Film > Alice nel paese delle meraviglie
Ricorda la storia  |      
Autore: Niphuria    03/09/2010    1 recensioni
NdA: Questo è un pezzo breve e piuttosto fluffy su Alice e sul primo giorno in cui davvero inizia ad adattarsi alla sua nuova vita in Underland. Trova qualcosa che le piace tra gli oggetti di Tarrant e poi inizia a preoccuparsi se lui sarà compiaciuto con lei o arrabbiato. Spero che vi piaccia questa piccola “istantanea” di Alice che inizia la sua nuova vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Loving Discovery and Adjusting to Wonderland





"Dove sono?"



Alice e Tarrant si svegliarono alla voce. "Dove sono? Sono in ritardo per il tè! Il Cappellaio non è mai in ritardo per il tè! Alice a volte, ma mai il Cappellaio!"

Era Mally.

"Io vado e scopro che cosa sta succedendo", disse McTwisp.

Alice e il Tarrant si guardarono tra di loro e sorrisero. Non fecero neanche una mossa per coprire i loro corpi nudi e avvinghiati.

McTwisp saltellò nella stanza e rimase senza fiato. "Oh, indecenza!" gridò. "È questo quello che avete fatto fin da quando è tornata! O voi due avete forse fatto qualcos'altro? Poi si rese conto che stava guardando e voltò loro le spalle.

Il Cappellaio si mise a ridere. "Beh, non ho mai perso il tè prima d'ora, ma non avevo mai avuto una dolce e irresistibile ragione per farlo!"

"Sì," Alice strascicò pigramente la voce, “Vedi, il Cappellaio è il mio schiavo d'amore adesso. Se voglio che mi scaldi il letto chi è lui per dire o fare altrimenti?"

Era evidente che McTwisp stava arrossendo.

"Inoltre," Alice continuò, gli occhi scintillanti di malizia "la mia blusa è distrutta. Cosa mai posso mettermi per prendere il tè?"

"Distrutta?" McTwisp chiese. "Come?"

Il Cappellaio si mise a ridere con un acuto riso di allegria. "Avevo bisogno di ..."

"No, no, non importa ti prego non rispondere!" gridò McTwisp. "Per carità, non rispondere! Basta che tiri fuori qualcosa dal tuo guardaroba e andiamo a cena e tè! Se potete trascinare voi stessi fuori dal letto abbastanza a lungo, vale a dire!" E saltò fuori dalla stanza, senza dubbio desideroso di riferire tutto a Mally.

"Ha segnato un punto", disse Tarrant. "Dovrò darti una delle mie camicie, per ora. Domani inizio il tuo nuovo guardaroba."

"Suona bene," sospirò Alice. "Ma per ora non vedo l'ora di indossare una delle tue camicie. Mi sentirò come se stessi indossando te, amore mio. Sarò avvolta dal tuo profumo durante la cena e il tè. Non posso pensare a niente più piacevole. "

Tarrant sorrise un sorriso sornione. "Io posso, sweetling, posso".



La mattina seguente Alice si svegliò con un forte profumo di fiori. Sbatté le palpebre per cacciare il sonno dagli occhi e si mise a sedere. Disseminati sul suo lato del letto c'erano decine di fiori e sul cuscino un biglietto.

"Mia diletta sweetling, per favore incontrami al Castello. Non ho voluto svegliarti, sapendo bene quanto avevi bisogno di riposo. Ciascuno di questi fiori è un bacio da parte mia. Beh una sorta di bacio, in quanto essi non possono realmente baciarti ma ti fai finta che possono e in fin dei conti sono stati realmente baciati da me. Prenditi il tempo che ti serve e vieni da me, quando sei pronta. Ti amo così tanto e sempre e per sempre sono tuo. Tuo Tarrant."

Come era riuscito a fare tutto questo senza svegliarla? Alice era sbalordita. E raccogliere tutti quei fiori per lei? Per lei! Sorrise e inspirò il dolce profumo.

