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Autore: cantarella    05/09/2010    5 recensioni
Monica parte per un viaggio in Scozia per dimenticare il ragazzo che le ha spezzato il cuore. Incontrerà un uomo meraviglioso che le entrerà nella vita e nell'anima per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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un viaggio in scozia

" Dai Monica, non puoi continuare così....dovrai pur uscire prima o poi!" la voce della sua amica Maddalena, la raggiungeva a malapena, a tratti metallica.
"Ok, allora. Hai ragione, lo so, è ora di finirla....organizza pure il viaggio...ci sarò."
"Dici davvero? Meraviglioso! Organizzo subito...non cambiare idea, eh?" la voce entusiasta di Maddalena , ora si era fatta più nitida....era riuscita a superare i problemi di campo del cellulare...ehe eh eh....Monica scosse la testa...ma si...era ora di ricominciare a vivere.....

Monica si affacciò dall'oblò dell'aereo, sotto di loro si vedeva un'enorme e rigogliosa distesa verde. Mille tonalità. Monica sorrise, non aveva idea che ce ne fossero di tante. La Scozia! Era il suo sogno da ragazzina, e ora, grazie ai suoi amici, avrebbe finalmente visitato quei posti meravigliosi.

"Uhm..vediamo...dovrebbe essere qui!" Maddalena indicò un punto sulla cartina. "Si, ma prima di andarci, perchè non entriamo in quel pub?" Sergio, l'amico d'infanzia delle due ragazze, abbassò la cartina e guardò negli occhi Maddalena. "Sono ore che giriamo, abbiamo visto il castello e la cattedrale, avrai fatto 600 foto! E' ora di fare una pausa!" sorrise a Monica, che ricambiò e annuì "Ma si, Maddalena. Andiamo a bere qualcosa" .
Si trovavano sul miglio reale, nella città di Edimburgo. Ricca di leggende e di storie. Maddalena era ben decisa a scoprirla tutta, a costo di trascinare di peso i suoi due amici.
Monica era felice di essere lì. Si era imposta di lasciare a casa tutta la sua rabbia e la sua tristezza. Insieme al cellulare. Aveva deciso di voltare davvero pagina. Semmai Andrea avesse deciso di cercarla, non ci sarebbe riuscito. Le aveva chiesto di non cercarlo più. Dopo averle detto di amarla, e che non ce la faceva a stare senza di lei, aveva semplicemente deciso che era meglio chiudere. Monica non ne conosceva i veri motivi, ma aveva rispettato la sua richiesta, seppur con la morte nel cuore. Non l'aveva cercato più. Si era dissolta nella nebbia come lui le aveva chiesto di fare.
Le mancava molto Andrea. Erano stati davvero molto uniti. Lui la capiva al volo, la consolava, le riempiva la vita. Una volta le aveva chiesto se fosse sicura di esistere. Non poteva credere che si potessero dire simili cose e poi troncare così una storia talmente bella e intensa da sembrare la trama di un film.
Sospirò e si costrinse a sorridere. Maddalena e Sergio la guardavano interrogativamente: "Eh? Si, si, per me va bene" disse senza pensare.


Presero una birra e si sedettero sull'erba fresca. Era il primo giorno che non piovigginava. Una giornata talmente bella e calda che non volevano rinchiudersi in un pub.
"Dovrebbe esserci la fiera da quella parte" "Ok! Andiamoci allora!" esclamò Sergio "Lo sapete quanto io ami stare in mezzo alla gente!" Tese le mani alle due ragazze, aiutandole ad alzarsi e poi le spinse verso l'allegra confusione.
"Grazie Maddalena, per averci portato qui" Monica le posò affettuosamente la mano su un braccio. "e....per tutto" aggiunse in un soffio
"Era il nostro sogno, ricordi? L'abbiamo programmato talmente tante volte. Poi per un motivo o per un altro non si poteva fare. Ora la fortuna ci assiste!"
Maddalena era la persona più vivace e ottimista che si poteva desiderare di avere accanto. La fortuna era averla vicina.

"Mi raccomando, stiamo vicini, c'è talmente tanta gente che rischiamo di perderci" Maddalena prese i due amici per un braccio.
"Se mi perdo, mi faccio riaccompagnare da qualche bella ragazza scozzese" Scherzò Sergio, facendo ridere le due ragazze.

