Nick
Autore:
Rinalamisteriosa
Titolo:
Little, sweet present
Fandom:
Le Cronache di Narnia (C.S. Lewis)
Personaggi/Pairing:
Edmund, Lucy, Peter e Susan Pevensie (No incest!)
Genere:
Generale, introspettivo, sentimentale
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One-shot
Introduzione:
Improvvisamente si ricordò di una cosa.
"Oh,
quasi dimenticavo..."
S'inginocchiò
e aprì la sua borsa, individuando subito un sacchettino di carta bianca ed
estraendolo, per poi richiuderla dall'apposita cerniera. "Avevo conservato
qualche moneta, così ho pensato di usarle per comprarvi questi".
Con
tutte e due le mani,
strinse
al petto il prezioso sacchetto e fissò tutti e tre con un sorriso incerto ma
emozionato.
"Cosa,
Lucy?" si premurò di chiederle dolcemente la sorella, dimenticando per un
momento di essere stata troppo dura prima, mentre Peter ed Edmund si scambiavano
un'occhiata interrogativa.
NdA:
Ecco che torno con una shot. Anche questa senza troppe pretese. (Nelle note
finali riporto il motivo!)
E'
ambientata in un venerdì qualunque dopo "Il principe Caspian" e per certi
aspetti mi sono ispirata ai due film, per altri al libro. Però al tempo stesso è indipendente dalla trama, quindi non consideratelo un missing moment.
Lucy
è il personaggio principale della vicenda, e spero di aver centrato sia lei che
i fratelli e la sorella, di aver spiegato bene tutto ciò che intendevo
trasmettere.
Il
ricordo inerente ai bastoncini l'ho inventato di sana pianta (sto pensando di
farne un prequel, così capirete da dove nasce ^^)
Ah,
non sono esperta di metropolitane, ci ho provato XD
Spero
vi piaccia ^^
*
La
stazione della metropolitana di Londra era sempre affollata, sia di mattina che
di pomeriggio, soprattutto di studenti provenienti dalle diverse scuole della
capitale.
Susan
e Lucy Pevensie, arrivate alla fermata giusto in tempo per salire su quella in
partenza, avevano trovato solo due posti liberi e si erano sedute, appoggiando
le borse cariche di testi scolastici ai loro piedi.
Adesso
dovevano aspettare di raggiungere la prossima fermata per ricongiungersi ai due
fratelli, che frequentavano un altro istituto.
"Susan,
vuoi?"
La
più piccola delle sorelle aveva tirato fuori dalla tasca della divisa rossa due
cioccolatini ancora incartati e glieli aveva messi davanti.
"Grazie".
Ne prese uno. "Io invece ho comprato una rivista, per passare il tempo..."
aggiunse la più grande, sfogliandola dopo aver scartato e messo in bocca il
delizioso cioccolatino al latte.
"Di
cosa parla? Spero non sia quello che penso..." mormorò piano Lucy, prima di
coprirsi uno sbadiglio improvviso con la mano e poi conservare quello che le era
rimasto.
"Cronaca
rosa".
"Ecco,
appunto! Una noia mortale, ma come fai?"
"Lo
capirai quando sarai più grande, Lu", rispose solo, facendola sospirare
annoiata.
Quel
giorno non aveva avuto il tempo di farsi le treccine, perciò aveva semplicemente
avviluppato i capelli in una coda di cavallo - proprio come la sorella - e
indossato il solito cappello grigio perla con la striscia arancione.
Con
gli occhi puntati sulla galleria che sfrecciava a gran velocità fuori dal
finestrino e il buio che parzialmente la oscurava, Lucy appoggiò il gomito sul
vetro, chiuse la mano sinistra a pugno e la schiacciò contro la guancia.
Pensò
alla sua amata Narnia, ad Aslan e al fatto che soltanto lei ed Edmund vi
avrebbero fatto ritorno, un giorno e inaspettatamente.
Chiuse
gli occhi, li riaprì soltanto quando i rumori si acquietarono e capì che la
metropolitana stava nuovamente sostando per accogliere altri passeggeri.
Stavolta
lo spazio si riempì quasi del tutto e Lucy dovette salire sul sedile per
riuscire a scorgere dei visi familiari tra tutte quelle teste arruffate o
coperte da cappelli.
"Lucy,
dai, rimettiti seduta!" la richiamò Susan, contrariata.
"Un
attimo, solo un atti-... ecco, li ho visti! Peter, Edmund, da questa parte!"
esclamò, agitando una mano in aria e scendendo solo dopo il secondo ammonimento
autoritario della maggiore.
Facendosi
largo tra i passeggeri, i fratelli le raggiunsero, esattamente quando il mezzo
si apprestava a ripartire.
