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Autore: Emily27    05/09/2010    4 recensioni
Una notte in Alaska con finale a sorpresa...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss, Penelope Garcia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spoiler: Episodio 5x21

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.

 ONE COLD NIGHT IN ALASKA

 

Hotch emise un lungo sospiro e si posizionò supino nel letto, tirandosi le coperte fin sotto il mento. In quello sperduto paesino dell'Alaska la temperatura non era per niente gradevole. L'incessante e ritmico suono che invadeva la stanza gli impediva di prendere sonno, nonostante ci avesse provato in tutti i modi. Si augurò di risolvere il caso entro l'indomani, perchè se fossero rimasti lì per un'altra notte avrebbe dovuto andare a comprarsi dei tappi per le orecchie. Si girò sul fianco sinistro e osservò David, il quale, disteso nel letto accanto al suo, dormiva profondamente con la bocca semiaperta, dalla quale usciva il suo fastidioso russare. Aaron immaginava che non avrebbe smesso per l'intera nottata, quindi riflettè che se desiderava dormire almeno qualche ora, gli sarebbe convenuto scendere nel piccolo soggiorno, dove avrebbe potuto coricarsi sul divano. Probabilmente Garcia si trovava ancora lì a lavorare al computer, ma in confronto al rumore prodotto da Rossi il ticchettio delle sue dita sulla tastiera sarebbe stato pari al silenzio.

Emily era stata la fortunata che per quella notte si era aggiudicata il privilegio di poter dormire in una camera tutta per sé. Nonostante la tranquillità di cui poteva godere non era però ancora riuscita ad addormentarsi, perchè sentiva freddo, malgrado la spessa coperta sotto alla quale se ne stava rannicchiata. Seppur a malincuore decise di alzarsi per vedere se nell'armadio ci fosse qualcos'altro per coprirsi. Aprì ante e cassetti ma non trovò nulla, con suo disappunto. Le venne in mente di avere visto un plaid piegato su di una poltrona nel salottino dell'albergo, e decise di andare a prenderlo. Si tolse la casacca del pigiama e si infilò un maglione, dopodichè uscì dalla stanza.

Al piano di sotto trovò Garcia ancora impegnata nelle sue ricerche in rete.

“Trovato niente?” domandò andando a sedersi accanto a lei sul divano.

“Ancora no... Ma tu cosa ci fai da queste parti?” fece Penelope osservando l'originale abbigliamento della collega.

“Non riesco a dormire perchè sento freddo” rispose Emily prendendo il plaid dalla poltrona vicina. “Ti serve questo?” chiese a Garcia, in quanto il caminetto si era ormai spento e l'ambiente si stava raffreddando.

“Prendilo pure, io mi riscalderò con il fuoco sacro di internet” disse l'altra facendole l'occhiolino.

“Allora io torno di sopra e vedo se riesco ad addormentarmi” Prentiss si alzò dal divano reggendo la coperta. “Spero che anche tu riesca a riposare un po'.”

“Tranquilla, non ne avrò ancora per molto. Sogni d'oro.”

“Notte Garcia.”

Emily salì la scala che conduceva alle camere, ma giunta sul pianerottolo tra una rampa e l'altra si imbattè in una figura che stava scendendo: Hotch, in pantaloni e maglione.

“Scommetto che avevi freddo” osservò Aaron indicando il plaid che Prentiss teneva stretto a sé.

“Esattamente, ma tu dove stai andando?” domandò lei perplessa.

“A dormire sul divano, visto che David russa talmente forte da non farmi prendere sonno.”

Emily affondò il viso nella coperta per soffocare una risata.

“Ridi, ridi... E' perchè non ti è mai capitato di dormire con un simile rumore di sottofondo” disse Hotch mettendosi le mani sui fianchi.

“Spero di non provare mai l'esperienza... Senti, il divano è scomodo e il mio letto è grande abbastanza per tutti e due, puoi venire da me.”

“Non so... Qualcuno potrebbe farsi strane idee...” rispose Aaron un po' titubante, anche se quella di Emily non gli sembrava una cattiva idea.

“Nessuno se le farà, anche JJ e Reid dividono la stessa camera, e quando finirà qui sotto, Garcia andrà a dormire con Morgan. Non è colpa nostra se l'albergo dispone solo di quattro stanze” sostenne lei mentre lo prendeva per un braccio conducendolo su per l'ultima scala.

“Ok, però non metterti a russare anche tu” disse Hotch ormai convinto.

“Farò del mio meglio” replicò Emily con un sorriso, intanto che arrivavano alla sua camera. Entrarono e lei accese la lampada sul comodino, che diffuse intorno una luce bassa. Aaron osservò il letto, che era più piccolo di uno matrimoniale, forse da una piazza e mezza.

“Sei sicura che lì ci stiamo in due...” domandò con aria dubbiosa.

“Bhe, al limite ci stringiamo un po' “ rispose lei facendogli l'occhiolino e iniziando ad allargare il plaid sull'altra coperta.

Hotch la guardò scandalizzato, ma poi sulle sue labbra si disegnò un sorriso.

“Agente Prentiss, ti pare il caso...?” la ammonì, aiutandola a sistemare il letto.

“Scusami, vorrà dire che dormiremo sui bordi.”

“Però c'è una cosa... Non ho con me il pigiama, e la temperatura qui non è delle più alte” considerò Aaron, al quale quella stanza sembrava in effetti più fredda della sua.

Emily alzò le spalle, come se ciò non costituisse un problema.

“In qualche modo ci scalderemo...”

“Nella tua cena devono aver messo del peperoncino” osservò lui togliendosi i pantaloni e la maglia, restando con i boxer e la maglietta. Rabbrividì e corse a rintanarsi nel letto, da dove si mise a guardare Emily mentre si levava il maglione, sotto al quale indossava una canottierina nera di raso, che lasciava intravedere la morbida curva dei seni e teneva scoperta la candida pelle delle braccia e di parte della schiena. Poi lei si rimise la casacca del pigiama e Hotch fece una smorfia di disappunto.

“Che peccato...”

“Cosa?”

“Che ti sei rivestita...”

Emily gli regalò un irresistibile sorriso e andò ad infilarsi nel letto, spense la luce e si accoccolò vicino a lui. Aaron la prese fra le braccia e le diede un bacio sulla fronte.

“Credi che dovremmo dirglielo?”

Lei sollevò lo sguardo sui suoi occhi scuri e gli accarezzò dolcemente una guancia.

“Prima o poi lo dovranno sapere” affermò, aggiungendo in modo malizioso: “Anche se... trovo eccitante la nostra storia clandestina.”

“Mai quanto te...” le sussurrò Aaron in un orecchio, per poi sollevarle il mento e baciarla. “Ti amo” le disse mentre andava a stringerle una mano fredda, facendole percepire il calore della sua.

“Anch'io ti amo...” disse Emily chiudendo gli occhi, appagata e felice di potersi rifugiare nel suo caldo abbraccio, il posto migliore in cui trascorrere quella fredda notte in Alaska.

 

 

  
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