Monica si avvicinò a una bancarella colorata. Il ragazzo sorridendo le mostrò una catenella d'argento con una falce di luna. Simbolo celtico. Monica se ne innamorò e decise di comprarla.
Dopo l'acquisto, si voltò. I suoi amici non si vedevano. Salì su due gradini per vedere dall'alto, ma niente. Rifece la strada al contrario. Forse erano rimasti indietro. Niente.
Alzò allora il passo nel caso invece l'avessero superata. Ma non li vide.
"Ops! Sorry" un uomo la urtò facendole cadere dalle mani la birra. La bottiglia non si ruppe, ma il contenuto si versò sull'asfalto.
"No, non si preoccupi" Monica si chinò a raccogliere la bottiglia per gettarla nei rifiuti, quando si scontrò nuovamente con il giovane che si era piegato. Urtarono la testa.
Meravigliata alzò lo sguardo e vedendo il giovane che si passava la mano sulla fronte scoppiò a ridere.
"Sorry!" Ripetè lui alzandosi e  scoppiando a ridere.
" Mi spiace per la tua birra" le disse con un simpatico accento. " Non preoccuparti" rise lei " a me dispiace di più per la tua fronte" Non era sicura che i vocaboli fossero corretti. Parlava inglese, ma non in maniera perfetta.
"Ah! Ma io ho la testa veramente dura! Sono scozzese!" rise nuovamente. Aveva un berretto con la visiera e gli occhiali da sole. Vestito con un jeans consunto e una giacca di pelle nera, diede a Monica la sensazione che fosse "ruvido". I denti bianchissimi comparvero in mezzo alla barba incolta di qualche giorno. "Ruvido e stropicciato".
"Vieni" disse porgendole un braccio "permettimi di offrirti un'altra birra"
"No davvero, non preoccuparti" lei si guardò intorno " meglio che vada a cercare i miei amici"
"Scusami" disse lui imbronciato "non volevo essere maleducato, ma solo gentile con un ospite"
Aveva il viso talmente innocente che Monica si sentì in colpa, quindi gli sorrise e acconsentì.
"Va bene, allora, vada per la birra"
"Brava! Non muoverti, ti prego! Torno subito!"
Come promesso tornò poco dopo con due belle birre ghiacciate.
"Vieni, sediamoci sul prato"
"Allora, mia cara ragazza, fammi indovinare...o sei italiana, o sei spagnola" le fece un largo sorriso. Forse era consapevole di avere una faccia da schiaffi e un sorriso irresistibile.
"Italiana" Monica fece un sorrisetto.
"Ah Italia! Uno dei più bei paesi del mondo!" Monica non rispose.
"No, dico sul serio. Durante l'università sono venuto in Italia due volte. La prima ho visitato Firenze e quasi tutta la campagna toscana. L'anno successivo ho visto invece Roma, la città eterna" alzò la bottiglia di birra come per brindare. Monica rispose al suo invito.
"Io vengo dalla Puglia. Che è una regione molto più a sud. E' il tacco dello stivale. " Aggiunse indicandogli la scarpa da ginnastica.
Lui si mise a ridere. "Ma così è tutto più semplice!" Vederlo ridere come un ragazzino, mise di buonumore Monica.
"Dimmi, mia cara ragazza italiana, cos'hai visto della città?" Le chiese togliendole la bottiglia vuota dalle mani.
"Il castello, la cattedrale, tutto il miglio reale, e numerose chiese sconsacrate...." disse lei alzandosi.
"Oh! Ma non hai visto la parte più affascinante e misteriosa della città!" le si inchinò come un perfetto cavaliere " Ti prego concedimi l'onore e il piacere di farti scoprire la vera Edimburgo."
"Io...ti ringrazio molto, ma i miei amici saranno preoccupati..." Monica era titubante.
"Chiamali così ci raggiungono"
Era una parola. Lei aveva lasciato il cellulare in Italia, però... poteva telefonare da una cabina. Guardò di sottecchi il giovane. Nonostante l'aria un trasandata, sembrava un bravo ragazzo....comunque era meglio avvertire Maddalena. Cercò delle monetine nella tasca dei jeans.
"No, ti prego chiama con questo" le disse porgendole il cellulare. "Così ti resta anche il numero, e sei più tranquilla..." ancora quel sorriso.
Lei arrossì un pochino. Sembrava le avesse letto nel pensiero.
Mandò un sms a Maddalena. Le chiese se potevano raggiungerli e dove si trovavano. Lei rispose che erano ritornati in albergo, credendo di trovarla lì. Le augurò di divertirsi con lo scozzese e che l'avrebbe chiamata dopo una mezz'oretta.
Monica riferì al ragazzo che l'amica avrebbe telefonato, ma che non li avrebbero raggiunti.
"Allora tienilo tu, così quando lei telefonerà, sarà tranquilla che non sei nelle mani di un pazzo psicopatico.....forse....eh eh eh" sorrise in maniera irresistibile.
"Vieni con me ora mia cara ragazza...andiamo alla scoperta di Edimburgo!"