"Oh, Tarrant, ti amo tanto!"

Prese il suo biglietto e uno dei fiori e li depose con cura in una cassetta che le aveva regalato per gli oggetti che avrebbe ritenuto preziosi. Poi si alzò. Molto bene ... cosa indossare. La sua gonna verde e gialla era ancora intatta, per cui sarebbe andata bene. I suoi stivali bianchi allacciati erano a posto, anche quelli. Aveva solo bisogno di una blusa o di una camicetta. Rise forte. Una blusa, davvero! Tarrant aveva completamente distrutto la sua la notte prima.

Andò al suo guardaroba, o almeno quello che lui aveva chiamato guardaroba. Nello spogliatoio ce n'erano diversi, anche se pareva che lui non avesse indossato molti degli abiti per anni; anche decenni. C'erano capi di vestiario non solo negli armadi, ma su tutto il pavimento, sulle sedie, e anche su un tavolo davanti alla finestra. Erano stati lungamente sbiancati e danneggiati dal sole.

Alice finalmente scelse una camicia color crema dalla cima di una da sopra una sedia e la indossò. Si guardò nell'alto specchio ovale che c'era nella stanza e arrotolò le maniche per adattarle alle sue braccia più corte, quindi legòla parte inferiore della camicia in un nodo laterale all'altezza della vita. Aveva abbottonato i bottoni tra la scollatura e la vita, ma poi decise di riaprirne diversi in alto. Odiava sentirsi costretta dai vestiti, e qui, in Underland, era libera di vestirsi comodamente se lo desiderava.

Ecco. Non troppo male. Perlomeno sembrava più presentabile di quanto non lo fosse ieri. Poi scorse delle scatole in cima a uno degli armadi. Si arrampicò e ne tirò giù tre. Andò in soggiorno, le posò sul tavolo da lettura e le aprì. Erano piene di vari braccialetti, collane, anelli, gemelli e spille. Sperò che a Tarrant non sarebbe dispiaciuto se avesse preso in prestito una collana che all'istante catturò la sua attenzione.

C'era una grande pietra color rosso borgogna a forma di cuore, in una semplice montatura d'argento con una lunga catena. Rimosse la pietra , trovò una catena più corta e le montò insieme. Poi la allacciò intorno al collo. Posava appena sopra il seno e lei fu deliziata della sua sfavillante bellezza. Poi ravviò i capelli con le dita e li legò dietro la nuca in un nodo a Psiche.

Ora, come arrivare al Castello. Era già stata lì prima, naturalmente, ma non ricordava la strada. Tarrant non aveva pensato di lasciarle in una mappa per cui sperava che forse McTwisp o Mally, o uno dei fiori parlanti le avrebbe indicato la strada.

Andò fuori. McTwisp e Mally erano alla lunga tavola del tè. Entrambi alzarono lo sguardo.

"Ah, quanto sei bella!" gridò Mally. "Sei pronta per andare al castello?"

"Grazie," Alice arrossì, "ma come facevi a saperlo?"

"Ce lo ha detto lui. McTwisp è andato a trovarti un cavallo. Ha sentito che ti stavi preparando."

"Tarrant ha preso un cavallo?"

"Certo. Voleva arrivare il più in fretta possibile per cominciare a lavorare sul tuo nuovo guardaroba".

"Ma non è alle dipendenze della regina?" Chiese Alice.

"Certo, ma la Regina sa del tuo ritorno e ha detto che poteva prendersi il tempo di cui aveva bisogno". Mally alzò gli occhi. "Conoscendo il Cappellaio lavorerà fino crollare dato che lo fa per te. Ti suggerirei di arrivare alla svelta, in modo che non si riduca a svenire."

McTwisp ritornò, saltellando accanto a una giumenta bianca e marrone. "Qui, Yala ha detto che ti porterà al Castello".

