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Autore: Alchimista    05/09/2010    7 recensioni
Si sedette in un angolo della stanza, per terra nonostante il freddo di quei giorni e tirò a sé le ginocchia fino a circondarle con le braccia e poggiarvi sopra la fronte. Ora tutto ciò che poteva vedere era il buio degli occhi che, impossibilitati ad aprirsi, riflettevano in nero delle orbite.
All'interno anche i ringraziamenti per "Doubts - Don't leave me alone"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sixty Seconds

 

 

Grazie per ogni singolo momento nostro,

per ogni gesto, il più nascosto,

ogni promessa, ogni parola scritta

in una stanza che racchiude ogni certezza.

 

(Zero assoluto – Grazie)

 

 

Si sedette in un angolo della stanza, per terra nonostante il freddo di quei giorni e tirò a sé le ginocchia fino a circondarle con le braccia e poggiarvi sopra la fronte. Ora tutto ciò che poteva vedere era il buio degli occhi che, impossibilitati ad aprirsi, riflettevano in nero delle orbite.

Sarebbe voluto rimanere così per sempre, fuori dal mondo, senza pensare, senza neanche respirare. Avrebbe voluto congelare tutto e con un sospiro di sollievo, rendersi conto che aveva ancora tempo.

I primi fuochi d’artificio cominciarono ad esplodere nell’aria buia di quella notte, freddandolo. Dalla grande finestra che gli stava di fronte giungeva la loro prematura luce. Tuttavia Jude non alzò la testa: non aveva alcuna voglia di festeggiare, non quella sera.

In realtà gli erano sempre piaciute le feste – ne era convinto. Certo, non era quello che trascinava gli altri o che diventava “l’attrazione principale” della serata, ma sapeva come divertirsi e amava farlo.

E allora quale migliore occasione per festeggiare dell’ultimo dell’anno? Ci si riunisce con tutti gli amici e fra allegri schiamazzi e risate si ricordano gli ultimi 365 giorni per poi accogliere il primo del nuovo anno.

Eppure, stavolta, l’ultimo dell’anno aveva un sapore così amaro nella bocca… sapeva di passato, sapeva di nostalgia e dolore, sapeva di impotenza e arresa.

Altri scoppi tuonarono nell’aria portando con sé la gioia delle grida delle tante persone, pronte a dire addio a quei giorni e accoglierne di nuovi.

Loro non hanno nulla da perdere pensò con rabbia l’inglese per loro un anno vale l’altro… Non cambia nulla se adesso ci sarà mezzo mondo a separarci.

Una morsa fredda gli tolse il respiro non appena ebbe formulato quel pensiero. Strinse con più forza le braccia intorno alle gambe. Avrebbe voluto fermare tutto. Perché Guy non poteva gridare uno stop e bloccare quella scena? In fondo non stava venendo affatto bene…

Non fare l’idiota, Jude! Questo non è un film… è la tua vita!

Le grida ripresero, più forti di prima. Stavolta, però, suonavano la sua condanna.

 

59,58,57,56

…è sempre stato puntuale, da perfetto inglesino, ma sa bene che non tutti sono così educati. Possibile che l’attore principale del film faccia tardi già dal primo giorno? In fondo, però, è americano e tanto basta a Jude per aspettarsi un comportamento simile. Quando alla fine, dopo mezz’ora di ritardo, Robert Downey Jr scende dalla sua sportiva nera con un sorriso smagliante, però, l’inglese dimentica improvvisamente perché mai fosse tanto seccato.

È la prima volta che incontra i suoi occhi scuri.  

 

49,48,47,46

…è strano, non sa definire con precisione cosa, ma dall’inizio delle riprese sente qualcosa di diverso dal solito. Jude non è mai stato un tipo eccessivamente espansivo, ha sempre saputo controllarsi. Lui, invece, è diverso, completamente diverso. Sono solo al terzo giorno di riprese ma lui è come se fosse lì da sempre. È simpatico a tutti, è divertente e carismatico; probabilmente non esiste una persona a cui non stia simpatico. Jude si sente quasi onorato di lavorare con lui. E pare che neanche a Robert dispiaccia che l’inglese sia il suo Watson.

Gli altri dicono che stanno bene insieme.

 

39,38,37,36

…ora ha capito. Adesso gli è tutto chiaro. Ha cercato di dirsi che era ammirazione per una personalità tanto bella.

Falso.

Poi ha cercato di convincersi che si sentiva così perché lavoravano bene insieme.

Falso. Falso.

Allora si è detto che era l’amicizia, così spontanea e bella che lo stava legando a lui.

Falso. Falso. Falso.