Monica non riusciva a crederci....si trovava con un perfetto sconosciuto e un'altra decina di ragazzi, insieme a una guida locale, ossia una ragazzina vestita da streghetta, nei sotterranei della città. Cunicoli bui e stretti illuminati da lucine verdi. La ragazzina aveva una torcia e stava spiegando che nel 1600 quei cunicoli erano abitati dalla maggior parte degli abitanti della città che cercavano di sfuggire alla peste. Vivevano in condizioni malsane, l'umidità infatti si sentiva nelle ossa. Dalle pietre sopra la loro testa gocciolava acqua ghiacciata, e non tutti potevano permettersi candele o lampade ad olio. La streghetta raccontava che le anime di quelle povere persone vagavano ancora oggi in quei sotterranei, dove si erano consumate le loro vite infelici. Monica non aveva paura, anzi le piacevano le storie dei fantasmi, però ugualmente si avvicinò al ragazzo scozzese, impercettibilmente. Non voleva certo che se ne accorgesse!
La ragazzina, sul cui cartellino c'era scritto il nome Marina, li fece entrare in un anfratto buio e umido. Parlava velocemente, e Monica riuscì a capire solo poche parole "Fantasmi, assassinio, anime perdute" d'un tratto spense la torcia e per una manciata di secondi non emise alcun suono. Monica trattenne il respiro.
Il dorso della mano del ragazzo sfiorava la sua. Era calda. Nel buio totale, lui intrecciò le dita con le sue, stringendole forte. Monica mentalmente lo ringraziò.
Non gliela lasciò più, nemmeno quando Marina accese la torcia e un fascio di luce tenue ferì i loro occhi che ormai si erano abituati all'oscurità.
Dopo pochi minuti fu tutto terminato e vennero riaccompagnati all'uscita.
"Hai avuto paura?" sorrise lui tenendola ancora per mano.
" Ma no....era tutto piuttosto affascinante..." lei ricambiò il sorriso e a malincuore lasciò quella mano grande e calda per prendere il cellulare che squillava.
Era Maddalena.
"Tutto bene, vero? Come stai?"

"Bene, cara, grazie. Siamo appena usciti dai sotterranei....inquietante, ma valeva la pena"
"E infatti non prendeva il cellulare, cominciavamo a preoccuparci"
"No, state tranquilli. E' tutto a posto."

"E lui com'è? Assomiglia a un vichingo, o piuttosto a un irlandese?" ridacchiò l'amica.

"Ehm...sei fuori strada...normale...." sperava che lui non capisse.

Ormai il sole cominciava a calare, lui allora si tolse gli occhiali da sole, rivelando due occhi bellissimi. Blu con sfumature di grigio e verde. Monica non aveva fatto in tempo a vederglieli prima di scendere nei sotterranei. Davvero notevoli.

Gli restituì il cellulare e lui fece una telefonata.

"Bene mia cara ragazza italiana, ora purtroppo ti devo lasciare, ma ti prego di volermi concedere l'onore di invitarti a cena questa sera. Ti ho rovesciato la birra e da queste parti si usa invitare a cena per almeno una settimana la vittima di tale sopruso...spero che tu rimanga anche più di una settimana, così che io possa estinguere il mio debito."

"Oh no! Per favore non parlare più della birra!"

"Ma era una scusa bella e buona per invitarti ancora!" Le prese la mano e la baciò " Ti prego mia cara dimmi di si e porta i tuoi amici, ovviamente, così sarai tranquilla che non sono maniaco psicopatico e serial killer...forse...."

Irresistibile.....come poteva dire di no a quella faccia da schiaffi?

La cena fu perfetta. Le venne da ridere quando furono costretti a presentarsi...avevano dimenticato di farlo!