Alice non aveva mai incontrato Yala. "Grazie, Yala," disse. "Sei molto gentile".

"Oh, per me è un piacere. Inoltre, ho bisogno di allungare un po' le gambe. Una buona corsa mi farà meraviglie."

"Una corsa? Ma ..."

Ma Yala era distratta. Alice afferrò la sua criniera e abbassato il proprio corpo sulla cavalla non sellata e le lasciò impostare il ritmo. Con suo sgomento, però, le sue parti femminili cominciarono ad irritarsi e a dolere.

"Yala!" chiamò.

Yala rallentò. "Va tutto bene, Campione?"

"Uh, sì, per lo più. Vedi, io... il Cappellaio e io siamo stati molto" intimi "con una certa frequenza in questi ultimi giorni e io sono ... ehm ... indolenzita. Lì sotto."

Yala capì. "Oh, mi dispiace moltissimo. Rallenterò. Oppure, se lo desideri per il resto del viaggio potrei portarti all'amazzone. Andrò piano."

"Per la prima volta nella mia vita lo stile all'amazzone mi suona veramente bene," rise Alice.

Yala rise anche lei e Alice cambiò posizione. "Tienti stretta!" avvertì Yala mentre riprendeva il l'andatura, ma molto più lentamente questa volta. Era ancora un buon passo, tuttavia, e Alice era un'ottima cavallerizza anche se normalmente detestava lo stile all'amazzone. In pochi minuti più giunsero al castello.

"Io ora vado", disse Yala. "Devi solo entrare e dovresti incontrare qualcuno per portarti Cappellaio. Ma penso che la Regina voglia vederti prima. Il Cappellaio ha un fischietto. Potete usarlo per chiamarmi in qualsiasi momento. Divertiti con il Cappellaio!" Yala scappò via.

"Oh, lo farò!" Alice disse a se stessa. Eppure ... si chiedeva ancora se se la sarebbe presa con lei per aver curiosato fra le sue cose e aver preso in prestito un gioiello senza chiederlo. Ebbene, lo avrebbe scoperto. Salì i gradini, le guardie tutte inchinandosi davanti a lei, e ben presto fu nella Sala Grande.

"Nelly!" Alice gridò, vedendo una delle cameriere della regina. "Ho sentito che la regina voleva vedermi?"

"Oh, Alice, è così bello vederti! Sono così felice che sei tornata. E dovresti vedere il Cappellaio! Non l'ho mai visto così delirante di gioia come quando si è precipitato dentro stamattina. Vado ad avvisare sua maestà che sei qui ".

Alice aspettò. Era un po 'ansiosa all'idea di vedere di nuovo la regina Mirana, specialmente dopo aver recentemente scoperto che lei e Tarrant erano stati amanti. Dovette reprimere un impeto di gelosia e ricordare a se stessa che Tarrant amava lei e lei sola. Non c'era bisogno di essere gelosa.

Quando la regina arrivò fece un bel sorriso e le tese le braccia. Alice ci si infilò volentieri e si abbracciarono affettuosamente.

"Quasi non posso credere che sei tornata” disse la Regina. "Noi tutti ce lo auguravamo, soprattutto il Cappellaio, ma non osavamo sperare che tu volessi davvero, realmente tornare da noi."

"Beh, l'ho fatto e ho intenzione di rimanere. Ma, Maestà, ho bisogno del vostro consiglio e forse anche del vostro aiuto".

"Qualsiasi cosa, mia cara."

Alice sorrise. "Beh, voglio avere qualcosa di costruttivo da fare. Amo Tarrant più della mia stessa vita, ma non voglio limitarmi ad aspettarlo al capanno per tutta la giornata, quando lui non c'è. C'è qualcosa che io possa fare come una specie di lavoro? Non ho nemmeno bisogno di soldi, voglio solo essere utile e occupata".

