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Autore: Kessi    02/09/2010    1 recensioni
È una cosa orribile, non puoi credere che la crudeltà umana arrivi fino a questo punto. Far del male è una cosa terribile in sé stessa, ma farlo ai bambini è la cosa peggiore al mondo.
Pensi a tuo figlio, a Jack. Se qualcuno gli facesse del male, non sapresti come reagiresti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To be an hero

 

 

 

Stai studiando l’ennesimo caso.
E’ notte fonda a Quantico, e all’Unità sei rimasto solamente tu. C’è un silenzio insolito. Niente telefoni che squillano, niente viavai di persone. Niente di niente.
Hai un brutto presentimento.   Questo caso non andrà a buon fine. Avete studiato ogni singolo dettaglio, anche il più insignificante. Nessuno è riuscito ad arrivare a nessuna conclusione.
Sospiri e ti alzi, dirigendoti verso la macchina del caffè. Questo è il quarto, sai che non ti fa bene, ma non puoi addormentarti. Devi rimanere sveglio, per essere lucido, ragionare ed ottenere più informazioni.

Apri la prima pagina del fascicolo ed ogni riga, ogni parola sembra essere scritta in grassetto. Sembra che ti vengano urlate. Il caso è di un bambino scomparso, Peter di 5 anni. È sparito da 3 anni.

I poliziotti allora non erano riusciti a concludere nulla, fino a quando pochi giorni fa, il bambino non era riapparso su internet, ad un’asta di pedofili.

È una cosa orribile, non puoi credere che la crudeltà umana arrivi fino a questo punto. Far del male è una cosa terribile in sé stessa, ma farlo ai bambini è la cosa peggiore al mondo.
Pensi a tuo figlio, a Jack. Se qualcuno gli facesse del male, non sapresti come reagiresti.
Scuoti la testa, come per scacciare quei brutti pensieri. Non devi farti coinvolgere. Devi rimanere distaccato e professionale, come sempre.
Ogni giorno tu e i tuoi colleghi guardate il male in faccia, che si annida nella mente di ognuno. Ogni giorno cercate di combattere il male, di eliminarlo dalla faccia della Terra. Cercate di rendere il mondo un posto migliore in cui vivere, un posto in cui la gente possa sentirsi al sicuro. La lotta è eterna, sempre la stessa. Bene o male. È come nei cartoni che guarda Jack, pensi.
Nei cartoni vince sempre il buono, mentre il cattivo di solito viene sconfitto.
Peccato che questa sia la realtà, dove è sempre il male a trionfare, perché per quanto sia potente la forza del sole, l’oscurità ricopre pur sempre più della metà del pianeta.
Sbuffi, chiudi gli occhi, cerchi di liberare la mente. Sbirci l’ora: 2.59.
A quest’ora di notte non concluderai nulla, lo sai bene. Ti alzi, allentandoti il nodo della cravatta, chiudi il fascicolo che rimane sulla scrivania, prendi le tue cose e attraversi l’ufficio sperando di arrivare al più presto a casa. Tutto quello che vuoi in questo momento è sdraiarti sul letto e fare una lunga dormita.

Quando apri la porta di casa, tutto è buio, tranne che per una luce soffusa. La zia di tuo figlio, sonnecchia, stanca. Non sapresti come fare se non avessi lei. Si sveglia di soprassalto “Aaron, finalmente”. Fa per alzarsi, ma tu la  blocchi. “Continua a dormire. Ci vediamo domattina”.
Lei bofonchia una risposta e tu sali le scale.
Ti distendi sul letto e chiudi gli occhi. Ma tutte le volte che lo fai, i tuoi incubi ti perseguitano.
Ogni volta rivedi il volto di chi non siete riusciti a salvare, oppure dei serial killer che avete catturato.
Adesso vedi il viso di Peter che ti chiede aiuto, e come negli incubi più tradizionali, tu non riesci a salvarlo. Accendi la luce, spaventato. Manca poco alle quattro, e tu tra meno di tre ore dovrai tornare a lavoro.
Cerchi di rilassarti, di fare dei respiri profondi. Funziona.
Riesci a dormire per due ore e mezza, fino a quando non ti svegli di nuovo di soprassalto, disorientato e spaventato dall’incubo che hai appena fatto. Era uguale al precedente, il bambino ti chiedeva aiuto, solo che questa volta il bambino in questione era Jack. Sono le sei e cinquanta di mattina. Inutile cercare di dormire. Ti alzi e ti butti sotto la doccia calda.
Indossi degli abiti puliti e scendi al piano inferiore.
Trovi tua cognata già in piedi, che prepara la colazione. Ti osserva, con curiosità. Alza un sopracciglio “Hai dormito?” chiede con aria critica.
 “Non molto”. Prendi la tazzina e bevi di corsa il caffè, accompagnato da un croissant appena sfornato. Ne mangi metà.
 “Devo andare. Grazie di tutto. Non so davvero come farei senza di te”.
Lei alza le spalle “Figurati. Lo sai che è un piacere per me.”. Apri la porta, pronto per ritornare all’ufficio, quando lei ti esclama “Cerca di tornare presto questa sera. Jack sente la tua mancanza”.
Non rispondi e Sali in auto, immergendoti nel traffico mattiniero.
Dovrete studiare nuovamente il caso e cercare di elaborare un profilo preliminare.
Dovete riuscire a risolvere questo caso.
Dovete riuscire anche questa volta a sconfiggere gli antagonisti della storia.
Acceleri, desideroso di tornare al lavoro, per riuscire a prendere i cattivi della favola.
Devi essere un eroe, che cattura i malvagi, come ti ricorda sempre tuo figlio.
Sorridi al pensiero.
Ci riuscirai, ci riuscirete. Sarai un eroe, per tuo figlio, anche questa volta.

 

Note Autrice: Questa fic parla dei sentimenti di Hocth durante l’episodio 2x02 “Vite all’Asta”.
Qui sua moglie è già morta …. Ho voluto fare così perché mi sembrava che fosse più adatto per la storia.
Spero che sia venuta leggibile e che vi sia piaciuta.
Commentate!
Fra.       

  
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