"Monica....hai un bellissimo nome....mia cara ragazza...." lo pronunciava in una maniera talmente buffa!

Quando lui si alzò per lavarsi le mani Maddalena le prese il gomito "Accidenti! Ma dove lo hai trovato! Ma è un figo da paura!"

"Ehm....Maddy....mi stritoli il braccio così...."

"No, sul serio, è un cavaliere, educato, simpatico, per bene, ma....scusami Sergio...chiuditi le orecchie....è un gran pezzo di...."

"Allora? Avete ordinato?" Oddio! Sperava che non le avesse sentite!
Prima di congedarsi Jerry le si avvicinò e le sussurrò vicinissimo "Ti andrebbe di passeggiare con me?"
"Senti Jerry...sei molto gentile, ma...."
"Monica!" esclamò lui fintamente scandalizzato "Non dormirei stanotte se non mi accontentassi....sai la birra rovesciata....il debito..."
"Uffa!" esclamò lei sbuffando " Ma quando la dimenticherai sta storia?"
"Sai che idea? Ci prendiamo una birra e tu mi urti e me la fai cadere, così siamo pari, altrimenti prevedo di dover venire almeno una volta al mese in Italia per via del debito...."
"Oh ....l'idea non era poi così male...."
Presero le birre e andarono a sedersi su una panchina in mezzo al verde.
Maddalena e Sergio, poco distanti scattavano foto.
"Sai? Mi manca molto tutto questo". Disse indicando il prato circostante.
"Non abiti qui?" chiese lei
"No, non più. " Le sussurrò avvicinandosi "Per lavoro sono costretto a spostarmi, anche per svariati mesi, ma quando è possibile ritorno qui nella mia amata terra"
Monica era curiosa, ma non voleva chiedergli niente. Se ne avesse avuto voglia, gliene avrebbe parlato lui spontaneamente.
Sembrava un ragazzo semplice e aperto. Il sorriso era straordinario, seducente. Chissà se lui lo sapeva. Aveva quell'aria così dannatamente da ragazzaccio. "Ruvido". Monica non trovava altri aggettivi per definirlo.
"Vieni" le porse la mano e lei si fece condurre docilmente. Oh! Che importava! Aveva il cuore a pezzi! Andrea glielo aveva stritolato in una morsa senza pensarci due volte...e ora...ora aveva davanti un bellissimo uomo. Gentile ed educato, che però trasudava sesso e piacere da tutti i pori. Che importava cosa volesse da lei? Una sola notte? Si sarebbe portata il ricordo in Italia, e al ritorno avrebbe lavorato su se stessa per non cadere più nelle trappole degli uomini. Quelle ragnatele tessute con l'inganno e l'astuzia che apparivano con la trama di miele e seta, ma che nascondevano il ragno, pronto a sventrare le vittime....a strappargli il cuore...e a mangiarlo senza pietà.....