La Regina Mirana rifletté un momento. "Mia cara, non ci avevo nemmeno pensato. Perché non vieni a trovarmi fra qualche giorno, ne discuteremo. Sono sicura che ci sono molte cose che puoi fare qui. Ma per ora, limitati a divertirti e a sistemarti. Abituati al tuo nuovo mondo. Non aver fretta di aggiungere un lavoro a tutto questo. Oh, e prima che io ti porti dal tuo ansioso amante...oh, mi dispiace. Te lo ha raccontato, vero?"

La Regina aveva notato il sussulto di Alice. Alice annuì lentamente.

"Cara, è stato molto tempo fa, e nessuno di noi si faceva illusioni. Solo reciproca amicizia e stima. Sapevamo entrambi di stare aspettando i nostri compagni di legame d'anima. Per favore, non tormentarti più sulla faccenda".

Alice annuì. “Non lo farò. So quanto mi ama e quanto lo amo io. Posso ... beh ... sentirlo, anche quando siamo lontani."

La Regina sorrise. "Sì, è meraviglioso, non è vero? Qui a Underland abbiamo una connessione costante con i nostri compagni di legame. Avete intenzione di renderlo ufficiale?"

"Chiedo scusa?"

"Sposarvi. Dichiarare il vostro Legame davanti al Reame".

"Oh, io sono intenzionata senza alcun dubbio, ma Tarrant non me lo ha chiesto. Da dove vengo io è consuetudine che sia l'uomo a fare la proposta. Io certamente mi conformo a nessuna delle procedure normali, ma in questo caso preferirei che decidesse lui. Io sono soddisfatta in entrambi i casi, vostra maestà. Il nostro amore è più che sufficiente per me. Il nostro legame è come un matrimonio in ogni caso, non è vero? Non abbiamo bisogno ancora di parlare anche di matrimonio. O anche mai, se lui non se ne cura o non ci pensa." Poi ebbe un altro pensiero. "Oh, i miei vestiti! Dobbiamo pagare per le stoffe e ..."

La Regina agitò la mano noncurante. "No, no. Ho a disposizione tanta stoffa che perfino il Cappellaio non potrebbe usarla tutta nemmeno in un secolo. No, niente da nessuno di voi. Tu ci hai salvati, Alice. Hai salvato il nostro regno. E Cappellaio ha fatto la sua parte, anche. Voglio offrirvi anche una nuova casa, molto privata, non lontano da dove state adesso. Il vostro lago privato, come adesso, ma una nuova casa con tutti i migliori comfort e anche un'ala per il lavoro del Cappellaio se lo gradisce. Mi ha anche raccontato che sei piuttosto una musicista esperta ad Otherworld. Potrei procurarti un pianoforte e un'arpa. Che ne dici? "

"Sono onorata, vostra maestà. Ma tutto ciò non è affatto necessario. La nostra attuale casa ..."

"Bene, limitati a pensarci. Se decidete di rimanere nella casa del mulino a vento allora forse potreste considerare l'idea di permettermi di provvedere alla ristrutturazione e a nuovi arredi e ammodernamenti." Poi strizzò l'occhio ad Alice. "E qualcosa mi dice che Tarrant ti farà presto la proposta, mia cara. Ah, ah! Non chiedermi. Semplicemente so certe cose. Ora, vieni con me." Offrì ad Alice il braccio.

Alice era ancora stordita, ma annuì in assenso, prese il braccio della Regina e camminò con lei attraverso vari lunghi corridoi fino a quando non sentirono un suono di mormorio, fischiettio, e chiacchiericcio ingarbugliato.

"Lui fa sempre così quando lavora," sussurrò la Regina. "Diventa estremamente ... ah ... verbale".

Entrarono in una stanza enorme con le pareti piene di scaffali traboccanti di tessuti e ogni sorta di cianfrusaglie di sartoria. Dovunque c'erano macchine da cucire di varie dimensioni e cestini di bottoni, perline, nastrini, forbici, e cose che Alice nemmeno riconobbe.

