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Autore: itsfearless13    02/09/2010    1 recensioni
Murtagh è stato catturato dall'esercito di Galbatorix, ma ora che è nel palazzo del re e avendo sentito la sua "campana", gli sembra quasi di condividere il pensiero dell'uomo che ha combattutto per tutti quegli anni. E' il momento subito prima della battaglia: Castigo è il drago di Murtagh, ma Murtagh è il cavaliere di Castigo?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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C'era qualcosa di affascinante in quel palazzo, Murtagh se ne rendeva conto. Qualcosa di affascinante... e qualcosa che allo stesso lo rendeva inquieto. Affascinato ed inquieto, ecco come si sentiva in quel momento. Era seduto sul letto della stanza che il re gli aveva detto fosse «sua», e per la prima volta si sentiva più importante di qualcuno. Non era stato facile essere la spalla destra di Eragon, non era stato facile venire trattato come un reietto quando a lui, al cavaliere buono, all'ammazzaspettri, venivano riservati tutti i tipi di onori. Non era stato facile essere classificato sempre e soltanto come "il figlio di". La sua vita, semplicemente, non era stata facile, eppure lui aveva sempre continuato ad andare avanti, non gli era mai importato di cosa gli altri potessero pensare sul suo conto, o almeno era quello che era sempre sembrato agli occhi tutti. In realtà adesso che gli veniva offerto un posto suo, un qualcosa di speciale... ecco, adesso sentiva di meritarselo davvero. E aveva anche capito che tutto quello che era stato detto su di lui non era altro che frutto di una grande invidia, e che forse anche Eragon - suo fratello, il suo migliore amico - era sempre stato geloso di lui e delle sue abilità, reputandosi superiore solo perchè un drago blu aveva deciso di farlo diventare il suo cavaliere. Ma adesso erano pari di nuovo, adesso anche Murtagh aveva il suo drago, e di conseguenza avrebbe potuto facilmente dimostrargli che sì, era sempre stato più forte di lui.
"Sua Altezza vuole vedervi, cavaliere"
Murtagh alzò la testa quando sentì la voce oleosa dell'uomo che lo aveva "accudito" per tutto quel tempo, poco distante da lui. Galbatorix aveva affidato a quell'ometto di bassa statura, esile e dall'aspetto cattivo di essere a suo completo servizio, ma Murtagh non era abituato a ricevere troppe attenzioni, e l'unico ordine che gli aveva dato era "stammi lontano". Quella presenza gli metteva quasi soggezione.
Si alzò, indicando all'uomo che gli camminava accanto di indicargli la strada. Non l'aveva ancora memorizzato da quando era in quel posto, ma del resto il castello era immenso, era nero e buio come l'anima che era convinto avesse il re stesso. Non che adesso non lo pensasse più, ma aveva iniziato a capire il perchè Galbatorix agisse in un certo modo. E quasi... lo condivideva. Esatto, condivideva il pensiero dell'uomo che più aveva odiato e combattutto per tutta la sua vita.
"Il Cavaliere è qui, Signore."
La solita voce viscida del lacchè annunciò al re la presenza di Murtagh. Gli fu spontaneo lanciargli un'occhiataccia: avrebbe potuto presentarsi benissimo da solo, odiava tutte quelle formalità. Forse perchè non era mai stato abituato a riceverne o farle.
"Di cosa volevate parlarmi?"
Chiese, ricevendo dall'omino che stava andando via la stessa occhiata di disappunto che gli aveva lanciato Murtagh stesso pochi istanti prima. Era stato troppo insolente? Troppo avventato? Non riusciva a capirci nulla. Voleva solo quello che gli spettava e che Galbatorix aveva promesso di dargli, niente di più.
"Ci sarà una battaglia a breve. Per te sarà una sorta di prova del nove. Sai, ho scommesso tanto su di te, ti ho dato tutto quello che potevo, ho messo a tua completa disposizione le migliori armi che potessi avere. Adesso non ti manca nulla, e non ti frena nulla. E' vero questo?"
Murtagh rimase in silenzio per lunghi secondi, prima di rispondere. Gli aveva fatto una domanda, e quindi quello che il re si aspettava era una conferma della sua totale lealtà nei confronti dell'impero. Aveva già promesso la sua lealtà, qualche tempo prima. L'aveva promessa ad Eragon, al cavaliere che tutta Alagaesia aspettava, l'aveva in qualche modo promessa ai Varden combattendo al loro fianco. Adesso era pronto per prometterla, e questa volta per sempre, anche al re?
"Certamente."
A quanto pareva sì, era pronto.

Castigo dilatò le narici fumanti quando scorse Murtagh davanti a sè. Per quanto gli animi di drago e cavaliere fossero ormai diventati scuri, bui, si era comunque creato un vincolo tra di loro che faceva appartenere l'uno all'altro, e viceversa. Murtagh aveva già indosso l'armatura, e a breve avrebbe combattuto la sua prima battaglia aperta contro quello che era stato forse il suo unico vero amico. Adesso non riusciva più a capire come Eragon potesse pensare che Galbatorix fosse completamente nel torto, che avesse rovinato Alagaesia, che stesse portando il mondo alla distruzione...
Sai Castigo, da oggi in poi per me inizia una nuova vita. Se prima avrei potuto tornare indietro, adesso ho fatto la mia scelta. Suppongo tu la condivida.
Il drago si limitò ad emettere un suono indifferente. Era raro che gli parlasse, preferiva sempre attenersi a quello che ilo suo cavaliere diceva e questo irritava Murtagh, e non poco. A lui venivano in mente Eragon e Saphira, e le silenziose chiacchierate frai due a cui lui era estraneo. Ma sapeva che c'erano, perchè entrambi si scambiavano degli sguardi complici, sguardi che lui e Castigo non avevano ancora incrociato.
Cos'è che non ti va bene, eh? Il tuo nome? Il mio? Il mio passato? Cosa?!
Esclamò il cavaliere, tirando un calcio ad un sasso. Come risposta, Castigo ringhiò, illuminando completamente la sala di un rosso acceso. Ma badò bene a non far del male al suo Cavaliere, perchè nonostante non sentisse quel sentimento ricambiato, lui lo amava. Avrebbe dato la vita per lui, anche se non avesse dovuto farlo secondo quell'antica regola che collegava la morte del cavaliere a quella del suo drago.
E va bene Castigo. Fa' come ti pare, ma sappi che abbiamo una battaglia da combattare e che io... ho bisogno di te.

  
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