"Vedo che ti piacciono i posti macabri" disse lei ironica quando Jerry la portò oltre il cancello di un cimitero.
"Oh no! Per noi questi cimiteri sono come dei parchi. Vedi il giorno si fanno addirittura dei picnic. Noi consideriamo questi luoghi come posti qualunque. Ci puoi venire con la fidanzata, oppure a portare dei fiori ai tuoi cari. Ora per esempio, io lo considero un parco." Fece spallucce e sorrise.
Camminarono tra le fila delle lapidi. Era vero quello che diceva. Qui e là si potevano vedere coppiette sedute sulle panchine che si scambiavano effusioni. Addirittura uomini e donne che portavano il cagnolino a passeggio. Che città! Cupa e affascinante! La morte che conviveva con la vita....
Jerry si fermò di scatto e lei maldestramente gli sbatté sulla schiena.
"Ops...scusa..."
Lui si voltò. Aveva lo sguardo talmente intenso che Monica rabbrividì.
"Oh! Al diavolo!" Si avvicinò pericolosamente alle sue labbra...gli occhi di quell'incredibile blu, ora erano quasi neri....le prese il viso tra le mani....le dita intrecciate nei capelli. "Ho desiderato farlo da subito...da quando ti ho urtato..." il soffio caldo sulle labbra.
La baciò. La baciò così intensamente che Monica si sentì svanire la terra sotto i piedi. La lingua calda e umida s'intrecciò con quella di lei. Giocò con la sua bocca lasciandola senza respiro. Le labbra incontravano la barba incolta solleticandosi. Lui la piegò un indietro spostando la mano sulla nuca e baciandola ancora più profondamente. Monica credeva che riuscisse a rubarle l'anima. Il bacio più profondo e intenso della sua vita.
Camminarono così, abbracciati fino all'hotel. Ogni tanto lui si girava a baciarla e a sorriderle, ma senza parlare.
"Domani ti passo a prendere...ti prego non dirmi quando partirai...non sono pronto per saperlo...." La baciò ancora. Un bacio dolcissimo e lunghissimo.
"A domani mia cara ragazza italiana..." le mandò un bacio al volo e scomparve nella notte.
Maddalena la aspettava eccitatissima. "Che succede? Non ti ho mai vista così!" Monica guardò incuriosita l'amica. Sergio era sotto la doccia, si sentiva lo scroscio dell'acqua e lui che canticchiava il solito tormentone estivo.
"Oh Monica! Monica! Come abbiamo fatto a non accorgercene?!"
"Non capisco...cosa?"
"Oh mio dio! E' lui! Si ne sono sicura! E' proprio lui!"
"Cosa? Dai non farmi stare sulle spine!"
"E' un attore! Gerard Butler! "
"Cos'hai detto?"
"Si! Si! E' quell'attore che ha fatto Timeline. Dai non ti ricordi? Eppure ti è piaciuto tanto! E anche Tomb Raider 2! Cioè, ci credi? Ha lavorato con Angelina Jolie! L'ha baciata! Oh mio dio che emozione!"
Baciare Angelina Jolie? E poi? Non si può baciare più nessuno dopo Angelina....è talmente....troppo....decisamente troppo....oh mio dio! Un attore? Certo le aveva dato l'impressione che fosse un volto conosciuto, però....non l'aveva collegato per niente a quei film! Eppure le erano piaciuti tanto. Anzi aveva anche letto il libro "Timeline". Si toccò le labbra....aveva baciato lo stesso uomo che aveva baciato Angelina Jolie! Oh mio dio!
Rimasero ore a parlarne. Cercavano di scavare nella memoria alla ricerca di altri aneddoti. Poi Sergio si collegò tramite il cellulare su internet. Cercò la filmografia. Era il protagonista  di 300, un film che avevano snobbato perché pensavano fosse violento, e che invece si era rivelato un successo mondiale. Videro anche i trailers. Lui era in un film con la barba lunga e a torso nudo (in 300), con i capelli lunghi e scompigliati (in Timeline e Dracula Legacy) oddio, aveva dimenticato anche quel film, e dire che le era piaciuto davvero tanto, con quel dracula fascinoso, e poi ancora con i capelli cortissimi da marines in Tomb Raider. Monica si passò nuovamente le dita sulle labbra…era stato uno stupido a baciare lei, cancellando il bacio di Angelina Jolie!

Rimase tantissimo sotto la doccia. Si insaponò con un buonissimo bagnoschiuma profumato e lavò i lunghi capelli. Che fortuna sfacciata! Non solo lo aveva incontrato, ma lui si era anche dimostrato gentile e per niente pallone gonfiato. Sospirò. Tanto l’indomani non si sarebbe fatto vivo, ne era convinta.

Monica sbattè gli occhi, non credeva di essersi addormentata. Aveva parlato con Maddalena fino a notte fonda. L’amica era convinta che si sarebbe fatto vedere, Monica no. Maddalena le aveva suggerito anche di non dirgli che lo avevano riconosciuto, per non metterlo a disagio. Monica non aveva risposto, tanto era convinta che non lo avrebbero rivisto mai più.

“Sveglia!” Maddalena era eccitatissima “ è già qui!”

“Come?”

“Si, è giù che aspetta nella hall”

“Non ci posso credere…..”

Jerry era con la sua auto. Una BMW X6. Era nera con i vetri oscurati. “Non vi fate spaventare dall’aspetto” indicò l’auto ridendo “è buonissima e ubbidiente!”

Li portò su una magnifica collina al centro della città, dalla quale si vedeva tutta Edimburgo dall’alto. Vi erano tre laghi e tantissimo verde. I cigni eleganti scivolavano regali sull’acqua cristallina.

“Vi ho preparato dei panini, così possiamo restare qui, se vi va” uscì dal cofano un grande plaid scozzese verde e blu “Sono i colori del clan della mia famiglia” disse allegramente accarezzando il tessuto.