"Oggi
i professori non la smettevano più di spiegare e assegnare compiti per casa...
non vedo l'ora di tornare a casa, e voi?" domandò subito il fratello maggiore,
seccato ma anche di buon umore. Era venerdì, perciò nei prossimi due giorni
niente scuola per nessuno di loro.
"Io
avevo due verifiche, eppure non sto qui a lamentarmi..." intervenne pragmatica
Susan, senza distogliere lo sguardo dalla pagina della rivista che stava
tentando di leggere.
"Peter,
lasciala stare: diventa sempre più noiosa", la prese in giro Lucy, ricevendo in
cambio un leggero pizzicotto sul braccio. "Ahi, ma è la verità!"
"Lucy
non ha tutti i torti, Sue", le diede manforte il fratello, sorridendo amabile.
"Lo
vuoi anche tu?" chiese, voltando pagina. "Ed, per favore, aiutami a far capire
loro che non sto facendo niente di male!" chiamò in causa l'altro fratello, che
si stava reggendo ad una sbarra per non venire sballottato di qua e di là.
"Ehm...
non stai facendo niente di male, però non capisco: come fai a leggere con tutta
questa confusione? Non ti distrae?" le fece notare Edmund con ovvietà. Lucy e
Peter annuirono, poi scoppiarono entrambi a ridere.
Stavolta
fu Susan a sbuffare. "E va bene, d'accordo! Avete vinto voi, la riprenderò a
casa, immersa nella solitudine e nel silenzio della mia camera".
"Che
è anche... a-anche la mia, ti ricordo", commentò Lucy, ricomponendosi e
guadagnandosi un'occhiata seria e intimidatoria da parte della sorella, mentre
questa si chinava per riporre la rivista in mezzo a tutti i suoi libri.
Improvvisamente
si ricordò di una cosa.
"Oh,
quasi dimenticavo..."
S'inginocchiò
e aprì la sua borsa, individuando subito un sacchettino di carta bianca ed
estraendolo, per poi richiuderla dall'apposita cerniera. "Avevo conservato delle
monete, così ho pensato di usarle per comprarvi questi".
Con
tutte e due le mani, strinse al petto il prezioso sacchetto e fissò tutti e tre
con un sorriso incerto ma emozionato.
"Cosa,
Lucy?" si premurò di chiedere dolcemente la sorella, dimenticando per un momento
di essere stata troppo dura prima, mentre Peter ed Edmund si scambiavano
un'occhiata interrogativa.
"Questi..."
Tese
decisa le braccia verso i fratelli e lo aprì, rivelando finalmente il suo
contenuto: quattro dolcetti piatti e rotondi dalla pasta dorata, ricoperti da
uno strato di zucchero a velo, e quattro bastoncini - lunghi come grissini -
ricoperti di cioccolato e cannella.
"Lucy,
beh... devi aver raccolto parecchie monete per questi dolci! Non dovevi!"
insinuò Susan, che non sapeva proprio come spiegare il comportamento della
sorellina.
Edmund
aveva distolto immediatamente lo sguardo, Peter invece aveva assunto
un'espressione pensierosa.
"Io
credo ci sia un motivo... questo, per esempio", prese uno dei bastoncini e se lo
rigirò tra le dita, "mi ricorda i pezzetti di legno che per gioco immergevamo
nella cioccolata fusa, poi Lucy raccoglieva dei fiorellini e disponeva piccoli
petali sopra la farcitura..."
"Esatto!
Proprio così!" esclamò lei, raggiante; poi domandò: "Questi invece cosa vi
ricordano?" e prese in mano un dolcetto rotondo.
"Pensateci
bene, non è difficile!" li incoraggiò.
"Quelli
che ci servivano i fauni con il tè delle cinque, per caso?" provò Susan. "Cara
Lucy, hai avuto un pensiero dolcissimo, dico davvero! Ma... ormai la nostra vita
è qui. Lo sai che non sta bene pensare sempre a..."
Notò
che le persone vicine li stavano fissando esterrefatti, perciò sviò il discorso
con questa domanda comprensiva: "Hai capito, non è vero?"
Il
sorriso luminoso di Lucy si tramutò in una smorfia di dispiacere e delusione.
"Sì...
s-sì, ma le mie intenzioni erano buone. Questo tu lo capisci, non è vero Susan?"
La
sorella maggiore non replicò: si limitò a metterle una mano sulla spalla e poi a
girarsi verso il buio profondo della galleria, preferendo isolarsi piuttosto che
stare dolorosamente al gioco.
Era
l’unico modo, a suo parere, per non farsi prendere dalla nostalgia e dalla
tristezza. Una maschera di rassegnazione che magari… chissà! Un giorno sarebbe anche potuta
cadere.
