si unissero nella maniera più profonda. Le loro bocche si separavano solo per permettersi di respirare.

Alla fine, Basch si accasciò stremato al fianco della Regina. -Ti amo...Ashe- disse, senza fiato.

-Anch'io...- lei si strinse al Giudice e si addormentò, soddisfatta per aver tramutato il suo primo 'no' in un 'sì'.

   
 
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