Stesero il plaid sull’erba e posarono il cestino.

“Hai portato dello champagne?” Maddalena estrasse dal grande cesto la bottiglia e le flute.

“Si miei cari amici, sai noi scozzesi siamo molto ospitali, poi ho un grosso debito nei confronti di Monica…” le strizzò l’occhio, lei scosse la testa.

Sergio e Maddalena, molto probabilmente di comune accordo dopo poco svanirono nel nulla.

Monica era un po’ imbarazzata. Aveva certamente voglia di trovarsi sola con lui, ma anche un po’ a disagio.

Ehm…non mi va di nasconderlo….so chi sei” esclamò dopo qualche minuto di imbarazzo.

Ah…ok….” Fece lui avvicinandosi “spero non pensi che non sia la stessa persona di ieri”

“No, sei prima di tutto il ragazzo che mi ha rovesciato la birra e che è in debito con me” lei alzò gli occhi incontrando i suoi meravigliosi.

Fiuuuu!” lui si mise la mano sul cuore “Avevo timore che potessi sentirti a disagio!”

Bè…un pochino si…..hai lavorato con la splendida Angelina Jolie!”

“Eh, si…che fortuna…è veramente una bellissima ragazza….ottima attrice e madre stupenda….ma non potrei stare troppo vicino a lei….mi sentirei costantemente a disagio e inadeguato…come mi sento in quel mondo lì”

“Ma cosa dici!” si lasciò sfuggire Monica
“No, davvero. Non credere che sia facile. Devi dimostrarti sempre in forma e sorridente. Non puoi dimostrare la minima debolezza. Sei costantemente sotto pressione. Ti guardano attraverso la lente d’ingrandimento. Se un giorno hai alzato un po’ il gomito, se hai le occhiaie, se hai la fodera della giacca scucita….non dico che non sia stato il mio sogno, ma ogni tanto vorrei stare in pace, tranquillo, magari a bere una birra fresca su un prato insieme a una ragazza bellissima della Puglia….” Rise indicando il tacco della scarpa da ginnastica. Anche Monica rise.

“Monica cara, i tuoi amici sono molto simpatici, ma stasera ti andrebbe di stare un po’ sola con me?” le strinse la mano “Non spaventarti, ti vorrei portare nel mio posto preferito. Voglio mostrartelo.”

Monica annuì.

“Guarda!” Jerry alle sue spalle le indicò le luci della notte davanti a sé. Monica tremava. Un po’ per la sua presenza, un po’ perché soffriva maledettamente di vertigini. Non aveva avuto il coraggio di confessarglielo. Lui l’aveva fatta salire sulla torre gotica, il monumento di Scott, al centro della città. Era altissima e da lì si poteva vedere tutta la città ai loro piedi. Tremò un pochino e lui le strinse le spalle. “E’ il posto più bello del mondo, non trovi?” poi la fece girare e la baciò.

“Dio santo quanto ne ho avuto voglia oggi!” le accarezzò la guancia con il dorso delle dita. “Che bella che sei” le sussurrò sulle labbra.

Monica tremò ancora.

Era una povera pazza. Caduta dalla padella alla brace. Il cuore incrinato, anzi spaccato in due da un colpo netto di mannaia. Colpo preciso, complimenti Andrea. E ora? Ah, si….era con…con un certo Gerard Butler…si, attore che saliva velocemente nel firmamento delle stelle…sissignora….benissimo….sarebbe stato meno letale morire d’amore per Andrea….ma tant’è.

Si girò su un lato. I lunghi capelli erano incastrati sotto un braccio. Cercò di spostarlo senza svegliarlo, ma non riuscì a liberarsi. Lui era talmente pesante, le era addosso quasi completamente. “Brava ragazza….peggio di così….”

Sospirò e trattenne un brivido. Era come se lo era aspettato, anzi no, molto meglio. Lui le aveva sussurrato bellissime parole sulla torre, poi una volta discesi l’aveva portata in una bella casetta in periferia. Piccolina a due piani le aveva spiegato che era stata di sua nonna, alla quale era molto legato. L’arredamento era molto gradevole e femminile. Tendine di organza e mobili bianchi e fiori freschi al centro del tavolo. “Viene ancora tutti i giorni la sua cameriera e mi sistema l’appartamento” le aveva sussurrato un po’ triste “così mi illudo che lei ci sia ancora” le aveva preso la mano guidandola in soggiorno. “Resta lì, ti preparo un the.”