"Grazie
di cuore, Lucy", pensò di smorzare la tensione Peter, abbracciandola. "Io ho
apprezzato molto il gesto, a differenza di questa miscredente qua!"
Lo
disse in tono così basso e ironico che lo sentì solo la diretta interessata, e
ne fu tanto lieta da sorridere nuovamente. "Figurati... Ehi! Come mai Edmund non
ha ancora detto una parola?"
Sciolsero
l'abbraccio fraterno e si voltarono, entrambi perplessi, verso il fratello, che
sembrava parecchio indifferente, quasi distaccato da tutto ciò. Lucy mosse due
passi verso di lui, il sacchetto stretto in una mano.
"Cosa
c'è?" s'interessò, un po' preoccupata. "Non sei contento?"
Finalmente
lui le prestò attenzione, mostrando un'espressione indecifrabile e seria -
era sempre stato quello più abile a contenere le proprie emozioni e i propri
pensieri, prima di esternarli al momento giusto.
"Non
è questo il punto, Lucy: forse, ti sarà passato di mente che in cambio di
montagne di dolcetti io vi ho tradito. No, immagino di no..." chiarì, suonando
aspro e grave. In un certo senso anche nervoso, come se cercasse di allontanare
un pensiero particolarmente molesto.
"N-non
è stata colpa tua... comunque sei cambiato tantissimo, quello che hai fatto
allora non si ripeterà mai più!"
"Ha
ragione lei, Ed", s'intromise Peter. "E poi, non ci ha certo fatto questo regalo
perché uno di noi sia preso dal rimorso o dai sensi di colpa, non credi?"
Edmund
guardò in modo eloquente Peter e la sorella, poi chiuse gli occhi, emise un
sospiro leggero, li riaprì e adocchiò il sacchetto tra le mani di lei.
"Beh,
posso...?"
"Certamente!"
Lucy
gli passò senza indugio il sacchetto, e quando fece per andare a sedersi tra
Susan e il finestrino ebbe l'impressione di sentire le scuse del ragazzo alle
sue spalle. Delle scuse sincere, che difficilmente uscivano dalle sue labbra
bloccate dal solito orgoglio tipico dei ragazzi.
Fu
sempre lui a spartire i dolcetti zuccherati e i bastoncini di cioccolato e
cannella nelle mani delle rispettive sorelle e del fratello, due per ciascuno.
Ed
era più mite e tranquillo quando ne assaggiò uno, scoprendolo dolcissimo e
friabile: un'esplosione di zucchero e soffice impasto lungo il palato e giù per
la gola.
E
la piccola Lucy, fissandolo attentamente, non poté non pensare a quanto fosse
veramente cambiato suo fratello, dopo l'inganno architettato dalla Strega
Bianca per metterlo contro di loro e contro gli abitanti di Narnia. Persino
contro lo stesso Aslan, ma la forza del perdono, il sacrificio necessario di
sangue innocente e il suo coraggio nell'affrontare la nemica a rischio della
propria vita, durante la battaglia, l'avevano fortunatamente salvato.
Lucy,
prima del suo cambiamento positivo, non aveva mai serbato profondo rancore nei
suoi confronti: finiva per perdonarlo sempre, anche quando la trattava male, o
scherzava su fatti che per lei erano reali e non bugie o frutti della sua
immaginazione, oppure quando la spingeva via perché non voleva essere sfiorato,
figurarsi abbracciato.
In
fondo era suo fratello, come poteva odiarlo?
Voleva
molto bene a tutti e tre, nessuno escluso. E a Narnia, nei panni dei Re e delle
Regine, avevano trascorso momenti indimenticabili e - forse, anche se lei
sperava vivamente di no - irripetibili.
Consumarono
il suo regalino senza dire una parola, il che tutto sommato era un buon segno:
non c'erano smorfie di disgusto che facessero pensare al contrario.
Una
ventina di minuti e la metro, che correva lungo l'abituale sentiero con i tipici
rumori e scossoni, sarebbe giunta alla loro destinazione, nella stazione di
Finchley.
"Prepariamoci
a scendere!" li esortò Peter, intuendo che il mezzo stava rallentando a poco a
poco.
"Raccogliamo
tutte le nostre cose. Lucy, quello..."
"Lo
metto in tasca, okay? Non sono incivile, invece di lasciarlo a terra lo getterò
in seguito", assicurò Lucy alla sorella, che si riferiva al sacchetto
accartocciato e che aveva già preso la sua borsa dal manico, precedendo a testa
alta gli altri tre verso la gente già accodata in prossimità delle porte
scorrevoli.