"Cappellaio!" disse la Regina ad alta voce.

Lui non la sentì. "Bisogna fare ad Alice-Amore-Sweetling un delizioso tea-dress! No, molti, molti tea dress! Oh, sì, e molte adorabili calze e scarpe e stivali e ..."

" Tarrant Hightopp!" disse la Regina, più forte. Alzò lo sguardo dalle sue forbici selvaggiamente tagliuzanti su un pezzo di nastro azzurro.

"Sweetling!" gridò di gioia assoluta. Non sembrò nemmeno accorgersi della Regina mentre saltava due tavoli e si precipitava a trascinarla fra le sue braccia. "Sweetling! Vieni a vedere quello che ho iniziato! Vieni a vedere!"

Alice si mise a ridere, come lui fece piovere baci sul suo viso rivolto all'insù. "Tarrant, per favore, rendi omaggio alla regina, prima!"

Finalmente la notò. "Maestà!" Si inchinò profondamente. "Mi scuso ..."

"Non importa. Capisco. Vi lascio da soli ora. E d'ora in poi, ciascuno di voi può rivolgersi a me come Mirana in privato. Dopo tutto, siamo amici." Uscì maestosamente dalla stanza con una grazia che Alice ammirò. Lei stessa aveva grazia, ma questa Regina le ricordava quanto tempo era passato da quando ne aveva fatto uso.

Dopo che Tarrant le ebbe dato un lungo, profondo, appassionato bacio che fece cedere le ginocchia di Alice, lui sembrò bere avidamente il suo aspetto. "Sei così bella! E l'hai trovato! L'hai trovato! Non posso credere che l'hai davvero trovato!"

Alice inghiottì nervosamente e portò le dita alla collana. "Avevo paura che potessi essere arrabbiato perché avevo curiosato tra le tue cose, ma ho visto questa collana e ..."

"L'ho fatto per te, non lo sapevi?" chiese lui. "L'ho fatto per te tanti anni fa, quando sei venuta qui da più giovane ma io sapevo che ti avrei amata per sempre. L'ho fatto per te sperando che se un giorno avessi ricambiato il mio amore avrei potuto dartelo e tu l'avresti accettato!"

"È bello, Tarrant!" I suoi occhi minacciarono di traboccare di lacrime. "Ma come ..."

Tarrant sorrise. "Ho semplicemente trovato un bel sasso un giorno e ho usato carta ruvida per lucidarlo e lucidarlo e lucidarlo e dargli forma fino a quando non è stata quella giusta. Poi ho comprato una bella montatura d'argento e l'ho levigato ancora un po 'fino a che non si è adattato perfettamente. Mi ci sono voluti solo pochi mesi per farlo, sweetling ".

"Pochi mesi?" Alice piangeva. "Tarrant, è stato così tanto lavoro! Tu non dovevi ..."

"Shush," disse con dolcezza, mettendole un dito guantato sulle labbra. "Ne è valsa la pena. Per vedertelo indossare adesso …" I suoi occhi brillavano di pura felicità. "Ne è valsa la pena, sweetling. Io non sono un gioielliere, vedi, ma ne è davvero valsa la pena perché l'ho fatto bene! L'ho fatto bene e ti piace! E tu lo hai accettato e lo stai portando ! Ciò significa ... forse ..."

"Forse cosa, Tarrant?" Chiese Alice, stupita e contenta e toccata dal fatto di indossare il suo dono.

"Forse ... no, sweetling. Non adesso. Non ancora. Non finché tutto non sarà pronto e perfetto. Per ora, basta che lo indossi".

Lo toccò dolcemente, raggiante di orgoglio e gioia e poi fece scivolare il dito al di sotto, nella sua scollatura. "E birichina-birichina per aver fatto in modo che la mia camicia stesse molto meglio su di te che di me!" La baciò di nuovo. "E un ultima cosa riguardo a questo ... tutto ciò che è mio è tuo. È nostro, sweetling. Ogni cosa. Spero di avere le più cose e migliori ben presto, ma comunque sappilo. Tu capisci, non è vero?"