Poco dopo era spuntato dall’arco che divideva soggiorno e cucina con tue tazze di the fumanti, le si era seduto accanto e le aveva raccontato che il suo agente gli aveva fissato un provino per un nuovo film.

“S’intitolerà “La dura verità” la protagonista è Katherine Heigl.”

“Una del cast di Grey’s Anatomy” disse Monica.

“Ti piace il cinema e anche la televisione, eh, piccola?” le disse lui sfilandole la tazza dalle mani.

“Si, lo adoro…” le labbra di Jerry si avvicinavano alle sue.

“Però non mi hai riconosciuto….come hai potuto?” gliele sfiorava ormai.

“Eri tutto camuffato. Cappellino e occhiali….neanche il tuo agente ti avrebbe riconosciuto….”

“Non hai scuse, mia cara ragazza, ora paghi pegno….” Le strofinò le labbra con le sue, poi le passò la lingua delicatamente sulla bocca, sussurrandole “come hai potuto non riconoscermi….” Si staccò un attimo sorridendo in quel modo particolare. A Monica saltò un battito.

“Già, come ho potuto….”le bocche finalmente si unirono, lui la spinse giù sotto di sé nel divano. Le cominciò a baciare il collo, spostandole i capelli all’indietro, poi scese più giù. Attraverso la stoffa sottile della maglietta, Monica sentiva il calore della sua bocca, le lasciava una scia umida. Arrivò sulla pancia, dove la riempì di piccoli baci infuocati, sollevandole la maglietta nera.

“Sei così bella….e calda…” le sussurrò baciandola ancora sulle labbra.

Le sfilò la maglietta e le slacciò i jeans, continuando a riempirla di baci. Lei lo aiutò a sfilarsi la sua, e quando rimase a torso nudo, emise un profondo respiro. Era davvero magnifico. Cominciò ad accarezzargli le braccia muscolose, e il petto, e la schiena, sentendo che lui si eccitava.

“Mi fai morire, Monica….”

 Poi la prese tra le braccia, e sempre baciandola e sussurrandole parole, che la ragazza fece fatica a capire, la portò su in camera. Deponendola gentilmente sul letto, le spostò i capelli dalla guancia e le chiese

“Sei sicura? Perché se continuiamo, io non so se riuscirei a fermarmi…” aveva la voce rotta dalla passione, lei invece di rispondere, gli passò la mano dietro la nuca tirandolo su di sé baciandolo.

Ora lui era addormentato. Lei si sollevò quel poco che poteva per osservarlo. I capelli folti e scomposti gli ricoprivano il volto. A pancia in giù, la circondava con un braccio. I lunghi capelli di Monica erano finiti sotto di lui. Quanto era bello! La schiena in bella vista era uno spettacolo. Liscia e muscolosa, era una tentazione per ogni donna. Avevano fatto l’amore due volte di seguito, lui era passionale e tenero. Anzi si era preoccupato se per caso le aveva fatto male. In realtà non aveva mai conosciuto nessuno come lui….Monica pregò di riuscire a liberarsi. Sarebbe stato opportuno per tutti che lei fosse riuscita a sgattaiolare e correre in albergo. Desiderava che finisse così. Lui non se ne sarebbe neppure dovuto accorgere. L’indomani mattina presto poi sarebbe partita per l’Italia, e amen.

E così fece, lo spostò delicatamente, sollevandogli il braccio, lui mugugnò qualcosa, ma non si svegliò. Lei lo osservò un’ultima, intensa volta, poi gli mandò un bacio al volo e andò via.

Erano passati otto mesi da quella magnifica vacanza. Monica era completamente riuscita a superare il brutto colpo di Andrea, grazie a quel meraviglioso uomo che l’aveva riempita di dolcezza, di tenerezza e di passione. Andrea l’aveva cercata, l’aveva saputo dagli amici, ma lei aveva successivamente impedito qualsiasi tentativo di approccio, perché non si fidava più, e perché qualsiasi ricordo con Andrea risultava sbiadito, ormai.

Aveva rivisto insieme a Maddalena tutti i film di Jerry, che invece di metterle tristezza le avevano dato la carica per affrontare la vita quotidiana. Monica lavorava in ospedale come tirocinante. Voleva prendere la specializzazione in neurologia. Si buttò anima e cuore nel lavoro e nello studio, mettendo da parte i sentimenti d’amore. Era giovane, ci sarebbe stato il tempo.