Il
fratello maggiore le stava dietro, tenendo con fare protettivo la mano libera
sulla sua spalla; Lucy affiancava Edmund, che aveva la borsa a tracolla, le mani
nelle tasche e non era più teso per la faccenda di prima.
In
seguito a un brusco scossone, lei si aggrappò al suo braccio per non cadere.
"Tutto
bene?" domandò il fratello, e lei sentì che anche il tono della sua voce suonava
più calmo e gentile.
"Sì",
confermò
allora in un sussurro sollevato, accennando un sorriso sincero.
Non
potrebbe andare meglio di così...,
si ritrovò poi a pensare, mentre tutti e quattro si muovevano lentamente per
attraversare il confine ordinario tra la metropolitana e la stazione.
FINE
*-*-*-*-*
Seconda
classificata: Rinalamisteriosa, con Little, sweet present
-
Originalità ed attinenza: 15/15 ? trovo
questa fic molto originale, perché descrive i fratelli Pevensie nel mondo reale
– non a Narnia – e li rende quasi ragazzi normali. Molto buona l'attinenza, hai
utilizzato i dolci in modi diversi, e grazie a questo hai il punteggio pieno.
-
Grammatica e forma: 13.8/15 ? mannaggia
a questi errori! Un errore che ho considerato di battitura e tre errori
grammaticali hanno abbassato il tuo punteggio.
-
Caratterizzazione personaggi: 5/5 ? io
adoro Lucy; e Edmund; e Peter. Susan un po' meno. Li hai resi perfetti, secondo
me molto IC rispetto a quelli originali, e l'introspezione di Edmund e Lucy è
stata davvero buona. Peter risulta perfettamente credibile, e anche Susan, più
attaccata alla realtà che a Narnia.
-
Gradimento personale: 5/5 ? mi
è piaciuta davvero molto. È la prima fic che leggo su questo fandom, nonostante
sia una fan sfegatata dei libri e – un po' meno – dei film. Mi sono piaciuti
molto il tuo utilizzo dei dolci e l'introspezione di Lucy e Edmund, Peter che è
sempre amorevole con la sorellina e Susan che, crescendo, si allontana
irrimediabilmente da Narnia. Brava!
Totale:
38.8/40.
Ulteriore
nota: Non
mi aspettavo di ottenere un risultato simile, insomma *__* con un fandom così
meraviglioso eppure poco conosciuto come Le Cronache di Narnia è... è un
bellissimo traguardo personale! Sono proprio contenta!
E
pensare che poco più di due mesi fa, quando ho messo per iscritto la fic - senza
troppo impegno in verità, perché allora non avevo ancora le idee molto chiare
riguardo alle differenze tra film e libri. Si nota vero? >.< - e l'ho
consegnata per questo contest multifandom, non ero riuscita a procurarmi tutti i
libri ^^'
Poi
per fortuna ho avuto modo di trovare quelli che mi mancavano, di leggerli e
rileggerli e di fare le dovute riflessioni XD posso quasi affermare che Narnia
non ha più segreti, per me.
Ah, una cosa: io ho parlato di stazione della
metropolitana, perché ho fatto una piccola ricerca e nella foto che ho visto era
tale e quale a quella che si vede nel film. Nel libro invece si parla di treno e
nodo ferroviario, quindi diciamo che ho preferito attenermi superficialmente
alla ricerca... lo dico giusto per chiarire un possibile dubbio. Come detto pure
sopra, non sono esperta!
Comunque
alla storia ci sono affezionata, perciò eccola qui per voi, riveduta e corretta
^_^
Per
chi volesse vedere il bannerino, ecco qui il link:
http://i473.photobucket.com/albums/rr95/OnlyMe93/rina.jpg
Ne
approfitto per ringraziare la giudice Only_Me e per congratularmi
nuovamente con tutte le altre partecipanti!
Per
finire, grazie a chi ha letto e a chi vorrà commentare: ogni vostro complimento,
consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre meglio =)
Alla
prossima!
Un
bacione!
Rinalamisteriosa
EDIT:
Sono
la solita scema XD
No,
non me lo sto dicendo perché ho cancellato e ripostato tutto, ma perché sentivo
che avrei dimenticato di fare un altro chiarimento, precisamente su
Susan.
All’inizio
mi veniva più facile immaginarla come la tratta Lewis nel corso dei libri, per
questo la giudice non ha avuto molto da ridire.
Ma
poi ho pensato che non tutti apprezzano questa
Susan, così ho trovato un compromesso: ho cambiato una frase che la riguarda e
che in effetti adesso suona meglio.
Scusatemi
tanto >.< spero sia tutto, che non ci siano altri problemi…