Ora sa che non è amicizia e che, sì, gli altri hanno ragione: loro stanno bene insieme. Jude si sente bene quando sta con Rob, si sente bene quando gli sorride, si sente bene quando è d’accordo con una sua proposta o quando con una pacca sulla spalla gli dice: «ben fatto!»

Teme di aver capito che si sentirebbe bene ovunque con lui…

 

29,28,27,26

…impossibile! Quella è semplicemente una situazione impossibile! Non può continuare le riprese in quel modo. È assurdo come riesca ad imbambolarsi ogni volta che Robert lo guarda, ogni volta che un suo sorriso gli sfiora gli occhi. Se non fosse fin troppo equivoco, resterebbe a guardalo per ore.

Gli basterebbe.

Invece ultimamente gli parla il meno possibile, evita gli sguardi, blocca i sorrisi: non può rischiare di farsi accorgere in qualcosa di troppo esplicito. Gli piace e l’ha accettato. Non credeva che sarebbe arrivato a dire: «Mi piace un uomo», ma Robert lo aveva sorpreso anche in questo senso. Ora però aveva una paura folle di poterlo perdere, che in un modo o nell’altro, con una parola o un gesto di troppo sarebbe potuto andare tutto l’aria e Robert da semplice amico sarebbe diventato un estraneo.

Non sarebbe mai riuscito a sopportare una cosa simile.

 

19,18,17,16

…«Posso parlati… in privato?» gli chiede alla fine di un giorno di ripresa Robert.

Jude sussulta: si è accorto di qualcosa, ne è certo. E d’altronde, anche un cieco si sarebbe accorto del clima improvvisamente freddo che si era insidiato fra i due, anzi, che Jude aveva insidiato tra i due.

«Certo» risponde con un groppo in gola.

Quando i due entrano nella stanza di Rob, l’americano non dà tempo all’altro neanche di respirare.

«Che ti ho fatto?» chiede con forse troppa aggressività.

L’inglese sussulta. Perfetto. Ed ora?

«Nulla, Robert» risponde fingendo semplicità.

«E allora spiegami perché mi tratti così!»

«Robert ascolta: io… è che in questi giorni non mi sento molto bene e risulto particolarmente odioso, scusami» inventa su due piedi l’inglese.

«Soffri di un qualche disturbo chiamato “facciamo finta che Robert non esista”, forse? Perché guarda che non sono stupido: ti comporti così solo con me»

Ancora una volta Jude rimane spiazzato. Non sa cosa inventarsi, quale scusa montare.

«Allora?» chiede spazientito Rob.

Jude non riesce a staccare i suoi occhi chiari da quelli dell’altro. Poi quest’ultimo sospira abbassando il capo.

«Tu non hai idea di quanto faccia male, Jude…» sussurra «Non so cosa ti ho fatto per meritarmi un trattamento simile, ma, in ogni caso, ti chiedo scusa. Solo… non trattarmi così. Non immagini che capacità tu abbia di farmi star male…»

«Co-cosa…?»

Robert rialza gli occhi con una certa determinazione, quasi avesse preso un’improvvisa decisione.

«Jude, tu non puoi immaginare quanto sei importante per me»

L’inglese non riesce a credere a ciò che l’americano gli ha appena detto.

 

9,8,7,6

…rimane per alcuni istanti immobile, lasciando che il silenzio riempia la stanza. Teme di aver sentito male, di aver frainteso, teme che sia solo una sua illusione.

Eppure quegli occhi scuri sembrano non saper mentire. E le parole che quelle labbra hanno appena sussurrato sono le più dolci del mondo.

«Soffri per lo stesso motivo per cui ti evito, Rob» confessa alla fine.

«Co-cosa…?» stavolta è il turno dell’americano di balbettare.

«Mi hai folgorato dal primo giorno che sei arrivato, stupido americano ritardatario! E più andavo avanti, più mi rendevo conto che non era amicizia quella che provavo. Mi hai stupito in tutti i sensi, Robert Downey Jr. Non avrei mai creduto di poterti amare»

«Non suona così male, in fondo» sussurra Rob, stupidamente.

«Avevo paura che mi avresti mandato via, tagliando ogni rapporto. Per questo mi sono allontanato. Se tu mi avessi scoperto… non avrei sopportato un tuo rifiuto»

Erano due uomini fatti ormai, con un mucchio di esperienze sulle spalle e avventure di ogni genere. Eppure in quel momento, così, dichiarandosi l’uno di fronte all’altro, si sentivano come due ragazzini alle prese con la prima vera cotta. Assurdo, assurdamente bello l’amore. Magico.

