Questa
piccola
flashfiction faceva parte di una raccolta unica, cross-over, dedicata a
Loveless.
Purtroppo
devo
dire che alla fine, ho deciso di postare soltanto i pezzi che
più mi sono piaciuti.
Quindi,
spero
che questa vi piaccia :)
BREATHLESS
~
Senza Respiro
<<
E’
ora di alzarsi, Bocchan >>.
I
miei occhi
ben presto si abituano alla luce che investe la camera, e mi stiracchio
debolmente.
Sebastian
sta versando del the rosso su una tazza raffinata e me la porge
delicatamente.
<<
La
colazione di oggi prevede the rosso proveniente dall’Africa e
torta di mele
oppure una torta al cioccolato con glassa di panna e noci macinate.
>>
Bisbiglio
lentamente la seconda opzione di dolce e Sebastian mi inizia ad
elencare gli
impegni del giorno: << Oggi ha un incontro con la sarta,
per il nuovo
abito cobalto da confezionare, e subito dopo l’aspetta la
lezione di fioretto.
>>.
Bevo
a
piccoli sorsi il the bollente e appena finito, rivolgo la prima
occhiata del
mattino al mio maggiordomo.
<<
Tutto qui? >>.
<<
Certo, Bocchan: si aspettava qualcos’altro? >>.
Trattengo dal dare uno schiaffo al mio servitore, dopo aver notato la
nota
maliziosa alle ultime parole, poi lascio che mi sbottoni la lunga
camicia da
notte.
Sento
dei
formicolii per tutto il corpo, non appena percepisco i polpastrelli delle sue dita guantate
sfiorarmi casualmente
le vene del collo.
Trattengo
il
respiro non appena mi priva del mio indumento, esposto in tutta la mia
nudità
davanti ai suoi occhi cremisi.
Ormai
ho
preso l’abitudine del sorriso un po’ perverso e
dello sguardo color
sanguinaccia che perennemente assume ogniqualvolta deve cambiarmi.
Ma
quando
inizia a farmi indossare i soliti
vestiti, scopro che non ho proprio preso l’abitudine di tutto.
Ancora
non ho
imparato a trattenere perfettamente un sospiro ogniqualvolta mi sfiora
accidentalmente il torace per abbottonarmi, o a smetterla di
rabbrividire
quando le sue mani mi toccano impudicamente quando mi infila i calzoni.
E
soprattutto, non ho imparato a respirare,
alla percezione del suo tocco.
Rimanendo
sempre senza respiro, facendo
nascere
un ghigno sulle labbra piene del maggiordomo.
Finisce
di
vestirmi scrupolosamente, perfezionando tutti i dettagli.
Poi,
prima
di congedarsi, mi sembra quasi di sentire la sua voce sarcastica
bisbigliarmi:
<< Adesso potete respirare, Bocchan >>.
Ora
sono
rimasto da solo, e continuo a fissare l’enorme porta in
legno, con sguardo
vitreo.
Già,
Sebastian.
Adesso
che
non ci sei, posso anche respirare.