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Autore: JulietPhoenix    03/09/2010    0 recensioni
Il sentiero che porta alla fine è cominciato al suo inizio per ritrovare la sua prima calma il suo cuore spezzato da tempo lei siede alla finestra con i segreti del suo cavaliere e l'avventura che lo tiene lontano dai suoi occhi.
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Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, mi presento, mi chiamo Juliet, è il mio soprannome, il mio nome non mi rende tanto felice, vi presento questo testo, scritto da una mia cara amica, le citazioni presenti sono di vari poeti, a parer mio molto profondi nelle loro opere, spero vi piaccia. 

Potete trovarmi al seguente blog:

http://julietphoenix.blogspot.com/




Il sentiero che porta alla fine è cominciato al suo inizio

 per ritrovare la sua prima calma

 il suo cuore spezzato da tempo

 lei siede alla finestra con i segreti del suo cavaliere

 e l'avventura che lo tiene lontano dai suoi occhi.

 

 

"Non sarebbe mai notte ma sempre un giorno chiaro".

Forse aveva ragione, forse era vero che la notte non esisteva, che eravamo sempre sotto un giorno chiaro, sempre sotto un'eclissi.

Mi scriveva una lettera ogni giorno, così non si sentiva in colpa di non venirmi mai a trovare.

In quelle lettere narrava le sue avventure, le chiamai "le avventure del cavaliere", io lo vedevo come un cavaliere, strana la cosa.

Eppure non era un cavaliere, non era un principe e io non ero la principessa.

E questa non è una fiaba, al dire il vero non sono neanche sicura sia la realtà.

Quando l'ho conosciuto ero un'ingenua, persa nei suoi occhi, mi faceva galleggiare in un mare di emozioni.

Avevo perfino pensato al per sempre.

Ma ho imparato che il per sempre non esiste.

Ho sprecato tutto questo tempo nella speranza che potesse cambiare, e  mi ha delusa ogni volta.

Mi confidava i segreti degli altri, ero l'unica che sapeva non li avrei detti a nessuno.

Dopotutto non ho nessuno a cui dirli.

 

"per molto tempo mi sono coricato presto

a volte non appena spenta la candela

mi si chiudevano gli occhi così velocemente

che non avevo neppure il tempo di dire a me stesso:

sto candendo addormentato"

 

A volte le sue lettere comprendevano solo frasi di poemi celebri, in questo caso aveva scelto Proust, che magnifica scelta.

Le mie risposte erano tutt'altro che poemi d'amore, sembrano più frasi di una quindicenne scalmanata.

Lui le capiva, molto probabilmente l’unico.

Vivevamo la nostra storia così, lontani ma pur sempre vicini.

 

"L'uomo era storpio,

ma solo il corpo era ferito.
Non è semplice,

né cosa facile da spiegare.
<>

dice lei e chiude il sacro libro delle menzogne.
Si copre gli occhi negando,

ciò che credeva fosse successo. "

 

Chiunque al di fuori di noi avrebbe letto quelle lettere ci avrebbe preso per due pazzi, ma noi sapevamo la verità e questo ci bastava. Sapevamo di poter contare l’uno sull’altro anche se lontani chilometri.

Sapevamo di amarci.

  
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