Alice sorrise e gli fece scorrere un dito sul labbro inferiore. "Sì, mio amato, lo faccio.” Lo abbracciò stretto." Mi sei mancato quando mi sono svegliata! Ma immagino che i fiori e il bellissimo biglietto ti abbiano costretto ad andare via senza lasciare che mi svegliassi per prima."

Sorrise di un sorriso sorprendentemente timido. "Eri così bella addormentata", sussurrò. "Ma posso ancora vedere l'esaurimento in te. E sotto i tuoi occhi." Toccò delicatamente le ombre sotto i suoi occhi che erano accentuate dalla sua pallida, bianca pelle. "Hai bisogno di più riposo, sweetling. E prima di iniziare qualsiasi attività lavorativa per la Regina ... sì, lo so che discuterete di qualcosa, mi devi promettere che il tuo riposo verrà per primo! Prometti!"

Alice sospirò in segno di resa. "Molto bene. Perché ti posso negare niente?"

A un tratto immerse il dito più profondamente nella sua scollatura e cominciò ad accarezzare il lato di un seno. "Realmente? Sinceramente? Allora so che questa notte sarà speciale come la notte scorsa. No, di più. Ogni volta che non è bella come la prima, sweetling. Ogni volta è meglio."

Alkice si afflosciò contro di lui e la sorresse. "Stai bene? Sei stanca, sweetling?"

Col suo dito ormai fuori dall'incavo del seno Alice recuperò parte della sua forza e compostezza. "Tu e il tuo dito e le sue parole mi avete quasi sfinita!" lo rimproverò senza calore. "Bisogna che tu stia attento! Bisogna che tu ti renda conto di quanto ti amo e di quanto appassionata è la mia natura!"

Sollevato, sorrise e gli occhi circondati dal riquadro scintillarono. "Ho capito. Ma ora lascia che ti mostri quello che ho cominciato! Ho delle idee per conto mio, ma voglio anche che tu mi dica che cosa desideri. Posso fare qualsiasi cosa! Devi solo guardare!"

Lui la tirò verso il punto in cui stata selvaggiamente sforbiciando il nastro azzurro quando lei e la regina erano entrate nella stanza. "Questo è il tuo primo vestito da tè, sweetling. È quasi completo. Cosa ne pensi? Sii onesta! Non ho problemi a buttarlo via e rifarlo se non ti piace".

Alice guardò il vestito quasi finito. Era un abito a longuette con scollo rotondo e maniche ad aletta. Gli aveva detto che preferiva maniche corte in abiti studiati per il comfort oltre che per la moda. Diversamente dalla maggior parte degli abiti indossati dalle donne di Wonderland questa si adattava alla figura di Alice. Non le andavano affatto un sacco di sbuffi e volants e ampi merletti. Erano tutti troppo vistosi per lei. Questo era perfetto. E i colori! Aveva scelto un tessuto blu reale e rosa attraversato da fili d'oro. L'aveva guarnito con pizzo blu alto mezzo pollice e ora lo stava rifinendo con il nastro color oro che avrebbe completato l'allacciatura del corpetto.

"È... è..." balbettò. Tarrant la guardava e sembrava che pensasse di aver fatto un errore nella sua scelta. "È assolutamente splendido!" boccheggiò alla fine. "Lo adoro!" Lo raccolse e lo drappeggiò sul suo corpo. " È perfetto! Oh, Tarrant, lo amo! E tu ..." I suoi occhi si riempirono di lacrime. "Ti sei ricordato tutto ciò che ho detto su abiti come questo, non è vero? Ti sei ricordato!"

"Certo, sweetling," disse, ora con un largo sorriso. "Ricordo sempre quello che dici. Lo ricordo sempre, perché tutto quello che dici per me è importante". Toccò dolcemente le sue lacrime. "Non c'è bisogno di lacrime, dolce Alice. Per me è un piacere!"