«Ti amo…» gli sussurra Jude stringendosi a lui.

«Ti amo anch’io» risponde l’altro e lo scosta di poco, lo spazio necessario perche le labbra si possano toccare.

E nessuno dei due credeva che quel bacio sarebbe stato così bello. Da togliere il fiato.

 

Buon anno!

Un brivido freddo corse sulla schiena di Jude. Ecco, il 2009 era appena andato via ed entrava il 2010, un nuovo anno, diverso da quello che era appena passato, completamente, irrimediabilmente diverso. E dove finivano tutti i momenti stupendi di quel 2009? Dimenticati? Buttati con il resto dei ricordi in quel grosso cassetto chiamato passato?

No, lui non aveva alcuna voglia di considerarli passato. Questo avrebbe significato che il presente e soprattutto il futuro sarebbero stati diversi e lui non voleva cambiare.

La vibrazione del suo cellulare lo fece sussultare. Quando lesse il nome sul display non rimase affatto stupito, mentre in lieve sorriso gli si dipingeva sul volto.

«Eh, Jude! Buon anno!»

«Rob… ma da te non è ancora mezzanotte!» si rese conto.

«Beh, da te sì, quindi: buon anno!»

Jude non sapeva che dire: non aveva voglia di festeggiare, ma non farsi vedere allegro avrebbe fatto sicuramente insospettire l’americano.

«Ehi, ma dov’è il casino che mi aspettavo? C’è un silenzio di tomba lì! È capodanno, Jude!»

«Lo so da me che è capodanno, Robert!» gridò l’inglese improvvisamente spazientito da tutto quell’entusiasmo, fuori luogo per lui.

«Jude, che hai? Perché gridi?» chiese senza arrendersi l’americano.

Ma l’altro non rispose, mise il silenzio come unico commento a quella domanda e senza staccare l’orecchio dal cellulare pose di nuovo la testa sulle ginocchia. In quel momento avrebbe solo voluto averlo lì accanto a lui e il capodanno – o qualsiasi altra festa – sarebbe stata stupenda.

«Mi manca il 2009, Rob» sussurrò «Mi mancano le riprese del film, mi mancano i nostri baci segreti, mi manchi tu. Avrei voluto che il 2010 non fosse mai venuto» confessò.

Dall’altro lato si sentì solo un respiro sommesso.

«Anche a me manchi, Jude – Dio, non immagini quanto! Ma il 2010 non è così male, in fondo e anche se non ci sono le riprese del film a farci stare vicini, non è detto che non ci vedremo»

«Da uno a dieci quanto credi in quello che hai appena detto?» chiese triste Jude.

«Cento. E dovresti farlo anche tu! Insomma Judsie! Avevamo detto che non ci sarebbe pesato, ricordi?»

«Io non ci riesco, a non farmelo pesare. Ogni istante vorrei che fossi qui»

«Ora non pensarci, non farlo. Ti prometto che ci vedremo… anche più spesso di quello che credi»

Jude sorrise: possibile che bastassero le sue parole a fargli vedere il mondo da un’altra prospettiva?

Mentre rifletteva, sentì uno strano ticchettio che proveniva dal cellulare.

«Rob, che fai?» chiese curioso.

«Guardo gli orari degli aerei per l’Inghilterra e prenoto il primo biglietto che trovo, cos’altro?»

E Jude avrebbe potuto giurare che quello sarebbe stato il miglior capodanno mai passato.

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________

 

Eccomi di nuovo a voi ^-^! *evita agilmente il lancio di oggetti da parte dei lettori*

Se vi state chiedendo come sia possibile che abbia scritto una shot sull’ultimo dell’anno ai primi di settembre, vi confesso che non lo so neanch’io! Uno di questi giorni mi sono messa a canticchiare canzoncine natalizie, poi ho pensato alle vacanze di Natale e al capodanno e mi si è formata davanti l’immagine di Jude seduto a terra nell’ultimo giorno del 2009, triste e sconsolato. Ed eccone il risultato (tra l’altro scritto quasi completamente nel salone della mia parrucchiera xD)

Voglio ringraziare le persone che hanno letto la mia scorsa shot sulla coppia – Doubts – Don’t leave me alone – in particolare aXce, Ilaria1993, barbydowney e BlackCobra per aver recensito, EugyChan per averla aggiunta tra le preferite e Elena Mafoy e pochiperpe per averla aggiunta tra quelle da ricordare.

Inoltre ringrazio tutti i lettori di questa storia, chi recensirà, chi la metterà fra le preferite o quelle da ricordare.

Alla prossima, un bacio…

 

Alchimista   ~  

 

   
 
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