To
be an hero
Stai
studiando l’ennesimo caso.
E’ notte fonda a Quantico, e all’Unità
sei rimasto solamente tu. C’è un
silenzio insolito. Niente telefoni che squillano, niente viavai di
persone.
Niente di niente.
Hai un brutto presentimento.
Questo caso
non andrà a buon fine. Avete studiato ogni singolo
dettaglio, anche il più
insignificante. Nessuno è riuscito ad arrivare a nessuna
conclusione.
Sospiri e ti alzi, dirigendoti verso la macchina del caffè.
Questo è il quarto,
sai che non ti fa bene, ma non puoi addormentarti. Devi rimanere
sveglio, per
essere lucido, ragionare ed ottenere più informazioni.
Apri
la prima pagina del fascicolo ed ogni riga, ogni parola sembra essere
scritta
in grassetto. Sembra che ti vengano urlate. Il caso è di un
bambino scomparso,
Peter di 5 anni. È sparito da 3 anni.
I
poliziotti allora non erano riusciti a concludere nulla, fino a quando
pochi
giorni fa, il bambino non era riapparso su internet, ad
un’asta di pedofili.
È
una cosa orribile, non puoi credere che la crudeltà umana
arrivi fino a questo
punto. Far del male è una cosa terribile in sé
stessa, ma farlo ai bambini è la
cosa peggiore al mondo.
Pensi a tuo figlio, a Jack. Se qualcuno gli facesse del male, non
sapresti come
reagiresti.
Scuoti la testa, come per scacciare quei brutti pensieri. Non devi
farti
coinvolgere. Devi rimanere distaccato e professionale, come sempre.
Ogni giorno tu e i tuoi colleghi guardate il male in faccia, che si
annida
nella mente di ognuno. Ogni giorno cercate di combattere il male, di
eliminarlo
dalla faccia della Terra. Cercate di rendere il mondo un posto migliore
in cui
vivere, un posto in cui la gente possa sentirsi al sicuro. La lotta
è eterna,
sempre la stessa. Bene o male. È come nei cartoni che guarda
Jack, pensi.
Nei cartoni vince sempre il buono, mentre il cattivo di solito viene
sconfitto.
Peccato che questa sia la realtà, dove è sempre
il male a trionfare, perché per
quanto sia potente la forza del sole, l’oscurità
ricopre pur sempre più della
metà del pianeta.
Sbuffi, chiudi gli occhi, cerchi di liberare la mente. Sbirci
l’ora: 2.59.
A quest’ora di notte non concluderai nulla, lo sai bene. Ti
alzi, allentandoti
il nodo della cravatta, chiudi il fascicolo che rimane sulla scrivania,
prendi
le tue cose e attraversi l’ufficio sperando di arrivare al
più presto a casa.
Tutto quello che vuoi in questo momento è sdraiarti sul
letto e fare una lunga
dormita.
Quando
apri la porta di casa, tutto è buio, tranne che per una luce
soffusa. La zia di
tuo figlio, sonnecchia, stanca. Non sapresti come fare se non avessi
lei. Si
sveglia di soprassalto “Aaron, finalmente”. Fa per
alzarsi, ma tu la blocchi.
“Continua a dormire. Ci vediamo
domattina”.
Lei bofonchia una risposta e tu sali le scale.
Ti distendi sul letto e chiudi gli occhi. Ma tutte le volte che lo fai,
i tuoi
incubi ti perseguitano.
Ogni volta rivedi il volto di chi non siete riusciti a salvare, oppure
dei
serial killer che avete catturato.
Adesso vedi il viso di Peter che ti chiede aiuto, e come negli incubi
più
tradizionali, tu non riesci a salvarlo. Accendi la luce, spaventato.
Manca poco
alle quattro, e tu tra meno di tre ore dovrai tornare a lavoro.
Cerchi di rilassarti, di fare dei respiri profondi. Funziona.
Riesci a dormire per due ore e mezza, fino a quando non ti svegli di
nuovo di
soprassalto, disorientato e spaventato dall’incubo che hai
appena fatto. Era
uguale al precedente, il bambino ti chiedeva aiuto, solo che questa
volta il
bambino in questione era Jack. Sono le sei e cinquanta di mattina.
Inutile
cercare di dormire. Ti alzi e ti butti sotto la doccia calda.
Indossi degli abiti puliti e scendi al piano inferiore.
Trovi tua cognata già in piedi, che prepara la colazione. Ti
osserva, con
curiosità. Alza un sopracciglio “Hai
dormito?” chiede con aria critica.
“Non
molto”. Prendi la tazzina e bevi di
corsa il caffè, accompagnato da un croissant appena
sfornato. Ne mangi metà.
“Devo
andare. Grazie di tutto. Non so
davvero come farei senza di te”.
Lei alza le spalle “Figurati. Lo sai che è un
piacere per me.”. Apri la porta,
pronto per ritornare all’ufficio, quando lei ti esclama
“Cerca di tornare
presto questa sera. Jack sente la tua mancanza”.
Non rispondi e Sali in auto, immergendoti nel traffico mattiniero.
Dovrete studiare nuovamente il caso e cercare di elaborare un profilo
preliminare.
Dovete riuscire a risolvere questo caso.
Dovete riuscire anche questa volta a sconfiggere gli antagonisti della
storia.
Acceleri, desideroso di tornare al lavoro, per riuscire a prendere i
cattivi
della favola.
Devi essere un eroe, che cattura i malvagi, come ti ricorda sempre tuo
figlio.
Sorridi al pensiero.
Ci riuscirai, ci riuscirete. Sarai un eroe,
per tuo figlio, anche questa volta.
Note
Autrice:
Questa fic parla dei
sentimenti di Hocth durante l’episodio 2x02 “Vite
all’Asta”.
Qui sua moglie è già morta …. Ho
voluto fare così perché mi sembrava che fosse
più adatto per la storia.
Spero che sia venuta leggibile e che vi sia piaciuta.
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Fra.