"Ma questo è diverso! È totalmente estraneo al genere di vestiti che fai normalmente, non è così?"

"Sì, ma io amo le sfide! Ora, mi avesse intenzione di farti le calze abbinate e anche nuovi stivali. E, naturalmente, un cappello blu e rosa, non troppo grande, e non con gli uccelli finti o la frutta, eh?"

Alice rise. "Sì, calze e stivali sarebbe splendido, anche se non sempre indosso le calze. E hai ragione. Non mi piacciono i cappelli stragrandi! Beh, forse in passato una volta ogni tanto, ma non per abiti da giorno." Scoppiò di nuovo in lacrime. "Io non ti merito! Davvero, no!" E per la prima volta da quando era arrivata in Wonderland perse il controllo di se stessa. Crollò sulle ginocchia e cominciò a singhiozzare.

Tarrant riprese il vestito e si inginocchiò accanto a lei, prendendola tra le braccia. "Oh, sweetling, tu meriti il meglio!" Le baciò il viso bagnato di lacrime e le accarezzò la schiena mentre lei gli singhiozzava sul petto. "Shhhh ... non essere triste! Forse sei solo sopraffatta dagli ultimi giorni?"

Lei annuì e sospirò di sollievo. Aveva senso. Aveva lasciato un mondo familiare per uno che le era estraneo. Aveva puntato su una possibilità con un uomo che di cui non era sicura che la amasse. E lei era ancora in un mare di incertezza anche riguardo al suo futuro a breve termine in questo luogo. Che cosa avrebbe fatto, come avrebbero vissuto ... Quando ci pensò, improvvisamente lui si chiese come aveva potuto reggere per tanto tempo senza un bel pianto a liberare tutte le sue emozioni represse. La tenne stretta e le tubò parole di conforto fino a quando i singhiozzi non si placarono.

"Mi dispiace", riuscì finalmente a dire, "ti ho bagnato la giacca!" Si ritrasse, imbarazzata per aver pianto così addosso a lui.

"Sono onorato, sweetling. Che ti mi abbia lasciato confortarti, che tu abbia versato lacrime preziose su di me. Sono veramente onorato. E poi, se io avessi pianto su di te saresti stata sconvolta?"

"No."

"Bene, allora, vedi? Non è solo permesso, ma è nostra solenne responsabilità a piangere l'una sull'altro, se ne abbiamo bisogno."

Ora lei stava ridendo. Il suo Tarrant conosceva sempre le cose giuste da dire! Sorrise.

"Meglio?"

"Sì", disse lei. "Ma voglio lasciarti per un po', adesso. Ho bisogno di aria fresca. Penso di fare una passeggiata nel Giardino. Tornerò a breve".

"Posso venire con te?"

"No, amore mio, voglio solo stare solo per un po'. Ho solo bisogno di tempo per riflettere su tutto questo, per farmi una ragione di tutto."

"Ho capito. Quando torni avrò fatto le tue calze!"

"Non vedo l'ora!" disse lei, buttandogli le braccia al collo mentre si alzavano in piedi. Fissò i suoi occhi di smeraldo per molti lunghi momenti. Lui la guardò in rimando, teneramente. Si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò. Immediatamente piegò le ginocchia per adattarsi alla sua altezza minore e ricambiò il bacio, delicatamente e teneramente. Alice gli accarezzò gli zigomi con entrambi i pollici e lui chiuse gli occhi dal piacere. Poi gli intrecciò le dita dietro il collo. "Ti amo, lo sai. Per sempre."

"Lo so," sussurrò di rimando. "E io ti amo e sono tuo, per sempre."





http://www.fanfiction.net/s/5955956/1/A_Loving_Discovery_and_Adjusting_to_Wonderland





  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alice nel paese delle meraviglie / Vai alla pagina dell'autore: Niphuria