Un giorno invernale di pioggia Monica ricevette un bellissimo fascio di rose bianche e rosse con un biglietto. Era Jerry!

“Mia cara ragazza italiana, sarò a Roma alla fine del mese per presentare il mio nuovo film, ci terrei tanto che tu venissi. Ti farò avere il pass. Non dirmi di no, perché il mio debito è ancora aperto con te, e poi… VOGLIO VEDERTI! PS. Se non verrai sono pronte le guardie di Sua Maestà la regina.... J.B.

A Monica tremavano le mani….non l’aveva dimenticata!

 

“Ah Monica, Monica…” le accarezzava i capelli “quanto ti ho pensata! La mattina che sei andata via venni in albergo e non vollero darmi le tue generalità…ero dispiaciuto…avrei voluto salutarti…poi dovetti partire per Los Angeles dopo neanche due giorni….” Le baciò le guance, gli angoli della bocca.

“Mi spiace, ma era inutile rimanere lì, ne avrei sofferto….”

“Ne avremmo sofferto…”le disse dolcemente mettendole l’indice sulle labbra “tu mi hai pensato?”

Incredibile! Ma davvero glielo stava chiedendo?

….un po’….certo…

Ah…solo un po’…cattiva…” le disse spingendola sul letto.

Altri due giorni meravigliosi, pensò Monica sotto la doccia, da aggiungere ai dolci ricordi, magari da raccontare ai nipotini vecchissima, sulla sedia a dondolo, mentre sferruzzava una sciarpa….sorrise…ovviamente tralasciando i particolari più piccanti.

Jerry ripartì, ma le lasciò il numero nuovo del cellulare,

“Cercami, ti prego. Lo so che è assurdo, ma tu fallo lo stesso…non vedi che non voglio altro?”

Lei non aveva risposto.

Non lo cercò. Non voleva vivere per quei pochi giorni l’anno, anche se meravigliosi, con lui.

Non volle sapere neanche le notizie che lo riguardavano. Gossip malevoli in cui gli affibbiavano mille flirt, con donne bellissime e famose. Monica però pensava che sia nei cunicoli di Edimburgo, che nella casetta della nonna, lui era stato suo. Solo suo.

Passarono altri anni, Monica era diventata un bravo neurologo, lavorava nell’ospedale del suo paesino. Non aveva voluto accettare l’offerta di una mega clinica in città. Conosceva tutti i suoi concittadini e non le dispiaceva che talvolta la fermassero per strada per chiederle il parere su qualcosa. Era come una grande famiglia. Maddalena si era sposata con Sergio. Andrea non l’aveva più rivisto, si era trasferito, ma lei non gli serbava più rancore, era stato codardo, è vero, ma forse era stato meglio così. La sua vita procedeva in maniera tranquilla senza scossoni. Ogni 26 agosto, data in cui l’aveva conosciuto, si permetteva di guardare la foto che si erano fatti sulla torre gotica con l’autoscatto. Lui aveva un sorriso magnifico, e gli occhi che luccicavano. Era un ricordo ben radicato in lei, e l’avrebbe accompagnata per sempre.

Quella sera pioveva e si gelava fuori. Monica rientrò a casa bagnata come un pulcino. Si tolse l’impermeabile e scosse l’ombrello gocciolante. Si tolse le scarpe e andò a riempire la vasca di acqua calda e oli profumati. Accese la televisione, affinché le facesse compagnia e si versò un bicchiere di vino rosso. Era il suo rito serale e non vi avrebbe rinunciato per niente al mondo. D’un tratto la tv le restituì l’immagine di una persona ben conosciuta. Aveva girato un altro film e ora lo stavano intervistando.

“Le piace l’Italia?” gli chiedeva l’intervistatrice.

“Molto, le confesso che ci ho lasciato il cuore.” Aveva sorriso.

“Cos’ha visto, a parte Roma?”

“ Firenze, Venezia alla mostra, ma mi mancano altri posti, ad esempio la bellissima e calda Puglia….sa…il tacco….” Disse indicando l’elegante scarpa nera. “mi mancano quei posti…da morire….” Sorrise verso la telecamera. Chissà se era consapevole di avere quel sorriso irresistibile.

 

 



  
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