Salve a tutti, mi presento, mi chiamo Juliet, è il mio soprannome, il mio nome non mi rende tanto felice, vi presento questo testo, scritto da una mia cara amica, le citazioni presenti sono di vari poeti, a parer mio molto profondi nelle loro opere, spero vi piaccia.
Potete trovarmi al seguente blog:
http://julietphoenix.blogspot.com/
Il sentiero che porta alla fine è cominciato al
suo inizio
per ritrovare la sua prima calma
il suo cuore spezzato da tempo
lei siede alla finestra con i segreti del
suo cavaliere
e l'avventura che lo tiene lontano dai
suoi occhi.
"Non sarebbe mai
notte ma sempre un giorno chiaro".
Forse aveva ragione, forse
era vero che la notte non esisteva, che eravamo sempre sotto un giorno chiaro,
sempre sotto un'eclissi.
Mi scriveva una lettera
ogni giorno, così non si sentiva in colpa di non venirmi mai a trovare.
In quelle lettere narrava
le sue avventure, le chiamai "le avventure del cavaliere", io lo
vedevo come un cavaliere, strana la cosa.
Eppure non era un
cavaliere, non era un principe e io non ero la principessa.
E questa non è una fiaba,
al dire il vero non sono neanche sicura sia la realtà.
Quando l'ho conosciuto ero
un'ingenua, persa nei suoi occhi, mi faceva galleggiare in un mare di emozioni.
Avevo perfino pensato al
per sempre.
Ma ho imparato che il per
sempre non esiste.
Ho sprecato tutto questo
tempo nella speranza che potesse cambiare, e mi ha delusa ogni volta.
Mi confidava i segreti
degli altri, ero l'unica che sapeva non li avrei detti a nessuno.
Dopotutto non ho nessuno a
cui dirli.
"per molto tempo mi sono coricato presto
a volte non appena spenta la candela
mi si chiudevano gli occhi così velocemente
che non avevo neppure il tempo di dire a me
stesso:
sto candendo addormentato"
A volte le sue lettere
comprendevano solo frasi di poemi celebri, in questo caso aveva scelto Proust,
che magnifica scelta.
Le mie risposte erano
tutt'altro che poemi d'amore, sembrano più frasi di una quindicenne scalmanata.
Lui le capiva, molto
probabilmente l’unico.
Vivevamo la nostra storia
così, lontani ma pur sempre vicini.
"L'uomo era storpio,
ma solo il corpo era ferito.
Non è semplice,
né cosa facile da spiegare.
<
dice lei e chiude il sacro libro delle
menzogne.
Si copre gli occhi negando,
ciò che credeva fosse successo. "
Chiunque al di fuori di
noi avrebbe letto quelle lettere ci avrebbe preso per due pazzi, ma noi
sapevamo la verità e questo ci bastava. Sapevamo di poter contare l’uno sull’altro
anche se lontani chilometri.
Sapevamo di amarci.